22.

fine ottobre 2025

Ero l'ansia tramutata in una persona, continuavo a tremare come una foglia senza capire il vero intento di quel messaggio. Speravo fosse solo una farsa, uno scherzo da parte sua, ma più passavano i minuti e più io avevo la mente soffocata dal panico. Milioni di pensieri viaggiarono indisturbati per il mio cervello per tentare di capire come mai Charles volesse parlarmi a mezzanotte ed in una maniera così tanto seria.

-"calmati Vic, non sarà niente" tentò di dire Jay ma l'unica mia risposta che ricevette fu una fulminata effettuata sia con i miei occhi che con il mio sguardo, e quindi capì di dover stare zitto.
Erano le due e mezza di notte ed io stavo aspettando Charles davanti all'entrata della caserma, così come ci eravamo messi d'accordo.

Camminavo avanti e indietro senza darmi pace mentre per rimanere sveglia buttavo giù quantità innumerevoli di caffè con una punta di zucchero.

Sentì improvvisamente il rombo della sua auto avvicinarsi lentamente e mi strinsi nella mia felpa di due taglie più grande, prima di uscire e raggiungerlo sul lato della strada, al di fuori della carreggiata.
Lui si fermò all'interno del parcheggio, salutando gli altri che stavano sul confine del garage dei camion ed io salì sulla sua auto.
-"ciao" mi salutò lui con un sorriso dolcissimo ed io rilassai un po' i nervi tesi.
-"ciao principino" mormorai avvicinandomi per dargli un bacio sulla guancia, mentre lui voltò il viso per stamparmene uno sulle labbra.
Senza dire ulteriori parole, lui indietreggiò con una retromarcia degna di nota e poi si imboccò nuovamente per la strada statale che attraversava la cittadina.
Pensavo volesse andare a casa sua, ma si fermò sul lungo mare, parcheggiando l'auto e portandomi sulla costruzione inaugurata da poco che dava la possibilità a tutti di passeggiare lungo il mare, avvolti da un paesaggio bellissimo, dove le rocce coprivano la parte cittadina composta da palazzi. Questo tipo di viale era lungo quasi tutta la Costa Azzurra e quello di Cap d'Ail era collegato a quello di Monaco.

Mi prese per mano, mentre io tenevo la manica della felpa lunga fino al mio dorso e la strinse come suo solito. Si avvicinò lasciandomi un bacio sulla tempia ed io mi rilassai, pensando che magari Jay avesse ragione. Strinsi anche io le sue dita tra le mie e cullati dal leggero venticello di iniziò autunno cominciammo a camminare lentamente.
-"come stai?" Mi chiese.
-"bene... un po' in ansia ma bene"
-"in ansia? Perché?"
-"per il tuo messaggio, mi ha messo terrore" dissi chiaramente con una punta di ironia, pensando che fosse fatto apposta da parte sua.
-"oh..." invece disse, abbassando lo sguardo ed in quel momento capì che qualcosa non andava come doveva.

-"Charlie" lo richiamai facendo atterrare la sua attenzione su di me, ancora.
-"che cosa succede?" chiesi.
In quel momento era tornata l'ansia precedente, è più forte di prima.

-"sto cercando le parole" mi disse guardandomi in volto ed io mi annebbiai, tornando in me stessa, aspettando che cominciasse ad uscire fiato dalle sue labbra un poco rossastre. Seguì quel contorno con gli occhi e poi guardai altrove, sperando che non fosse nulla di troppo brutto.
-"okay..." mormorai, non riuscendo a tenere il silenzio tra noi due. Quando entravo in uno stato di ansia cominciavo a parlare a vanvera, logorroicamente, anche mormorando solo monosillabi.

-"Vic, tu sei stata un fulmine nella mia vita. Non di quelli negativi, mi hai dato quella scossa che mi mancava, mi hai aperto il mondo da un'altra visuale, mi hai rivoluzionato il modo di vedere le cose. Sei stato l'ultimo fulmine nella tempesta che c'era nella mia vita prima del tuo arrivo. Ero buio, immerso nella pioggia ed io avevo bisogno di uscirne. Tu sei stata un fulmine in grado di mettere fine al temporale e sei stata successivamente il sole in grado di asciugare i residui rimasti da quel temporale. Mi sento sicuro con te, mi sento felice con te"

-"sono innamorata di te Charles, se è questo di cui sei titubante. Sono... sono innamorata di te per il tuo carattere, per come mi tratti, per come sei, per la tua dolcezza, per il prenderti cura di me a tuo modo, per la tua insolita sveglia e per il modo in cui mi stringi di notte. Io... Charles sono innamorata persa di te" dissi immediatamente e con molta fretta, mentre le mie guance si coloravano di un rosso molto evidente.

-"Vic, dolce Vic" mi richiamò avvicinandosi per mettere una mano sulla mia guancia e spostarmi i capelli dietro l'orecchio.
-"Charles, mio dolce Charles" mormorai sorridendo guardandolo, mettendo la mano sulla sua e sfiorando la punta del naso con la sua.
-"io... mia piccola Vic, io provo qualcosa per te che è immenso"
-"e allora che cosa succede?" chiesi spingendomi fino al limite, volendo conoscere i veri motivi per cui lui aveva fatto questa cosa.

Non era il ragazzo che mi mandava un messaggio in maniera così seria e poi mi dichiarava tutto il suo amore, lo avrebbe fatto in maniera diversa.
Sul dondolo di casa mia sotto un cielo di stelle, ad esempio.

-"noi... siamo costantemente in pericolo" cominciò a parlare mentre io allungai la mano per accarezzare lentamente la sua folta chioma di capelli, sistemata in un ciuffo disordinato.
-"per il lavoro che facciamo?"
-"sì" mormorò.
-"ed io vorrei essere quella persona che torna sempre a casa la sera, non vorrei lasciarti con l'ansia tutte... tutte le volte che salgo in macchina. Tu meriti... meriti qualcuno che possa tornare sempre"
Lo guardai confusa, non riuscivo a capire il centro del discorso.
-"con questo?"
-"io..." mi guardò con una espressione talmente tanto triste e lasciai cadere di colpo la mano dai suo viso e mi allontanai da lui, perdendo il contatto anche con la sua mano.

-"tu cosa?! Charles cristo trova una motivazione decente per lasciarmi se vuoi tanto farlo! Non... non una cosa così stupida" risposi mentre ero bollente dalla rabbia e dal senso di repulsione per questa situazione.

-"è un cazzo di discorso che non ha senso! Ed io? Io non posso non tornare a casa? L'ho già provato Charles e lo sai! Se hai paura è un discorso ma non venirmi a dire queste cose stupide! Perché uno che lavora in azienda sei sicuro che torni a casa tutti i giorni? Un incidente, un malore e da un momento all'altro non c'è più nessuno. Cosa tanto c'è di diverso da un impiegato che potrebbe compiere un incidente e tu che sali in macchina?!" aggiunsi alzando la voce, mentre il mio colorito della pelle diventava rosso.

-"la probabilità Victoria!"

-"non... non ha senso Charlie" mormorai appoggiandomi al primo sasso, mentre il mio umore cambiò totalmente.
-"non dirmi che mi ami se poi vuoi... vuoi lasciarmi ti prego Charles" aggiunsi alzando lo sguardo verso di lui, con gli occhi lucidi. Sentivo le lacrime punzecchiare i miei occhi in maniera decisamente fastidiosa.
Spingevano per uscire da un momento all'altro.

-"io voglio proteggerti piccola" mi disse inginocchiandosi davanti a me, appoggiando le mani sulle mie ginocchia, accarezzando la pelle leggermente scoperta da alcuni tagli sui miei jeans.
-"da che cosa?" piagnucolai appoggiando la mia fronte sulla sua e mi strinse di più.
Appoggiai le mani sulle sue guance e sentì umido, mentre alcune lacrime colpivano le mie dita.
-"da... tutto quello che possa farti male. Ne hai addosso troppo per colpa mia e non... non voglio ti accada nulla"
Io riuscì sono a scuotere la testa, come per negare quello che il mio cervello riceveva, come per rifiutarlo.

-"non è vero Charlie, non dirmi questo" mi lasciai scappare un singhiozzo, chiudendo gli occhi per il solletico fastidioso che le lacrime mi provocavano e per il bruciore ai miei occhi.
-"non... n-non vorrei farlo ma è per te, devi credermi" mi guardò con occhi tristi ed io scossi la testa.
-"t-ti prego, non... non mi lasciare"

In quel momento scoppiai a piangere, senza più riuscire a resistere al groppo che si era sistemato con molta prepotenza nella mia gola. Spostai le sue mani dalle mie guance solo per stringerlo forte e avvolgere entrambe le braccia attorno al suo collo.
Non volevo si allontanasse da me, non per una scusa così stupida e della quale io non capivo il senso.
Lo sentì stringermi il busto molto più forte ed io mi lasciai cullare dal suo battito cardiaco e dal suo corpo che avvolgeva il mio, esile per quanto io facessi il vigile del fuoco.

-"ti amo e devo... devo proteggerti Vic, devi credermi. Lo faccio perché ti amo e... e s-se ti amo devo l-lasciarti andare" sussurrò piangendo stringendomi più forte.
Io scossi la testa più volte, alzando il viso per guardarlo e per dargli un bacio lunghissimo, che sapeva di qualsiasi cosa.
Sapeva di amore, sapeva di fiducia, sapeva di tristezza. Era un bacio dolce ma con un retrogusto amaro, disturbato da lacrime salate che non facevano altro se non sgorgare come una fontana dagli occhi miei e suoi. Misi le mani sulle sue guance e lo baciai di nuovo, sentendo le sue labbra morbide muoversi lentamente insieme alle mie, rendendolo molto più romantico che passionale.
Mi accarezzò i capelli e poi mi diede un bacio sulla fronte, ed io chiusi gli occhi. Presi poi le sue mani e le strinsi nelle mie, guardandolo intensamente mentre il vento soffiava molto più velocemente e faceva smuovere i miei capelli con frequenza.
-"Charles perchè lo fai?"
-"devo proteggerti"
-"a-ancora? D-da che cosa?" piagnucolai.
-"da tutto quello che ruota attorno a me"
-"non posso lasciarti andare, n-non voglio farlo. Sei stato la luce nella mia vita, sei... t-tutto quello che cercavo, che avrebbe d-dato un senso alla mia vita e che mi... m-mi è stato sempre accanto. Non... n-non puoi dirmi così"

Passai ancora una mano tra il suo ciuffo di capelli, più lungo del solito, e li accarezzai lentamente, con la stessa dolcezza con cui lo baciai precedentemente.
Lui abbassò la testa appoggiandola sulla mia spalla facendosi coccolare lentamente mentre piangeva disperato.
-"perché lo fai amore mio?" chiesi distrutta internamente dal dolore, con il cuore oramai a pezzi, incapace di rimettersi insieme.
-"l-lo faccio per t-te" mormorò con voce bassa e rotta, piena di singhiozzi al suo interno.
-"devi... f-fidarti di me" aggiunse piangendo e bagnando il tessuto della mia felpa blu.
-"mi stai... mi stai lasciando Charlie" dissi accarezzandogli la testa mentre oramai le mie lacrime bagnarono con alcune gocce i suoi capelli scuri.

-"meriti m-molto di più di me"
-"ma io voglio te"
-"anche io voglio stare con te"
-"e allora non andare via principino, non andare via da me" piansi più forte stringendolo ancora di più, tenendolo stretto, come a non lasciargli la possibilità di andare via.

**
Il mio tentativo non fu sufficiente e senza dare altre spiegazioni per farmi capire come mai si allontanò da me, lasciandomi, mettendo una fine non voluta alla nostra relazione, lui se ne andò, non prima di avermi ancora baciato. Lo fece con tutta la sua anima, credo, e avrei voluto che quel momento non finisse mai.
Ad ogni passo effettuato da Charles, io mi sentì sempre più vuota e sempre più rotta. Non sarebbero mai bastate cuciture sufficienti per sistemarmi.
In quella notte, con tante lacrime agli occhi, con le maniche della felpa bagnate per via delle numerosissime volte in cui le passai sul viso per asciugarmi le lacrime, arrivai a casa senza più la voglia di fare nulla e non riuscì a dormire.
Strinsi forte il cuscino, ci lacrimai sopra, mi alzai per mangiare dei cereali, aprì l'armadio senza particolari ragioni ed indossai la felpa ricevuta in regalo da Charles. Era quella bianca, classica, che indossava il giorno in cui mi svegliai dopo il mio incidente. Profumava, sapeva molto di lui e me la strinsi addosso con tutta la forza possibile. Inutile dire che ci dormii insieme.

Quando tornai in caserma, le mie occhiaie erano ben visibili e mentre non eravamo in servizio, mi sistemavo nel mio dormitorio e piangevo senza mai darmi una spiegazione; pensai anche di stare per perdere tutta l'acqua che tenevo nel mio corpo. Guadavo la mia fotografia con Charles, ci passavo lentamente sopra le dita e poi le davo le spalle, come per tentare di dimenticarla.
Mi frullava il cervello per tentare di capire come mai il monegasco avesse deciso di lasciarmi ma non riuscivo mai ad arrivare ad una conclusione. Non capivo perché... tra noi andava tutto così bene...

Ma più in particolare, quando dopo due settimane passate a piangere e a lamentarmi della mia vita, il mio capitano Cillian venne trasferito in un'altra città per dare spazio ad un altro capitano ed io ricevetti la notizia di un mio spostamento in un'altra caserma, tentai di raggruppare i pezzi del puzzle per capire.
E mi arrivò una email, come per appoggiare la ciliegina sulla torta.

Email: Finalmente, tutto quello che speravo accadesse è arrivato, ed è accaduto. Charles ti ha mollata sotto una minaccia da parte mia, la minaccia di è verificata comunque ed ora tu sei senza fidanzato e senza la tua caserma 29. Buona fortuna a Lille Victoria.

Ambra Picard

**
-3.

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