3.
25 maggio 2025
-"Victoria... Victoria ehi! Bel sedere, alzati"
Il mio tranquillo e magnifico sogno in riva al mare con i granchietti rossi e le collane hawaiane al collo si era infranto dalla voce squillante di Cristina, che riuscì a riconoscere immediatamente.
Aspettate... che cosa fa Cristina in casa mia?
Aprì gli occhi alla velocità della luce quando mi accorsi della sua presenza e quasi saltai in aria come una molla.
-"che cosa ci fai tu qua?" esclamai immediatamente. Furono le prime parole che uscirono dalla mia bocca.
-"grazie per l'accoglienza eh"
-"non posso darti una accoglienza meravigliosa dal momento che mi hai fatto prendere un infarto e sei entrata in casa mia di soppiatto senza nemmeno avvisarmi"
-"ti preoccupi che io veda il disordine?" disse ironica muovendosi nel salotto.
-"no, mi preoccupo di come tu abbia scassinato la porta così in silenzio"
-"avevo le tue chiavi... me le hai doppiate apposta" disse allargando le braccia, facendo scrollare i capelli ricci.
-"ah sì... sì certo" sussurrai distrattamente, cercando di svegliare il mio cervello completamente. Intanto, lei rimaneva con lo sguardo fisso su di me e le braccia incrociate - segno che doveva dirmi qualcosa.
-"che cosa è successo tra te e Charles?" domandò lei dopo alcuni minuti di silenzio. Ecco appunto. Nel frattempo io mi ero mossa verso la cucina per preparare una buona colazione prima di cominciare il turno. Feci cadere involontariamente il cucchiaio nella tazza di latte.
-"come scusa?" domandai incredula, voltando il viso verso di lei e alzando leggermente la voce, con un tono nettamente sorpreso.
-"tra te e Leclerc. Sai, lavoro nella sede di Maranello quindi so tutti i gossip che riguardano piloti e componenti del team, ed il monegasco non fa altro che parlare dei tuoi occhi azzurri" Mi venne spontaneamente da ridere.
-"non è successo proprio niente, l'ho solamente protetto mentre svolgevo un turno di lavoro. Mi ha scritto per ringraziarmi ancora e basta" ridacchiai prendendo uno straccio per pulire il piano cucina dalle gocce cadute.
-"solo questo?" sbuffò leggermente.
-"sì Cris, solo questo." conclusi il discorso appoggiando il resto della colazione sul tavolo dietro di me e mi sedetti, facendo versare successivamente i cereali.
-"tra una settimana sarò di nuovo a Monaco per il gran premio, posso rimanere qua?" Annuì solamente, accennando un sorriso e lei come niente si prese la stanza, mettendoci dentro tutto a modo suo.
Non raccontai tutto a Cristina, e da una parte mi dispiaceva. Lei era come una sorella per me, era la figlia del migliore amico di mio padre, quindi ci mettevano insieme nello stesso passeggino praticamente. Quel giorno la mia testa pulsava terribilmente, e non avevo voglia di raccontarle tutto il resto, probabilmente per non subire le sue urla o il suo interrogatorio di terzo grado.
La verità era che lo scriversi con il pilota della Ferrari era estremamente frequente, la tendenza era di circa ogni giorno se trovavamo il senso giusto.
Lui era occupato con il gran premio, io con i turni strambi alla caserma che potevano prolungarsi per ore.
Tutto quello che sapevo al momento erano il suo colore preferito - il rosso - , e il giorno del suo compleanno - il 16 ottobre - .
Inoltre, gli piacciono le canzoni molto deprimenti, non sa cucinare e passa le ore a suonare chitarra e pianoforte, nonostante non si ritenga bravo. Ha due fratelli ma un sacco di zii, visto che le famiglie dei genitori sono decisamente molto numerose. Non mi ha accennato altro, evidentemente non vuole parlare molto della sua famiglia.
Come me, appunto.
I miei pensieri ed il mio movimento con il cucchiaio in mezzo ai cereali venne interrotto dal mio cerca persone, che suonava un intervento rapido da parte della mia caserma. Lasciai tutto sul tavolo.
-"Cris sistema tu, grazie! Ti voglio bene ora vado" urlai solo prima di chiudermi la porta alle spalle e presi la mia macchina di fretta.
Ero seriamente uscita dalla mia abitazione in pigiama... okay sorvoliamo questo particolare.
-"wow Vic, in pigiama. Mi stupisci" commentò Jay ridendo, consegnandomi con un sorriso sarcastico e divertito la mia uniforme apposita.
-"è già meglio, l'ultima volta eri con la maschera del viso in faccia" ricordò Zoe dandomi l'elmetto ed io salì di fretta dietro al posto del guidatore.
-"sempre così simpatici nel portare in superficie queste cose" assottigliai gli occhi ansimando leggermente per via della corsa e di quanto stessi facendo le cose di fretta.
-"voi come siete arrivati prima di me?"
-"noi non abitiamo in una house boat dall'altra parte della città"
-"smettetela di insultare la mia casa che quando avete problemi personali prendete una birra e vi mettete sulla mia terrazza a contemplare la superficie dell'acqua e ad immaginare il vostro futuro" borbottai incrociando le braccia ed assottigliando gli occhi.
-"wow una volta dovrei proprio venire da te Vic"
-"no Dean, non ci provare. Sono gelosa della mia abitazione"
Lui si fece pregare in tutti i modi possibili, unendo le mani come se fossero in segno di preghiera e cercando di fare gli occhi dolci diventando la brutta copia de Il Gatto con gli Stivali.
Scossi la testa decidendo di dargli una risposta a termine del turno e quando arrivammo sulla scena dell'incidente, io e Zoe ci ritrovammo di nuovo in coppia. Io tenevo la manichetta per spegnere l'incendio da una parte mentre lei dall'altra, così parlavano schiena verso schiena praticamente urlando.
-"come va con Charles?!" urlò ridacchiando.
-"Perché tutti questa domanda?!"
-"perché vogliamo sapere!" disse lei ovvia.
-"volete o tu vuoi sapere?"
-"mi sembra una risposta molto scontata!"
-"ti dirò se accadrà qualcosa" risposi solamente, terminando di spegnere l'incendio e chiudere il getto di acqua.
-"a proposito, tu con quell'altro?"
-"ti dirò quando accadrà qualcosa" rispose a tono ridendo ed io sussurrai uno "stronza" divertita, arrotolando la manichetta per farla tornare indietro.
Tornati in caserma, l'intervento era risultato molto più facile del previsto e tutti riuscimmo a prenderci una pausa e fare un bellissimo pranzo tutti insieme, visto che era l'anniversario della caserma. Jay si era improvvisato cuoco mentre Charlene era riuscita a creare una tavola molto imbandita e con i tovaglioli abbinati al porta bicchieri.
-"dove li hai trovati questi?" ridacchiò Maya prendendoli in mano.
-"sono gli scarti della festa di compleanno di mio fratello, bisognava usarli in qualche modo e quindi li ho portati qua"
-"ah certo" rise rimettendolo al suo posto è piegandolo nella maniera giusta, seguendo la linea di prima.
-"Brindisi!" urlò Benjamin di punto in bianco alzandosi dalla sedia.
-"occhio che cadi così" lo rimproverò Dean rimanendo con i piedi per terra e non sospeso su un pezzo di plastica.
-"ssh zitto... dicevo, brindisi a noi, alla nostra squadra e soprattutto alla nostra caserma!" esclamò tutto gongolante e senza aggiungere altro alzammo i bicchieri in alto per poi bere tutto in un solo sorso.
-"e vole..." la sua voce venne improvvisamente interrotta dal campanello, che segnalava l'entrata di qualcuno. Charlene si offrì volontaria per andare a vedere chi fosse, e tutti guardammo successivamente la porta, per cercare di ricevere più informazioni possibili.
Quando tornò - ci mise circa cinque minuti buoni - stava saltellando come una bimba al parco giochi ed aveva un sorriso enorme sul volto.
-"ti hanno finalmente comprato il cagnolino?" domandò ironica Zoe, coprendosi la bocca con il tovagliolo per non sputare giù.
-"no" lei fece il broncio.
-"sorpresa per Victoria" riprese a gongolare subito dopo.
-"che vuoi dire?" domandai confusa, alzandomi immediatamente. Sentivo nello stesso tempo gli occhi di Benjamin addosso, come se volesse dare la colpa a me per aver interrotto il suo discorso.
Riuscì a malapena a compiere due passi prima di trovarmi un Charles estremamente sorridente davanti a me con una scatola tra le mani.
-"ciao Charles!" esclamai piacevolmente sorpresa, riuscendo a sfornare uno dei miei sorrisi più sinceri.
Era come una sorta di gioia averlo qui.. anche perché mi avrebbe sollevato dalle grinfie dell'americano che non vedeva l'ora di urlare al mondo intero che io ero l'amore della sua vita e che nello stesso tempo è stato rifiutato... sempre da me ovviamente.
Lo sentì brontolare in sottofondo mentre il monegasco fece un cordiale saluto a tutti quanti presenti nella caserma.
-"ciao Jay" lo salutò con una punta di sarcasmo e lui per un primo momento assottigliò gli occhi, prima di rendersi conto che fosse uno scherzo.
-"buondì Charles" ricambiò lui scuotendo leggermente la testa.
Poi riprese a parlare con me, mentre tutto cercavano di ascoltare.
-"ti ho scritto stamattina ma non mi avevi risposto.. ero convinto che tu avessi il turno più tardi oggi, e non rispondendomi mi sono un pochino preoccupato quindi sono venuto a cercarti per sapere se... se fosse tutto okay" disse un tantino imbarazzato, passandosi una mano tra i capelli.
-"sì scusa, ho lasciato il telefono a casa ed avevo una chiamata d'urgenza... mi dispiace per non averti avvisato" mi scusai immediatamente, accennando un sorriso un poco divertito per via delle sue guance che stavano prendendo un colore simile a quello della sua macchina.
-"oh okay, meglio così... senti ti... ti ho portato queste. Sono della migliore pasticceria a Montecarlo e so che ti piacciono... perché me lo hai detto" lo vidi ridacchiare e notai, forse per la prima volta così attentamente, le due fossette che venivano a crearsi sulla sua faccia.
Erano veramente tenerissime, lo rendevano un orsacchiotto da stringere.
-"che cosa sono?" domandai curiosa, sentendo un particolare profumino arrivare alle mie narici.
-"sono dei particolari bignè creati solo con del pistacchio. C'è la crema all'interno e il rivestimento all'esterno..."
-"oh mio Dio grazie!" esclamai come se fossi nell'iperuranio, con gli occhi brillanti. Stavo solo cercando di non saltellare come un canguro.
Lui non contribuiva a calmarmi, anzi, quella felpa bianca abbinata ad una bandana - strano eh - dello stesso colore ed un paio di jeans scuro lo rendevano ancora più attraente di quando già potesse essere.
-"figurati" sorrise apprensivo, togliendo il fiocco verde che stava sopra il cartone.
* — — — *
Fu l'ultima volta che lo vidi prima del Gran premio di Monaco, dove lui correva in casa. Quei dolci si erano rivelati i più buoni del mondo, tanto da averli segnati nella mia lista "provare una seconda volta".
Eravamo ovviamente stati chiamati come unità di soccorso per eventuali incidenti insieme ad altre caserme nei dintorni, in modo da avere numerosi uomini per numerosi eventi.
Meglio prevenire che curare no?
Io e la mia squadra avevamo un determinato settore e dovevamo agire all'interno di esso. Se accadevano altri incidenti fuori dal nostro settore noi non potevamo muoverci, ma bisognava aspettare una chiamata.
Eravamo situati sotto il tunnel, luogo che poteva essere causa di incidenti per via del cambio improvviso di luce, da chiaro a scuro, e per via della strada veramente molto stretta; un sorpasso effettuato con un centimetro fuori da quelli concessi avrebbe causato un incidente a catena... e no, non era una cosa bella da vedere e nemmeno da soccorrere.
Prima di muovermi verso la mia postazione, dovevamo subire un controllo indefinito e interminabile per le divise e gli oggetti che portavamo con noi (strano ma vero.) Inoltre, mi sembrava stupido assistere a come effettuare determinate misure di sicurezza sia fisiche che mediche quando noi siamo vigili del fuoco e abbiamo passato anni interi a studiare per sapere come agire.
Cristina fu la mia salvatrice, venendomi incontro correndo come una pazza scatenata e consegnandomi un determinato pass.
-"questo cosa è?" domandai prendendolo in mano e tenendo l'elmetto sotto l'altro braccio.
Mi sistemai i capelli successivamente facendo sventolare il pass a destra e a sinistra.
-"per entrare nel paddock e nella pit" spiegò lei incrociando le braccia, guardandomi e facendo tentennare la gamba sinistra. Io continuavo a non capire.
-"ci serve un vigile del fuoco per ogni box e ci hanno ordinato di prenderne uno da ogni caserma. Io ho prenotato subito il tuo nome e quindi oggi non vai nel tunnel ma vieni nei box con me" aumentò la sua spiegazione, velocizzando le parole.
Ora capivo.
-"aah okay" annuì solamente e presi il pass seguendola.
Mi ero completamente dimenticata del suo lavoro all'interno della scuderia di Maranello, e non sapevo nemmeno come funzionasse il lavoro dietro a delle macchine. Io dovevo solo spegnere gli incendi ed evitare che qualcosa saltasse in aria. Non mi andava di vedere sangue e di sentire urla quel giorno.
Riuscì a collegare solo dopo che quella era la scuderia in cui lavorava Charles ed ebbi un leggero sentimento di felicità, ma nello stesso tempo di preoccupazione.
In realtà dovevo rimanere oggettiva e soccorrere chi dovevo soccorrere senza distinzione, ma l'idea di trovarlo in pericolo non mi piaceva nemmeno un po'. Non ero meno lucida, ero già passata su situazioni di questo tipo nonostante la mia giovane età; non volevo solamente che lui si trovasse in una situazione pericolosa - anche se correva già in automobili a 300 km/h, quindi era pericoloso sin dal principio.
Arrivai quasi ai box saltellando, entusiasta per quella giornata e Cristina mi guardò aggrottando leggermente la fronte.
-"che cosa succede?"
-"sono felice e sono contenta" risposi ridacchiando, tenendo la giacca aperta per via del caldo emanato dai raggi del sole.
-"ti prego di salvarmi se crollano delle travi" unì le mani come se fosse in segno di preghiera ed io, in tutta risposta, misi la mano sulla prima collina portante e picchiettai diverse volte.
-"è molto solida, vai tranquilla che non crollano le travi"
-"e se scoppiano i vetri?"
-"riparati la faccia e il petto con le braccia. La schiena possibilmente dal lato opposto del vetro e buttati per terra. Unisciti su te stessa come un uovo"
-"e se.."
-"e se smettila Cris, non farti prendere dal panico" ridacchiai scuotendo la testa e appoggiando il casco a terra solo per sistemarmi di nuovo i capelli.
-"oh ciao Charles!" esclamò raggiante Cristina, alzando leggermente la voce rendendola squillante e le mie orecchie si drizzarono.
Giusto, Charles Leclerc.
Non feci nemmeno tempo ad alzare il viso che vidi la sua mano intrecciata con quella di qualcun altro e sollevai di più gli occhi per capire.
Ovviamente era la sua ragazza ed il mio umore cadde con un tonfo sull'asfalto sotto i miei piedi.
Giusto Victoria, era fidanzato.
——-
Buondì, oggi pubblico prima a causa di un pomeriggio pieno di materie da studiare
Spero vi piaccia, che sia di vostro gradimento.
Al prossimo lunedì ❤️
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