Chisato !
Tw: suicide
PERDONO FA UN PO' SCHIFO SIGH
Don't do love, don't do friends
I'm only after success
Nome + cognome
Takumi Yamada
A seconda di come si scrive, come gran parte dei nomi giapponesi, assume significati diversi. Quello dei kanji con cui è scritto è «abile». Non che sia particolarmente abile, almeno a suo parere. A dire il vero non sa fare quasi niente e non riesce nemmeno a darsi una ragione per la quale i suoi genitori abbiano dato un nome così gentile, almeno nel suono, a qualcuno che poi avrebbero cacciato di casa.
Non ama molto il suo nome, quindi. Non ha mai avuto soprannomi, non gli interessa averne, è generalmente indifferente a chi lo chiama per nome, tant'è che anche Minori e Minoru se ne stanno in silenzio. Dopotutto non è l'unica persona a chiamarsi Takumi e ad essere incapace in tutto il Giappone. La situazione rimane la stessa con il cognome, ci sono tantissimi Yamada in tutto il giappone, figurarsi se si riferiscono a lui nello specifico.
Gli piace il fatto che nessuno abbia un nome e un cognome unico al mondo, almeno presi singolarmente. Lo conforta, non è l'unico a portare il flagello di nomi inadatti al suo essere. Ma quando lo chiamano «Yamada Takumi-san!» o simile, Minori e Minoru iniziano a dire il peggio che passa loro per la testa. Piuttosto ama quando lo chiamano Chisato.
«Chisato, buttagli dell'acido negli occhi e rovinagli quel bel faccino!»
«Chisato, tagliagli le orecchie col coltellino a serramanico della mamma»
Non segue mai i loro consigli, non vuole rovinare la vita delle persone. Ma allo stesso tempo non vuole togliersi di dosso Minori e Minoru, che altro non sono che due marionette fatte con calzini e bottoni, che dovrebbero ricreare una mamma e un papà.
Don't need money, don't need fame
I just want to make a change
Età + data di nascita
15 anni; 14 settembre
I know exactly what I want and who I want to be
I know exactly why I walk and talk like a machine
Aspetto
Ayame
Fruit basket
In realtà, sebbene abbia un complesso di inferiorità non indifferente, Takumi si reputa un bel ragazzo e si vanta anche più volte al giorno del suo aspetto! La chiave è sembrare sicuri di se stessi. Si complimenta soprattutto per essere rimasto carino e pulito pur vivendo per gran parte della sua vita in mezzo alla strada, chiacchierando con calzini bucati trovati nella spazzatura o con i ratti — il che ha leso un po' la sua sanità mentale — e di non aver smesso di crescere.
È alto 174 cm, non altissimo ma nemmeno troppo basso. Non crede di poter crescere ancora, ma nel profondo del cuore lo spera, perché quest'altezza lo infastidisce e non poco. È alto esattamente quanto suo padre e questa cosa non gli piace, perché non vuole somigliargli affatto. Piuttosto, vuole somigliare a sua sorella maggiore, Chisato. Proprio per questa ragione si è fatto crescere i capelli — un po' anche perché non riusciva a trovare qualcosa con cui tagliarli senza che Minoru e Minori gli suggerissero di tagliarsi i polsi.
Ha un portamento elegante, non si direbbe che ha passato qualche anno in strada cercando di non morire o di non farla finita secondo i consigli di Minoru e Minori. I capelli, bianchi come la neve, arrivano un po' più giù dell'osso sacro, ed ha una sorta di frangetta. In generale sono sciolti, ma quando ha bisogno di fare qualcosa che comporti un certo movimento, li tiene legati in una treccia.
Gli occhi sono giallastri ed ha delle ciglia molto lunghe. In generale gli piace essere scambiato per una ragazza, gli fa piacere e vuol dire che somiglia sempre più a Chisato e alla mamma. Ha anche vari buchi alle orecchie, anche se alcuni di essi si sono richiusi. Gli unici sempre aperti sono quelli «classici», ma perché ha sempre degli orecchini rossi. Erano di sua sorella.
Cause I feel like I'm the worst
So I always act like I'm the best
Carattere
Takumi è un ragazzo particolare. Insomma, è estremamente vanitoso nonostante non ami particolarmente il suo aspetto — il trucco è far credere agli altri di sì —, tant'è che passa molto tempo davanti agli specchi a rimirare il proprio riflesso, anche se lo fa quasi come se fosse sotto costrizione. È anche piuttosto chiacchierone, questo perché Chisato gli ha sempre detto che a tutti piacciono le persone allegre ed estroverse e lei stessa era molto dolce, anche se un po' appiccicosa. Ma tutti la amavano, tanto.
In realtà, Takumi è un ameba. In che senso? Non sembra avere una vera personalità, ma brillare di luce riflessa, adattandosi alla persona che ha davanti, nel tentativo di compiacerla e di non farsi abbandonare. Può essere qualunque cosa gli altri vogliano. Ma quando è da solo, cerca di interpretare sua sorella. Non è giusto che sia morta solo perché lui è nato...così. Vuole assomigliarle il più possibile almeno fisicamente, poi caratterialmente...ci sta lavorando.
Fa anche battute sciocche o che non fanno ridere, cercando di suscitare l'ilarità degli altri. Se ridono, non lo odiano. Oppure lo odiano e ridono di lui? Forse no, forse sì. Takumi non lo sa. L'unica cosa che vuole fare è essere tutto tranne se stesso. È anche estremamente codardo, in un certo senso. Sì, non ha paura di buttarsi nella mischia, perché tanto il massimo che può succedere è che muoia. Ha paura di rovinare irrimediabilmente il suo aspetto, quindi di non essere più simile alla amata sorella.
Spesso lo si può trovare a dialogare in tono estremamente serio con dei calzini o altri oggetti strambi. Non si aspetta una risposta, ma ha davvero bisogno di sfogarsi con qualcuno, anche se questo qualcuno è una teiera o una tazza, non gli importa. Certo, se trovasse un amico con cui parlarne starebbe meglio.
Non passa un secondo che non parli di Chisato, di quanto fosse bella sua sorella, intelligente, una studentessa modello e coraggiosa. Ma se qualcuno gli chiede che fine ha fatto, non risponde e continua per la sua tiritera, definendosi lui stesso come Chisato, lasciando l'interlocutore alquanto perplesso. Sarà lui o sarà una certa sorella? Bah. La tira fuori in mezzo a qualsiasi discorso.
Spesso, involontariamente, fa gaslighting, proprio come sua sorella. «Non sei stupido, ma...» è una delle sue frasi più solite, per non parlare del: «ora ti sembrerò il cattivo, ma qualcuno doveva pur dirtelo». Non le dice con cattiveria, davvero. È esattamente quello che faceva Chisato, e lei era sempre nel giusto, no? Come poteva lei essere nel torto? La perfetta studentessa...
È un ragazzo estroverso e non ha mai perso questa capacità, anche se effettivamente non parla mai di se, ma basa le sue conversazioni sul nulla assoluto (o su sua sorella). Chiacchiera molto, apparendo anche piuttosto spensierato e allegro, cosa che a tutti gli effetti non fa altro che farlo sembrare più stupido.
Nonostante provi una repulsione innata per il contatto fisico, sembra anche desiderare una certa vicinanza con altre persone, dopo essere stato solo a lungo. Non gli piace quando sono gli altri a prendere l'iniziativa e a toccarlo senza ragione, quindi bisogna aspettarsi che appaiano due vermi giganti pronti a divorare anche l'anima di chi ha osato fargli tale affronto.
A tratti si comporta in modo infantile, o dicendo totali sciocchezze o facendo i capricci. Pare proprio che stia vivendo al momento la sua infanzia, nonostante sia un adolescente suonato. Con le altre persone, Minori e Minoru se ne stanno buoni nelle tasche. Li prende e ci parla solo se è solo o se vuole fare un po' di scena.
A volte può essere davvero meschino, dicendo cose che non intende senza nemmeno capire cosa ha detto di male di preciso. Takumi è la persona con meno empatia del mondo, da questo punto di vista. Non riesce proprio ad immedesimarsi negli altri, pretende però che gli altri con lui lo facciano e lo compatiscano per quanto la sua vita è stata complicata e difficile - anche se non sminuisce i traumi altrui, ne desidera uno più "visibile", perchè non riesce a considerre ciò che gli è successo come un trauma. Si invalida in continuazione e in generale si crede inferiore a tutti gli altri.
Sebbene in generale si creda demoralizzato e senza forze, in realtà continua ad andare avanti, quasi senza nemmeno accorgersene, un po' in automatico.
Minori, la marionetta femmina, è come immagina Chiaki. È la più comprensiva, gentile ed anche piuttosto possessiva e terrorizzata dall'idea che Takumi voglia sostituirla con qualche altro pupazzetto. Si considera davvero la sua mamma, provando perfino a convincerlo che si tratti di suo figlio biologico...il che è abbastanza difficile da credere, soprattutto per il ragazzo.
Lo consola sempre nei momenti di difficoltà e discute spesso con Minoru, che considera un brontolone e zoticone. Ogni tanto si dichiarano anche amore eterno e si baciano, facendo sembrare Takumi completamente fuori di zucca. Pretende addirittura di essere chiamata mamma, ma lui ovviamente non lo fa. È quella che espone i suoi pensieri intrusivi più cattivi e violenti.
Minoru è suo marito, una marionetta che brontola in continuazione, ma che è molto più pacata rispetto a Minori. Non è il migliore nel consolare la gente, ma ci prova, anche se poi finisce per lamentarsi a bassa voce. Quando è arrabbiato spesso si mette a strillare e a Takumi tocca zittirlo a testate. Ripeto: quando ci conversa normalmente sembra proprio pazzo.
Uno dei suoi punti deboli è la morte di Chisato. Non riesce davvero a togliersi dalla testa il suo cadavere. A cosa pensava a quando si era lasciata andare? Era colpa sua? Menzionarla lo porterà a piangere da qualche parte. Anche sottolineare il fatto che a tutti gli effetti sia solo al mondo lo porta allo stato d'animo peggiore di sempre.
Alcuni suoi punti di forza sono il persistere, però, per cercare di lasciare andare Chisato (non sta avendo molti risultati, tuttavia) e il suo non perdere facilmente la speranza.
If you are not very careful
Your possessions will possess you
Quirk
If you don't run, fear will eat you whole!
Il quirk di Takumi dona personalità alle sue marionette, fatte di due calzini trovati nella spazzatura. Si chiamano Minori (la marionetta-moglie) e Minoru (la marionetta-marito) e sono ideate come due genitori, ma non avendo mai ricevuto amore genitoriale, li ha creati secondo la sua concezione di amore. Quindi i due calzini si comportano in modo estremamente protettivo verso di lui e aggressivo nei confronti degli altri.
Inizialmente Minori e Minoru gli suggerivano il suicidio o di farsi del male per sfuggire alla sofferenza del mondo, per «allenarlo a resistere» alla crudeltà. Ma questo gli ricordava troppo suo padre e finiva per metterle via, salvo re-indossarle quando si sentiva subito dopo. Di conseguenza la loro personalità si ammorbidì, puntando a fare del male alle altre persone. Tutto ciò che dicono non sono altro che i pensieri intrusivi di Takumi. Non sono una buona presenza per lui. Non li ama, ma non li odia. Una volta capito cos'è il vero amore, butterà via loro e creerà una nuova marionetta.
La chiamerà Ai, e finalmente potrà essere l'Hero che vuole essere e lascerà andare il sogno di essere Chisato. Finalmente sarà Takumi Yamato...ma non è questo il momento. Il quirk si attiva con il contatto con le sue marionette. Ma ovviamente Minoru e Minori non possono banchettare con il nemico se sono a terra e Takumi non può toccarle, quindi le tiene per un filo che ha sfilacciato, a mo di guinzaglio.
Quando qualcuno si avvicina a loro, si attiva dunque una reazione di difesa. Non sono più stupidi calzini. Sono mostri con denti aguzzi e l'unica cosa che vogliono fare è mangiare, non importa chi o cosa si trovino davanti. A tutti gli effetti sono abbastanza grandi da mangiarsi una persona e lasciare solo lo scheletro dopo averla spolpata per benino. Ma Takumi non glielo permette. Hanno già mangiato abbastanza. Il suo quirk ha alcuni svantaggi piuttosto evidenti:
— Minoru e Minori non attaccano per primi, tantomeno si trasformano se prima qualcuno non aggredisce Takumi. Rimangono due calzini lì, a terra, inutili e imbarazzanti. Quando li vede così, i suoi occhi si riempiono di lacrimoni e si rende conto di essere solo al mondo, senza nessuno che si curi di lui.
— Non si muovono più di tanto. Una volta trasformati in mostri, occupano sì tanto spazio, ma non sono in grado di cambiare posizione. Non possono inseguire il nemico, ma questo Takumi non lo dice.
— Per sconfiggerli, basta tranciare di netto il loro guinzaglio, il filo che garantisce il contatto con il proprietario.
Inoltre, a seconda della marionetta che sta utilizzando, il mostro prende una forma differente. Dato che sono calzini, si trasformano in una sorta di vermi enormi.
I'm gonna live, I'm gonna fly
I'm gonna fail, I'm gonna die
Backstory
Quando Chiaki l'ha messo al mondo, ha pagato un prezzo troppo alto: la vita. E per questo, Yuki non riuscì mai a perdonarlo. Takumi venne al mondo in una giornata piacevolmente calda, in un ospedale con le pareti rosa. Questo non se lo ricorda, ovviamente, ma per quante volte sua sorella gliel'ha raccontato, gli sembra di essere stato lì ad assistere alla sua stessa nascita.
Sa anche di essere nato con un ciuffetto bianco. La sua infanzia fu triste, ma non tanto da fargli rendere conto di quanto fosse crudele il mondo, forse perché Chisato faceva da filtro alle cattiverie del padre. Le frasi che riceveva quando lei era scuola o via non erano belle, ma tutti si lamentano dei loro genitori, quindi erano normali. A cinque anni, giocava con una marionetta di nome Cho. Era una farfalla di carta, e quando se la posava sul dito, cresceva in larghezza e diventava quasi spaventosa.
Yuki ne era spaventato, Chisato no, e gli chiedeva sempre di mettere in scena degli spettacolini che le piacevano tanto, finché un giorno Cho non l'aggredì. Era solo una farfalla, ma le scompigliò i capelli e la ragazza non riusciva proprio a togliersela di dosso. Takumi non aveva idea di cosa fare, quindi lasciò andare i fili che stava usando per farla muovere e si mise a urlare.
La marionetta cadde a terra e Yuki la strappò, la buttò nel cestino e intimò di smetterla con quelle diavolerie. Chisato notò gli occhi lucidi e il puro terrore in essi. «Non hai fatto niente, Takumi, è solo papà ad essere un po' buffo...è un po' matto, non sempre è una cosa brutta essere matti...» gli ripeteva, accarezzandogli i capelli bianchi. «E poi, non è colpa nostra se sei stupido. Devi impegnarti il doppio per fare quello che fanno gli altri. Ma noi ti vogliamo bene anche così. Siamo le uniche persone che ti capiscono»
E Takumi ci credeva fermamente. Quelle frasi se le sentì ripetere tutti i giorni, qualunque cosa facesse. Chisato diventò la presidente del consiglio studentesco della sua scuola. In qualche modo ciò diventò insopportabile al fratello. La vedeva ogni giorno guardarsi allo specchio: «Se solo avessi i capelli bianchi e lunghi come i miei, Takumi...ma non è colpa tua se sei nato così. Sei bello anche così»
A scuola non andava male, anzi, era nella media. Ogni tanto, tornando a casa, si fermava a chiacchierare con qualche compagno di scuola o comprava una bibita al distributore automatico. Spesso si tratteneva fino a sera fuori, indeciso se tornare a casa. Le strade erano così belle e affascinanti. A nessuno sembrava interessare se creava mostri dai suoi giocattoli. Crescendo, ogni qualvolta creava una marionetta, questa diventava più articolata e complessa. Prima parlavano, poi sviluppavano un certo caratterino, poi diventavano mostri orrendi e cercavano di far male a chi aveva intorno.
Fu quel giorno che successe. Aveva tredici anni, e stava chiacchierando la sua marionetta preferita, doveva avere le sembianze di qualche animale...forse...quello che era. E quella rispondeva, con un accento buffo. Takumi annuiva e Yuki era nascosto sotto il tavolo.
«Perché mi odi così tanto?» domandò il ragazzo. Era triste che non avessero mai davvero conversato.
«Chiaki ha messo al mondo un demone» rispose lui, coprendosi le orecchie.
«Non sono un demone» ribatté lui, prendendo in mano la marionetta.
Qualche secondo dopo, un mostro stava tranquillamente masticando il braccio di Yuki. Peccato che il resto del corpo fosse da un'altra parte. Fu un miracolo che non fosse morto, ma di certo non era intenzionato a perdonare il demonio. Quando fu in grado di tornare a casa, rimase fermo sulla soglia. «Non ti voglio qui, Takumi. Trovati un altro posto». Chisato intervenne. «Non puoi cacciarlo via, non vedi quanto è bruttino e stupido? Dove andrà senza di me? Sono l'unica in grado di prendersi cura di lui»
«Non mi interessa. Hai visto che è successo? Di questo passo ci ucciderà tutti»
«Se lo chiudi fuori casa, io mi ammazzo»
E fu così. Yuki la vide fluttuare in aria, la sedia a terra. Takumi rimase per strada. Viveva alla giornata, ogni tanto qualche passante gentile gli dava qualche spicciolo, o gli comprava una bottiglia di acqua. L'avevano fatto per il suo quirk? Non era così? Non era colpa sua. Era colpa sua? Non riusciva a togliersi dalla testa il corpo di Chisato. Un giorno nella spazzatura trovò uno specchio rotto. Il suo riflesso era uguale a quello della sorella.
Se lei non esisteva più, poteva prendere il suo posto. Nel frattempo, cuciva due marionette da due calzini trovati nella spazzatura. Mentre le sistemava, pensava a una mamma e un papà. Se fosse stato Chisato, qualcuno lo avrebbe amato? Arrivò perfino al punto di chiedersi se i Villain amavano i loro figli più di quanto Yuki avesse mai amato lui. Forse l'unica ad averlo mai amato era Chiaki. L'aveva portato in grembo per nove mesi, aveva perso la vita per lui. Chiamò le due marionette Minoru e Minori, verità. Ciò che dicevano erano solo i suoi pensieri più crudeli. In quel periodo, non aveva davvero niente di cui campare. La gente aveva iniziato a sputargli in faccia. Il suo quirk era spaventoso.
Ciò nonostante, Takumi non perdeva la speranza, cercando di cavarsela con dignità e senza arrendersi, senza dare una mano al male. Ma quando gli chiesero di dargli una mano a raccogliere informazioni in cambio di qualcosa da mangiare, il ragazzo non riuscì sinceramente ad opporsi. Era spaventoso per lui che fossero stati dei Villain a «preoccuparsi» per lui ancora prima che qualche Hero si accorgesse di lui.
Si trattenne in disparte il più possibile, non voleva diventare cattivo come gli altri. Lo faceva solo per sopravvivere. Si promise che non sarebbe mai e poi mai diventato un villain, nemmeno se il suo quirk avesse continuato a divorarlo dall'interno come un parassita. Chisato non l'avrebbe fatto al posto suo.
Nome da Hero
Chisato
Il nome di sua sorella, l'unica che l'ha sempre protetto dal male del mondo...almeno per lui è così. Il nome della persona che sta cercando di diventare, nessuno ha bisogno di Takumi, ma di sua sorella. Lei era qualcuno, lei era importante, era addirittura parte del consiglio studentesco.
Lei sarebbe stata un eroe migliore, quale nome migliore da hero se non quello di sua sorella? Non importa quante volte gli altri gli dicano di lasciare andare, non darà loro ascolto. Chisato era la sua più grande ispirazione. Sarebbe contento se dal cielo lei lo vedesse. Prima o poi, quando si renderà conto che non è affatto sua sorella, cambierà il suo nome da hero con Takumi. Dopotutto, quello è il suo vero nome.
Come ha fatto a entrare nel programma Zero?
Non ha fatto grandi danni assieme ai Villain, almeno così crede. Piuttosto, si è ritrovato dinnanzi Yukako e ha attirato in questo modo la sua attenzione, difendendosi con il suo quirk non esattamente da eroe.
Cosa ne pensa del programma Zero?
Ammette di essere un po'sfiduciato, data la società degli eroi. Non si sono nemmeno accorti della presenza di un ragazzino come lui buttato in mezzo alla strada, nelle mani dei villain e potenzialmente vittima di essi. Ma vuole credere funzioni, che tutto migliori e che lui e i suoi compagni di classe diventino eroi e che tutti recuperino la fede che hanno perso.
Non può fare altro che pensare che sia l'unico modo per liberarsi delle sue catene, per lasciare stare Minori e Minoru e abbandonare finalmente il fantasma della sorella che lo perseguita. Deve essere chiaramente l'unico modo, sa che si sta consumando da solo, ha bisogno di qualcuno che riponga la propria fiducia in lui, qualcuno che gli faccia davvero credere nella salvezza.
Famiglia
Chiaki Satō
Età: 36 anni (al decesso)
Legame: madre
Stato: deceduta
Quirk: Let the monsters come alive!
[un quirk che le permetteva di dare vita a qualunque oggetto purché fosse in contatto diretto con esso]
Yuki Yamada
Età: 47 anni
Legame: padre
Stato: vivo
Quirk: Puppet's show
[un quirk che permette di muovere a proprio piacimento animali e/o persone proprio come dei pupazzetti. Non ha mai imparato a usarlo per bene]
Chisato Yamada
Età: 17 anni (al decesso)
Legame: sorella
Stato: deceduta
Quirk: Puppet's show
[//]
Minoru e Minori
Scusate
Paure
Abbandono
In un certo senso, Chisato l'ha abbandonato al suo destino, per non parlare di suo padre. L'hanno sempre tutti lasciato in balia della corrente, senza curarsi di lui. Quando si affeziona a qualcuno, fa di tutto per non essere lasciato indietro. Non può sopportare di essere abbandonato ancora e ancora.
Le farfalle
Dopo Cho, non ha un bel ricordo delle farfalle. Più che una paura, si tratta di un fastidio piuttosto evidente nei loro confronti. Non le sopporta e agita le braccia per farle andare via ogni qual volta ne vede una, non le vuole vedere, non vuole che gli scompiglino i capelli.
Cosa ama
— Le marionette
Nonostante tutto ciò che gli abbiano fatto, non riesce ad odiarle. Gli danno conforto e lo proteggono, come nessuno ha mai fatto in tutta la sua vita. Se dovesse scegliere fra qualcuno e una delle sue marionette, sceglierebbe la seconda senza esitazione, insomma non è esattamente una cosa positiva per un Hero ma ci sta provando.
— Le bibite gasate
Sono un bel ricordo, comprare quelle cose nei distributori tornando da scuola, quando aveva la sensazione che tutto stesse andando bene, se non fantasticamente, nella sua vita.
— Chisato
Sebbene sia un personaggio abbastanza discutibile, Takumi le ha sinceramente voluto bene, e tanto. E sa che anche lei gliene voleva, anche se suicidarsi non è stato il modo migliore per farglielo capire, ma doveva essere sicuramente successo qualcosa di terribile di cui non era a conoscenza.
Cosa odia
— Yuki
Pur essendo suo padre, l'ha fatto soffrire così tanto. Perché?! Perché l'ha sempre trattato come un mostro e non come un bambino degno d'amore? Perché Chisato sì e lui no? Forse non era abbastanza bello? Forse era stupido?
— I demoni
Suo padre lo ha sempre considerato uno di essi, ovviamente adesso li odia e non ne vuole vedere nemmeno uno. Come potrebbe farseli piacere?
— Il suo nome e cognome
Perché deve essere Takumi Yamada, artefice della morte di sua sorella, quando può essere Chisato Yamada, la sua brillante sorella? O meglio, il suo brillante fratello.
Orientamento sessuale
Aromantico asessuale
Disponibile a relazioni?
Sì
Ovviamente solo se si parla di amicizia. Non ha interesse in relazioni romantiche. Piuttosto avrebbe davvero bisogno di qualche amico che lo trascini un po' fuori dall'abisso, ecco tutto. A furia di parlare con i calzini, è diventato un po' fuori di zucca. Ha davvero bisogno di qualcuno che lo porti sulla retta via e che lo prenda a schiaffi pur di fargli passare l'ossessione di "mantenere in vita" sua sorella interpretandola un po' come un attore.
Con i suoi amici sarebbe perfino più affettuoso, pur sentendosi comunque escluso. Sa che è tutto nella sua testa, ma non vuole altro che queste brutte sensazioni passino, non vuole essere più considerato pazzo.
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