Cinquantotto.

I've been hoping somebody loves you

in the ways I couldn't

Somebody's taking care

of all the mess I've made

Someone you don't have to change

Hailee Steinfeld & Alesso


Per il terzo anno di fila, la squadra di Cuneo avrebbe preso parte alla Final Four di Coppa Italia. I quattro migliori team del campionato si sarebbero dati battaglia a Milano per vincere l'ambito trofeo. Nella prima semifinale, i piemontesi se la sarebbero dovuta vedere con Modena; l'altra gara avrebbe invece visto contrapposte le squadre di Milano e Perugia.


Alessia e Betty avevano lasciato da poco l'hotel ed erano quasi arrivate al palazzetto, pronte a tifare per Goran e Juan. La giornalista era preoccupata di poter incrociare, seppur brevemente e per sbaglio, Nikola. Si era convinta ad andare a Milano per supportare i suoi amici, ma non era del tutto certa che sarebbe uscita incolume da quel fine settimana.

Fortunatamente, la folla e il rumore che riempivano l'impianto la fecero distrarre da quei cupi pensieri. Era da molto tempo che non riusciva a godersi lo spirito della pallavolo fino in fondo, quel senso di fratellanza al di là della squadra preferita, quella voglia di divertirsi tutti insieme al di là della vittoria o della sconfitta. In quel momento, sorprendentemente, ci riuscì.

Raggiunsero i loro posti sugli spalti e attesero l'ingresso in campo delle prime due compagini: tra un coro e una coreografia, il pubblico applaudì l'arrivo di Cuneo e Modena.

Non ebbero bisogno di farsi notare da Juan e da Goran, i ragazzi sapevano che erano presenti e tanto bastava.

I giocatori iniziarono subito il riscaldamento, concentrati e determinati.

Al fischio dell'arbitro le due squadre cominciarono una lotta serrata, fatta di battute velocissime, difese spettacolari e potenti attacchi. Goran e Juan non si risparmiarono, così come i loro compagni. Ma anche nella metà campo modenese nessuno voleva cedere: Alessia perse il conto dei muri e delle difese avversarie.

Dopo un lungo tira e molla e vari ribaltamenti di punteggio, Cuneo riuscì a piegare la resistenza di Modena, aggiudicandosi il match per tre set a uno.

Sforzandosi di non pensare all'imminente ingresso di Nikola, Alessia seguì Betty fino a bordocampo, dove poté congratularsi con Juan e con il suo migliore amico. Li abbracciò e poi li lasciò ritirarsi nello spogliatoio per la meritata doccia.

Era pronta a tornare al suo posto, allontanandosi così dal pericolo di ritrovarsi troppo vicina ad un certo palleggiatore serbo, quando si sentì chiamare da una voce familiare.

Fece appena in tempo a girarsi che si ritrovò intrappolata in un abbraccio festoso. Lo riconobbe anche senza vederlo in faccia.

<<Non ti avrei perdonata se non fossi venuta>> disse Aleksandar dopo averla salutata. <<Come stai?>> il suo sguardo indagatore la percorse dalla testa ai piedi.

La ragazza sorrise all'amico, contenta di vederlo dopo tanto tempo.

<<E' dura, ma vado avanti>>

Sarebbe stato inutile mentire, erano sempre stati sinceri l'uno con l'altra.

<<E tu?>>

L'opposto serbo si grattò la nuca e le sembrò di cogliere un leggero rossore sulle sue guance.

<<La gamba è tornata come nuova. Per il resto...>>

<<Per il resto?>> lo sollecitò, vedendolo stranamente esitare.

Lui abbassò gli occhi sul taraflex e quasi sussurrò:

<<Beh, ho conosciuto una persona...>>

Alessia era perplessa.

<<In che senso?>>

Betty, che le era rimasta accanto, la colpì così forte sulla spalla che la giornalista quasi si piegò in avanti.

<<Insomma, Ale, da una giovane intelligente come te mi aspetto di più>>

Lei si volse a fissare la bionda, le sfuggiva ancora qualcosa.

<<Come fai a non capire?>> continuò impietosa Betty. <<Significa che ha conosciuto una ragazza che gli piace!>> spiegò, indicando Aleksandar con una mano.

Alessia ammutolì, riportando lentamente gli occhi sull'opposto serbo. Fissava ancora il pavimento, imbarazzato.

<<Davvero?>> chiese lei.

Il giocatore annuì in silenzio.

Alessia espirò, più rilassata, e gli sorrise.

<<Ma è stupendo, Alek! Sono felice per te>>

Lui alzò gli occhi, incerto.

<<Non sapevo come dirtelo. Ma sto cercando di tenere fede alla nostra promessa, ricordi?>>

<<Certo che mi ricordo. E lei dov'è?>>

Alessia allungò il collo per cercare tra il pubblico la donna che si stava facendo largo nel cuore dell'amico.

Aleksandar riprese la solita vitalità e indicò:

<<Là in fondo, la ragazza mora con il maglione rosso. La vedi? Si chiama Valentina>>

Dopo avere intravisto la persona in questione, la giornalista tornò a rivolgersi all'amico.

<<Molto carina. Sono davvero felice per te. Ora però vai ad allenarti, che hai una partita da giocare>>

Aleksandar le sorrise, sollevato, le lasciò un bacio sulla fronte e raggiunse il resto della squadra.

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