5- Aisengard
Ricordavo bene Aisengard, rammentavo perfettamente le mie visite in quel luogo ed i volti dei regnanti.
Ora, mi sembrava tutto diverso. Le case erano sempre le stesse, bianche e azzurre, le strade pulite coi ciottoli neri e bianchi a tappezzarle.
Ma c'era qualcosa di strano ora. Forse erano quelle mura o forse erano le silenziose guardie che rimpiazzavano i Non Morti.
Erano inquietanti. Individui completamente coperti da un mantello nero, le fattezze totalmente nascoste, mani comprese, perché celate da metallici guanti. Non parlavano, vagavano silenziose tra le persone come fantasmi. Emanavano una strana forza intorno a loro e mi misero tanta inquietudine non appena me li ritrovai accanto, per scortarmi fino al castello.
Le persone però erano gioiose, sorridevano e parlavano, risate allegre aleggiavano nell'aria.
Era un clima diverso da quello che si respirava da dieci anni a quella parte.
Il cielo era azzurro quel giorno ed un placido sole faceva capolino tra piccole nuvole passeggere. L'aria era fresca e pungeva la pelle, una sensazione estremamente piacevole.
Mi lasciarono davanti al castello, dove una cameriera ben vestita mi invitò sorridendo ad entrare.
Delle donne stavano pulendo e rassettando le stanze, ancora malconce dopo dieci anni di polvere e sporco. Le vetrate erano state quasi del tutto ripulite dal nero che le macchiava.
Sembrava essere tornato il posto di un tempo, o almeno, gli si avvicinava!
Venni accompagnato in uno studio, si sentiva ancora l'odore di marcio del Non Morto che lo abitava e un grosso sfregio si apriva sul quadro della famiglia reale.
Chiusi gli occhi, preda di una rinnovata rabbia, era proprio vero che nulla sarebbe mai potuto tornare come prima. Ma per certi versi, era un bene.
Attesi poco prima che un uomo facesse il suo ingresso nella stanza. I capelli lunghi ed ingrigiti dal tempo, le mani nodose, il viso gentile.
Era vestito con una lunga tunica viola, senza fronzoli o abbellimenti di nessun tipo, se non per uno strano simbolo, che notai non appena mi voltò le spalle.
<<Sono sempre felice di accogliere nuovi abitanti in questa piccola oasi>> disse sorridendomi e facendomi segno di accomodarmi sulla poltrona accanto al camino, lui si sedette davanti a me <<io sono Mogetius, sono felice di fare la tua conoscenza>> i suoi occhi viola mi scrutavano insistenti, come a voler leggere i miei pensieri, che in quel momento viravano verso un'unica fonte, Eileen, che ancora non avevo potuto vedere.
<<Piacere Signore. Io sono Kain>> dissi.
Lo vidi improvvisamente pensieroso <<Conosco il tuo nome ragazzo>>
<<Altri si chiamano come me, ma credo che lo conosciate grazie ad Eileen>>
I suoi occhi si dilatarono <<Ma certo! Come ho fatto a non capirlo prima! Tu sei il Kain che l'ha aiutata a fuggire!>>
Sorrisi debolmente, mentre fissavo il fuoco che scoppiettava allegro nel camino <<Si. Ho sentito le voci che aleggiano nel regno. Sono venuto qui, prima di tutto: per capire se erano vere e poi, per rivedere Eileen e assicurarmi che stia bene>>
L'uomo si incupì, ma ero abituato a leggere le espressioni umane, mi parve così... falso il suo sentimento che un po' mi innervosii <<Purtroppo non posso darti buone notizie su Eileen>> chiusi gli occhi, mentre attendevo che proseguisse, il mio cuore si era improvvisamente fermato a quelle parole <<purtroppo, quando giungemmo qui e cacciai quelli che voi chiamate Non Morti, non so perché o come, ma...>> si interruppe, mentre si guardava intorno in cerca delle parole giuste <<Eileen si affaticò troppo e cadendo svenuta sbattè la testa perdendo quasi completamente la memoria>>
Corrugai la fronte, mentre tornavo a guardarlo sconcertato <<Può un colpo alla testa fare questo?>>
<<Temo di sì. Le mie conoscenze sulle arti mediche sono alquanto ridotte ma... per lei è stato così>>
<<Io sono caduto da una finestra e ho battuto non solo la testa! Eppure la mia memoria è intatta>>
Lui mi sorrise dolcemente <<Temo che sia come per le medicine, puoi dare il medesimo infuso a cento persone, novantanove reagiscono bene, ma una nel gruppo potrebbe morire per un'allergia o non reagire affatto>>
Sorrisi << Non dicevate che di medicina capite poco?>>
<<Queste cose le posso conoscere anche senza sapere come usare il tiglio o la betulla, Kain>>
<<Ma posso vederla?>>
<<Certo! Domani insieme al popolo!>>
Corrugai la fronte <<perché non ora?>>
<<Si agiterebbe troppo. Purtroppo il suo stato non è buono, non voglio che stia male perché non ti ricorda anche se dovrebbe>>
<<In che stato è?>>
<<E' incinta. Di sette mesi ormai>>
Aprii la bocca per la sorpresa, senza riuscire però a proferire alcun suono, l'uomo rise della mia reazione.
<<So che può essere sconvolgente per te>>
<<Ma sono passati poco più di tre mesi! Io non capisco>>
<<Nel mondo in cui lei è vissuta, il tempo scorre diversamente da qui Kain. Ma non voglio dilungarmi con noiose spiegazioni>>
<<Ora più di prima desidero vederla, signore>>
Lui sorrise <<Domani si affaccerà al balcone per salutare il popolo, lì insieme agli altri vedrai come sta>>
Abbassai gli occhi a terra <<Sa che qualcuno potrebbe vedere male questo suo rifiuto?>>
<<E perché mai?>>
<<Se sta bene, gravidanza e memoria a parte, dovrebbe lasciare che veda un vecchio amico. Oltre ad esserle d'aiuto, sarebbe per lei di conforto sapere che nel mondo ha ancora qualcuno>>
<<Ma lei lo sa. Ha me>>
Quella conversazione mi lasciò con l'amaro in bocca, c'era qualcosa che non andava in quella situazione, perché non lasciava che la vedessi? Perché aveva qualcosa da nascondere ovviamente.
<<Ma cosa...>> sussurrai mentre camminavo per il paesino.
Lì le persone erano felici, i Non Morti erano stati sconfitti, forse anche io mi sarei dovuto rallegrare, eppure non ci riuscivo. Lei era ad un passo da me e non la potevo vedere. Ma come potevo fare...
Mentre ero lì a far nulla mi guardavo intorno. In quella città erano innovativi rispetto a Straingard, ad esempio le piante venivano coltivate in piccole case dalle pareti ed il tetto di vetro, così da poter avere ortaggi freschi anche d'inverno, quando l'abbondante neve ricopriva completamente la terra. Mi fermai davanti a una di esse, ricordando come Eileen avesse cercato di convincere i Non Morti a costruire case simili, senza alcun risultato ovviamente. La gente avrebbe avuto più cibo, non saremmo sempre stati sull'orlo della fame per le scorte scarse. Osservai il contadino che tagliava le punte di una strana pianta dai riflessi violetti, con le foglie blu scuro.
<<Cos'è quella roba che tagli?>> dissi facendo un passo nella struttura.
L'uomo sussultò e si voltò a guardarmi <<Che mi venga un colpo! Kain!>> strillò venendomi davanti con poderose falcate.
<<Vaughan! Figlio di una cagna!>> dissi io andandogli incontro ridendo.
<<Sei vivo!>> ci stringemmo la mano, mentre con l'altra ci davamo poderosi colpi sulla schiena.
<<Posso dire lo stesso di te>>
<<Anche tu hai conosciuto questa nuova oasi?>>
<<Direi di sì>> sorrisi.
Vaughan era una guardia al castello, un ragazzo buono ma non troppo capace con le armi. All'epoca della guerra era appena uscito dall'accademia e non si prospettava un grande futuro cavalleresco per lui. Questi miei giudizi non erano ovviamente dettati da invidia o cattiveria, era un semplice dato di fatto.
<<Ora sono un contadino, ci credi?>> disse ridendo.
<<Sei qui da molto?>>
<<Dall'inizio della guerra, ora fortunatamente quegli insulsi mostri non ci sono più!>>
<<Sono stati sostituiti da altri>> indicai con un cenno le guardie vestite di nero, che aleggiavano sinistre per le vie, come fantasmi.
<<Loro? Ah, sono bravi! Se ne fregano, questo è l'importante>> mi strizzò l'occhio <<posso anche scopare una gentil donzella su una panchina e non mi dicono niente>>
<<Donna? Sapevo che in accademia prediligevi altro>> gli lanciai quella frecciatina con un mezzo sorriso di scherno in viso.
<<Ogni buco è buono se non ci sono donne Kain>>
<<Io non mi sono abbassato a quei livelli>>
<<Comunque>> aveva la voce alquanto indispettita <<per tornare alla tua iniziale domanda, sono erbe che il nostro buon salvatore ha portato qui. Le usa per calmare la Regina quando ha degli attacchi. Che Dio la protegga>> col pollice fece una riga sulla fronte, una sul collo e una sul petto, tipico segno dei seguaci del Culto Zoliano. Tanti individui si erano uniti a quella fede nel tempo, esseri deboli a parer mio. Il culto era stato fondato da un certo Zoli nell'anno 1005 della seconda era. Ed ora, un era trecento anni dopo, ancora era venerato, anzi! Era trattato ormai come un Dio sceso in terra, che aveva onorato l'umanità con la sua divina presenza. Tutte baggianate, esattamente come la magia. Quel gesto idiota fatto da Vaughan significava "Sei nella mia mente o divino, che mi taglino la gola, se non ti porto sempre nel cuore" la più grande stronzata che avessi mai sentito in vita mia, questa era una certezza! Avevo sentito le storie che circolavano sui membri di quella setta ed erano tali da far accapponare la pelle a me, che mi spaventavo davvero di rado.
<<Sono indiscreto se chiedo che crisi ha la Regina?>>
Lui si stinse nelle spalle mentre si piegava nuovamente sulle strane piantine <<Talvolta si agita, grida e diventa violenta. Sai per il fatto che ha perso la memoria>>
<<Sì ne ho sentito parlare>>
<<L'infuso la calma>> concluse semplicemente stringendosi nelle spalle.
Trovai una stanza in una taverna, dovevano ancora assegnarmi un letto e per ora, quella piccola stanzetta sarebbe stata la mia casa. Dalla finestra vedevo il castello, con le luci delle finestre tutte accese. Una struttura ora vitale, che sapeva un poco riscaldarmi il cuore. Ma in quella situazione c'era qualcosa di ambiguo e sbagliato, quel Mogetius nascondeva qualcosa.
La mattina successiva mi svegliai per un forte vociare e alzandomi, vidi un fiume di gente in strada, che camminava lentamente verso il castello. Mi vestii velocemente e mi immersi tra quelle anime allegre.
Ci riunimmo nella piazza sottostante il castello. Un grosso balcone in marmo bianco si apriva oltre le mura, l'interno era nascosto da tende color crema, linde e ben stirate.
<<Che succede?>> sussurrai ad una donna accanto a me.
Lei mi guardò sconcertata <<Sei nuovo?>> rise tra sé <<Sì è palese. La nostra regina si affaccia una volta a settimana per un breve saluto>>
Stavo per parlare, ma un breve squillo di trombe fece zittire l'allegro vociare della folla intorno a me.
Vidi le porte della balconata aprirsi e Mogetius uscì fuori, pettinato perfettamente, con un largo sorriso in viso.
<<Miei cari buon giorno! Spero che stiate tutti bene! Vi prego come sempre si non agitarvi eccessivamente, la Regina deve stare tranquilla, ormai la nascita del futuro Re è prossima!>>
Vidi la tenda muoversi e trattenni il respiro. Ne venne fuori Eileen, anche se lontano la vedevo perfettamente. Era dimagrita, il viso risultava scavato e pallido, gli occhi erano cerchiati da occhiaie violette, mentre il ventre gonfio era un contrasto evidente sul corpo magro. Venne avanti lentamente e si appoggiò al braccio del mago, raggiungendo infine la balconata.
Sorrise debolmente, mentre gli occhi vagavano tra la folla <<Miei cari buon giorno>> disse con voce alta ma tremante <<ogni settimana in questa oasi di pace, è un dono e sono felice di sapere che ogni giorno possiamo dare asilo a nuovi popolani che come me, cercano la libertà. Io l'ho trovata e sono felice di poterla donare anche a voi>> sorrise, la vidi vacillare, le mani si strinsero con più forza sul davanzale. Feci alcuni passi avanti, scostando malamente le persone, che al mio passaggio mi maledicevano a bassa voce.
Strinsi i denti in una morsa mentre la guardavo, sarei dovuto essere lassù con lei, sorreggerla e confortarla, non doveva essere uno sconosciuto a prendersi cura di lei, ma un amico, io!
<<Un giorno libereremo tutti i Sette Regni da quella maledizione che sono i Non Morti, li ributteremo nell'inferno che li ha creati e riavremo ciò che è nostro di diritto. Non ricordo il passato, ma so che nulla sarà mai uguale. Troveremo un nuovo equilibrio da cui far rinascere le nostre vite, ritroveremo la pace che per lungo tempo ci è stata negata>> si fermò nuovamente e chiuse gli occhi. Mogetius alle sue spalle le stava parlando, ma ovviamente non potevo udire ciò che diceva.
<<Tutti i nuovi arrivati sono i benvenuti e auguro a loro una permanenza piacevole tra queste mura. Alla prossima settimana>> sorrise debolmente, mentre gli occhi vagavano ancora tra la folla, poi appoggiandosi al braccio di Mogetius andò via.
Solo a quel punto le persone ripresero a parlare e grida gioiose si alzarono nell'aria <<Viva la Regina!>> gridavano tutti in coro e la mia voce, che la chiamava, si perdeva tra le loro, senza raggiungerla.
Dovevo parlarle, dovevo vederla, c'era bisogno di un piano, ma come fare?
<<Vaughan?>> entrai nella serra, dove l'uomo stava innaffiando stancamente le piantine.
<<Oh Kain, sei tu! Hai visto la nostra regina?>>
<<Si, ne ho avuto il piacere questa mattina>>
<<E' un bocconcino prelibato non credi? Se la incontrassi non disdegnerei la sua dolce compagnia>>
Strinsi gli occhi, mentre la mascella si contraeva per il fastidio, lei era intoccabile, nessuno poteva fare commenti del genere sulla sua persona <<Qualcuno potrebbe ucciderti se lo facessi. Anzi, qualcuno potrebbe sgozzarti semplicemente perchè l' hai pensato>>
<<Sì, il mago lo so! Ma comunque, con te so di poter parlare di queste cose>> mi strizzò l'occhio.
"Stolto, sono l'ultimo con cui potresti parlarne" pensai furioso <<Volevo domandarti una cosa>>
<<Parla pure>>
<<Come posso trovare un lavoro?>>
<<Credo tu debba chiedere al nostro salvatore. Non so di cosa abbia bisogno ora come ora, ma qualcosa troverà>>
<<Tu hai chiesto a lui?>>
<<Oh no! Io era contadino anche prima della liberazione! Ho mantenuto il mio lavoro>>
Annuii debolmente mentre mi guardavo intorno, osservando le persone che camminavano tranquillamente per le strade, uscendo e tornando dall'esterno delle mura. Come poteva un uomo potenzialmente oscuro fare tanto bene? Forse ero solo io a vedere del marcio dove non c'era, ma se non aveva nulla da nascondere perché non poteva lasciare che vedessi Eileen?
<<Mi pari pensieroso mio buon amico, cosa ti turba?>>
Scrollai le spalle <<Pensavo che non vorrei lavorare nelle stalle>> ridacchiai <<tornerò al castello domani allora, o devo forse attendere di essere chiamato?>>
<<Fa' come credi Kain. Perdonami io ora devo portare i germogli di questa pianta al castello>>
<<Posso farlo io!>>
Ridacchiò <<Posso farlo solo io. Buona notte Kain>> mi fece uscire e chiuse per bene la porta con un pesante lucchetto.
Lo osservai allontanarsi con il pacchetto ben stretto al petto, salutando con cenni le persone che gli passavano accanto.
*********
Ciao splendori! Buon inizio settimana!
Come vi è parso questo capitolo? :) Ormai tutti noi conosciamo l'animo oscuro di Mogetius, Kain invece presume che lo sia. Ora come farà a vedere Eileen se gli è impedito? Idee? :)
Aggiungo nel capitolo dei personaggi il prestavolto di Vaughan, un personaggio apparentemente inutile ma che sarà importante in futuro :)
Nel capitolo dei personaggi ovviamente tornano anche Mogetius, Eileen e Nerisian :)
Vi svelo un segreto, se mai questo libro diventasse davvero famoso e ne facessero un film (si lo so, non avverrà mai!) per quanto io immagini Mogetius con il viso di Sean (attore che amo alla follia e che purtroppo ora associo ad una persona malvagia, mio malgrado XD), io nel film non vorrei lui ma lotterei per avere Harrison Ford. Perchè? Beh Harrison possiede naturalmente la voce che io ho sempre immaginato per Mogetius e per quanto il volto non lo rispecchi, per me il timbro vocale è più importante! Volete sentire la voce di Mogetius? Guardate il video, non appena l'ho sentito per la prima volta mi si è fermato il cuore, perchè è LUI, senza se e senza ma! Ed è una voce tremendamente sexy XD
Vi avverto che da questo capitolo, fino a quando Kain non se ne va da Aisengard (quindi un paio di capitoli) è la parte del libro che preferisco! Spero piaccia altrettanto anche a voi!
Un bacione e a presto! <3 <3 <3
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top