39. Fafralla


Sean puntò la fiamma dell'accendino verso i suoi figli, si voltò un'ultima volta verso Harry e incrociò però gli occhi di Dillon, che si era avvicinato al medico e che lo guardava con una muta supplica.

L'uomo tentennò a lungo, poi scosse la testa, spense l'accendino e lo gettò a terra.

Subito i poliziotti gli furono addosso e lo bloccarono, mentre Louis e i medici dell'ambulanza corsero dai bambini per accertarsi che stessero bene.

" Eccellente lavoro, dottore " disse il capo degli agenti a Harry, dandogli una pacca sulla spalla.

Il riccio annuì, si passò una mano sul volto e si lasciò cadere su una delle sedie dei tavolini del bar.

Dillon gli fu subito accanto e gli appoggiò le piccole mani sulle ginocchia, per cercare di confortarlo.

Gli occhi di Harry, però, erano vuoti e il bambino capì che c'era qualcosa che non andava.

Allora lo tirò per una mano, lo fece alzare e lo portò in una fitta macchia di alberi, dietro al bar, in una zona nascosta.

Nessuno notò i loro movimenti, perché la confusione era tanta e tutti erano impegnati nel fermo di Sean e nel conforto dei bambini.

Lo stesso Louis non si accorse di nulla, perché era talmente sconvolto da ciò che era successo, che la sua mente era concentrata solo su Daisy, David e Duke.

Dillon, non appena si sentì protetto dalla piante, fece sedere Harry per terra e gli si mise accanto cercando di abbracciarlo come poteva.

Il medico cominciò a dondolare su stesso e a ripetere incessantemente:

" Un pazzo rimane sempre un pazzo....e io lo sono...."

Dillon strinse gli occhi per lo sforzo, aprì la bocca e a fatica articolò:

" Tu....buono...fafralla....volare....come....mmme...."

Harry si riscosse, guardò il bambino con occhi non più vuoti e poi scoppiò a piangere, stringendo a sè il bimbo, che cercò di confortarlo come poteva.

Louis si accorse che Dillon era sparito, solo quando Daisy, David e Duke si furono lavati nei bagni del bar ed ebbero indossato delle tute fornite dai suoi colleghi pompieri.

Si guardò intorno come un pazzo e poi notò anche l'assenza di Harry.

Certo, suo figlio poteva essere con lui, ma come faceva a saperlo?

Prese il cellulare dalla tasca, lo chiamò, ma non ottenne risposta.

Stava per terminare la telefonata, quando si accorse che da lontano giungevano le note della suoneria di Harry.

Le seguì allora in fretta, trascinandosi dietro i figli e giunse alla macchia di alberi dietro al bar.

Vi si inoltrò e rimase immobile di fronte alla scena del medico che piangeva fra le braccia di suo figlio.

Dillon lo guardò e a fatica disse:

" Lui....buono....no....pppazzo "

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