Nel folto del bosco (parte 3)

All'alba di tre giorni dopo eravamo ad Aisengard, la neve alta rendeva lenti i movimenti del cavallo che talvolta sprofondava, imbizzarrendosi. Così ci ritrovammo per lo più a camminare. Un tempo tutte le vie principali venivano spalate quando nevicava, rendendo il viaggio comodo come in qualsiasi altro regno. Ora, a quei luridi mostri, non importava nulla degli spostamenti, lasciavano così le strade com'erano: sporche e piene di neve.

Aisengard seppur fosse centrale vantava un clima caldo e umido d'estate, mentre d'inverno le nevicate erano abbondanti, persino più che a Straingard. Il motivo, semplice oserei dire, se si conosceva un minimo il tempo, era che in quel regno convogliavano correnti d'aria che d'inverno mantenevano il clima sempre sugli zero gradi, mentre a Straingard, faceva troppo freddo persino per la neve, d'inverno la temperatura si stabilizzava intorno ai venti gradi sotto lo zero. Se nevicava, era semplicemente la neve ed il ghiaccio, che il vento trasportava dai cucuzzoli delle montagne a noi.

Se paragonato al clima del regno delle montagne, ora a me sembrava d'essere in piena estate, sotto un debole e ridente sole.

Vidi la taverna e lontana, la punta più alta del castello di Aisengard, il candore dell'ambiente era spezzato dagli scuri tronchi d'albero, macchiati di ghiaccio.

<<Ora resterai qui ragazzina>> dissi facendola smontare da cavallo.

<<Ma perché mi chiami sempre ragazzina? Sono una donna!>>

Smontai io stesso e la osservai dall'alto, lei sorrise in imbarazzo, farfugliando <<Oh... ecco perché>>

Sorrisi, mentre le mettevo davanti le sue cose <<Comprati un cavallo, se non tornassi indietro entro una settimana vattene>> dissi semplicemente. Le misi dei soldi in mano <<Nessun cavallo vale più di questi, intesi? Controllalo bene prima di comprarlo, non spendere soldi per un animale zoppo o vecchio>>

Lei si limitò ad annuire, mentre osservava la mia mano che stringeva la sua.

<<E se non tornassi perché ti trovi in pericolo?>> sussurrò infine.

<<Me la caverò. Me la cavo sempre Saracha>> le sorrisi, ed accarezzandole il viso sentii una scia bagnata da lacrime <<vedi? Te l'ho detto che ti avrei fatta soffrire>>

<<Soffro perché ti allontani, non perché mi hai fatto un torto>>

<<E' la stessa cosa ragazzina>> le baciai la fronte e rimontai a cavallo, per evitare altre parole e sguardi.

<<A presto>> disse lei guardandomi.

<<Addio>>

Aisengard, una struttura imponente. La prima volta che ero stato lì accompagnavo il mio signore per stipulare accordi per il matrimonio tra Eileen e il futuro re di Darengard.

Un ragazzo simpatico, ma un po' scemo a parer mio, non era certamente il marito adatto per la principessa visto il caratterino, e a dire il vero non lo vedevo neanche come un buon Re, ma poco importava.

All' epoca, quando vidi la città per la prima volta, era molto più bella di ora, un castello imponente e bianco, così candido da ferire gli occhi se colpito dal sole. Immense vetrate rilucevano nella struttura principale, divisa in tre ale con quattro grandi torri, due per lato. Era stato costruito su una collina, risultando quindi sopraelevato rispetto alla città ai suoi piedi. Il castello era diviso in tre parti anche in altezza, più due piani sotterranei dove c' erano le cucine, dispense, le camere della servitù e ancora più in basso le cantine e un vecchio magazzino in cui, me l' aveva detto Eileen, c' era un vecchio cunicolo buio ed umido che terminava in un' uscita nascosta nel folto del bosco. Il cunicolo attraversava la collina e la città, sarà stato lungo circa sei o sette chilometri.

Ora invece tutto era stato circondato da alte mura color carbone, così inadatte per delle terre candide come quelle di Aisengard. Persino le case della città erano in pietra bianca, con tetti colorati di azzurro. Era una città simpatica, candida e colorata. Le persone sorridenti e lavoratrici, belle donne dalla pelle perlacea da ciò che ricordavo, benché nessuna mi interessasse, all' epoca come ora.

Mancava un' ora, mi fermai per mangiare e rilassarmi un po'. Saracha non mi mancava affatto, era come averla ancora con me in fondo. Osservai la strada percorsa <<Esci. So che sei lì ragazzina>> dissi tranquillo mentre sbucciavo una mela.

Con la coda dell' occhio la vidi spuntare da dietro una roccia, seguita da un cavallo grande e bianco latte.

Rimasi in silenzio, concentrandomi sul pasto più che su lei, che restò immobile davanti a me. Il cavallo sbuffò, scuotendo la testa.

<<Hai fatto un buon acquisto>> dissi tra un morso e l' altro <<Hai usato bene i miei soldi>>

<<Ho seguito i tuoi consigli>>

Bevvi un lungo sorso di acqua e digerii rumorosamente <<Te l' hanno mai detto che sei seccante?>>

<<No>> muoveva il piede in un movimento circolare, spostando la neve, mi ricordò il piccolo bambino che aveva annunciato la liberazione di Aisengard.

<<Perché non vuoi ascoltarmi quando ti dico le cose?>> le allungai la mano, come in un gesto di pace, l' afferrò saldamente e con uno strattone la tirai a terra sopra di me <<Lo sai che le bambine cattive vanno picchiate vero?>>

Sgranò gli occhi per la sorpresa <<Non lo faresti>>

<<Oh si che lo farei. Una bella sculacciata sul sedere. Ma per ora ti risparmio>>

Si rilassò espirando l' aria che stava trattenendo.

<<Allora ragazzina? Che facciamo? Se ti riporto alla taverna resterai lì?>>

<<No>>

<<Allora ti lego ad un albero, che problema c'è>> feci per alzarmi, ma lei mi bloccò gridando più volte "No!"

Scoppiai a ridere, poggiando il viso nell' incavo del suo collo <<Che stupida che sei ragazzina>>

<<Non è vero>> sbottò in imbarazzo.

<<E allora che devo fare con te>> la voce era più esasperata di quanto mi aspettassi, alzai il viso per guardarla, gli occhi erano più chiari rispetto al solito.

<<Mi porti con te?>>

<<E' pericoloso>>

Si illuminò ed alzando un dito come a ricordare qualcosa, corse verso il suo cavallo, che pareva chiacchierare amichevolmente col mio: con sbuffi, starnuti, nitriti più o meno forti.

Tornò trascinandosi appresso una sacca rettangolare <<Mi sono preparata>> disse fiera armeggiando con la chiusura. Seduto la osservavo, graziosamente ingenua. Estrasse uno spadino corto, l' elsa fatta a croce era finemente rifinita con decorazioni floreali, di color argento.

<<Oh ma sei armata allora!>> dissi per sfotterla.

Strinse gli occhi <<Non ho mai combattuto>> iniziò a guardare la spada e a muoversela lenta davanti <<Ma non sarà poi così difficile>>

Allontanandosi di qualche passo iniziò a muoverla veloce, imitando i rumori di una spada che colpisce qualcosa.

<<Ma che stai facendo ora? Hai bevuto?>> gridai prima di scoppiare a ridere, caddi a terra, sbattendo i pugni nella neve, piangendo dal tanto riso.

<<Kain ti prego! Non prendermi in giro>>

<<Ti caverai un occhio con quella cosa>> ancora ridendo mi alzai e bloccandole il polso le levai l' arma di mano. Con l' indice sotto il mento le alzai il viso, avvicinandolo al mio, dischiuse le labbra senza più parlare, le palpebre che sbattevano lente <<Non te l' hanno mai detto ragazzina che...>> mi fermai.

<<Che?>> ansimò lei.

<<Che le bimbe non devono giocare con le armi?>>

Sbuffò allontanandosi <<Sei cattivo. E io che ti ho pure fatto un regalo!>>

<<Regalo?>> mi interessai subito a quel particolare e prendendola per la vita la avvicinai a me <<Mi piacciono i regali. Dove l' hai nascosto?>> abbassai lo sguardo sui suoi seni prosperosi.

<<Kain la mia faccia è qui. Su alza gli occhi>> mi mise le mani sulla mandibola obbligandomi a guardarla nuovamente in viso.

<<Oh ma... Ragazzina... anche il resto di te è bello>> avevo abbassato la voce dandogli una nota calda e passionale.

<<Il regalo>> mi ricordò

Grugnii mentre la allontanavo, l' avrei davvero presa contro un albero in quel momento, malgrado le remore dei giorni precedenti. <<Su vediamo>>

<<Chiudi gli occhi>>

<<Saracha ti...>> mi zittì con un gesto stizzito.

<<Chiudi gli occhi ho detto>>

Sbuffai ma li chiusi <<Non sbirciare intesi?>> disse muovendosi. Sentivo un fruscio di stoffe.

<<Se aprendo gli occhi ti trovo nuda non ti prometto nulla e?>> azzardai a dire, ascoltando i rumori intorno a me.

<<Non fare il maiale Kain. Quello in un letto, non all' aperto e al freddo>>

<<Giuro Saracha, che appena siamo in una camera ti mostro anche io un bel regalino>>

<<Maniaco. Comunque puoi aprire gli occhi>>

Mentre riaprivo le palpebre sentii la sua mano che stringeva la mia, la guardai, con un cenno mi indicò il terreno. <<Scusa ma è pesante>>

Una splendida spada a due mani era poggiata a terra su una stoffa azzurra, mi chinai per sfiorarne la lama levigata. L' impugnatura era decorata con lo stemma della casa reale di Aisengard. Era stata usata, la lama era graffiata in più punti, ma era in condizioni splendide. Lasciai la mano della ragazza e afferrai l' arma per iniziare, allontanandomi, a muoverla tagliando l' aria e colpendo avversari immaginari.

Era da tempo che non vedevo un' arma così bella.

<<Dove diavolo l' hai trovata?>> dissi stupito, fermandomi.

La vidi stringersi nelle spalle, nuovamente in imbarazzo <<L' oste vendeva armi di contrabbando. L' ho trovata lì. Mi pareva adatta a te>> sussurrò, mentre il viso le si colorava di porpora.

La riappoggiai sulla stoffa e presi lei tra le braccia, sollevandola per il sedere così da permetterle di allacciarsi a me con braccia e gambe. <<Nessuno mi ha mai fatto regali ragazzina>> dissi fissandola negli occhi, finalmente alla mia altezza.

<<C'è sempre una prima volta. Ti piace? Perché se ti fa schifo la butto! Non mi offendo se...>> la interruppi premendo la mia bocca contro la sua e infilandoci con forza la lingua per assaporarla a fondo. Gemette mentre la premevo contro il tronco dell' albero; spostando una mano sul seno, glie lo strinsi dolcemente mentre mi staccavo dalle sue labbra e prendevo a baciarle il collo.

<<Kain ti prego...>> ansimò senza cercare di allontanarmi.

<<Dimmi di fermarmi>> dissi contro il suo collo, per poi riprendere a succhiarne la pelle, mentre scendevo verso i seni <<Sei così dolce Saracha>>

<<Fermati>>

<<Implorami Saracha. Implorami di non continuare>> ringhiai contro la sua pelle.

<<Ti prego fermati... io non ho mai...>>

Mi allontanai, accaldato ma padrone del mio corpo e delle mie azioni <<Lo so ragazzina>> sussurrai dandole un bacio sulle labbra e lasciandola andare.

<<Questa scena mi ricorda il popolo degli indigeni di Põlisrah>> sussultai per l' improvvisa voce maschile alle nostre spalle. Lasciai andare Sarasha e mi voltai.

*********

Ciao lettrici e lettori! Buon inizio settimana!

Eccoci con un nuovo capitolo :P

Chi è arrivato? XD Non lamentatevi per l'interruzione improvvisa perchè so che sapete chi è! XD

Siamo ormai vicini ad Aisengard e a Eileen, lei sarà davvero lì? O è solo Mogetius che ha messo in giro voci infondate e la nostra principessa, si trova ancora a Bydhafol?

Ci "Vediamo" la prossima settimana con un nuovo aggiornamento!

Se la storia vi piace, sostenetemi con stelline e commenti! Non verrete mangiati! Sono socievole! Chiedetelo a chi mi segue dall'inizio! XD

Questa è più o meno la spada che Saracha porta a Kain, immagino l'impugnatura più spessa però. Se non la conosceste, questa spada si chiama "zweihänder" è una spada del periodo rinascimentale.

Vi auguro una buona settimana! Baci! ❤❤

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