C'era una volta... una dolce bambina ritrovata [2]
Iris, addormentatasi dopo che la strana creatura è uscita, si risveglia nella sua stanza tappezzata di carta da parati rosa confetto.
Si stropiccia i grandi occhietti verde smeraldo, che poi si posano sul piccolo peluche che tiene tra le braccia.
«Signor... M.?» sussurra la piccola, correndo giù dalle scale della sua calda casetta, non trovando però nessuno ad aspettarla.
Iris è ferita dal fatto che non ci sia nessuno con lei, ma allo stesso tempo sollevata, perché ora può andare di nuovo nel bosco a cercare il suo amico.
«Stai qui» di nuovo quella voce nella sua testa, che la frena dall'aprire la porta di casa.
Iris torna nella sua stanza e cerca di cambiarsi i vestiti, indossandone di più caldi rispetto a quelli che aveva addosso prima.
Purtroppo non riesce a cambiarsi con la massima rapidità, è abituata a farsi vestire dalla dolce madre, che qualche ora prima -o forse giorno- aveva visto sotto le vesti di un orribile mostro.
«Ora non ho più freddo» dice orgogliosa, guardando il suo riflesso nello specchio: si è messa una maglietta a maniche corte color avorio, sopra la quale ha indossato un maglioncino in pile color pesca; ha poi indossato i caldi pantaloni bianchi del suo pigiama, mentre ai piedi ha delle calze tutte colorate, con sopra ricamate le sue principesse Disney preferite.
Questo abbigliamento non è affatto adatto per andare ad esplorare il bosco, ma Iris non lo sa, quale bambina di cinque anni lo saprebbe?
Orgogliosa del suo lavoro, la piccola ed innocente bambina va ad indossare le sue piccole scarpette da ginnastica, quelle che ha sempre usato.
Corre nuovamente giù per le scale, ma quando raggiunge la porta viene spinta verso la parete opposta ad essa.
«Iris, ti ho detto di stare qui» le dice di nuovo quella voce, questa volta, però, la bambina è sicura del fatto che essa proviene dall'esterno.
«No! Devo andare dal Signor M.! Mi sta cercando! Lo so!» urla Iris alla voce che prima le aveva salvato la vita, ma che ora le sta impedendo di cercare il suo amico.
Una strana ombra si avvicina sempre più a lei, facendola indietreggiare.
«Se non vuoi obbedire, allora, non mi resta che punirti» dice l'ombra una volta giunta davanti a lei.
«Signor... M. ...» lei vorrebbe urlare, ma due mani forti e grandi le stringono la gola.
Lo so, questo capitolo è tipo cortissimo... Perdonatemi.
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