23.

novembre 2025

Lille è una cittadina francese, situata nella regione dell'Alta Francia, e capoluogo del dipartimento del Nord. Il nome del dipartimento è dato dal fatto che, osservata la sua posizione geografica, esso risulta il dipartimento francese posto più a settentrione.
In olandese, seconda lingua parlata in questa città, l'esonimo di Lille è Rijsel, mentre in dialetto fiammingo viene chiamata Rysel.

Rysel significa isola, in antico francese Isle, e tutto ciò prende significato se si osserva la storia geografica di questa cittadina; infatti venne fondata su un isola nel mezzo del fiume Deûle, che tutt'oggi attraversa la città.

Come avrete ben capito, situata letteralmente dall'altra parte del territorio francese, all'opposto dal mio principino.

Non ero ancora riuscita ad assimilare come mai io mi ero ritrovata a Lille è soprattutto il contenuto di quella lettera mi mise terrore. Mi mise talmente tanto terrore che non presi nemmeno il telefono in mano. Salutai tutta la mia combriccola di fuori di testa davanti alla caserma 29, dove tutto era cominciato, e chiusi le chiavi della mia house boat, con la promessa che ci sarei tornata. Portai via Nuji e Cloud dal loro paradiso per sistemarli in una piccola stanzetta con solo le loro cucce ed un piccolo tira graffi, il più piccolo che avevamo.

La mia nuova abitazione era molto triste, piccolissima e senza particolari paesaggi da ammirare fuori dalla finestra... anzi, un condomino di fronte alla mia terrazza copriva la vista di terreni distesi. La cucina era piccola, con un bancone alto che faceva da tavolo per il pranzo e la cena, mentre una televisione era appesa ad un muro poco scrostato sugli spigoli. La pittura era bianca, con tantissimi segni di diversi colori, sporca, e mi faceva decisamente molto ribrezzo. La mia stanza da letto era collegata con il bagno da una porta e sospirai, appena osservai come quel bagno non avesse lo spazio per fare praticamente nulla. La doccia era molto piccola, con delle lastre in vetro e il water era situato accanto, seguito da un lavandino ed uno specchio sopra di esso; questo aveva un bordo decorato di argento in tinta con le pareti. Era molto più sistemato rispetto al salotto e pensai che chi viveva qui prima di me avesse iniziato un processo di restauro molto importante.
La camera da letto aveva le pareti dipinte in maniera decisamente fresca, quasi come nuova e i mobili erano molto più moderni di quello che mi aspettassi.
L'unica cosa che faceva schifo era il salotto.

Nuji non era molto contento di questa situazione e ci mise un bel po' ad uscire dalla sua cuccetta, trovando addirittura più confortevole quella zona piccola pulita e profumata piuttosto che l'intera casa.

Andai a fare una veloce spesa, prima di dirigermi nella nuova caserma di cui facevo parte e mi venne in magone nel sapere che sarei entrata in un posto dove non ci sarebbe stato Jay con la sua marmellata e nemmeno Zoe con le sue urla di primo mattino per il disordine creato da Dean. Comprai della pasta, dell'acqua, del latte, alcuni cereali scadenti che dovevano pur somigliare ai miei preferiti venduti in Costa Azzurra, della carne fresca, insalata, una tavoletta di cioccolato e del gelato, non si sa mai.
Mi guardai nello specchio presente nel supermercato davanti alla frutta fresca e quasi mi spaventai di me stessa: indossavo la felpa bianca di Charles - che tra parentesi mollavo solo per andare a farmi una doccia - , un paio di jeans strappati abbinati ad un paio di cane nere scolorite dalla luce del sole, e i miei capelli biondi erano raccolti in uno chignon disordinato, tenuto in piedi solo grazie ad una bandana... anche questa di Charles. Dal bordo superiore della mia felpa poteva ancora intravedersi la collana che mi regalò di soppiatto, abbinata ad un anello maschile che teneva lui.
Chissà se l'aveva ancora addosso...

Messaggio per: Jayzzo❤️

Victoria: qua fa tutto schifo
14:12

Jayzzo❤️: io sto ancora metabolizzando che quella stronza abbia fatto una cosa simile... tu come stai?
14:15
Victoria: male, malissimo, mi sento vuota
14:15
Jayzzo❤️: domani c'è l'ultima gara di Charles, dovresti vederla... anzi, lui vuole che tu la veda
14:15

Victoria: tu come lo sai?
14:16
Jayzzo❤️: si dia il caso che sia diventato il suo psicologo personale e ovviamente, visto che ti conosco meglio delle mie tasche e visto che lo conoscevo di già, si è rivolto a me
14:16

Victoria: amore mio... e come sta?
14:18
Jayzzo❤️: male, si sente una merda per averti lasciata. Credeva che così Ambra ti avrebbe dato pace, visto che voleva solo la separazione tra te e Charles. Mi ha raccontato che si è presentata a casa sua un pomeriggio, e dopo avergli raccontato tutte le email che ti aveva mandato gli propose quello che poi lui ha fatto con te, ossia lasciarti per farti rimanere in caserma 29. Lui sapeva quanto tu ci tenessi e così ha fatto.
14.18
Jayzzo❤️: solo che appena è venuto a sapere del tuo trasferimento è corso come un pazzo qua da noi, che eravamo mentalmente distrutti, e si è messo a piangere definendosi la colpa di tutto.
14:19

Nel frattempo pagai alla cassa e mi sistemai nell'auto che la caserma 29 si era offerta di noleggiare. Mi sedetti sul sedile del guidatore e piansi di nuovo.
Quanto avrei voluto stringerlo in quel momento solo Dio poteva saperlo.

Victoria: come faccio a vederla la gara? Il televisore non so nemmeno se funzioni
14:22
Jayzzo❤️: non esistono dei bar che la proiettino? 14:22
Victoria: forse uno... tu digli che lo guarderò
14:23
Victoria: lo guarderò e lo tiferò con tutto il mio cuore e con tutta la mia anima, che sarò felice comunque andrà per lui e che gli mando un bacio enorme. Digli che mi manca da morire, ogni giorno di più.
14:23

Jayzzo❤️: sì miei innamorati, riporterò tutto quanto.
Ti voglio bene Vic, fa la brava.
14:25
Victoria: ti voglio bene anche io. Fai il bravo anche tu.
14:25

Arrivai nel mio appartamento, scaricai la spesa, diedi da mangiare ai gatti e decisi di fare un salto alla nuova caserma; avrei cominciato da lì a qualche giorno.
Arrivai con molta tranquillità, parcheggiai l'auto di colore grigio scuro e strinsi le chiavi tra le dita.
La caserma si chiamava "Lille Nord 45" ed il suo colore principale era il giallo.
Entrai dalla porta principale, curiosa ma nello stesso tempo triste perché quello non era il mio posto, non era dove volevo stare.

Mi si presentò un ragazzo rosso di capelli, rossissimo, forse uguale ad una carota, con degli occhi azzurri ed un paio di occhiali rotondi. Era bassino, con il volto rotondo ed aveva alcune macchie rossastre sul viso.. forse per il calore.
-"sono Jonas, ciao! Tu devi essere Victoria?"
-"emh sì... ciao Jonas" pronunciai un poco titubante, allungando la mano verso la sua per stringerla.
Tutto era diverso e non riuscivo ad ambientarmi, l'impatto era troppo forte per me.

Lui corse via, sviandosela come una saetta e subito dopo arrivarono gli altri della caserma. Erano simpatici ma decisamente molto animati e non facevano proprio a caso mio.
Ero una persona che amava la tranquillità, che odiava le persone che parlavano con voce troppo alta e odiava quelle che si agitavano urlando.
Sorrisi falsamente e poi mi feci mostrare la caserma in maniera molto lenta, perché da una parte volevo osservarla nei minimi dettagli e dall'altra volevo prendere più tempo possibile prima di tornare in quella topaia.
-"il... vostro capitano?" domandai. Ero curiosa di sapere chi fosse.
-"nella stanza, deve solo bussare" mi disse un ragazzo di cui non conoscevo ancora il nome e mi indicò una porta tutta gialla, con una maniglia argento ed il simbolo dei vigili del fuoco stampato sopra di esso.
Mi avvicinai ed alzai il braccio per bussare.

-"avanti" mi sentì dire e sgranai gli occhi, riconoscendo quella voce.
Era decisamente molto familiare.
-"Cillian" esclamai decisamente più contenta appena lo notai nel mio campo visivo e mi chiusi la porta alle spalle.
-"Victoria! Che cosa diamine fai qui?!" alzò lo sguardo sorridente ed io mi sedetti alla velocità della luce sulla poltroncina dell'ufficio.
-"mi hanno spostata... come lei suppongo..." lui annuì solamente unendo le mani per poi poggiarci sopra la testa, posizionandole sotto il mento.
-"ho saputo di te e Charles" mi disse ed io abbassai gli occhi, sentendomi ancora il magone nel petto.
-"non vuoi parlarne?" chiese ancora ed io alzai lo sguardo verso di lui.

-"non... n-non è che non voglio parlarne è c-che sto male a sapere che lui è... d-dall'altra parte della Francia, in giro per il m-mondo, che m-mi ha lasciata per proteggermi ed invece m-mi ritrovo in questo posto da sola, s-senza la sua presenza, senza lui c-come fidanzato..." piansi ancora e presi un fazzoletto dalla tasca dei miei jeans, non volendo bagnare il bordo della mia felpa.
-"non l'hai più chiamato?"
Io scossi la testa.
-"ho... paura di piangere appena sento la sua voce... ho provato mille volte a selezionare il suo nome ma non ho mai avuto il coraggio di... di schiacciare la cornetta verde... il mio dito t-trema ogni volta"
-"dovresti farlo sai? Tu lo ami, lui ti ama, non vedete l'ora di chiamarvi ma avete entrambi paura." parlò lui, con un tono stranamente dolce, non lo avevo mai sentito così.
-"ci proverò..." annuì muovendo la testa e lui mi porse un altro fazzoletto, preso da un pacchetto posto sulla sua lucida scrivania in mogano.

-"adesso vai a casa, ti fai una bella doccia e poi riposi. Lo chiami il prima possibile"

E così feci.
In realtà salutai tutti i miei compagni nuovi della caserma, tornai velocemente a casa con la nuova auto, non riuscì a trovare subito la strada giusta e quindi utilizzai quel maledetto navigatore. Mi cambiai, mi feci una doccia e guardai l'orologio appeso sulla parete tra la cucina e il salotto. Mi guardai ancora una volta attorno e piagnucolai alla vista di un posto così nuvoloso, senza il mio mare a farmi compagnia e senza nemmeno il mio pianoforte. Al pensiero di quello strumento musicale presi il mio telefono e cercai nella galleria i video che feci a Charles durante il suo soggiorno nella mia casa. Suonava con una canotta scura, un po' bagnata dal sudore ed i capelli tenuti insieme sempre da una bandana. Alzai il volume e mi sdraiai sul divano solo per ascoltarlo; chiusi gli occhi e tentai di immaginare di essere ancora nella mia house boat con Charles.

Con Charles che mi punzecchiava ogni volta i piedi prima di dormire, che mi baciava la guancia ogni volta che mi sedevo sul divano per leggere un libro, che mi preparava una tazza di the caldo ogni volta che tornavo tardi dal turno di lavoro e lui era da me, con il suo disordine ed il suo risveglio mattutino che sapeva di pancake e caffè bollente.

Presa da un sentimento inspiegabile sbloccai di nuovo il telefono per tentare di chiamarlo, schiacciai quella maledetta cornetta verde e rimasi in attesa. Attesa interminabile. Dopo non aver ricevuto nessuna risposta, appoggiai tristemente il telefono sulla pelle del divano ma poi mi accorsi di come lui non potesse rispondermi per via della gara.
La gara!
Visto che non conoscevo la zona tentai di seguire la sua gara tramite il mio telefono grazie a dei siti streaming credo illegali. Era già cominciata, purtroppo, ma notai come lui tenesse salda la sua seconda posizione. Sentì i telecronisti parlare ininterrottamente sul suo mondiale e su quanto fosse vicino; se la griglia sarebbe rimasta in quella maniera, lui avrebbe vinto il mondiale.
Mi sdraiai sul letto unendo le mie mani e pregando in tutti i modi per lui. Guardai con gli occhi lucidi lo schermo sentendo quanto tutti lo stessero esaltando, quanto gli spalti urlassero il suo nome e ancora, come sempre da giorni a questa parte, piansi nel vedere Charles tagliare il traguardo.
Piansi nel vederlo realizzare il suo sogno una seconda volta - avevo spulciato tra i suoi dati su Wikipedia - e piansi anche di felicità per lui.

Quasi mi alzai sul letto per ballare con il gatto e dopo aver seguito i festeggiamenti e dopo aver perso la connessione mille volte decisi di prepararmi qualcosa da mangiare, in modo da saziare il mio stomaco un po' vuoto.
Cloud si era addormentato sul bracciolo del divano, Nuji continuava a mangiare e a guardarmi miagolare, così lo presi in braccio e cominciai a pettinare il suo volto pelo bianco, prima di prendere le zampe tre tra le dita e curarle.
Adoravo le zampette dei gatti.

Terminai di sparecchiare in solitudine, visto che nemmeno Cristina mi aveva degnato di risposta (anche lei evidentemente stava festeggiando) e misi della musica dal computer per rallegrarmi la serata.
In realtà non riuscì proprio a rallegrarmi visto che la mia playlist selezionò Viva la vida dei Coldplay e piansi ancora un pochino ricordando come questa canzone veniva cantata a squarciagola da me e Charles durante i viaggi in auto.

Ricevetti una chiamata ma non me ne accorsi.
Ne ricevetti una seconda.
Una terza.
Ed infine una quarta.
Alla quinta si spense la musica alta e diede spazio alla mia suoneria, ma persi ancora la chiamata.

Telefono
Charlie👩‍❤️‍👨
5 chiamate perse

Sobbalzai in preda alla paura misto terrore e poi lo richiamai io, successivamente colpita da un senso di euforia molto elevato.

-"Vic?" domandò lui ed io apri la bocca per dire qualcosa, senza però far fuoriuscire nessun suono.
-"Victoria? Piccola?" chiese ancora lui ed io sorrisi emozionata, come se fosse la prima volta.
-"ciao Charles" buttai fuori tutta l'aria salutandolo con un tono di voce mosto tra l'emozione, l'euforia, la felicità ed il senso di pianto.
-"oh, mi è mancato sentire il mio nome detto da te" mormorò lui lasciandosi scappare una risata ed io arrossì leggermente.
Riuscivo ancora ad arrossire.
-"ho visto la gara, auguri campione, sei stato fantastico" dissi aggiungendo tutti i complimenti possibili e lui mi ringraziò di cuore, non lasciandomi scappare dal telefono.
-"l'ho fatto per te"
-"ti prego Charlie, vieni qui appena puoi e portami via" piagnucolai stringendo di più l'aggeggio telefonico tra le mani e lo sentì mugugnare, prima di allontanarsi e chiudere la porta.
-"dove sei?"
-"a Lille... prenditi il tempo che ti serve ma vieni da me per favore, mi manchi"
-"mi manchi anche tu raggio di sole, non aspetterò un solo minuto"

-"ti amo principino" dissi tutto d'un fiato, scoppiando in un pianto di gioia. Non avevo pensato a come dirlo, ma dovevo dirlo. Ed in più, dovevo seriamente smetterla di piangere.

Avrei comunque rincorso Charles, anche dall'altro capo del mondo.

***
-2. 😭😭😭

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