40 - Collisione -
(POV Blake)
Le sue labbra, Dio, le labbra di Jonas sono miele sulla mia bocca. La sua lingua scivola sulla mia, la cerca con una fame che non gli ho mai sentito addosso. Le sue dita si insinuano tra i miei capelli, lascio andare la testa all'indietro, mi lascio sovrastare. I suoi capelli mi sfiorano gli zigomi, apro le palpebre, la luce calda ha trasformato la sua pelle in oro che vibra.
Siamo fiamme danzanti che si intrecciano.
Le sue mani scivolano leggere sul mio corpo, sfiorano la pelle con delicatezza. I suoi polpastrelli sembrano tremare di un desiderio trattenuto, ma poi affondano decisi, mi afferrano. Mi solleva senza sforzo, i suoi muscoli si tendono sotto il peso del mio corpo, per un istante resto sospesa tra le sue braccia.
Mi stende sul letto, piano, come se fossi fragile, il freddo delle lenzuola mi disegna un brivido sulla schiena. Addosso non ho altro che il suo sguardo.
Le candele proiettano ombre tremolanti sulle pareti, il loro bagliore si riflette nei suoi occhi, un fuoco che brucia silenzioso.
Respiro a fondo, il mio petto si solleva e il suo tocco lo attraversa. Le sue iridi verdi restano fisse su di me.
Le mie mani si muovono da sole, gli sfilano il maglione, tirandolo verso l'alto, cercando di toglierglielo. La stoffa è morbida sotto le dita, ma io voglio sentire altro. Voglio la sua pelle. Il suo calore. Lui alza le braccia, e la maglia scivola via, rivela il suo petto nudo, la pelle morbida.
Scendo, le dita si spostano verso i suoi pantaloni, il petto mi esplode. Perché sono così nervosa? È Jonas, il mio Jonas. Slaccio i bottoni dei suoi jeans, facendoli scivolare lungo i suoi fianchi. Lui si alza per toglierli del tutto, rimane lì, in piedi davanti a me, con solo i boxer addosso, vulnerabile quanto me.
Divento piccola sotto il suo sguardo. Sorride. Qualcosa nella sua espressione mi dice che ho il controllo, anche se sono stesa qui, nuda e immobile. Anche se sono piccola e potrebbe fare di me quello che vuole.
È questo l'amore? Sapere che esiste qualcuno che non approfitterà mai di te, soprattutto delle tue fragilità?
Mi guarda, non mi tocca subito. Aspetta, come se volesse che fossi io a fare il primo passo. Allungo una mano verso di lui e lo trascino, si abbassa su di me, le mani si poggiano ai lati della mia testa, le sue iridi verdi, la sua bocca...
«Sei sicura?» un sussurro basso, profondo.
Il nodo alla gola si scioglie piano, e con esso ogni residuo di esitazione. «Sicurissima.»
Le mie mani lo afferrano, il suo corpo si abbassa, la sua pelle contro la mia, il suo calore che si fonde al mio, il suo respiro calmo contro la mia pelle. Le sue labbra mi sfiorano il collo, scendono lungo le clavicole. Baci lenti, a fior di pelle, che diventano morbidi e bagnati, fino a trasformarsi in morsi. Il mio respiro si fa corto. Le sue mani mi accarezzano i fianchi, scivolano lungo le curve del mio corpo come se volesse imparare il percorso a memoria.
La sua bocca raggiunge il mio seno, chiudo gli occhi. Sussulto. Le sue labbra mi avvolgono, la sua lingua mi accarezza, e la sensazione è così intensa che mi scorre un brivido lungo la pelle. Non riesco a trattenere il respiro, e senza rendermene conto le mie dita si insinuano tra i suoi capelli, tirandoli. Il mio corpo reagisce da solo, come se fosse stato programmato per rispondere a ogni suo tocco. Stringo le gambe attorno ai suoi fianchi, cerco di avvicinarlo di più, di sentirlo di più.
Voglio che ogni parte di noi coincida. Voglio lasciare fuori il freddo. Il vuoto cosmico.
Ho il suo peso contro di me, la pressione della sua erezione tra le cosce. Dura, preme attraverso la sottile barriera della mia biancheria intima. È troppo, e non è abbastanza. I mie battiti si dimenano, una paura sottile mi attraversa, si mischia al desiderio che cresce.
Farà male? Tutte dicono che la prima volta è così...
Preme il bacino contro di me, e un'ondata di calore si propaga dal mio sesso fino al ventre. Il mio corpo reagisce prima della mente, premo anch'io, cerco di trovare un qualche sollievo, attenuare quello strano bisogno. Lo attiro a me con più forza, le mie labbra cercano le sue affamate. E lui mi bacia, mi fa girare la testa, placa ogni ansia.
Accarezza il mio corpo, si ferma sui fianchi, e poi afferra i bordi delle mie mutandine. Le abbassa, piano. La sua mano si infila tra le mie gambe, e in quel momento dimentico tutto.
Chi sono, chi era la persona che piangeva sull'altalena.
Le sue dita mi toccano proprio dove voglio essere toccata, scivolano lungo la mia fessura, prima lente, poi più decise. Ansimo, non riesco a trattenermi, il mio respiro si spezza, e tutto il mio corpo si tende verso di lui.
Mi bacia la guancia, le sue dita si muovono e scivolano in piccoli cerchi.
Mi risuona in testa la sua frase.
Sono diventato bravo. Se vuoi che le ragazze finiscano in fretta, devi diventare bravo.
Ora so che è vero. Mi tocca proprio dove voglio, ogni suo movimento mi fa tremare, il mio corpo risponde a ogni sua carezza, a ogni pressione. Le sue dita scendono in basso, si inumidiscono, poi tornano su, e giocherellano col clitoride.
Ma io non voglio che finisca in fretta.
Che fa?
La punta del suo pene turgido scivola lungo la mia fessura. Quando si è tolto i boxer? Mi manca il respiro per un attimo. «Joh, il preservativo...» spalanco le palpebre.
Lui sorride. «Tranquilla,» un tono pacato gli esce dalle labbra. «Non entro.»
La sensazione del suo sesso contro il mio mi fa tremare. Mi ritrovo a inarcare il collo. Il calore si accumula e tutto diventa morbido. Mi sembra di avere il velluto tra le gambe. Mi mordo un dito, cerco di soffocare un gemito, mi sta guardando. Ho le sue pupille sulle mie labbra. Sorride incantato da ogni mio gesto.
Si ferma, il suo respiro caldo contro il mio orecchio. La sua voce si abbassa, un sussurro che mi fa trasalire. «Ti va se uso la bocca?»
Sgrano gli occhi, sorpresa. «Lì?»
Lui ride piano, dolce, come se avesse appena detto la cosa più innocente del mondo.
«Voglio baciarti qui.» Preme tra le mie cosce.
Dio, Joh, tu vuoi farmi venire un infarto.
Mi spinge verso il materasso, aumenta il contatto tra i nostri corpi. Scivola in basso, con la testa tra i miei seni, le sue mani si posano sulle mie anche, mi afferrano, ferme, il suo viso si abbassa piano.
Bacia la mia pancia, la sua bocca morbida sfiora la mia pelle, e il mio corpo risponde, lo cerca. Un fremito mi attraversa, le mani affondano nelle lenzuola mentre cerco di mantenere quel controllo che sto perdendo del tutto. Non riesco a fermarlo. Jonas scende, la sua lingua lecca ogni centimetro che lo separa dal mio sesso, fino a insinuarsi tra le mie cosce. Si muove piano. Un gemito mi sfugge dalle labbra, spingo il bacino contro la sua bocca. Dio, mi sta leccando...
Il piacere mi travolge, intenso, senza darmi il tempo di capire cosa sta succedendo. Ogni movimento della sua lingua è una piccola onda morbida che mi investe, un senso di calore che sale dal basso e si propaga nella pancia. Sospiri, gemiti che non riesco a trattenere, e ogni volta lui sorride contro di me, come se sapesse esattamente cosa sto provando. Come se sapesse come farmelo provare.
«Oh Dio...» le parole escono senza controllo, il mio corpo cerca di assecondare ogni suo movimento, di avvicinarsi ancora di più alla sua bocca, di non perdere nemmeno un istante di quel senso di pace che mi riversa addosso. La mia carne vuole solo che lui la divori.
Jonas alza la testa, le sue iridi verdi sembrano sciogliersi, umide e luccicanti. «Posso farti venire così...» le sue ciglia si muovono come piccoli ventagli di piume.
Resto confusa per un istante, i pensieri offuscati dal piacere che pulsa dentro di me. «Perché?» annaspo alla ricerca d'aria.
«Così non ti farà male.» La sua voce è calma, dolce.
Mi farà male? Sì, è sicuro. Ma non importa. «Va bene anche se mi fai male,» perché questo è ciò che voglio.
Voglio te.
Jonas si alza, la fiamma delle candele ondeggia sul suo corpo, crea bagliori dorati che si stagliano contro la parete. Prende il profilattico dal cassetto del comodino, apre il piccolo involucro e lo lascia cadere ai suoi piedi.
Indossa il preservativo e si sistema tra le mie gambe, le sue mani mi afferrano per il bacino, mi avvicina a sé, il calore del suo corpo mi invade di nuovo.
Si ferma, il suo sguardo scende, le labbra si piegano in un sorriso. Prende il cuscino accanto alla mia testa e lo sistema sotto i miei fianchi. Non capisco perché lo faccia...
Si guarda intorno spaurito.
«Tutto bene?»
C'è qualcosa nella sua espressione. Paura, forse. O qualcosa di simile.
«Sono nervoso.» Le sue mani si muovono piano sulla mia pelle come se stesse cercando di calmarsi
«Perché?»
Esita, abbassa lo sguardo, lo rialza, e i suoi occhi si fanno più intensi. «Sai perché.»
«Dillo.»
«Perché ti amo e voglio che sia bello.» La sua voce è sincera, cruda, le sue ciglia sbattono, una, due, tre volte.
I miei occhi si fanno umidi. Una morsa mi stringe il petto, e per un attimo non riesco a respirare.
Lui mi scruta, quasi in attesa, aggiunge con tono incerto: «E non voglio farti male, sto cercando di capire come...»
Gli afferro il braccio e lo tiro nella mia direzione. «Vieni qui.» Stupido.
Il suo peso mi piomba addosso, lo abbraccio, spalanco le gambe e lo guido dentro di me.
Cerco le sue labbra, le mie mani si aggrappano ai suoi fianchi, voglio sentirlo vicino e che tutto il resto svanisca. Lo attiro a me. Si morde le labbra.
Ahi. La mia bocca si storce.
Okay. Qualcosa mi dice che non può entrarmi dentro. Non entra nemmeno la punta, e fa un male boia.
«Joh...» mi esce una smorfia strana.
«B.?»
Biascico un «è troppo grande.»
Joh ride. «No, giuro che non è chissà che.» arrossisce.
Che ho detto? «Però non entra.»
Con una spinta Jonas si infila dentro di me, e il mondo si blocca. Le mie palpebre si spalancano e un piccolo lampo bianco mi annebbia la vista. Il dolore è immediato, bruciante, e non posso trattenere il mugolio che mi esce dalla gola. È un suono crudo, simile a quello di un animale ferito. Fa male, cazzo.
«Scusa...» sussurra Jonas, la voce bassa, quasi soffocata. «Vuoi che mi tolgo?»
No.
Non lo lascio andare. Lo stringo, lo tengo. «Resta così,» ho il respiro affannato. «Fammi abituare.»
Le sue labbra mi baciano le guance, dolci, leggere, come se volesse lenire il dolore che mi ha procurato. «Com'è?»
Rido, un suono spezzato, tra l'ironia e la disperazione. «Come se mi avessi infilato dentro un coltello,» rispondo, e non è del tutto una battuta.
Jonas si muove, piano, una serie di piccoli movimenti che sembrano voler sondare la mia reazione. Il suo corpo si adatta al mio, la sua mano scende tra le mie gambe. Ricomincia a toccarmi. Le sue dita mi accarezzano e la percezione che il mio corpo stia per strapparsi passa. Torna quella sensazione morbida a cui si aggiunge uno strano senso di pienezza.
Il dolore si scioglie come neve al sole. Diventa calore, un calore liquido che si espande nel mio ventre, si mescola a quel dolore che ora non mi fa più paura.
Siamo solo noi, i nostri corpi che si muovono insieme, una matassa di gemiti che riempie l'aria. I movimenti diventano più veloci, più decisi, e ogni colpo del suo bacino contro il mio mi toglie il respiro.
Il fiato accelera, e una sensazione di apnea mi travolge. Non posso più respirare, non posso più pensare. C'è solo lui, solo noi, due corpi che sbattono l'uno contro l'altro, con un ritmo che cresce sempre di più, un crescendo che non sembra poter finire.
La collisione tra pianeti.
In un istante che sembra eterno, tutto esplode. Il piacere mi trascina. Non è una scarica che va all'esterno, è come se tutto implodesse, una forza che si sprigiona in ogni parte del mio corpo, che vibra, che risuona dentro di me, e arriva alla fine dell'universo conosciuto.
Non posso parlare, non posso fare altro che gemere contro di lui, e ascoltare Jonas che si perde nel mio stesso vortice.
Esplodiamo come le stelle.
Fatti di luce.
SPAZIO AUTRICE: Eccoci qui, come state? Come avete affrontato l'innalzamento delle temperature nel capitolo 40?
Siete rimaste idratate?
Bene, molto bene. Perché ora andrà male, molto male.
Raga, siamo quasi alla rovina e voglio che arriviate preparate. Siete preparate? Avete gli antidepressivi, i fazzoletti e qualcuno con cui urlare? (Lara, Liza, voi potete insultarmi in chat. Anche tutte le altre possono XD)
No, non vi sto dicendo che non avrete un lieto fine, ma a quel finale si arriverà solo sanguinando.
Ora, se vi va, mi piacerebbe chiedervi se vi siete fatte un'idea di quali sciagure potrebbero abbattersi sui nostri eroi, scrivetemele qui nei commenti, che sono troppo curiosa!
Con amore e tutto il mio sadismo
Will
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