5.
26 maggio 2025
Il labirinto non mi ha mai affascinato più di tanto. Perdi la cognizione del tempo, dello spazio, non sai più come muoverti e non sai più dove andare.
Inizi a ripetere le stesse strade, vedere la stessa cosa ovunque, trovare una strada senza uscita, non riuscire ad arrivare alla porta che da libero accesso all'esterno. Le allucinazioni sono il primo sintomo di chi non riesce più a resistere in un labirinto.
Il nostro incendio di livello cinque era situato in una azienda enorme, con scaffali altissimi pieni di metallo ed altri materiali.
L'incendio si propagava velocemente ed io ero bloccata in una serie di corridoi che non riuscivano ad avere una fine.
-"Dean ti prego" sussurrai appoggiandomi al muro.
-"ehi ehi! Victoria forza che ce la fai" mi urlò sotto la maschera per l'ossigeno.
L'avevo anche io, ma io ero dentro da molto più tempo di lui ed il mio ossigeno scarseggiava.
-"ho bisogno di fermarmi" Socchiusi gli occhi, stanca.
-"non ti puoi fermare Vic! Non adesso! Dai andiamo" accentuò alzando la voce cercando di incoraggiarmi, ma la verità era che le mie gambe non reggevano più.
L'aria era carica di anidride carbonica, nessuno aveva intenzione di ventilare il soffitto visto che era instabile ed il condotto di ventilazione era bloccato.
Socchiusi gli occhi leggermente prima di trattenere il respiro per non usare quell'ossigeno che ancora mi serviva.
-"Lacroix rispondimi" mi parlò Maya dalla radio, volendo sapere le mie condizioni.
-"sto... sto bene" dichiarai apertamente tirandomi in piedi. Osservai attentamente Dean negli occhi e lo pregai di portarmi fuori come io avrei fatto con lui.
-"uscite da lì. Il più presto" mi disse solamente, con un tono misto tra il deciso ed il preoccupato.
Dean mi guardò negli occhi e allungò la sua mano verso di me, come fosse un ancora di salvataggio, e la afferrai con tutte le forze disponibili. Gli altri della mia squadra probabilmente erano in giro per l'edificio oppure erano già usciti. Ci si muoveva sempre in due, per assicurarsi che nessuno si sarebbe perso, ma in questo caso quel metodo non funzionava.
Eravamo in due, ma ci eravamo persi a nostra volta.
-"che ore saranno?" Domandai afferrando la sua mano e tenendola stretta. Ci eravamo promessi di farlo per sostenerci a vicenda ed io non l'avrei lasciata per nessuna maniera.
-"non lo so, sicuramente mattina presto. Sono ore che siamo qua"
Mi venne solamente da annuire in situazioni di questo tipo e mano nella mano con Dean cominciammo a camminare in tondo di nuovo per cercare una via di uscita mentre l'aria cominciava a farsi sempre più scura e l'ossigeno scarseggiava ogni secondo più.
Improvvisamente caddi a terra, senza più riuscire a reggermi sulle gambe e quasi mi venne da piangere, pensando a quale fine lurida ero costretta a subire.
Almeno, morire con onore mi avrebbe fatto più felice.
-"Victoria! Eh no dai resisti, rimani con me" urlò Dean guardandomi negli occhi ed io scossi la testa, senza riuscire più ad alzarmi.
Poi ci fu come una sorta di luce in fondo al tunnel visto che qualcuno aprì la porta per un millesimo di secondo rilevando una enorme quantità di luce presente al di fuori di quelle mura.
Uno spiraglio imperdibile, peccato per le mie gambe e per i miei polmoni.
-"non riesco Dean"
-"non hai mai mollato Vic! Non conosco una Victoria che molla, non sei tu. Forza e alzati" urlò di più avvicinandosi a me con forza e facendomi alzare il busto, tenendomi sulle ginocchia.
-"Dean non riesco più" sospirai piano, respirando quel poco che serviva.
Lo vidi socchiudere gli occhi un attimo prima di alzarsi, allungare le braccia e prendermi in braccio in maniera tale da riuscire a sostenermi.
-"Dean.."
-"non lascio mai un mio compagno di squadra da solo, né tanto meno una persona fidata come te" disse chiaro e tondo camminando il più possibile verso quello spiraglio di luce visto in precedenza e quando riuscì a raggiungerlo, aprì finalmente la porta ed in un batter d'occhio riuscimmo a trovarci all'esterno di quell'edificio.
Esperienza terrificante.
Sentì subito Zoe corrermi incontro di fretta e togliermi in maniera poco carina la maschera dell'ossigeno facendomi finalmente respirare dell'aria.
-"oh mio Dio finalmente" dissi respirando a pieni polmoni lasciandomi più libera e rilassata.
-"sisi certo adesso metti questa mascherina" si impuntò in maniera decisa ed io miei il broncio prima di indossarla. Mi faceva respirare meglio, senza ombra di dubbio, ma non vedevo l'ora di togliermi qualsiasi oggetto dalla faccia e respirare per conto mio.
Rimasi seduta sul bordo dell'ambulanza con la mascherina tra le mani ed appoggiai la testa sulla portiera aperta per trovare una posizione un poco più comoda e per non ritrovarmi con un mal di schiena doloroso.
Guardai finalmente l'orologio, che segnava le otto del mattino e alzai gli occhi verso il sole che illuminava la cittadina francese di cui non sapevo il nome. Li chiusi ed assaporai per un attimo il calore sulla pelle e sul mio viso, che mi scaldò e che mi rassicurò.
Appena tolsi anche la mascherina dell'ossigeno mi alzai per guardarmi in torno e per un secondo, per un millesimo di secondo ci sperai così tanto da arrivare quasi a vederlo.
Lui mi avrebbe chiamato, magari si era solo addormentato.
-"cerchi qualcuno?" Domandò improvvisamente Zoe, affiancandosi a me ed io scossi la testa prontamente.
-"no, nessuno" risposi sospirando, e lei non la bevette nemmeno un po', ma mugolò solamente e non fece ulteriori domande.
Per fortuna.
Victoria é sicuro che non pensa a te, smettila di pensarci.
Tentai di ripetermi svariate volte fino a convincermi e poi lasciai il telefono dov'era, sarebbe stato meglio così.
Ovviamente non riuscì a resistere nemmeno cinque minuti e lo presi in mano, scorrendo i messaggi che mi erano arrivati. Sorvolando quelli preoccupati e soliti di Cristina - nonostante sapesse perfettamente come io durante il servizio non riuscivo mai a rispondere - in cui mi chiedeva come stesse andando la situazione, notai un messaggio di Charles.
Era un messaggio, ma mi lasciò una lieve sensazione di sollievo e mi scombussolò non poco lo stomaco.
Il mio cuore cominciò a battere un poco più velocemente e dovetti togliere lo sguardo per metterlo su un'altra attenzione per calmarlo.
No, non andava bene così.
@charles_leclerc
quando hai terminato chiamami, se mi sarò addormentato ti risponderò lo stesso.
fai attenzione.❤️
Lo chiamai, immediatamente, come un gesto meccanico e come potevo ben aspettarmi, non rispose. Ci riprovai una seconda volta, promettendomi che non lo avrei più chiamato se quei secondi non avessi sentito la sua voce. Ero intenta a premere la cornetta rossa per terminare ancora quella chiamata ma sentì la sua voce arrivare dall'altra parte del cellulare e mi spuntò un sorriso spontaneo sul volto.
-"ehi! Ciao super eroina" disse quasi urlando, ansimante nello stesso tempo e io aggrottai la fronte, stranita.
-"Ciao Charles" ridacchiai
-"tutto bene?" aggiunsi subito dopo.
-"sì! Sono crollato giù dal letto di corsa"
-"ti sei fatto male?" chiesi spontaneamente.
-"no" lui ci mise un po' prima di rispondere ed il suo tono si addolcì moltissimo.
Potei pensare che stesse sorridendo ma non volevo illudermi troppo.
-"volevo rimanere sveglio ma sono crollato come un poppante con la bava sul divano... è stato imbarazzante" commentò schifato ricordando la sua nottata ed io scoppiai a ridere.
-"imbecille" commentai scherzosamente appoggiandomi alla nostra vettura.
-"apprezzo il tuo complimento" rise.
-"tu piuttosto stai bene? È andato tutto bene?"
-"sì, sono viva, siamo tutti vivi, è andato tutto alla grande"
-"okay sono contento" ridacchiò.
-"se ti ho svegliato scusa, torna pure a letto se vuoi" dissi sinceramente, sentendomi un poco in colpa.
-"non" provò a parlare ma in sottofondo sentì qualcosa dondolare e cadere a terra.
-"non preoccuparti per me, sto bene"
-"che cosa hai fatto?"
-"un vaso... lascia stare" ridacchiò e io sentì una finestra aprirsi.
-"riesci a stare fermo?"
Lo sentì ridere moltissimo e immaginai la sua mano passarsi tra i suoi capelli.
-"no, per niente" mi rispose divertito ed io non riuscì a fare altro che a sorridere.
Come potevo anche aspettarmi, il viaggio di ritorno verso la caserma fu pieno di domande che riuscì ad evitare per bene, lasciando risposte singole.
Zoe decise di rimandare ancora una volta il discorso e la parentesi "pilota di formula uno" ad un momento più lucido per entrambe, visto che eravamo stanchissime entrambe ed io non avrei mai potuto ragionare per bene su un discorso di quel tipo.
Arrivai nella mia dolce house boat dopo quattro ore di viaggio interminabili e dopo essermi levata quella uniforme pesante mi abbandonai ad una doccia così rilassante da farmi rilassare tutti i muscoli e da sciogliere i nervi.
Prima di tutto questo, dormì diverse ore.
Mi raccolsi i capelli nell'asciugamano e li sistemai a roba turbante prima di indossare una maglia larga e dei pantaloncini appositi.
Accesi la radio ed ordinai una pizza, che cercai di consumare insieme a una bottiglia di birra fresca che conservavo appositamente nel frigorifero.
Mi piaceva bella fresca.
La mia cena in solitudine venne interrotta dal campanello posto fuori dalla porta di casa mia e borbottai, alzandomi dal mio comodo divano.
-"chi.." feci per aprire e ai miei occhi si materializzò Charles.
Oh, di soppiatto che ti trova in questo stato così pietoso da far paura.
-"c-ciao Charles" la mia voce risultò tremante.
-"ciao Vic" sorrise raggiante, con ancora altre bottiglie di birra tra le mani ed un altro cartone di pizza.
I suoi capelli erano perfetti... lui era essenzialmente perfetto.
-"è uscita bene come sorpresa?"
-"sì beh... direi proprio di sì" ridacchiai scuotendo la testa per lasciarlo entrare in quella che era la mia abitazione.
-"wow, ho sempre sognato una house boat"
-"particolare vero?"
-"sì!" Sorrise guardandosi attorno, tenendo ancora il cartone della pizza.
-"questo facciamo che lo dai a me"
-"si scusa" rise consegnandomelo tra le mani e sentì le sue dita sfiorare le mie. Un brivido percorse la mia schiena.
-"sai che sei bellissima?" Mi guardò lui ad un certo punto ed io mi fermai, guardandolo con le guance che andavano a fuoco. Diventarono ovviamente rosse.
-"grazie" riuscì a dire con voce flebile ed un poco tremante, mentre lui mi rivolse uno dei sorrisi più belli del mondo.
È fidanzato Victoria.
Ricordatelo.
Quando lui terminò il giro turistico per casa mia si sedette accanto a me e dividemmo quella pizza ancora a metà, bevendo un poco più di bottiglie di birra rispetto a quelle che teoricamente dovevano servire per far rimanere una persona lucida di mente.
-"da piccolo suonavo, suonavo taaante cose, come la chitarra" sbiascicò ridacchiando.
-"ah sì? Sarei curiosa di sentirti" Dissi in tutta sincerità, mentre la mia mano diventava gelida a causa della bottiglia che stringevo.
Ne bevvi ancora un sorso.
-"nah, non sono bravo"
-"ma non mi dire, non ti credo" sorrisi guardandolo, mentre la mia testa era appoggiata sulle sue gambe e la sua mano si muoveva tra i miei capelli, ancora molto umidi.
-"vorrei dimostrartelo... so suonare anche altro!"
-"del tipo?"
-"mmh, il pianoforte"
-"é davanti ai tuoi occhi fiorellino" indicai con un dito poco fermo il pianoforte nero posto nel salotto, bevendo ancora un altro sorso di birra.
Non ragionavo più lucidamente e non ricordai i suoi messaggi in cui mi raccontava di saperlo suonare.
-"allora vado!" Ridacchiò esclamando ad alta voce alzando le sopracciglia ed io alzai la testa solo per farlo scendere da dove ci eravamo sistemati.
Lui tossì schiarendosi la voce ed io, girata a pancia in giù, cominciai ad osservarlo.
Mentre suonava, i miei occhi passarono dalle spalle, ai suoi muscoli tesi, alle braccia, a come muoveva il corpo e a quelle mani che sembravano fatte apposta per suonare quei tasti. Io ascoltai, con la testa appoggiata sul cuscino, forse persa più nel guardarlo che per via della melodia.
Terminai la bottiglia, la appoggiai per terra e mi alzai barcollante solo per raggiungerlo e prendere una di quelle sedie che stava in cucina.
In realtà non mi sedetti su di essa, la usai come appoggio per osservarlo meglio mentre suonava.
Aveva un sorriso dolce e spontaneo sul volto ed io osservai solo quello per il resto dei minuti che passavano.
-"hai mai suonato a quattro mani?" chiese curioso, spostando la sedia per avvolgere la sua mano sul mio braccio e portarmi vicino a sé, ed automaticamente mi sedetti sulla seggiola posta davanti al pianoforte.
Provammo sicuramente a creare una melodia ma quello che risultò fuori furono solo un ammasso di tantissime note stonate e risate a non finire da parte di due ubriachi che non facevano altro che tenersi le mani una sull'altura e suonare tasti a piacimento.
-"siamo piuttosto bravi" commentai con aria molto soddisfatta
-"oh si ci prenderanno di sicuro ad ogni talent show" rise lui dandomi corda e piano piano, senza nemmeno rendermene conto, mi ritrovai faccia a faccia per la prima volta con quel ragazzo che mi aveva scombussolato tutte le idee.
La vicinanza era minima, potevo sentire il respiro disconnesso solleticare le mie labbra leggermente schiuse e poi potevo sentire la sua mano poggiarsi sulla mia gamba sinistra, piegata verso il suo corpo.
-"non possiamo" sussurrai abbassando gli occhi.
-"fare cosa?"
-"questo"
-"sì che possiamo" mormorò con voce flebile e roca, senza muovere di un solo millimetro la sua testa.
Sentivo tranquillamente i miei sensi tremare ogni qual volta che lui respirava, perché la sua aria finiva sulla mia pelle.
-"non è vero, tu.. tu non.."
-"ssh ci siamo io e te" borbottò alzando un dito dalla mano per poggiarlo sulle mie labbra.
-"io dico che..." cercai di formulare una frase mentre il mio cervello era in pappa e si concentrava solo su quel dito poggiato sulle mie labbra.
Avrei voluto facesse di più, lo ammetto.
Come se sentisse i miei pensieri, quel dito cominciò a muoversi seguendo il contorno della mia bocca e accarezzando con il polpastrello le mie labbra, schiuse e bagnate dalla mia stessa lingua che ci era passata sopra poco tempo prima.
-"io dico che tu parli troppo" mugolò a voce ancora più bassa sporgendosi di più e levando il dito solo per sostituirlo con le sue labbra.
Non era così che doveva terminare quella serata.
O forse sì.
***
TANTANTAAAN
Eccomi come ogni lunedì con un nuovo capitolo❤️
Ci tengo tantissimo e sono contenta che la seguiate, qualsiasi numero sia.
Vi ringrazio tantissimo per il tempo dedicato a me.
Spero vi piaccia🥰
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