6.
maggio 2025
Quando si bacia una persona, nel nostro corpo si ha un aumento improvviso delle endorfine, le cosiddette molecole del benessere. Ci sentiamo elettrizzati ed euforici perché l'ipotalamo e l'ipofisi ne hanno ordinato la produzione; vi sono anche altre sostanze che entrano in circolo e che ci fanno sentire più felici, fra cui dopamina, ossitocina, serotonina e adrenalina.
Inoltre, a livello corporeo, il cuore comincia a battere più velocemente, il cervello riceve una dose di ossigeno extra, il respiro diventa affannoso e le guance diventano più rosse per via della dilatazione dei vasi sanguigni.
Se un bacio diventa passionale, la produzione di dopamina aumenta in maniera smisurata, e permette alle due persone di baciarsi senza voler mai smettere.
Questo è più o meno quello che è successo.
Solo che noi non eravamo partner nuovi che si volevano immergere in una relazione insieme.
Lo baciai, lo baciai così tanto da non sapere più da quanto lo stessimo facendo. Subito dopo che le sue labbra si appoggiarono sulle mie, le sue mani finirono sui miei fianchi tentando di avvicinarmi di più ed io non riuscì a porre resistenza.
Con un colpo di fianchi spostò più indietro la seggiola del pianoforte solo per farmi sedere sopra le sue gambe per baciarlo in maniera più comoda.
Le mie mani finirono tra i suoi capelli morbidi e profumati, mentre io appoggiai la schiena, per tenermi un poco più comoda.
Mi baciò fino a prosciugarmi l'anima, fino a mettermi a testa in giù lo stomaco e poi spostò le labbra sugli zigomi; mi baciò il viso, il mento, il collo.
Il collo lo riempì di baci umidi, lenti, strazianti; leccò parte di pelle prima di farci un succhiotto sopra di esso. Passò da una parte all'altra del collo senza staccare mai le labbra dalla mia pelle mentre io gli davo tutto lo spazio possibile. Riuscì a tenere la mia mano tra i suoi capelli per il maggior tempo possibile, fino a quando l'ossigeno arrivò a mancare ad entrambi.
-"f-fermati" dissi a malincuore, rendendomi conto di quello che stavo facendo. Nonostante mi facesse sentire bene non potevo andare avanti. Lui mi ascoltò solamente e appoggiò la fronte sulla mia spalla, respirando profondamente, tentando di regolarizzare anche il suo battito cardiaco, che riuscivo a sentire per via della mia mano posta ancora sul suo petto coperto da una maglia di colore nero. Tentai di fare la stessa cosa, ma appena voltai lo sguardo trovai il mio specchio preferito che rifletteva perfettamente la posizione in cui eravamo. Più guardavo le mie labbra rosse e gonfie, più mi sentivo in colpa per quello che avevo fatto. Sentì una lacrima scendere sulla mia guancia e abbassai gli occhi verso il basso, sentendomi uno schifo.
-"non doveva andare così" dissi appena mi spostai dalle sue gambe e mi portai le mani sotto gli occhi, asciugando le parti umide.
-"non... n-no cazzo no!" esclamai nuovamente tentando di reprimere quel senso di colpa che mi stava mangiando viva ed alzai lo sguardo verso l'alto, osservando le travi del soffitto.
-"tu capisci adesso che cazzo è successo? Io.. Io... oh mio dio ho fatto un disastro! Ho seriamente fatto la puttana cristo santo" parlai di nuovo a macchinetta passandomi di nuovo le mani sul viso come un tic nervoso e sospirai, cercando ancora di respirare profondamente e calmare i miei spiriti.
-"no! Vic basta parlare! Non hai fatto tutto da sola, ti ho baciata io per primo nonostante tu mi continuavi a dire di non farlo! Sono io il coglione.." si disse da solo girandosi verso di me e portandosi una mano sul viso.
Era così deluso di quello che aveva fatto che io riuscì a leggerlo negli occhi.
-"io ho la colpa di aver continuato a baciarti e... e cazzo se ti baciavo!" alzai la voce allargando le braccia mentre delle lacrime erano sfuggite al mio controllo ed avevano toccato il suolo.
-"noi..."
-"noi niente! Non volevo rovinare così presto tutto... mi piaceva l'amicizia che avevo con te"
-"non metterci un paletto, aspetta Victoria ti prego. Non affrettare troppo la cosa"
-"sì che lo metto! Non... non posso guardarti e dimenticarmi di quello che ho fatto. Tu sei fidanzato e la ami ed io non sono niente quindi non... non p-posso..." non terminai la frase perché essenzialmente non volevo che la conoscenza con Charles si fermasse a quel punto, non volevo mettere fine a causa di birre bevute in più. Era... era una fine stupida.
-"penso di essere attratto da te. Dopo... un mese, che ridicolo... è talmente impensabile che è vero! Non ho fatto altro che pensare a scuse così tanto stupide ed usare i miei amici come pedine per coprirmi mentre io venivo da te. Lei non sa assolutamente niente di questa storia e mi sento un idiota ad essermi comportato così. Mi sento idiota ma lo rifarei altre mille volte! Ed è questo il problema"
Singhiozzai come una bambina senza il suo pupazzo preferito e non vidi altro che le sue mani appoggiarsi sulle mie guance dolcemente e puntare le sue iridi sulle mie. Alzai la mano non per allontanarlo, ma per appoggiarla di nuovo sul suo petto, tra le costole per sentire l'adrenalina che veniva pompata al suo cuore e per sentire il suo battito. Era aumentato a dismisura.
No, non andava bene.
-"questo è un altro problema" sussurrò guardando la mia mano e sospirò, allontanandosi da me.
-"oh Charles..."
-"mi piace il mio nome detto da te" sussurrò allontanandosi ancora di più e guardando fuori dalla finestra.
-"sei entrata nella mia vita di punto in bianco, senza nemmeno aspettarmelo ed ora... ed ora io mi sto prendendo una cotta enorme per te che continua a crescere senza fermarsi. Tu... Victoria che cosa provi quando mi guardi?" Aggiunse poco dopo lui, con un tono che vacillava tra il triste ed il disperato.
-"attrazione" risposi senza alzare gli occhi su di lui.
-"ho l'ossessione di stare con te, ti penso, ti cerco, mi... mi sento presa da te" continuai sedendomi sul bracciolo del divano raccogliendo le gambe al petto ed appoggiando la testa sulle ginocchia, volta per guardare finalmente la sua faccia, concentrata e aggrottata verso la terrazza.
-"possiamo uscire e parlarne qua fuori? È... è bello in dondolo" disse con voce tremante ed io annuì, sperando che l'aria fresca mi avrebbe schiarito le idee e risanato il cervello.
Mi alzai per aprire la finestra e lui mi seguì a ruota, uscendo insieme a me.
Sentì il suo respiro sulla pelle scoperta della mia spalla.
Mi sistemai sul dondolo, nell'angolo sinistro, in modo da distendere un poco le gambe mentre lui si sistemò sulla linea di cucitura che divideva il sedile centrale con quello sulla destra, tenne le gambe un poco più aperte del solito e guardò il mare calmo. Ascoltai l'acqua scontrarsi con le travi che sorreggevano il porto e la mia casa mentre cominciai a farmi girare tra le dita l'elastico dei miei pantaloncini. Il sole era oramai calato sotto il livello del mare e solo le stelle potevano illuminare quella serata così strana che stavamo vivendo; la piantina aveva preso acqua a sufficienza e rimaneva penzolante e dondolante, forse senza nemmeno accorgersi della tensione che vi era tra me ed il ragazzo accanto.
-"raccontami di te Vic" mormorò con voce bassa Charles, spostando lo sguardo finalmente verso di me e avvicinandosi un po' di più.
-"lo sai che vengo dal Belgio... ed i miei genitori non apprezzano quello che sto facendo..." raccontai vagamente, non mi andava di raccontare tutta la mia vita... era noiosa, triste e senza molto amore.
-"di più, questo già lo so" mi disse appoggiando la sua mano sulla mia gamba, dolcemente.
Io rabbrividì per un attimo guardandolo.
-"Charles..."
-"Victoria... fammelo fare" mugolò lui guardando la sua mano ed io annuì.
-"mio padre lavora nella finanza, è amico stretto della famiglia reale e spera che qualche giorno diventerò moglie del figlio del principe... mia mamma é un architetto ed io... io sono un vigile del fuoco. Non sono mai stati d'accordo sotto questo punto di vista e difatti non vogliono saperne nulla di me."
-"hai fratelli e sorelle?"
-"no" tagliai secco, non avrei mai parlato di mio fratello in pubblico, non ancora, non ero pronta.
-"mh non ne vuoi parlare?" disse dolcemente fermando la mano sulla mia gamba per attirare la mia attenzione e guardarmi.
Io scossi la testa come una bimba posta nell'angolo e abbassai gli occhi, tristemente.
-"va bene, non ti preoccupare... anche io vorrei parlarti di una cosa, ma non riesco... non mi sento pronto..." miagolò a voce bassa ed io sorrisi dolcemente, prendendogli la mano e poggiando le mie dita sulle sue.
-"non devi sforzarti di parlare di qualcosa se non riesci, deve essere qualcosa che viene naturale. Non ti preoccupare nemmeno tu se noinriesci" ridacchiai come se fossi più sollevata.
Ma la realtà era che non sapevo quale piega avrebbe preso quella serata, a quale conclusione noi saremmo arrivati.
Non sapendo come, io mi ritrovai nuovamente con la testa sulla sua spalla e le sue gambe avevano dato inizio al dondolare tranquillo, così noi andavamo avanti e indietro lentamente, cullati dal vento.
Chiusi gli occhi per un attimo, come per assaporare quel senso che sapeva di libertà; libertà che non sarebbe durata a lungo perché poi io avrei preso la mia vita e lui la sua.
-"se lo facessi di nuovo..."
-"Char..." venni interrotta dalla sua mano.
-"tu ti tireresti indietro?"
-"sì"
-"perché?"
-"per... per la situazione in cui sei. Hai una vita... felice insieme alla tua fidanzata ed io sono solo un intralcio da far sparire il prima possibile. Non lo farei per questo."
-"quindi vorresti baciarmi"
-"forse"
-"e tu?" domandai curiosa, non dovevo essere sempre io quella messa a rispondere alle domande.
-"tu lo faresti?" aggiunsi.
-"sì, lo farei. Vorrei baciarti di nuovo"
-"non lo faremo Charles" sentenziai abbassando la voce.
-"non lo faremo" disse con un pizzico di rassegnazione nella voce e rimase così ad accarezzarmi il braccio.
Ci addormentammo su quel dondolo, credo proprio che passammo tutta la notte a dondolare lentamente mentre il suo braccio mi accarezzava la pelle. Riuscì a svegliarmi prima di lui e ovviamente preparai la colazione per lui, non ero una persona menefreghista e gli volevo bene... per quello che si poteva dopo un mese e dopo un bacio decisamente passionale.
Tentai di aprire il cassetto per i biscotti idonei ma un ragno - un maledetto ragno - si era posizionato con le sue zampette sulla maniglia per l'apertura e lanciai un urlo.
Scoperta: avevo paura dei ragni.
-"Charles!" urlai correndo di fuori e lui quasi rotolò giù dal dondolo, svegliato malissimo dalle mie urla.
-"eh sì dimmi sono sveglio" esclamò alzandosi in piedi barcollando leggermente, con i capelli tutti spettinati e la maglia tutta storta.
Scoppiai a ridere.
-"l'hai fatto apposta?!" domandò leggermente irritato e incrociando le braccia, mettendo il broncio sul viso.
Era tenerissimo.
VICTORIA.
-"in realtà mi serviva il tuo aiuto perché mi sono spaventata ma ti sei alzato in maniera così buffa da farmi ridere" dissi avvicinandomi a lui.
-"posso?" domandai di rito.
-"certamente" accennò un sorriso mostrando la fossetta e io allungai le mani sulla sua maglia per girarla meglio e sistemare il collo, passai una mano tra i suoi capelli ma li lasciai ancora molto mossi.
Stavano meravigliosamente.
-"okay ora sei apposto"
-"dimmi principessa spaventata, perché hai bisogno del mio aiuto?" chiese entrando in casa ed io lo seguì a passi brevi.
-"un ragno" mormorai rimanendo sull'uscio della finestra.
Lui cominciò a ridere fortissimo.
-"non prendermi in giro!" Esclamai pestando i piedi e assottigliando gli occhi.
-"fammi capire... tu, strabiliante vigile del fuoco che si butta in mezzo alle fiamme per salvare la gente, che arriva a due centimetri da una possibile esplosione, hai paura di un minuscolo ed insignificante ragno?"
-"sì. Tutti abbiamo delle paure ed io non vedo motivo per cui non dovrei averne" ribattei convinta, rimanendo appoggiata ancora alla porta finestra.
Lui rise di nuovo, facendo sì che le mie guance diventassero di un colorito simile a quello di un pomodoro bello maturo.
-"diventerò il tuo salvatore" ridacchiò avvicinandosi e la sua espressione tramutò in sorridente a schifata.
-"la tua faccia mi tranquillizza sai" dissi sarcastica e lui alzò il dito medio ridendo.
-"stronza"
Io risi divertita e mi avvicinai per consegnargli in asta di ferro con un retino in fondo ad essa.
-"fallo salire su qua"
-"aiutami"
Mugolai contraria ma mi avvicinai comunque, mettendo una mano sulla sua per sorreggere l'asta.
Appena il ragno salì, si spostò velocemente sulla terrazza per schiacciarlo con tutta la sua forza possibile e poi rientrò in salotto con un sorriso fiero di se stesso.
-"l'ho fatto! Hai visto che roba? Sono stato fenomenale" esclamò saltellando ed io lo ringraziai molteplici volte.
Lui mi diede una mano con la colazione nonostante io continuassi a rimproverarlo; in fin dei conti era ospite a casa mia.
-"ssh silenzio"
-"Charles.. dai"
-"no."
-"si."
-"no."
Io sbuffai e lo lasciai fare, scuotendo la testa non d'accordo con lui.
Il mio cerca persone suonò una volta e purtroppo cominciava il mio turno.
Non sapevo cosa fare con lui, non pensavo rimanesse ancora per molto dentro casa mia.
-"io devo andare, prenditi tutto il tempo che ti serve e... il secondo paio di chiavi è sotto la piantina vicino allo specchio... basta alzare il vaso" Lo guardai raccogliendomi i capelli in una coda bassa e lui annuì.
-"mangia questa prima" mi porse una brioche al cioccolato presa dal cassettone ed io sorrisi dolcemente.
-"grazie"
Presi una felpa pesante a causa del brutto tempo che si stava avvicinando e misi il primo paio di scarpe trovato in giro.
-"fa attenzione" mi comunicò bevendo un po' di succo presente nel frigorifero e poi mi ringraziò per lasciargli tempo di rimanere nella mia abitazione.
-"ah aspetta" mormorò sottovoce avvicinandosi.
Lo guardai aspettando che dicesse qualcosa, solitamente accade così.
Ma lui non disse niente, non mi ringraziò ancora una volta come aspettavo; mi diede un bacio a stampo sulle labbra con un piccolo sorriso furbo e le mie guance diventarono ancora rosse.
-"l'ultimo" disse soffiando sulle mie labbra ed io non seppi come rispondere.
L'ultimo.
**
Eccomi come ogni lunedì❤️
Spero vi piaccia, alla prossima :)
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