Capitolo 17

Sono riuscito a persuadere Mattia a cedere ad Adele la camera più vicina alla mia.

Nonostante il mio sforzo di apparire calmo, dentro di me c'è una tempesta. La mia mente vorticante con pensieri confusi, come un ciclone di desiderio e ansia. Ho paura di come reagirà, ma devo provarci.

Il mio istinto di sfondare la porta si fa sempre più intenso, come un tamburo rullante che batte dentro di me. Ma in quel momento mi costringo a respirare profondamente, a trovare un minimo di controllo.

Con cautela, mi alzo dalla sedia e mi dirigo verso il bagno. Mentre entro, il mio riflesso nello specchio rivela un volto ansioso, gli occhi carichi di tensione. Mi guardo con autocritica, maledicendo il mio comportamento. Ho sempre avuto il dono di gestire le situazioni con le donne, rispettando ogni loro sfumatura emotiva. Era un talento innato, ma ora mi rendo conto che le regole sono cambiate.

Nel bagno, il riflesso tremola, rivelando i dubbi che mi attanagliano. Faccio un profondo sospiro e ritorno in camera.

Ma la tranquillità che sto cercando di recuperare viene interrotta bruscamente dallo scricchiolio della porta del bagno che si apre e poi si chiude con grazia. Mi affaccio con lentezza e la vedo lì, proprio davanti a me. È completamente assorta nei suoi pensieri, a pochi centimetri da me, mentre osserva il cielo notturno dalla finestra. Il riflesso delle stelle brillanti danza nei suoi occhi e la luce argentata della luna la avvolge.

Rimango immobile, incantato dalla scena che si presenta davanti a me. Ogni movimento dei suoi capelli, ogni espressione che attraversa il suo volto, ogni respiro che si percepisce nel silenzio, tutto sembra avere un significato profondo. Mi sento come se fossi in un sogno, un mondo d'incanto dove ogni mio gesto potrebbe rompere la magia che la circonda. La paura di rovinare quell'attimo mi tiene inchiodato al mio posto, mentre la ammiro in silenzio, sperando di catturare ogni dettaglio di questa scena indimenticabile.

Ma come sempre, il mio corpo sembra agire in completa autonomia, lasciando spazio alla parte più irrazionale che prende il sopravvento. Senza pensarci, la afferro da dietro e la trascino con decisione nella mia camera, lasciando che la porta si chiuda lentamente alle nostre spalle. Lì, nell'oscurità parziale, la stringo con fermezza contro il mio corpo, il calore del suo respiro misto all'odore sottile del suo profumo riempie l'aria. La sua testa trova rifugio sulla mia spalla.

«Un giorno di questi mi ucciderai» sussurra, la voce tremante per lo spavento.

«Non ho resistito. Eravi così persa nei tuoi pensieri che nemmeno ti sei accorta che ti stavo osservando dalla porta» rispondo, il mio alito morbido sulla sua nuca.

«E quindi, fammi capire. Questo ti dà il diritto di spaventarmi?» cerca di ritrovare un po' di serietà, anche se nella sua voce traspare altro.

«No, volevo solo farti uno scherzo. Tu pensi troppo, Honey», rispondo con un sorriso malizioso, allontanandomi appena quanto basta per vederla.

Lei si divincola dalla mia stretta, ma quando i suoi occhi incontrano il mio corpo seminudo, la vedo deglutire con difficoltà per nascondere l'imbarazzo misto ad altro.

«Mi spieghi perché sei praticamente nudo?» mi dice con un tono serio.

«Vorrei farti notare che sei nella mia camera, e per la precisione, io dormo in questo modo», rispondo mentre vedo le sue guance colorarsi di rosso.

«Non mi sembra...»,

«L'ultima volta volevo fare una bella impressione». La mia risposta la coglie di sorpresa, mentre l'imbarazzo prende il sopravvento, lei si affretta a dire «Bene, credo che sia arrivato il momento di andare a letto. Buona notte».

Ma non ho intenzione di lasciarla andare, mi piazzo davanti a lei «Come mai così di fretta?».

L'aria si riempie di tensione, il fuoco della sfida divampa intorno a noi.

Alza una gamba, in modo che la felpa sveli quel poco che basta per fare in modo che il mio controllo si perda nell'aria.

La stringo per i fianchi «Stai finendo nella tana del lupo», le sussurro con voce roca.

«Sei così sicuro? Io credo che tu stia giocando con il fuoco» mi sussurra mentre con le mani arriva all'elastico dei miei pantaloni.

Mi avvento sulla sua bocca, quasi a volerla divorare. Ricambia, fino a quando non siamo entrambi senza fiato e ci stacchiamo.

La scintilla della tensione esplode, lei si toglie la felpa e io scaglio i miei pantaloni lontano.

Lei fa un passo nella mia direzione e io faccio lo stesso, unendoci in un bacio appassionato.

Ci muoviamo in direzione del letto, ma facendolo urtiamo il comodino facendo cadere la lampada.

«Ci avranno sentiti?» chiede, preoccupata.

«Tu che dici?» rispondo guardando in direzione del disastro che abbiamo combinato.

Raccolgo una maglietta per lei, e dopo la attiro sul letto.

«Ti posso fare una domanda?» chiedo improvvisamente.

Dipende dalla domanda» risponde cercando di nascondere la sorpresa.

«Qualche tempo fa, mi hai confidato che ti aveva fatto del male, ma in una maniera diversa da quanto io immaginavo. Mi chiedevo cosa sia successo per farti perdere fiducia nelle persone», le parole escono da sole.

Sento il suo corpo irrigidirsi, così mi affretto ad aggiungere «Puoi anche non rispondermi, se preferisci».

Sono curioso e vorrei conoscere altro su di lei, ma non voglio costringerla a dire cose dolorose.

«Ti ricordi quando ti ho confessato di sentirmi inadeguata?» chiede.

«Sì».

«Ecco, la colpa di quel sentimento risiede in lui. Qualcuno potrebbe dire che mi trovavo semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma oggi posso dirti con certezza che non avrei potuto finire in un posto migliore. In quel preciso istante, il mio mondo è crollato, e non posso mentire sul fatto che ne subisca ancora le conseguenze. Ho messo in discussione ogni aspetto di me stessa, ho iniziato a odiare quella che sono diventata. Mi sono resa conto che davo tanto, ma in cambio ricevevo solo un briciolo. Ancora oggi, talvolta mi guardo allo specchio e odio ciò che vedo. Ho provato paura della solitudine, ma con il tempo la solitudine è diventata la mia unica alleata.

Sai, il tipo di tristezza più profonda è quando, guardandoti dentro, trovi solo un vuoto incolmabile.

Quindi, per tornare alla tua domanda iniziale, posso dirti che a causa di qualcuno che ha lasciato cicatrici indelebili nel mio passato, oggi mi è diventato difficile fidarmi delle Le sue parole mi colpiscono come un pugno nello stomaco, un colpo improvviso che mi fa vacillare nel buio della stanza. Non avrei mai immaginato che portasse dentro di sé un peso così opprimente, un segreto che aveva custodito gelosamente.

«Ma ti sei fidata di me», dico con voce sommessa, anche se l'osservazione sembra più rivolta a me stesso che a lei. La luce fioca proveniente dalla finestra accarezza il suo volto, rivelando un'espressione di vulnerabilità che non avevo mai visto prima.

Lei annuisce lentamente, stringendo le coperte tra le mani.

«È vero», risponde con un sospiro profondo, «Devo ammettere che mi ha sorpresa anche me Cerco di alleggerire l'atmosfera con un sorriso gentile: «Se può consolarti, nemmeno io mi sono mai misurato con una ragazza in una competizione per vincere una guerra».

Penso di essere riuscito nel mio intento quando mi colpisce leggermente nelle costole

«Guarda che così mi fai male» scherzo.

Lei ribatte con un tono giocoso «Se volevo farti del bene, avrei fatto altro».

La avvicino ancora di più, posando un dolce bacio sulla sua fronte e appoggiando la testa sulla sua spalla. Sento il calore del suo corpo, il profumo delicato dei suoi capelli e il suo respiro regolare. Il silenzio della notte avvolge la stanza, creando uno spazio intimo e protetto tra noi due.

«Buona notte, Honey», sussurro dolcemente.

Le sue labbra si curvano in un sorriso quando risponde con lo stesso affetto: «Buona notte, Speed».

Siamo due anime diverse, ma allo stesso tempo simili. In questo momento di profonda riflessione, mi lascio avvolgere dalla notte e dal suo respiro. Le stelle scintillano come gioielli incastonati nel manto notturno, illuminando il cielo con la loro lucentezza.

La luna, maestosa e misteriosa, sorge all'orizzonte, gettando una luce argentea sulla campagna silenziosa. I suoi raggi giocano tra le ombre degli alberi e delle colline, creando un'atmosfera magica e surreale. È in questo momento che mi rendo conto di quanto siamo legati, nonostante le nostre diversità.

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