Capitolo 22
Jess Robert Granger sembrava morto.
Quando Hermione si diresse al dormitorio maschile per tornare in camera di Draco, non avrebbe di certo immaginato ciò che sarebbe successo.
Ed ecco, in cima alle scale, un corpo steso a terra in una grande pozza di sangue, rosso e denso, che continuava a sgorgare dalle ferite su tutto il corpo.
La Grifondoro sussultò e spalancò gli occhi, spaventata. Si guardò attorno, ma tutto era stranamente calmo e silenzioso: nemmeno la musica della Sala Comune, grazie ad un incantesimo, spezzava l'opprimente silenzio, il quale invece di rassicurare la ragazza la terrorizzava.
Girò attorno al corpo, decisa ad intervenire e a cercare almeno di fermare il flusso di sangue; aveva una strana sensazione, come se qualcosa fosse andato storto mentre lei non faceva che cantare ed ubriacarsi: l'ansia si fece spazio in lei, e iniziò come a mordicchiare il suo cuore, creando dolore ancora prima di scoprire cosa fosse successo.
La faccia del ragazzo, perché si, era decisamente un ragazzo quello, era coperta di sangue, e in parte dal ciuffo di capelli. Hermione li scostò delicatamente, poi si mise eretta e formulò un incantesimo blocca-sangue; stranamente e contrariamente alle aspettative di lei, il sangue si bloccò giusto un attimo, prima di ricominciare a scorrere più veloce di prima, allora la ragazza formulò semplicemente un incantesimo per pulire la faccia del ragazzo, in modo da scoprirne l'identità.
Nell'esatto momento in cui la faccia fu ripulita da ogni traccia di sangue, Hermione sentì un coltello pugnalare in mezzo alle scapole, e cadde a terra con un urlo straziante mischiando il suo sangue a quello di colui che era suo fratello.
Lo scuro liquido rosso aveva ricominciato a scivolare sulla guancia di Jess, da un profondo taglio che gliela attraversava, mentre il suo corpo martoriato era scosso da tremiti e singhiozzi, e la Grifona accascia sul pavimento accanto a lui non stava meglio: la carnagione cadaverica continuava ad impallidire, fino a raggiungere il colore di quella del ragazzo, ed in poco tempo superarla facendola apparire quasi trasparente, un fiume di sangue continuava ad uscire dal taglio tra le scapole, che più che taglio era un vero e proprio buco, i capelli impiastricciati.
In poco tempo, il sangue tornò nel corpo di Hermione, la cui carnagione riprese il solito colore rosato. Le lacrime si facevano spazio sul viso, scorrendo veloci e libere, quando lei si rialzò veloce e si sistemò accanto al fratello semi-morto, cercando di non sporcare l'abito di Pansy Parkinson e così evitare di doverla sopportare mentre si lamentava del suo bel vestitino sporco del sangue sporco di una Grifondoro.
Velocemente, molti degli studenti Serpeverde presenti alla festa la raggiunsero per vedere cosa fosse successo, ma lei non si preoccupò in alcun modo della sua condizione fisica e morale: continuava a piangere, a stringere la mano del fratello, a sussurrare il suo nome nella vana ed inutile speranza che si risvegliasse, la stringesse tra le braccia e le mormorasse all'orecchio che stava bene, che era stato solo un brutto incubo; allora lei si sarebbe sentita davvero bene, cullata dal battito del cuore di Jess, invasa dal suo profumo di pino e avvolta nel calore della sua stretta.
Qualcuno le corse accanto, accovacciandosi vicino a lei, e distinse un ciuffo biondo prima che la vista le venisse offuscata dalle lacrime. Non sapeva dire quanto rimasero lì, ma io mormorio di studenti fu interrotto da un forte rumore di passi veloci sul pavimento di legno laccato.
La professoressa Silver, di Difesa contro le Arti Oscure, guardò il ragazzo a terra, e sbiancò in volto; iniziò a boccheggiare, come se le mancasse l'aria, e si appoggiò alla trave di sostegno alla sua destra. Poi, una volta ripreso il controllo, parlò, con voce indebolita dallo shock.
<<Andate tutti nelle vostre camere, nessuna eccezione. A lui ci penso io.>>
Qualcuno si allontanò, sospettoso e curioso, ma tutti gli altri rimasero lì.
<<Presto!>> incalzò la professoressa con tono disperato, ben celato dallo sguardo severo.
Tutti tornarono nelle proprie stanze, intimiditi. Tutti tranne due ragazzi.
Hermione non si staccava dal corpo del fratello morente, stringendolo a sé cercando di sentire il suo cuore battere sotto gli strati di stoffa che lo coprivano.
<<Portala via.>> ordinò la professoressa a Draco.
<<Non lo lascerà mai da solo.>> obiettò Draco, pur non potendo spiegare il perché.
<<Portala via.>> ripetè la professoressa. <<Se ci siete voi non posso fare niente.>>
Draco si rimise in piedi, e tirò delicatamente la ragazza per i fianchi verso di sé, cercando di portarla via da lì.
<<L-lasciami...>> cercò di dire Hermione, soffocata sia singhiozzi.
<<Granger dobbiamo andare via, o morirà!>> cercò di farla ragionare il ragazzo.
<<LASCIAMI!>> urlò lei dimenandosi e cercando di sgusciare via dalla sua presa, senza successo. Draco la strinse di più. La sollevò di pochi centimetri da terra, portandola con sé nella camera, dove la buttò malamente sul letto per avere il tempo di bloccare la porta. Come previsto infatti, appena ripresasi dal colpo la ragazza corse verso la porta, cercando di aprirla per uscire fuori.
<<Apri la porta!>> ordinò, piangendo.
<<No.>> disse semplicemente Draco.
<<APRI-LA-PORTA!>> scandì lei disperata, tirando e spingendo con tutte le sue forze fino a ricadere stremata sul pavimento e farsi piccola, cercando di contenere il dolore troppo grande da sopportare, troppo atroce da ignorare.
Vedendola in quello stato, distrutta, in lacrime senza il minimo ritegno della sua dignità, Draco sospirò.
Le si mise davanti, e le offrì la mano. Lei la guardò riluttante, poi guardò lui. La prese, e lui la tirò su.
Gli occhi di uno incastrati negli occhi dell'altro: in quelli di lei, dolore. Sono un enorme dolore, lancinante e distruttivo; in quelli di lui, comprensione. La comprensione di quello stesso dolore più volte provato.
Nell'oro degli occhi di lei, una muta richiesta d'aiuto, la richiesta di un salvataggio. Le parole "Salvami, o sarà troppo tardi. Salvami, prima che io possa cadere. Salvami, prima che io possa decidere di non alzarmi mai più. Salvami. Aiutami." chiaramente leggibili.
Nell'argento degli occhi di lui, una sorprendente umanità, mai vista, mai dimostrata. No. Non, nel grigio contro cui ci si va a scontare nel primo impatto, ma nella luminosità, nell'azzurro della sensibilità.
"Chi sei davvero, Draco Malfoy?"
"Chi sei davvero, Hermione Granger?"
<<Vai a farti una doccia, ti sentirai meglio.>>
Vai a farti una doccia, ti sentirai meglio. Questo era tutto quello che era riuscito a dire. Aveva capito della sua richiesta d'aiuto. Aveva letto nei suoi occhi la necessità di essere aiutata nel rialzarsi. Non aveva fatto niente. No, non è vero. Qualcosa l'aveva fatto. L'aveva rimessa in piedi con uno scossone, e poi l'aveva lasciata, rischiando di farla ricadere di nuovo a terra, nel freddo non del pavimento, ma della sofferenza.
La ragazza lo guardò, cercando una traccia di quella umanità intravista nei suoi occhi. Non la trovò. Vide solo grigio.
<<Sei sporca di sangue, tuo fratello deve averne perso un bel po'.>> aggiunse.
Ah, già: il sangue.
Annuì stanca, e si diresse nel bagno, trasformando la sua divisa in un comodo pigiama e pulendoli con un incantesimo.
Si spogliò del tutto, ripiegando il vestito della Parkinson e aggiustando lo squarcio che la coltellata aveva creato, sperando che nessuno se ne fosse accorto.
Entrò nella cabina doccia, aprendo l'acqua tiepida e sciacquandosi tutta, capelli compresi. Rimase una buona mezz'ora lì, sotto l'acqua calda, a riflettere sull'accaduto: in un giorno era stata attaccata da Lucius Malfoy, uccisa per poi resuscitare grazie ad un bacio di Draco Malfoy, figlio del suo assassino. Aveva scoperto di avere un fratello Obscurus che era andato via di casa quando lei aveva un anno, aveva scoperto la sua storia. Aveva scoperto di essere stata Maledetta, con una Maledizione grazie alla quale Lucius Malfoy avrebbe potuto pugnalarla a distanza e poi il sangue sarebbe miracolosamente tornato dentro di lei, per farla soffrire di più, ed era stata appunto pugnalata. Si era lasciata sedurre dalla sopracitata Serpe malefica e ne aveva tratto piacere, si era quasi fatta vedere nuda da lui, aveva partecipato ad una festa piena di Serpeverde e organizzata da essi, si era quasi ubriacata, aveva cantato davanti a tutti e poi aveva ritrovato suo fratello quasi morto ed era stata nuovamente pugnalata tra le scapole, poi l'avevano tirata via dal corpo di suo fratello ed ora era lì. Quanto poteva sembrare lunga una giornata?
Si asciugò i capelli, si infilò il pigiama, (un semplice pantaloncino con maglietta) ed uscì dal bagno.
<<Finalmente!>> le disse il Serpeverde, vedendola finalmente fuori.
<<Scusa.>> sussurrò Hermione con un fil di voce.
Draco andò in bagno, e ne uscì cinque minuti dopo cambiato e pronto.
<<Dove dormo?>> chiese Hermione.
<<Nel letto?>> chiese relativo il ragazzo.
La Grifona si guardò intorno.
<<Ma ce n'è uno solo.>> obiettò. <<Dovrei dormire con te?>> chiese.
<<A meno che non preferisci dormire a terra.>> rispose semplicemente Draco infilandosi sotto il piumone Verde-Argento con un braccio sotto la nuca.
<<Non possiamo far apparire un altro letto?>> chiese la ragazza.
<<No.>>
<<Perché no?>>
<<Vedi Granger, la vecchia megera che ora è preside ha lanciato un incantesimo in tutte le camere Serpeverde per evitare di creare altri letti, quando trovò una ragazza nella camera di Theo. Anche se è stato del tutto inutile considerando che potrebbero tranquillamente dormire nei nostri letti. Anche senza pigiama, per noi va bene...>> rispose ghignando il Serpeverde.
Hermione lo guardò torva, poi si infilò nel letto matrimoniale quanto più possibile lontano da Draco, girandosi dalla parte opposta. E, stanca com'era, in pochi minuti si addormentò...
Booooooooommmmmmm.
Il rumore di un tuono squarciò l'aria della camera, seguito un altro, e un altro, e un altro ancora.
Al terzo Hermione si svegliò. Quarto tuono. La ragazza sobbalzò. Quinto. Scattò a sedere. Aspettò un paio di minuti, poi si rimise stesa. Sesto. Altro sobbalzo. Settimo. Tremito. Tremito incontrollato. La ragazza iniziò a tremare come una foglia, a respirare affannosamente mentre il suo cuore batteva tanto forte da poterlo sentire. Il suo battere le rimbombava nelle orecchie.
Ceraunofobia.
Era da sempre che Hermione ne soffriva. Non sapeva spiegarsi il come, non sapeva spiegarsi il perché, non sapeva spiegarsi il fatto che la ragazza che per sconfiggere Voldemort ha vissuto le più paurose avventure tra cui una stramba ricerca degli Horcrux, i sei pezzi dell'anima di lui potesse essere spaventata da tuoni e lampi, ma era così.
Ottavo tuono. Sobbalzo. Draco si svegliò, oltre che per il rumore dei tuoni, per il tremore del letto.
Videa schiena di Hermione, lontana, eppure la sentiva più vicina che mai. Fino a che non la vide tremare. Nono tuono. Altro sobbalzo, e lievi singhiozzi. Il ragazzo le si avvicinò piano, fino a trovarsi a un filo d'aria da lei, allora le circondò il fianco con un braccio. La ragazza sobbalzò ancora di più, girando di scatto la testa verso di lui, con gli occhi sgranati e rossi, le lacrime sulle guance.
<<Shhhh.>> le sussurrò Draco.
Un fulmine illuminò la stanza. Decimo tuono. Ennesimo sobbalzo.
<<Vieni qui.>> disse Draco, tirandola a sé. La ragazza si voltò, accoccolandosi al petto del Serpeverde quanto più stretta poteva, con le mani sul suo petto, il suo braccio attorno al fianco e la testa sotto la sua, in un abbraccio strano ma rassicurante. Draco percepiva il cuore di Hermione attraverso il suo petto, e la sentiva tremare tra le sue braccia.
Piano piano, i tremiti si calmarono, e il respiro della ragazza si regolarizzò. Undicesimo tuono. Nessun tremore, né sobbalzo. Niente di niente. Solo due giovani abbracciati, che per la prima volta si addormentarono sereni.
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Qualche ora prima...
La professoressa di Difesa contro le Arti Oscure formulò un incantesimo guaritore di alto livello, poi ripulì il sangue. Jess riprese a respirare, ma il cuore era ancora debole. La ragazza si abbassò su di lui, gli accarezzò una guancia e poi, con delicatezza è quasi con paura, poggiò le labbra su quelle del ragazzo. Passò poco prima che il ragazzo ricambiasse, poi aprì gli occhi.
<<Jess...>>
<<Jade!>>
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ANGOLO AUTRICE.
Salve a tutti. Scusate il ritardo, ma davvero non ero in vena di scrivere capitoli. Sto vivendo un periodo davvero brutto, e credetemi, andare avanti non è per nulla facile.
Dunque, questo capitolo lo dedico a LuUNSTABLE99, della quale vi consiglio (anzi meglio: vi ORDINO) di leggere la Dramione: vi spiego, non voglio passare per quella che crede di avere il diritto di ordinare qualcosa agli altri, ma secondo me è assolutamente da leggere: non puoi essere una Dramione shipper se non l'hai letta. Ovviamente questa è la mia opinione, e per quanto mi riguarda se non la leggete è un problema vostro: sarete voi ad aver perso una delle Dramioni più straordinarie presenti qui su Wattpad. Si chiama "Change my Life": è scritta un amore ed è emozionante!!❤❤ LuUNSTABLE99 ti stimo per il tuo lavoro!
Ultimo avviso. Aggiornerò a 10 ★ e 10 commenti, poiché, nonostante abbiamo superato le 2k visualizzazioni (e di questo vi sono grata: grazie a tutti, siete speciali per me. La mia storia non è niente senza di voi!!), ho notato che le visualizzazioni ed i voti dei primi capitoli sono MOOOOOLTO maggiori di quelli degli ultimi. Allora, per quanto possa essere normale, questo mi sta leggermente scoraggiando, anche perché ho perso alcune delle mie lettrici alle quali mi sono più affezionata. Jade_SilverGreen, ChiaraJB2003, beatrice241005, SaraCoppola165, aricandy13, anche tu dramioneislife231 dove siete finite? Apprezzerei, se la storia non vi piace o non vi appassiona, che me lo diceste piuttosto che scomparire, questa cosa mi ha leggermente scoraggiata...
Come al solito, vi ricordo di leggere la storia di Flores_Alexis, "•Begone• Oltre il pregiudizio", davvero bellissima, e niente, vi saluto.
Alla prossima!
Mezzosangue_Mudblood❤
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