10 - Bydhafol




Cerys sgranò gli occhi non appena lesse la breve frase che avevo scritto.

"Quell'uomo è il fratello di Eileen, il principe ereditario Conn"

Sbarbato e pulito era perfettamente riconoscibile, almeno per me che ancora ricordavo le antiche famiglie reali ed i suoi membri.

<<Credo di essere in estremo imbarazzo ora>> sussurrò Cerys allontanandosi un poco.

<<Come è potuto accadere?>> Nerisian era sovrappensiero.

<<Un miracolo. I Non Morti non sono campioni di intelligenza e come non hanno riconosciuto Eileen, hanno scambiato anche lui per... un popolano piantagrane. Dio mio... La Regina Aisleen era una vera potenza>>

Nerisian si voltò a guardarmi sovrappensiero <<Credo che tu abbia ragione>> si morse il labbro <<ora è di vitale importanza che mi ascolti Kain>>

<<Purtroppo devo farlo>>

<<Dovete andarvene, voi tre, subito. Mogetius non dovrà mai venire a conoscenza di lui, non so quali siano i suoi piani ma certamente dominare i Sette Regni ne fa parte>> si battè una mano sulla fronte <<come ho fatto a non pensarci! Domattina... Ora! Voi ve ne andrete, so che conosci il passaggio per Bydhafol, l'hai indicato tu ad Eileen>>

<<Cos' hai capito?>>

<<Andate. Perché diamine gli hai tagliato barba e capelli Cerys?>>

La donna lo guardò sconcertata <<Cosa potevo mai saperne io che serviva camuffarlo?>>

Nerisian sospirò, vidi tanta amarezza nei suoi occhi <<Quell'uomo è il legittimo erede al trono del nostro mondo, ancor più di Eileen essendo un maschio. Dovete nasconderlo oltre i monti. Per quanto assurdo lì sarà al sicuro, sono le terre di Mogetius, ma senza lui su quel suolo sono pari ad un'oasi e forse Ciratri lo è ancor di più...>>

<<Ed Eileen?>> chiesi io ignorando quasi tutte le sue parole.

<<La salverò. Dovrò affrontare Mogetius ma la allontanerò>>

Sospirai, mentre lentamente annuivo <<giuro che se non me la riporti come l'ho lasciata di scuoio>>

<<Se non riuscirò a salvarla te lo lascerò fare. Cerys prepara... lui. Kain ascoltami, non ti fidi di me, tu non mi piaci affatto, questa è una realtà tangibile, ma ti prego ascoltami. Segui il richiamo del tuo drago e trovalo, non essere testardo solo perché mi odi>>

<<Odio è una parola grossa, odio i Non Morti, odio Mogetius, tu sei...>> increspai le labbra, ma non trovando alcun termine adatto lasciai perdere <<come posso crederti>>

<<Togliti la camicia>>

<<Forse piacerai ad Eileen ma io...>>

<<Non farmi perdere tempo con queste cavolate>>

Alzai gli occhi al cielo e mi spogliai <<E ora?>>

Mi prese il braccio e torcendolo debolmente mi mostrò uno strano simbolo, una A incisa sulla mia pelle come una cicatrice <<Non ho mai avuto questo...>>

Mi interruppe, lasciandomi andare il braccio <<E' comparso non appena la verità ti è stata rivelata. Un tempo, tanti secoli fa a dire il vero, il Dracones nasceva con questo simbolo sulla pelle così da essere riconosciuto. Ora ovviamente non è più così essendo l'anima sopita>>

<<A come?>>

<<Aisengard. Tu appartieni al drago dei Ghiacci>>

<<E che devo fare io?>>

<<Seguire il richiamo del tuo drago, Kain>>

<<E se mi portasse lontano da ciò che c'è oltre i monti?>>

<<Dopo aver portato al sicuro loro due, riprenderai la tua ricerca>>

Annuii debolmente e stavo per aiutare il mio compagno di cella ad alzarsi quando ricordai qualcosa, <<Saracha dov'è?>>

Con tutto quel trambusto e quella nuova scoperta mi ero completamente dimenticato di lei, ed ora che la sua dolce immagine era tornata alla mente, un indescrivibile panico mi aveva avvolto, l'idea che fosse in pericolo mi angustiava terribilmente <<E' vero! Nerisian il suo zaino dov'è?>> ci interruppe Cerys.

<<E' nell'angolo. Comunque...>> mi sorrise debolmente <<non credevo di avere una tale fortuna, lo ammetto, ma grazie a te, ho trovato due Dracones. Tu ovviamente. e lei>>

Corrugai la fronte <<Lei non può esserlo>>

<<E perché mai? Non essere sessista>> disse Cerys mettendomi lo zaino davanti.

<<Taci tu, non è perché è donna, ma perché non... lei è debole!>>

<<Per comandare un drago non è necessario essere forti Kain>>

<<Ma come potrà trovarlo! E se l'assalgono? Dovevi aspettare che tornassi! L'avrei protetta!>>

<<Ora ti sto dando modo di proteggere qualcun altro eppure non ti muovi>> Nerisian era impaziente e fissava l'ingresso della tenda troppo frequentemente.

<<Andiamo>> presi lo zaino e aiutai il mio compagno di cella ad alzarsi, assicurandomi che il viso fosse ben coperto, ma poco prima di uscire mi fermai <<Cerys, c'è una scatolina nel mio zaino, prendila e dalla a lui>>

<<Cos'è?>> chiese l'uomo non appena gli fu poggiata in mano.

<<Tu non mi piaci, ma quando Eileen sarà con te dagliela>>

Lui annuì debolmente.

Cavalcammo quasi senza sosta per giorni, ci fermavamo per mangiare e per permettere a Cerys di curare il ragazzo, che soffriva di un grave male ai polmoni, causato ovviamente da quel lungo periodo in cella.

Ancora non riusciva ad aprire gli occhi, che perdevano in compenso una sostanza alquanto disgustosa gialla.

Osservavo Cerys mentre lo curava ed i suoi gesti mi ricordavano incredibilmente Eileen, le mani delicate e quel piccolo gesto di cui probabilmente neanche si accorgeva: apriva una boccetta e ne odorava l'aroma, un leggero sorriso in viso.

<<Facevi l'erborista?>> chiesi calciando una pietra a terra.

<<No, mi ha insegnato Eileen ad usare le piante>>

<<Siete state insieme a lungo?>>

Si strinse nelle spalle mentre richiudeva i bottoni della camicia di lui <<Poco direi. Ma eravamo molto legate>> diede una breve carezza alla clavicola del ragazzo <<va meglio Conn?>>

<<Non pronunciare il suo nome!>> ringhiai.

<<Scusa>>

Ancora non mi sembrava vero, talvolta lo guardavo e mi pareva un sogno. Non solo una principessa, ma addirittura un principe erano sopravvissuti, per di più della medesima casata. Se solo Eileen l'avesse saputo... per anni aveva ricordato suo fratello con profonda tristezza, anche mentre rideva per aneddoti spiritosi gli occhi le si riempivano comunque di lacrime, e la notte mentre gl' incubi l'assalivano, ripeteva il nome di lui continuamente, così come cercava i suoi genitori con piccoli gesti della mano. La stringevo a me in quegli istanti, ma sentivo che la mia vicinanza non era abbastanza.

Ora che invece poteva ricongiungersi al fratello, le era impedito. Per di più non le avrebbe fatto piacere vederlo così malandato. Il consumo di cibi salutari gli aveva donato nuovamente un colorito sano, ma quella malattia ai polmoni, a cui non sapevo dar nome, probabilmente non l'avrebbe mai abbandonato, inoltre temevo per i suoi occhi, che continuavano a perdere quello strano liquido e che per ora non aveva mai osato aprire.

Giungemmo al valico di Kork dopo un mese di lunghe cavalcate e poche soste, periodo in cui vedemmo la natura mutare ed i colori invernali di Fasergard, più simili a quelli dell' autunno, donavano tanta gioia ad uno sguardo abituato ormai ad un perenne bianco.

Al tramonto, il cielo si univa alla terra coi suoi colori così simili e luminosi e la notte, persino il tocco freddo della luna sapeva donare una grande allegria. Sentivo Cerys che descriveva i colori a Conn, cercando talvolta di convincerlo ad aprire gli occhi, almeno di notte poteva esser meno infastidito dalla luce.

Li osservavo divertito, perché notavo una grande intesa tra i due mentre parlavano in disparte. Io dal canto mio preferivo fare poca conversazione e restavo per lo più solo, ad osservare il marchio che la mia pelle riportava.

Aisengard, quando ci pensavo, mi rendevo conto che ero davvero destinato a quella famiglia, ad Eileen e a suo fratello, dal mio spirito, se Nerisian non aveva raccontato solo buffonate, era nata la loro intera stirpe benché non lo ricordassi. L'avrei mai ricordato? Avrei ricordato le ere che l'anima aveva vissuto o semplicemente, dovevo fidarmi delle parole di quell'uomo e della visione che lui stesso aveva indotto?

Le immagini di quel drago mi riempivano la testa non appena chiudevo gli occhi, quelle corna possenti e leggermente ricurve, le squame luminose di un bianco così puro da sembrare cristallo. La sua voce possente, che mi aveva infuso ed infondeva ancora, una forza indescrivibile. E gli occhi... gelidi come i miei, che sapevano parlarti all'anima anche senza l'uso della voce: severi e seri, erano occhi da guerriero quelli, era lo sguardo di chi ha visto tanto durante l'esistenza, non solo brutture ma anche gioie. E forse anche il mio sguardo era come il suo, seppur meno forte e più disilluso, il mio forse, era lo sguardo di chi ha perso tanto durante la vita, di chi ha lottato e purtroppo perso.

Sospirai alzandomi da quella pietra gelida e fissando il buco nella roccia che era il valico di Kork. Non sapevo bene che aspettarmi dall'altro mondo, non potevo definirmi spaventato, ma non volevo abbandonare chi viveva in quel luogo, Eileen in particolar modo. Saracha... non sapevo dove diavolo fosse, ma mi mancava la sua vicinanza, non era una mancanza che faceva soffrire ma era...

<<Kain?>> Cerys mi venne accanto e mi sorrise <<stai bene?>>

<<Sì, pensavo>>

<<Eileen mi aveva parlato di te sai?>>

<<Ti ha detto che ero un ubriacone ignorante?>>

Rise debolmente <<No. Ha detto che ti nascondevi dietro l'alcool e... come aveva detto? La voce grossa forse, per occultare tutto il dolore che ti porti appresso>>

<<Eileen vedeva sempre tanto, dove forse non c'è nulla>>

<<Gli mancavi tanto Kain, parlava di te con la stessa regolarità con cui parlava della famiglia. Ma entrambi i ricordi erano accompagnati da una profonda tristezza>>

<<Forse l'avrei dovuta tenere con me e basta, avrei evitato tanti problemi>>

<<O forse sarebbe morta a quest'ora. Non rimpiangere le tue scelte perché hanno portato ad una evoluzione della nostra storia, il cerchio di cui parlava spesso Eileen si è spezzato e forse una speranza ora c'è>>

<<Speranza? Non credo più a quel falso fantasma, la speranza è una cattiva consigliera Cerys>>

<<Eppure grazie alla speranza Co... il ragazzo è sopravvissuto>>

<<Non è la speranza ad averlo tenuto vivo Cerys, ma solo l'impossibilità di suicidarsi>> la donna abbassò il capo tristemente <<ma se a te ha detto che la speranza è stata la sua consigliera, sarà il vero. Con me non sarà voluto sembrare debole>> aggiunsi battendole una mano sulla spalla.

<<Sono solo io ad averlo supposto. Ma perché non vuole aprire gli occhi?>> si voltò a guardare Conn, che dormiva accanto al fuoco nascosto da una pesante coperta.

<<Forse finchè mantiene gli occhi chiusi non può vedere come il mondo sia cambiato>>

Lei si limitò ad annuire e in silenzio tornò al suo giaciglio.

L'indomani avremmo superato il confine grazie a quel cunicolo oscuro, non sapevo cosa aspettarmi, ma non sarebbe stato facile.

***

Ciao miei cari! :)

Come sono andate le feste? :) 

Io ho lavorato e ho finito esattamente... mezz' ora fa XD Sono stanca morta lo ammetto XD

Come vi è sembrato il capitolo? Vi piace? 

Sappiamo bene che come e perchè sia sopravvissuta Eileen, questo l' aveva detto Mogetius stesso negli atti finali del primo libro :) Ma Conn? Di certo lui non gli è di nessuna utilità! O forse sì? ;) 

Vi ricordo, che c'è un bel capitolo in questo libro intitolato "Cosa c'è da leggere?" vi consiglio di darci un' occhiata e che viene costantemente aggiornato in base ai vincitori del progetto di recensioni a cui collaboro con altre 3 fantastiche ragazze! <3 <3 <3

Ci rileggiamo lunedì prossimo! Un bacione e buona settimana! :*

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