Un mostro #6
Mi ero ridotto veramente male. Io Magnus Chase, sempre gioioso e felice, con una buona parola per tutti, ero diventato un mostro col sorriso più falso di questo mondo. Ero un autolesionista, drogato e depresso, egoista. Non ero più il Magnus Chase di una volta, ormai quello per me era diventato un sogno, io ero solo un reietto, uno scarto della società che un tempo era un eroe. Mi sentivo come il padre di Heart, solo che io non mi ero ancora trasformato. Anche qualcun'altro si era accorto di questi cambiamenti in me e aveva preso le distanze per ferirmi, per riportarmi alla vecchia vita, solo che ormai credevo di non me la ricordavo neanche la vecchia vita, non pensavo di aver più bisogno di nessuno, tantomeno di un ragazzino con i capelli verdi che non sapeva decidersi se essere maschio o femmina talmente indeciso che cambiava sempre, non sapeva chi era nemmeno per sbaglio, insomma era uno sbaglio della natura. Aspetta cosa.....? Io non l'ho mai pensato non lo pensavo, perchè amavo sia lui che lei, con i capelli verdi, neri, marroni,biondi,rossi non mi importava, io amavo Alex Fierro. E allora come potevo pensare una cosa del genere? Volevo dare la colpa alle droghe ma sapevo che non era così, perchè le droghe le avevo prese io e solo io, nessuno mi avevano costretto e, ora, per il capriccio di un giorno, avevo rovinato tutta la mia esistenza. Decisi di smettere. E questa volta del tutto. Pensavo che i miei strani comportamenti e pensieri erano dettati da loro ma mi sbagliavo, ero io il mostro, loro lo avevano solo rivelato. Con tutti quei pensieri in testa non mi accorsi che qualcuno stava bussando alla porta. Senza sentire il rumore, me ne andai in bagno e accesi il rubinetto, feci scorrere un po' l'acqua e presi la lametta. La veci scorrere lungo il polso, l'avambraccio e il braccio. Piangevo, non meritavo di vivere ma non potevo morire, non meritavo di avere persone meravigliose affianco ma non potevo scappare, non meritavo niente, respirare, vedere, toccare, odorare, sentire con le orecchie e col cuore, quel dolore mi fece stare meglio e anche se non volevo continuai a piangere.
Ogni lacrima, un demerito.
Ogni demerito, un dolore.
Un dolore fisico, mentale, piacevole. Mi stavo torturando e il mio aguzzino ero io. Immerso in quei pensieri, non mi accorsi che Alex era entrata e mi guardava con terrore, odio,stupore, tristezza, delusione. Odiavo farmi vedere dagli altri nelle mie condizioni più pietose. Mi accasciai a terra, con il fiatone. Alex in quel momento non ce la fece e scappò, non da me, dal mostro che ero diventato e dai demoni che mi portavo dentro sempre più forti e liberi di evadere e tormentarmi. In quel momento risi, Alex finalmente aveva capito che con uno come me non poteva stare, era troppo anche per lei, speravo che si sarebbe fatta una vita con qualcuno di più..... cosa? Ero il ragazzo perfetto prima, era solo colpa mia se la gente soffriva. Striscia verso il water e ci guardai dentro. Ogni volta trovavo me stesso nel riflesso di quell'acqua sporca. Ad un certo punto mi trovai a dire -Odino, ti prego, resettami, chiudimi gli occhi, fammi benedire, fai finire tutto oggi.- Preghiera assurda visto che ero nel Valhalla ma un piano malsano prese vita in me. Prima di metterlo in atto però volevo. Concedermi un ultima occasione per migliorare. Ma se avessi fallito, la punizione sarebbe stata il mio premio più ambito.
Cosa avrà in mente Magnus? Lo scopriremo nel prossimo episodio. La storia sta volgendo al termine credo, bello o brutto che sia e per farla durare di più alla fine avrei voluto ripercorrere gli avvenimenti ma come protagonista Alex. Non credo sia una cattiva idea. Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate e *schiva una palla di cannone* ci vediamo al prossimo capitolo.
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