C'era una volta... Cappuccetto Rosso

La piccola e dolce bambina rabbrividisce, sua madre non le aveva mai raccontato storie così spaventose.
«Se vuoi ora puoi scegliere tu una storia, piccola amica » le dice la strana creatura.
Ella sorride leggermente, pensando per qualche secondo sulla possibile scelta.
«Ecco... mi racconteresti la storia di Cappuccetto Rosso?» chiede dolcemente stringendosi nella calda coperta rossa.
«Certo piccola amica» risponde accarezzandole dolcemente la corta chioma rossiccia.
«C'era una volta, una dolce bambina dai lunghi capelli rossicci, raccolti in due trecce ai lati della testa.» comincia la creatura, facendo sorridere la dolce amica.
«Ella era amata da tutti nel suo piccolo villaggio, abitato da abili cacciatori.
Cappuccetto Rosso doveva quello strano soprannome al lungo mantello donatole dalla nonna, esso aveva ovviamente anche un ampio cappuccio rosso acceso, di cui non si liberava mai.
La nonna, che abitava al centro del bosco, era la persona a cui Cappuccetto Rosso teneva più al mondo, dopo che il padre fu ucciso da un lupo infatti, fu lei che la rassicurò più di tutti.
Ma quando la nostra protagonista scoprì attraverso la madre che la vecchia nonna si era ammalata corse spedita verso il bosco, percorse tutto il sentiero ma per via della vista offuscata dalle lacrime inciampò e finì fuori da esso, procurandosi una ferita sul ginocchio.
Si guardò la ferita dolorante, ma sentì che essa, sgorgante di sangue, veniva leccata da un lupo dal manto scuro e gli occhi cristallini, che si fece accarezzare dalla dolce bambina.
Cappuccetto Rosso fece amicizia con l'animale, che la seguì fino alla casa della nonna.
Prima di andarvi però, Cappuccetto Rosso raccolse delle bacche selvatiche per la nonna e colse diversi fiori colorati per rallegrare l'atmosfera.
I due nuovi amici entrarono insieme nella casa della nonna, che sorrise non appena vide la dolce nipotina.
-Per te nonnina cara, tu che sei la più dolce, come queste bacche, e la più bella, come questi fiori- le disse porgendole i doni.
Il lupo rimase seduto vicino allo stipite della porta, guardando curioso la nonna, dai capelli ormai bianchi come la neve ed il viso dolce ormai pieno di rughe.
-Ti sei fatta un nuovo amico nipotina cara?- chiese dolcemente questa.
-Sì, mi ha aiutata quando sono caduta venendo da te- rispose allegra ella, quasi dimenticandosi della malattia della nonna.
D'un tratto Cappuccetto Rosso sentì la porta in legno della vecchia casetta aprirsi bruscamente, e la nonna s'allarmò vedendo un grosso uomo con un fucile da caccia in mano.
-Tesoro caro, nasconditi subito sotto il letto, costui non è raccomandabile- bisbigliò la vecchietta, che venne ascoltata sia dalla nipote, che dal lupo.
-Nonna, tu che farai?- bisbigliò a sua volta Cappuccetto Rosso, la quale non ebbe una risposta, poiché l'uomo, probabilmente ubriaco, sparò un colpo, colpendo la nonna.
Cappuccetto Rosso dovette trattenersi dall'urlare: vide la nonna cadere a terra dolorante, e questa le sorrise dolcemente mimandole un "Ti voglio bene", prima di spirare sul freddo pavimento in legno.
La bambina sentì i passi pesanti del cacciatore ubriaco, copiose lacrime scendevano lungo il suo candido viso, mentre il lupo morse ferocemente la gamba dell'assassino per proteggere la nuova amica.
-Piccolo stupido, che credi di fare?- rise egli cercando di sparare all'animale, che però fuggì sotto un mobile, lontano da Cappuccetto Rosso.
-Ma... cosa sta cercando di fare?- si chiese questa ancora con gli occhi gonfi dal pianto. -sta... sta cercando di salvarmi? Ma morirà!- la bambina scorse con la coda dell'occhio una lunga asta di metallo che la nonna doveva buttare da ormai molti mesi, ma per la fortuna della piccola ella si dimenticò di farlo, così raccolse tutto il coraggio che quel piccolo corpo conteneva e si lanciò contro l'uomo, colpendolo più volte alla testa con l' "arma".
Presto il pianto si trasformò in una risata isterica, il viso dell' innocente bambina si sporcò di sangue denso e caldo ed il piccolo lupo indietreggiò per evitare di sporcarsi con esso.
-Muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muo... ri...- urlò ridendo l'ormai non più innocente Cappuccetto Rosso, affogando in un oceano di pazzia dal quale nemmeno il lupo riuscì a tirarla fuori.
La bambina si girò verso il nuovo compagno di giochi, e lo colpì violentemente sul muso, uccidendolo.
Lo prese tra le braccia, sporcandosi di sangue.
-Staremo sempre insieme, vero?-
E fu così che, per colpa della morte della nonna, Cappuccetto Rosso non tornò più a casa...» la creatura termina la tetra storia lanciando un ramoscello ormai secco sul fuoco, per tenere al caldo l'amica, per poi guardarla.
«Ecco... so che non c'entra molto, ma... come potrei chiamarla?» chiede la bambina, leggermente spaventata dalla storia.
«Ho tanti nomi, inventane uno per me, così che tu mi possa chiamare in ogni momento» le risponde la creatura.
«Allora... la posso chiamare Signor M. ? È il nome del mio peluche preferito, che ormai non trovo più da anni, e lei gli somiglia molto...» la bambina nasconde un velo di malinconia nella voce dolce, mentre la creatura le accarezza dolcemente la chioma rossiccia.
«Certo, e comunque dammi del tu, siamo amici no?» le risponde di nuovo il Signor M., lanciando un' altro ramoscello sul fuoco, mentre la bambina si appoggia a lui, addormentandosi.
«Buonanotte, Signor M.»
«Buonanotte, piccola Iris»

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