Nel folto del bosco (parte 2)
Mi svegliai per un forte calcio al costato.
Caddi a terra, ero inebetito ma aprendo gli occhi e vedendo quei visi capii immediatamente che stava accadendo.
<<Eccoti finalmente!>> disse il più anziano guardandosi intorno <<E dov'è la puttanella che ti porti appresso?>>
Mi alzai lentamente, portando con me il pugnale, finalmente potevo sistemare le cose.
<<Lontano dalle vostre grinfie per fortuna>> sibilai, i muscoli tesi per l' imminente lotta. Vidi un luccichio nella mano dell' altro uomo, anche lui armato, le cose si facevano interessanti.
<<Hai ucciso il nostro amico>> disse il secondo uomo con voce nasale.
<<Ma davvero? Peccato che non abbia tagliato la gola anche a voi! Mi risparmierei la faticaccia ora>>
L' uomo più anziano stava ridacchiando tra sé.
Partì all'attacco all'improvviso, tentando di colpirmi con un pugno allo stomaco, lo schivai con facilità, alzando poi il ginocchio per colpirlo mentre passava, ruzzolò a terra.
<<Troppo facile!>> gridai ridendo e voltandomi appena in tempo per schivare il pugnale del secondo. Mi tagliò la guancia, ma non era nulla rispetto a ciò che avrei fatto a lui.
Incespicò per il colpo mancato <<Sai come ci si libera da un aggressore con coltello?>> dissi sovrastandolo e prendendogli il braccio con l' arma. Lo afferrai con forza, storcendoglielo dietro la schiena, spingendo verso l' alto dal gomito, gli lussai la spalla. Mollò la presa iniziando a gridare.
<<Semplice no?>> sibilai al suo orecchio, il pugnale ben stretto in mano, glie lo puntai alla gola <<E ora... è così facile...>>
<<Kain no!>> una voce gridò alle mie spalle.
<<Saracha vattene!>> ringhiai mentre premevo di più la lama.
Il vecchio era ancora a terra, ma guardava con interesse la ragazza in vestaglia sulla soglia.
<<Kain ti prego. Non ucciderli>>
Mi rilassai appena, distratto non notai che il vecchio aveva preso il pugnale e che...
Gridai di dolore quando si piantò nel polpaccio. Tagliai senza remore la gola dell' uomo che stringevo e senza soffermarmi sul pugnale piantato nella mia carne mi piegai, piantando il mio nel rene del vecchio.
La risata si spense.
Voltandomi vidi lei immobile sulla soglia, le mani a coprire la bocca. Era terrorizzata.
<<Ma che hai fatto>> sussurrò tremando <<Hai ucciso due uomini>>
Ridacchiai istericamente <<Oh ragazzina sapessi quanti ne ho uccisi!>>
Presi il vecchio per un braccio e l' altro per la camicia e li trascinai nel folto del bosco, lasciando dietro di me due scie di sangue. Ci avrebbero pensato i lupi a cibarsene, un ululato lontano mi informò della loro presenza.
Tornai indietro zoppicando e sedendomi a terra estrassi il pugnale dal polpaccio, uno zampillo si sangue macchiò il terreno. Mi presi dell' acqua dal pozzo e lavai la ferita, poi stracciandomi la camicia creai delle perfette garze.
Lei era ancora immobile sulla soglia, sconvolta. Zoppicante la spinsi dolcemente all' interno, richiudendo la porta a chiave. C' era silenzio, solo il rumore dei nostri passi e il leggero scricchiolio del legno.
Entrammo in stanza, lei era zitta, ma sapevo che aveva cose da dire.
Si stese sotto le coperte e mi fissò mentre levavo gli stivali e mi stendevo accanto a lei.
<<Saracha, parla>> dissi semplicemente.
Voltai la testa per guardarla, era così vicina, ma ora più che mai sapevo di non poterla sfiorare.
<<Hai ucciso delle persone>> si limitò a dire dopo un lungo silenzio.
<<C'è chi uccide per molto meno. Io avevo una buona ragione per farlo. Tu non avresti dovuto vedere>>
<<E invece l' ho fatto. Kain non era necessario...>>
Sbuffai rialzandomi a sedere <<Secondo te perché loro erano qui? Per uccidere me e per violentare te. Beh, sono felice di averli ammazzati se io sono vivo e le tue grazie sono intatte>>
<<Si ma..>> mi voltai di scatto, parandole un dito davanti al viso.
<<Saracha basta!>> gridai <<L' ho fatto per te, per il tuo onore! E' così che si fa e ringrazia che quel vecchio ti ha solo baciata se mai avesse...>>
Questa volta fu lei a zittirmi per un improvviso abbraccio, così forte e caldo.
<<Ma non è successo>> si spostò davanti a me, prese le mie mani e se le poggiò sui fianchi, per poi piegarsi verso di me e baciarmi. Mi spinse all' indietro, cadendo poi sul mio corpo, ridacchiò dolcemente prima di riprendere a baciarmi, ma sentivo, sulla mia pelle, le calde lacrime che le sgorgavano dagli occhi.
La mattina i proprietari della taverna ci raccontarono degli eventi notturni.
<<Degli animali devono aver ucciso delle persone sta notte>> disse l'uomo fissandomi dritto negli occhi, sapeva tutto, lo capivo.
<<Ah! Davvero?>>
<<Credo che abbiano fatto bene>> annuì debolmente col capo, mentre i suoi occhi si spostavano sulla ragazza seduta accanto a me.
Feci un cenno col capo in silenzio e voltandosi l'uomo si limitò a fare un leggero sorriso <<Sono persone come noi certo, ma talvolta è giusto che qualcuno perisca>>
<<Regina, le giuro che pagherò tutto il mese prossimo!>> disse l'uomo prostrato a terra davanti ai piedi della Regina Zafta. Avevo capito ormai da tempo che la vera padrona delle terre di Darengard era lei e non il marito. Se quest'ultimo era buono, era altresì ingenuo, una caratteristica che l'aveva presto reso succube della moglie. Vagava per le terre, credendo di amministrarle, quando invece era Zafta a farlo e purtroppo, anche io ero suo complice. Per quanto amassi e rispettassi la mia Regina, spesso avevo desiderato essere al servizio di qualcun altro. Avevo conosciuto Re Laidar, detto Il Giusto; l'ammirazione che avevo provato per lui e per la sua famiglia era stata grande, non solo era davvero giusto il suo comportamento, ma anche i modi in cui amministrava il regno lo erano. Re Salomon di Fasergard, detto l'avido, seppur bramasse la ricchezza più di ogni altro, non usava mezzi illeciti, quindi era una buona alternativa. A me, era capitato come sovrano invece Re Agar, detto Il Corto. Nomignolo cattivo non solo per la sua bassa statura, che lo faceva arrivare a malapena al metro e trenta d'altezza, ma era dato anche per la sua mente: corta, che non arrivava molto lontano da ciò che gli veniva mostrato.
La regina Zafta stessa aveva un nome per i suoi popolani, benchè ella non lo sapesse, La Rossa; ma avevo sempre creduto che se solo l'avesse saputo, ne sarebbe andata fiera, visto che richiamava tutto il sangue che aveva fatto versare.
L'uomo a terra le poggiò le mani sulle scarpe, mentre piangeva, lei in tutta risposta gli tirò un calcio in faccia <<Credo di aver atteso abbastanza. Ogni mese i debiti aumentano, puoi promettere di ripagarmi tutta la vita, ma non ce la farai mai>> disse la donna aspramente voltandosi a guardarmi.
<<Quest'anno i raccolti sono stati miseri mia signora, so che le debbo molto, ma sono certo che l'anno prossimo la saprò ripagare>>
La Regina Zafta aveva iniziato a prestare soldi ai popolani bisognosi da quando si era seduta al trono. Un atto che tutti avevano definito meraviglioso, perché era un aiuto per chi non riusciva a pagare le tasse. Tutti dissero, che la loro nuova regina aveva il cuore più buono di tutte quelle che l'avevano preceduta. Ma quando iniziò a imporre alti interessi sui prestiti, fu facile capire che non era il buon cuore a spingere i suoi gesti.
<<Non ce la farai. E' inutile. Kain, vieni qui>> mi fece segno di avvicinarmi e a malincuore lo feci <<uccidilo>>
Non riuscii neanche ad avere una reazione, sapevo cosa sarebbe successo fin dall'inizio, non era la prima volta.
<<Mia Regina, con tutto il rispetto>> dissi <<a quanto ammonta il suo debito?>>
<<Quattro drue d'oro>> disse lei voltandosi appena verso di me.
"Tanti soldi" pensai tristemente <<Posso pagare io>> azzardai mettendo mano al mio borsello.
Non avevo spese, non uscivo mai dal castello neanche quando potevo, avevo risparmiato tanti soldi che mi sarebbero bastati per una vita intera di ozio, uniti poi all'eredità di mio padre, avrei potuto augurare una vita dignitosa persino ad un figlio.
La Regina rise acidamente <<Pagare? Tu per lui?>> rise ancora, mentre si allontanava e mi faceva segno di finirlo.
<<Posso davvero e voglio farlo>> dissi più convinto. Non potevo ucciderlo, non era giusto! Neanche per gli altri lo era stato, ma ogni singola volta speravo di poterla convincere a lasciar pagare me per loro, ogni volta invano.
<<Ed io non voglio. Uccidilo ti ho detto>> la sua voce si era fatta più dura e le labbra strette in una smorfia, erano sbiancate.
Mi voltai verso l'uomo, che mi fissava implorante e al tempo stesso arreso. I suoi occhi, cerchiati da rughe erano spenti di qualsiasi vitalità, dovevo farlo, eppure mi sentivo morire. Se me l'avessero detto, non avrei mai creduto che mi sarei ritrovato ad uccidere innocenti, per volere di una regina assetata di sangue.
Con mano tremante si staccò uno spago dal collo e me lo porse, vi era appesa una piccola croce di legno intagliata maldestramente <<Dalla a mio figlio, te ne prego>> sussurrò mentre le lacrime gli rigavano il viso.
<<Mi dispiace così tanto>> sussurrai stringendo quel piccolo oggetto nella mano guantata. Sentivo anch'io gli occhi lucidi, ma non potevo piangere.
<<Lo so>> fu solo un sussurrò, mentre alzavo la spada e lo fissavo.
Lo colpii al collo, tranciando quasi di netto la testa. Uno schizzo di sangue macchiò il pavimento e i miei stivali.
<<Oh Kain>> la regina fu nuovamente accanto a me, mentre fissava sorridente il cadavere a terra <<non hai idea di quanto io sia fiera di te>> mi fece abbassare e mi baciò con passione sulle labbra.
Io non ero affatto fiero di me, mi sentivo morire.
<<Cos'hai qui>> disse alzando la mano in cui era stretta la croce. Mi fece aprire le dita e la osservò <<cos'è?>>
<<Nulla mia signora>> me la cacciai in tasca e sorridendole presi il cadavere e lo portai via.
<<Quante persone hai già ucciso Kain>> sussultai mentre mi riscuotevo dai miei pensieri, Saracha mi guardava sorridendomi appena.
<<Tre>> risposi secco.
<<Ma avevi detto che...>>
<<Per te sarà più facile pensarla così>> aprì debolmente la bocca per parlare, ma infine tacque.
La guardai di sottecchi, eravamo fermi sotto un solitario pino, il cielo del tramonto si rifletteva nei suoi occhi creando sfumature rosate a squarciare l'azzurro dell'iride.
<<Sono curiosa Kain>> sussurrò Saracha alzando il viso dal mio petto.
<<Davvero? Non l'avevo notato>>
Rise debolmente, mentre tornava a guardare la strada.
Eravamo ormai a pochi giorni da Aisengard e l'aria si era fatta pungente. La sera la brina ricopriva con il suo candido manto gli alberi spogli, sempre più radi e lontani dall'immagine del ridente regno che era Fasergard.
Alla luce della luna, i tronchi brillavano come accesi da candido argento o come se fossero stati ricoperti di stelle.
Non ero mai stato un individuo romantico, né ero mai parso tale, seppur una vena di romanticismo il mio animo la possedesse, ma non era rivolto a donne, ma al contrario alla natura.
Avevo sempre amato la calma del bosco, seppur non vi potessi trascorrere molto tempo, né da bambino né da adulto. Se gli altri chiamavano magia quei globi colorati che i ciarlatani creavano, io chiamavo magia il semplice fatto che, indipendentemente da tutto, il sole sarebbe sempre sorto. Tranne a Straingard, no... lì il sole non sorgeva mai.
<<Perché mi hai rifiutata quando...>> arrossì debolmente.
<<Quando? Ragazzina, sii chiara!>>
<<Quando volevo fare l'amore con te>>
Annuii debolmente mentre pensavo <<Perché non era il momento giusto>>
<<Eppure se ti avessi detto le medesime cose a Straingard, non avresti esitato un istante!>>
<<A Straingard non rischiavi violenze da nessuno. Eri e sei scossa, sarei stato uguale a quegli uomini, se avessi fatto sesso con te. Perché non si parla d'amore>>
<<Si però...>>
<<E' stato un errore baciarti Saracha. La prima volta e le altre>>
<<Ma se io ti chiedessi di non giacere con altre?>>
Corrugai la fronte mentre la guardavo <<E perché dovresti farlo scusa?>>
<<Beh perché... mi piaci. Si può dire? Può una donna osare tanto?>>
<<Può con me. Non mi interessano certe forme>>
<<Si... posso capire il perché>>
<<Sentiamo>>
<<Le... anzi, la donna che frequenti, non è esattamente dedita alle regole>>
<<Non lo era prima della guerra, perché dovrebbe esserlo ora? E poi, non credo che tu possa giudicare chi non conosci>> le poggiai il dito sul naso e lei arricciò gli occhi, facendo una buffa smorfia.
<<Hai ragione. Ma ero convinta e lo sono tutt'ora, che la donna debba mantenere un certo decoro>>
Ridacchiai <<Mia cara, sei più bacchettona tu di me>>
<<E' la verità. Io mi sto conservando per una persona importante>>
<<Eppure stavi per donare le tue grazie a me>>
Si strinse nelle spalle <<E' tanto strano che io creda che tu sia importante?>>
<<Si. Ti farò soffrire ragazzina, non sono una bella persona in fondo>>
Lei mi fissò a lungo in silenzio, visibilmente pensierosa <<Menti. Ma comunque... Per te è stata bella la tua prima volta?>>
Risi <<Per noi uomini non è come per voi! E' stata una volta come tante altre>> davanti ai miei occhi si delineò il profilo della mia Regina, la donna che avevo tanto amato e odiato. La creatura perfetta quanto una dea, che aveva reso il mio animo corrotto, sporco di sangue e morte.
Essendo entrato nell'accademia a dieci anni e non avendo predilezione per gli uomini, soprattutto non accontentandomi come alcuni miei compagni d'accademia, non avevo mai avuto modi di pensare al sesso. Una volta uscito da lì, l'unica donna che vedevo e che davvero mi interessava era Zafta, era stato semplice cedere agli istinti per quanto fosse sbagliato.
<<Comunque ho capito>> la voce di lei, mi fece riscuotere dai ricordi <<non sono importante per te e andrai a letto con altre>>
<<Vedi? Ti sto già facendo soffrire>>
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Ciao lettrici e lettori! Buon inizio settimana! :D
Come l'altra volta mi sento in dovere di fare alcune precisazioni :)
Prima della guerra, ogni regno aveva una moneta diversa raffigurante il vecchio Re o quello nuovo, la moneta di Darengard era la "Drua" (Drue al plurale), una volta caduti i Regnanti ecc è ovvio che i soldi siano diventati tutti uguali, quindi i nomi delle monete saranno presenti solo nei ricordi e non nel "presente" del racconto, perchè effettivamente quella divisione monetaria non esiste più; inoltre a parer mio (avete già vari nomi da ricordare giusto?) sarebbe difficile per un lettore memorizzare anche sette nomi di monete diversi XD
Seconda premessa: con un pugno sul naso si può uccidere, non me lo sono inventato così tanto per XD Immagino che lo sappiate ma preferisco sempre dire anche le ovvietà.
Terza ed ultima premessa: La mossa descritta da difesa da coltello esiste veramente, MA non è facile come viene descritta, il mio allenatore mi ha sempre detto "Se ha un coltello e puoi scappare fallo, altrimenti arrenditi" Questo è un fantasy, Kain è un figo e quindi per forza di cose non potevo farlo morire e quindi per lui è stato "Facile" anche se non lo è, io sarei morta e sarei stata pugnalata (in modo più o meno grave) tutte le volte che l'ho fatta XD
Tutto qui :) Saranno cose scontate forse, ma meglio dire che non dire.
Vi ricordo di sostenermi con stelline e commenti.
A lunedì prossimo! Un bacione a tutti voi!!!! :*
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