2- La forza del metallo

Arrivati a Fasergard iniziai a cacciare, non sapevo cos'avrei fatto arrivato ad Aisengard e volevo assolutamente essere calmo, anche se tutto si fosse rivelato falso e fossi dovuto tornare indietro.

Volevo cacciare di giorno e muovermi di notte, Saracha l'avrei voluta lasciare alla prima taverna, ma malgrado le mie insistenze continuò a seguirmi. Dormiva la mattina e lavorava il pomeriggio.

Mi fermavo nelle taverne solo per lasciare in custodia pelli e carne, promettendo loro che sarei tornato entro due mesi e che, se per caso fossi sparito tutto ciò che lasciavo l'avrebbero potuto tenere. Loro dovevano solo essiccare carne e pellicce. Fui fortunato, trovai due ermellini nella prima settimana di caccia, forse non sarei stato punito anche se fossi tornato in quel buco grigio e gelido che era Straingard.

<<Continuo a chiedermi chi ti abbia fatto incattivire>> disse una sera Saracha, mentre ci muovevamo tranquillamente al trotto.

<<Te l'ho detto, sono nato così>>

<<Noi donne diventiamo acide per un uomo, magari per te è lo stesso!>>

<<Non mi piacciono gli uomini Saracha>>

<<Intendevo che una donna ti ha fatto diventare così!>>

Scossi la testa <<Nessuna donna, sono così e basta>>

Strinse lievemente gli occhi <<Fasia, quella donnaccia che ti scopi, inizialmente mi trovava simpatica sai?>>

<<Quindi?>>

<<Mi ha raccontato della vecchia erborista e di come sia fuggita di punto in bianco. Diceva che eravate fin troppo legati>>

<<Saracha arriva al punto. Odio i giri di parole>>

<<E' lei che ti ha fatto soffrire a tal punto?>>

<<No. Lei ed io non avevamo nessun legame particolare, se non una buona amicizia>>

Annuì debolmente <<Facciamo un gioco?>>

<<Se è quello del silenzio si>>

Strinse gli occhi indispettita, mi bastò allungare il braccio per tirarle un leggero buffetto sulla guancia << Dimmi Saracha>>

<<Il gioco delle domande. Dobbiamo passare tanto tempo insieme, possiamo conoscerci>>

<<Non c'è molto da conoscere di me>>

<<Proviamo, dai!>>

<<Va bene, io faccio le domande e tu rispondi>>

<<Ma non è corretto!>> protestò la ragazza.

Mi strinsi nelle spalle <<Vuoi giocare no? Ma se preferisci qualche altro gioco io sono disponibile>> ridacchiai mentre mi voltavo a guardarla e trovandola rossa in viso.

<<Una domanda a testa dai!>>

<<Va bene. Inizio io>>

<<Ma...>>

<<Ragazzina, almeno permettimi questa concessione no?>>

Sorrise <<Va bene>>

<<Hai ancora qualche familiare in vita?>>

<<Si, la mia matrigna, si trova ad Aisengard. Tu?>>

<<Tutti morti da prima della guerra>> guardai la foresta silenziosa, in realtà non ne ero certo. Un grembo materno non ce l'avevo mai avuto, per volere delle figure maschili della mia vita. Non rivedevo mia madre da quando avevo dieci anni, non sapevo se fosse ancora viva <<Hai un buon rapporto con la tua matrigna?>>

<<Si, è una donna meravigliosa. Le voglio bene come se fosse mia madre. Tu avevi un bel rapporto con tua madre?>>

<<Non l'ho mai conosciuta>> risposi secco <<ragazzina queste domande private non mi piacciono>>

<<Tu stai facendo le stesse a me!>>

<<Si ma...Hai mai avuto un promesso sposo?>>

<<Si. Quando avevo... sedici anni più o meno, mio padre mi presentò un suo buon amico, era più vecchio di me, troppo. Già vedovo, con due figli piccoli ed un letto freddo a detta sua. So di sembrare cattiva, ma un po' mi rallegro di questa guerra. Ma solo per quello. Tu eri una guardia reale vero?>>

<<Si, a Darengard>>

<<Oh che meraviglia! La Regina Zafta era così bella! Eterea, chissà com'era meravigliosa vedendola da vicino>>

<<E non hai mai avuto rapporti ravvicinati con un ragazzo?>>

<<Viste le tue battutine direi di no. Ma scusa, si nota così tanto?>>

Ridacchiai debolmente <<Arrossisci per ogni mia battutaccia e alla fine, tra una battuta e l'altra ci ho azzeccato>> mi voltai a guardarla, era nuovamente rossa << ammetto che sei carina quando arrossisci. Ma scommetto che dei pretendenti c'erano, vero? Oltre al promesso sposo ovviamente>>

<<Si... ma... non mi piacevano. Tu non hai mai pensato di sposarti?>>

<<No>> cadde il silenzio, non avevo idea di cosa chiederle <<passo, fammi tu un'altra domanda>>

<<Non hai mai trovato una donna che ti piacesse?>>

<<Un'amica diceva che se bevessi meno, noterei quante ragazze arrossiscono guardandomi>> mi voltai, incontrando i suoi occhi di cielo, vidi le sue gote arrossire ancora, la sua pelle avrebbe dovuto restare così sempre, tanto si colorava non appena la guardavo. Ecco, forse Eileen aveva ragione... Sentivo di non poterla amare, ma l'avrei voluta stringere a me e baciare.

<<La tua amica aveva ragione>>

La notte trascorse calma, tra chiacchiere e silenzi. Era rilassata ora, parlava e rideva tranquillamente.

Scendemmo da cavallo all'alba, malgrado l'inverno inoltrato, ormai raggiunto il centro di Fasergard l'aria risultava tiepida, non sembrava vero che una volta giunti ad Aisengard avremmo incontrato gelo e neve abbondante.

<<Allora>> dissi avvicinandomi alla ragazza <<Ma non ti piaccio neanche un po'?>>

Lei sussultò trovandomi così vicino <<Posso rifiutarmi di rispondere?>>

Sorrisi <<Si, è in tuo potere Saracha>>

<<Allora mi rifiuto di rispondere>> alzò gli occhi verso di me, nascondendosi un poco dietro le lunghe ciglia <<Perché mi chiedi questo?>>

Mi avvicinai ancora, lei indietreggiò fino a ritrovarsi ferma contro un albero, una mia mano accanto al fianco, l'altra vicino al viso <<così, non potevo?>>

<<Si... ma...>>

Preso dall'istante mi avvicinai, poggiando le mie labbra sulle sue, morbide e dolci. Non mi spinse via, ma anzi, afferrò il bavero della mia camicia avvicinandomi a lei. Dischiuse le labbra emettendo un leggero gemito, la allontanai <<Ragazzina, non reagire in questo modo per un bacio>>

Lei sembrava avere il fiato corto e preda dell'imbarazzo si allontanò per preparare il suo giaciglio.

<<Oh Kain>> sussurrò Zafta contro il mio orecchio <<non hai idea di quanto io ti desideri>> le sue mani vagavano sulla mia armatura, scendendo verso il basso.

<<Mia signora, non è conveniente>> mi allontanai, un gesto troppo ardito per una semplice guardia.

<<Convenienza? Tu mi parli di questo? Sono la tua signora, dovresti fare ogni cosa che ti ordino>>

<<Ma anche il Re è il mio signore, è contro la sua persona ciò che mi chiedete>> mi voltai, ogni volta che la guardavo il mio cuore perdeva alcuni battiti tanto era bella. Quegli occhi bianchi, che mi avevano spaventato inizialmente, ora mi attraevano, sembrava neve racchiusa nell'iride, con una lieve nota grigiastra. I capelli lunghi e neri si muovevano in docili onde, mentre il corpo fasciato di semplice e fine seta ancheggiava riavvicinandosi al mio.

Si accostò al mio orecchio nuovamente, le labbra piene e dalle note violette sfiorarono il mio lobo <<Kain, nessuno lo verrà a sapere, sarà un altro nostro piccolo segreto>>

Chiusi gli occhi, mentre sentivo la sua mano sulla patta dei pantaloni, il viso si spostava mentre le labbra tracciavano una scia di fuoco sulla pelle, fino a raggiungere le mie. Le mani presero a formicolare mentre le poggiavo sui suoi fianchi ed iniziavo a muovermi lentamente verso la parete.

Baci infuocati iniziarono a schioccare nella stanza silenziosa, mentre l'armatura cadeva a terra e le sue vesti scivolavano su quella pelle d'alabastro. Era sbagliato, tremendamente sbagliato, ma la desideravo più di ogni altra cosa al mondo. La osservai, nuda sul tappeto, gli occhi appena dischiusi, la pelle candida di porcellana, che avrei cosparso di baci per giorni interi e che ora toccavo con avidità, mentre i nostri corpi si muovevano all'unisono preda del piacere reciproco.

<<Un soldo per i tuoi pensieri>> Saracha mi sorrise, troppo stanco per la caccia della giornata ci eravamo fermati in una taverna. Pochi giorni e saremmo arrivati al confine con Aisengard, l'aria si era fatta più fresca, non c'era ancora neve, ma ben presto l'avremmo incontrata.

Alla prossima taverna avrei lasciato Saracha, ad Aisengard non avrebbe trovato più nulla e non volevo che mi seguisse.

<<Non pensavo a nulla>>

<<Perché ci stiamo dirigendo ad Aisengard?>>

<<Vuoi di nuovo giocare alle domande?>> dissi stancamente.

<<Si, perché no?>>

<<Devo controllare una cosa>> mi fregai le mani sul viso, ero stanco, stavo davvero invecchiando.

<<Cosa?>>

<<Ragazzina tocca a me. Alla prossima taverna ci saluteremo>>

<<Questa non è una domanda!>>

<<Tu ci starai o sarò costretto a legarti ad un albero. Intesi? Ecco la mia domanda>>

<<Si, va bene. Cosa vuoi controllare? Dicono che sia stata liberata! Dovremmo rifugiarci lì e non tornare indietro!>>

<<Un'amica dovrebbe essere tornata. Devo controllare che stia bene>> risposi scocciato.

<<Che amica?>>

<<Ragazzina tocca a me. Sentiamo, perché a Straingard quando ho cercato di baciarti mi hai schiaffeggiato, mentre qui fuori, hai accettato di buon grado questo contatto con me?>>

Corrugò la fronte pensierosa.

Quand'era arrivata a Straingard, avevamo provato a frequentarci, se così si può dire, andando a bere qualcosa alla taverna, quando poi, riaccompagnandola a casa, avevo tentato un approccio più ravvicinato, mi aveva mollato un sonoro ceffone.

<<Magari perché non puzzi troppo di alcool ora>>

Risi, mi piacevano queste sue uscite spontanee e taglienti <<Va bene ragazzina>>

<<Che amica?>>

Alzai gli occhi al cielo <<Non molli mai e? Comunque mi rifiuto di rispondere>> mi alzai <<ed ora vado a dormire, sono stanco>>

<<Ci credo! Sei un vecchio>> cinguettò seguendomi.

<<Ragazzina hai solo sette anni in meno di me. E questo anziano ti ha fatta gemere con un bacio, immagina cosa potrei fare col corpo intero>>

<<Maiale>>

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Ciao lettrici e lettori! Eccoci con l'aggiornamento del lunedì! :D

Vi piace come prosegue? Io sono tremendamente insicura su questo secondo volume, amo Kain e amo scrivere dal suo punto di vista, ma... sono insicura e basta XD Quindi i vostri pareri per me sono vitali.

Parlando del capitolo, abbiamo conosciuto Zafta un po' più da vicino! Cosa ne pensate? A breve aggiorno "I volti dei personaggi" aggiungendo il suo prestavolto :D

E sempre tra breve, aggiungo uno stralcio del libro nella descrizione :)

A lunedì prossimo! Bacioni e buona settimana!!!!

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