Noi
"Ti va di salire da me?"
Me l'hai chiesto dal nulla, non eravamo neanche nei pressi di casa tua.
Io ti ho guardato per un attimo, poi mi sono messa a ridere e ho ripreso a camminare, neanche ti ho risposto.
Tu hai insistito, però. Mi hai bloccata per un braccio, ti sei fatto più vicino e mi hai soffiato sulle labbra che non stavi scherzando, che eri fottutamente serio.
Non ti ho detto sì, non ti ho detto no. Mi sono messa semplicemente a camminare verso la tua macchina e poi mi sono appoggiata sul cofano, in attesa che tu l'aprissi.
Venti minuti più tardi ero seduta sul tuo letto, circondata da foto che ti ritraevano insieme alla tua famiglia.
Il mio sguardo si era bloccato su un quadruccio appeso sopra alla televisione. Raffigurava te abbracciato ad una ragazza bionda. Sorridevate entrambi e lei ti guardava fisso mentre tu osservavi l'obiettivo.
"È un'amica. Ci conosciamo fin da piccoli."
Ho alzato le spalle e ho distolto lo sguardo. E ho mandato giù parole amare come il fiele.
Siamo rimasti in silenzio per un po', alla fine mi sono alzata e senza dirti nulla mi sono diretta verso la porta di casa.
"Resta." Mi hai stretto le dita sul polso minuto e mi hai costretta a guardarti.
Ed è stato lì che l'ho capito, sai? Ho capito che era la mia fine. Ho capito che ero tua, che mi avevi in pugno, che potevi tenermi o schiacciarmi o mandarmi via, ma che io sarei rimasta comunque tua.
Tenevi gli occhi nei miei, le mani su di me. Le labbra a coprire le mie.
Abbiamo fatto l'amore contro il muro di casa tua, siamo caduti sul pavimento, mezzi vestiti, con le mani tra i capelli, sulla pelle, ovunque. Mi hai sussurrato parole indimenticabili, mi hai lasciato baci indelebili.
Alla fine mi hai presa in braccio e mi hai portata nel tuo letto. Ci siamo rannicchiati uno contro l'altra, le tue braccia intorno alla mia vita, la mia testa sul tuo petto, i nostri respiri sulla nostra pelle.
Eravamo noi. Noi, niente da aggiungere.
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