7. Vicolo

~Skip time: 4 giorni~

Tetsuya's P.o.V.

Mi sveglio, mi giro verso la finestra e noto un biglietto incastrato lì. Incuriosito, ma anche pensando già da chi potesse arrivare, scendo dal letto, apro leggermente la finestra ed afferro il foglio.

C'è scritto in una calligrafia chiara e grande: "Ehi, figlio mio, ben svegliato. Oggi é il grande giorno. Ti spiego quel che devi fare...".
Sento bussare alla porta e faccio un piccolo gridolino di sorpresa.

<Tetsuya, tutto ok?> chiede spaventato papà Izuku, entrando nella stanza. Mi giro verso di lui mentre mi metto il foglio, stropicciato, nell'elastico dei pantaloncini.

<Tutto ok, papà! Mi hai preso di sorpresa perché stavo fissando il cielo fuori e stavo pensando a qualcosa che neppure ricordo...> rispondo, sorridendo leggermente, avvicinandomi a lui.
Mi sfrega una mano tra i capelli e sussurra: <Scusami tanto allora, piccolo, per averti spaventato.>

<Puoi fare come babbo fa quando mi spavento?> chiedo.
Babbo Katsuki, quando mi spavento così, fa finta di "sputacchiarmi" in faccia, però non lo fa sul serio, é quasi solo versi buffi e strofinate di naso sulle mie guance. Mi piace, mi calma.

[N/A: l'ho spiegato di merda e così sembra anche disgustoso forse, ma é una cosa che mio padre fa davvero da sempre con me e mio fratello quando siamo un po' spaventati a causa di una stupidaggine. Calma quando ti pigli un piccolo infartino, sono seria]

<Io non sono bravo... però posso fare questo!> e sfrega il suo naso contro il mio, facendomi ridacchiare.
Poi si stacca leggermente e, sorridendo, fa: <Oggi siamo solo noi due! Ti preparo la tazza di latte e le fette biscottate con burro e marmellata, mh?>

Annuisco.
Si alza in piedi e, andando verso la porta, domanda: <Hai intenzione di fare qualcosa in particolare?>
Faccio finta di pensare e rispondo dopo poco tempo: <Non so, per adesso. Ci penso e ti dico dopo...>

Mi sorride dolce ed esce.
Aspetto qualche secondo prima di riprendere il foglio nascosto nei pantaloncini e sospirare.
"Mi sento una cacca a fare questo... ma voglio indietro mamma. Mi spiace tanto papà Izuku"

Izuku's P.o.V.

Tetsuya arriva giù, in cucina, circa un quarto d'ora dopo, perso nei suoi pensieri.
P: "Si é preso il suo tempo il principino..."
O: "Eh, non farne un dramma!"
P: "Troppo presto per lamentarmene. Mi lamento solo se mi sputtana la sacrosanta grammatica."

<Vuoi fare qualcosa in particolare, Tetsuya?> gli domando dolcemente, mettendogli una mano sulla spalla.
Fra un po' fa un salto olimpionico sulla sedia, prima di sorridermi e scusarsi.

<Sono molto fra i miei pensieri oggi...> commenta con un sorriso imbarazzato.
Preoccupato tiro una sedia accanto a lui e, poggiandogli una mano sulle ginocchia, chiedo: <Che c'è, Tetsuya?>

Fissa le sue ginocchia, la mia mano sulla sua rotula, e vi appoggia la sua piccola mano sopra. Stringe delicatamente quel che può della mia mano e, sospirando, dice: <Mi manca tanto la mamma.>

Lo fisso un po' dispiaciuto, però poi gli prendo le gote con le mani a coppa e, con un piccolo bacio in fronte, dico: <Purtroppo non posso ridarti la mamma, ma posso darti tutto l'affetto che ti darebbe lei, più il mio.>

Mi sorride, gli occhi lucidi, poi mi abbraccia e pigola contro il mio petto: <Grazie papà.>
Sorrido mentre gli accarezzo la schiena.
Ad un certo punto si stacca e, asciugando una lacrima scappata, fa: <Ora mangio e poi... possiamo andare al parco a giocare a pallone?>

<Quale parco?>
<Quello qui vicino, ci sono andato qualche volta con Ryoki-kun e tata-san.>
<Capisco. Allora mangia, piccolo, che poi andiamo.>
<E te? Non mangi?>

<Ho già mangiato mentre ti aspettavo>
<Ah, capito.>
P: "Se volevi mangiare con noi muovevi le tue chiappette ed arrivavi almeno cinque minuti prima!"
O: "Per fortuna che questi rimangono solo pensieri..."

Tetsuya finisce di mangiare la colazione e poi usciamo, un pallone preso qualche giorno fa ad un negozio a pochi spicci tra le sue mani.
Andiamo al parco e dice che vuole provare a giocare a calcio ed io tristemente ammetto di farci davvero schifo.

<Eh va beh, papà! Anche io non sono bravo!> replica Tetsuya, prima di iniziare con un passaggio.
Giochiamo un pochino così, tranquilli nella praticamente totale deserto del parco, sono le 10 del mattino di mercoledì, chi vuoi che ci sia?

Poi, però, Tetsuya lancia la palla troppo forte e rotola, oltrepassando indisturbata i confini del parco, fino ad un vicoletto un po' all'ombra, a causa degli alti palazzi ai lati della stretta via.

<P-possiamo p-p-prenderla in-insieme?> chiede apprensivo. Perché...?
O: "É vero! Lui ha paura del buio!"
P: "Fighettina..."

O: "Ti ricordo che abbiamo avuto paura dell'ombra scura di Conan fino all'età di 7 anni."
P: "Ogni giorno provo a dimenticarlo, ma ogni giorno quel dato di fatto ritorna nella mia mente..."

<Certo, Tetsuya!> e gli do la mano, mentre andiamo verso la via insieme.
Mentre ci avviciniamo sento uno strano brivido percorrermi la schiena e la presa della mano di Tetsuya sulla mia é più forte... deve avere proprio molta paura del buio...

Ricambio la presa forte con una leggera strizzatina e gli sorrido dicendo: <Non c'è alcun cattivo mostro finché ci sono io con te, ok?> e lui annuisce, mentre entriamo nella viuzza.

P: "Diavolo! È tutto in penonbra! Neanche fossimo al crepuscolo! Che cazzo c'è qua? Un'orario solare totalmente diverso..."
O: "Cerchiamo la palla e basta..."

Però, mentre siamo a poco meno di metà vicolo, cercando in giro per il pallone, davanti a noi c'è un rumore. Alzo lo sguardo ed un paio d'occhi mi fissano senza staccarsi, mentre un segno brilla poco più in basso del volto.

La figura é indistinta nel buio, ne intuisco solo la figura nel complesso... deve essere sul collo quel segno che brilla di azzurro... é un cerchio con una freccia dentro!
Ancora la banda criminale! La... la...

P: "Oggi che abbiamo memoria, ti posso dire che si chiama "Le Frecce Divine", tonto."
O: "Non perdiamoci in chiacchiere! Dobbiamo difendere Tetsuya! Forse lo volevano dall'altra volta ma siamo arrivati noi ed adesso vogliono riprovarci!"
P: "Perché lo vorrebbero?"
O: "Questo é da scoprire!"

Lascio la mano di Tetsuya mentre mi metto in posizione per attaccare, mille saettine verdi mi ronzano attorno.
<Tranquillo Tetsuya, ci sono i-> non riesco a finire la frase che qualcosa di colorato esplode praticamente sul retro della mia gamba, facendomi perdere l'equilibrio e cadere in ginocchio.

"Cosa?"
O: "É il Quirk di Tetsuya?! Che ha fatto? Rialzati, rialzati!"
Ci provo ma, da dietro di me (P: "E ora da dove spunta questo?!"), arriva qualcuno che mi stringe qualcosa al collo, per poi mettere due dita su una particolare parte del collo.

P: "Cazzo! Dobbiamo levarci o sveniremo!"
Ancora lucido, tiro una gomitata e mi allontano, dando le spalle al tizio che era poco più avanti di noi prima.

O: "Girati, girati!" non faccio in tempo, che sento qualcosa di freddo e appuntito penetrare nel mio braccio con precisione assoluta.
Mi scanso dal tizio, ma questa volta debolmente, mentre sento il mondo girare.

P: "Ci hanno drogato! Ci hanno drogato! MERDA!"
Provo a compiere ancora qualche passo all'indietro ma inciampo, probabilmente sul nulla, e cado a terra; riuscendo a girarmi ed attutire il colpo per miracolo.

Però le mie braccia mi cedono e finisco per essere disteso a pancia in giù sulla stradina, mentre sento dei passi avvicinarsi.

<Bravissimo. Ora lui é mio.> dice una voce maschile, un po' divertita e molto trionfante.

E io quella voce... la riconosco.
Come potrei dimenticarla?
Come posso quando, anche ad anni di distanza, ogni tanto mi costringe a risvegliarmi da incubi in cui otteneva quel che voleva ed io non mi ribellavo?
Allora mi si gela il sangue nelle vene.

"Noooo. No, no, no. No. No, non osare essere vero. No. No... NO!" si esaspera P, in un crescendo con la mia ansia, mentre sento i passi avvicinarsi.

Questa non può essere la realtà.
Deve essere un incubo. Tutto questo.
Un dannato ed orribile incubo nuovo.

Vorrei tanto che O dicesse qualcosa per risollevarmi il morale e farmi pensare che fra tutte le persone a questo mondo non sia proprio lui.
Ma accade tutt'altro.
"Amici... da lassù più di uno ci vuole male" commenta O e P, a quelle parole, si dispera di più.

Ma prima ancora che P possa iniziare a fare un disperated-rap a suon di "no" ritmati, il sedativo/qualsiasi-cosa-sia fa totalmente effetto e cado nel baratro dell'inconscio, terrorrizzato da cosa può accadere d'ora in poi nella realtà.


N/A: da qui il peggio ha inizio.

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