20.

ottobre 2025

La gara si era conclusa, noi eravamo tornati a casa e Charles aveva un trofeo in più nella sua bacheca.
Un bellissimo primo posto ottenuto con tanta fatica e tanto sudore.

-"secondo me dovresti spostare quello lì del Belgio, metterlo in quello scompartimento più piccolo e sostituirlo con questo nuovo. Oppure sposti quello centr..."
-"no, quello centrale non si sposta"
-"oookay" piegai leggermente la testa cercando un modo per sistemare quei trofei e lo sentì ridacchiare per la mia espressione.

Avevamo trovato veramente molto traffico nel tornare a casa e dato che io avevo ancora mezza giornata di ferie prima di cominciare il turno del pomeriggio del lunedì, Charles decise di fermarsi a casa sua, ospitandomi. La sua scelta era decisamente molto comprensibile, dato che notai quanto i suoi occhi urlassero la stanchezza.

-"dai lo metto qua, sposto come hai detto tu" mi diede man forte e lo aiutai a spostare il trofeo. Feci poi per spostarmi, solo per sistemare quello che vi era rimasto nella sua cucina. Eravamo per lo meno riusciti a preparare delle piccole piadine con del prosciutto ed una fetta di formaggio. Pulì la tavola, raggruppai tutto quello che avevamo utilizzato per metterlo nella lavastoviglie e lasciai lo straccio poco bagnato sul bordo del lavandino.
Riuscì a spegnere la luce della cucina visto che il lampadario in salotto illuminava bene tutta la stanza. Tirai le finestre per togliere quel filo fastidioso di luce proveniente dal lampione che illuminava la città e trovai Charles addormentato sul divano, in una postura molto distorta. Aveva il collo piegato, la schiena storta e le gambe aperte, poco divaricate, una scarpa si ed una no.
Era crollato come un bimbo.

-"ehi Charlie" sussurrai dolcemente tentando di tirarlo su e mettendo le mani sul suo collo, massaggiando leggermente la pelle.
-"mh" mugolò lui e poi si sfregò il naso, avendo una scossa iperattiva e aprendo di colo gli occhi.
-"sono sveglio!" esclamò ed io ridacchiai, scuotendo leggermente la testa.
-"umh no amore, non lo sei. Andiamo a dormire" mormorai sollevandomi su me stessa prendendo la sua mano e tentare di farlo alzare.
-"piccola ho male al collo"
-"hai della crema? Posso metterti quella"
-"con un massaggino incluso?" mi guardò con gli occhi dolci piegando e unendo le mani insieme, come se ci fosse bisogno di comportarsi come il Gatto con gli stivali per farmi dire di sì.
-"va bene approfittatore" ridacchiai scuotendo leggermente la testa e correndo in bagno a prendere la crema adatta. Trovai, nel cassetto, anche un paio di elastici che sicuramente non gli avrebbero fatto male.

-"mi metti anche quelli?" mi domandò appena mi vide entrare nella camera da letto ed io annuì, guardandoli una volta prima di lasciarli sul comodino.
-"sei meravigliosa" mise il broncio fingendo di piagnucolare ed io accennai un sorriso, mentre sentì le guance accaldarsi in tempi decisamente molto rapidi. Lui, mostrata una fossetta nel notare i miei zigomi pomodoro, si girò soddisfatto affondando la testa nel cuscino morbido, spostandolo qualche volta per respirare.
Io portai il necessario vicino a me e mi sistemai a cavalcioni sopra ci lui, avendo una perfetta visuale della schiena e del collo.
-"ti prego di fare il prima possibile perché il cuscino non è comodo come pensavo"
-"amore faccio veloce te lo prometto" mormorai con tono estremamente dolce, abbassandomi con il busto per dargli un bacio sul collo un poco dolorante.
Applicai con estrema delicatezza tutti gli elastici sul collo, seguendo attentamente l'immagine riprodotta su un foglio di carta che mi aveva decisamente aiutata, e terminai il tutto con della crema fresca e adatta agli acciacchi di questo tipo.
Lui si addormentò di nuovo.

Non volendolo svegliare, il mio problema principale si divise in due: alzarmi da quella posizione senza disturbarlo e girarlo per una posizione più comoda sul proprio letto, visto che dormire a pancia in giù non è consigliato. Sollevai prima una gamba, facendo per forza di cose pressione sul materasso, e poi mi girai riuscendo a sgattaiolare via dal letto per sistemare il resto.
Mi ero dimenticata di aver lasciato il mio cellulare in salotto e quando ci entrai, prima di accendere la luce, notai lo schermo illuminarsi. Curiosa, mi avvicinai per sapere chi aveva scritto a me e trovai ancora una email.
Sospirai amaramente e, masticando la saliva, schiacciai il pollice sopra la finestra per leggere il suo contenuto.

Email: Ciao Victoria,
Spero tu stia bene... ovviamente, la tua vita sta andando a gonfie vele grazie ai soldi di Charles. Io so perché stai insieme a lui, tu vuoi visibilità e soldi. Non potrò mai permettere tutto questo, e farò qualsiasi cosa pur di impedire a voi di stare insieme. Charles non è per te. Se, giustamente, lo saluterai il prima possibile e metterai fine alla tua finta storia d'amore potrei non infierire più nella tua vita, altrimenti... io ti ho avvisata tesoro. Attenta a come ti muovi, o lo saluterai prima che tu possa rendertene conto.

Trasalì leggermente rimanendo appoggiata al mobile e d'istinto cancellai l'email, spedendola immediatamente nel cestino. A chi mai darebbe fastidio la mia relazione con Charles?
Benjamin forse?

Non mi accorsi di aver lasciato il telefono girato al contrario sul mobile e non mi accorsi nemmeno dei miei piedi che si stavano spostando verso la stanza matrimoniale del monegasco e mi chinai davanti al suo viso angelico, lasciandomi scappare un sorriso sincero. Gli accarezzai il viso, passando le dita dalla fronte fino a segnare il lineamento della sua mascella, coperta da uno strato corto di barba, che a detta sua doveva tagliare. Le mie dita passarono sotto il mento, creando forse un pizzico di solletico e poi risalirono poggiandosi nuovamente sulla sua fronte: scesero piano, seguendo la linea perfetta del suo naso per poi terminare sulle sue labbra, che disegnavano un sorriso rilassato e dolce.
Al tocco del mio dito sul suo naso, lui lo arricciò, forse per il leggero solletico che avevo ancora provocato e tirai indietro con uno scatto la mano, preoccupata di svegliarlo.
Non notai nessuno spostamento che potesse preoccuparmi così presi un sospiro di sollievo, mi alzai cambiandomi con una sua maglia che mi stava da pigiama e mi sdraiai accanto a lui.

Tentai di avvicinarmi il più possibile e lasciai che il suo petto diventasse una sorta di mezzo cuscino e che le sua braccia diventassero la culla del mio sonno.

Quest'ultimo, fino a quel momento molto tranquillo, diventò un incubo appena il mio telefono cominciò a suonare, in seguito ad alcuni messaggi. Sobbalzai, quasi picchiando la testa contro il bordo del letto e Charles si svegliò rumorosamente, guardandomi con degli occhi socchiusi e impastati. Mi sedetti sul letto sfregandomi le dita sulle ciglia e tentando di abituarmi alla luce artificiale dell'enorme lampadario penzolante nel salotto di quella dolce casa.
Mi alzai, velocemente, pensando che fosse una chiamata importante per quanto riguardava il mio lavoro - infatti la chiamata era di Cillian -e prima di rispondere diedi un occhiata all'orologio; erano le tre di notte.

-"Cillian?" Domandai alzando la cornetta senza nemmeno pensarci e subito dopo mi resi conto di come lo avevo chiamato.
-"o-oh scusi, capitano?" Tentai di rimediare alla mia stupita figura, diventando leggermente rossa in volto.

Che persona sbadata.

-"puoi chiamarmi Cillian, non siamo sul lavoro" ridacchio lui ed io lasciai fuoriuscire solo poca aria dai miei polmoni, un po' preoccupata ma nello stesso tempo curiosa nel sapere come mai aveva preso il suo cellulare per chiamarmi alle tre di notte.
-"dovevo comunque avvisarti che il turno per questa giornata è saltato per tutti, visto che hanno chiuso temporaneamente la nostra caserma per un controllo di manutenzione. In conclusione, oggi potete rimanere a casa a godervi una giornata di vacanza. Si torna in servizio domani"
-"o-okay, okay grazie mille per avermi avvisato"
-"mi scuso per l'orario poco consono, mi hanno chiamato anche a me dieci minuti fa..." mormorò lui, ispirando successivamente.
Pensai si stesse fumando una sigaretta.
-"okay... beh... buonanotte capitano" ridacchiai in imbarazzo non sapendo nemmeno cosa rispondere e lui mi salutò nella stessa maniera.

Raccontai a Charles quello che mi era stato riferito e lui annuì, ancora assonnato, tentato a dormire sul divano.
-"torniamo a letto" mormorai e lui annuì, appoggiando la testa sulla mia spalla chiudendo gli occhi ancora.
Io aggrottai la fronte, era così tanto strano per essere solamente addormentato.

-"Charlie è tutto okay?" chiesi premurosa appena mi sistemai sotto le lenzuola pulite e mi girai su un fianco per osservare il suo viso.
-"mh si, sono solo stanco" mormorò avvicinandomi di più e si riaddormentò quasi subito.
Mi addormentai anche io, ma rimasi con il dubbio per tutto il tempo.

Il sonno non durò molto, e questa volta non c'era nessun telefono che suonava alle sette del mattino; Come avevo previsto nei miei pochi minuti pre sonno, Charles non stava bene.
Si alzò di corsa per andare in bagno e vomitare, pallido in volto e caldo sulla fronte. Riuscì a tenergli la testa, accarezzargli la cute ed alzarlo dalla tazza del bagno solo per appoggiarlo al bordo di quella che era una vasca da bagno.
-"rimani qua, vado a prendere il termometro ed un panno freddo da mettere sulla fronte... una pastiglia e... e... poi cosa serve?" domandai più a me stessa portandomi una mano sotto il mento, con un tono preoccupato.
-"piccola..." mi richiamò lui con un filo di voce guardandomi.
-"sì amore lo so che stai male, faccio... faccio il prima possibile" Parlai a macchina tentando di uscire da quel bagno.
-"piccola non sai dove sono le... le cose che servono" mormorò ridacchiando portandosi le mani sul volto, ed io annuì muovendo la testa.
-"giusto.."

Victoria non sei a casa tua, è già tanto che conosci la mensola dove sono presenti i biscotti

Mi feci spiegare brevemente dove erano sistemati e dopo aver preso tutto alla velocità della luce, mi inginocchiai davanti al corpo di Charles, dandogli il termometro sotto il braccio.
Lo sentì sospirare molto contrario alla situazione che si stava verificando e mentre misurava la temperatura io ne approfittai per bagnare il panno con dell'acqua fredda, in modo da riuscire ad abbassare il calore sulla fronte.
-"come l'ho preso?" domandò ancora a bassa voce, borbottando.
-"può essere che nel paddock qualcuno abbia appena terminato un'influenza e l'abbia passata a te..."
-"per fortuna... ho la settimana libera" mormorò prendendo la mia mano e portandosela sul volto, sperando fosse fredda.
-"mi sento bruciare" commentò socchiudendo gli occhi dalla stanchezza che sentiva nel suo corpo ed io mi abbassai di nuovo. Avvicinai il mio volto al suo per stampargli un bacio sulla fronte e notai quanto fosse caldo.
-"riesci ad alzarti?" chiesi.
Non mi andava di tenerlo sul pavimento.
Lui annuì e si alzò debolmente, tanto che dovetti reggerlo con un braccio. Lo guardai in volto e lui appoggiò la testa ancora sulla mia spalla, senza preferire una parola.
Lo feci sistemare sul divano, la prima cosa disponibile, visto che non era così leggero come una piuma. Si sistemò, tolsi i cuscini superflui e quando il suo corpo fu ben disteso, appoggiai il panno fresco sulla sua fronte, non prima di avergli accarezzato lentamente il viso.

-"puoi rimanere qua?" Mi chiese accarezzandomi il braccio ed io annuì dolcemente. Era ovvio che non lo avrei lasciato da solo.
-"certamente, non me ne vado"
Lui sorrise comprensivo e mi strinse la mano prima di voltarsi leggermente per tentare di dormire un po'.

Io me ne approfittai della situazione facendo le pulizie di casa - perdevo tempo - e scovai tante di quelle cose che mi incuriosirono tantissimo. Trovai tanti piccoli trofei di kart, delle carte da gioco, un tabellone per freccette(?) e tantissime fotografie della sua famiglia, con la presenza del padre.
Una fotografia insieme ad un altro ragazzo, più grande di lui, che credo si chiamasse Jules da quello che mi aveva accennato in un discorso una sola volta. Più lui cresceva nelle fotografie, più queste persone venivano a mancare e mi si stringeva il cuore. Pensai per un momento a quanto la sua vita fosse stata tagliata molte volte e molto profondamente, ma l'uomo che ne era uscito si era dimostrato una persona meravigliosa.

Mi passai una mano sulla fronte mentre i miei capelli raccolti in una coda scodinzolarono e mi appoggiai al mobiletto, guardando fuori la luce del sole che splendeva su tutto il territorio e che rifletteva sul livello del mare, luccicando qua e là.
Aprì la finestra per portare dell'aria pulita nella casa e uscì leggermente sulla terrazza che possedeva l'abitazione di Charles, appoggiandomi alla ringhiera solo per godermi un po' di pace interiore.
Pensai a quello che io e Charles stavamo costruendo piano piano, a piccoli passi. Eravamo sempre insieme, forse provavamo anche a fare prove di convivenza, un po' a destra ed un po' a sinistra. Ero entusiasta della sua presenza nella mia vita ed ogni giorno che passava mi rendeva più felice e più allegra, e sperai che lui fosse felice nello stesso modo.
Nello stesso tempo pensai alle continue email di minaccia che arrivavano sul mio conto, e mi chiesi come mai certe persone si spingevano così tanto per gelosia o per un sentimento di rifiuto su quello che stavamo vivendo.

Ero sicura di essere innamorata di lui, e nel profondo del mio cuore sperai che anche lui lo fosse di me.

-"ehi" sentì la sua voce bassa e roca alle mie spalle, segno che si era svegliato, e mi voltai verso di lui.
-"ben svegliato principino" accennai un sorriso divertito e lui si avvicinò a passi piccoli, tenendosi sulle spalle una felpa.
-"come ti senti?" domandai subito dopo, guardando il suo viso.
-"un po' meglio, al momento non mi sento la febbre e la testa ha smesso di pulsare"
-"l'hai provata?"
-"non ancora, sono venuto da te prima"

Io rimasi appoggiata con la schiena alla ringhiera non coperta da fiori estremamente colorati e gli accarezzai lentamente in viso.
-"avrei voluto portarti in barca oggi" mormorò triste guardando l'orizzonte, mettendo una mano sul mio fianco.
-"possiamo farlo un'altra volta, quando starai meglio"
-"tu tieniti libera" ridacchiò ed io annuì, appoggiando la testa sul suo petto e lasciando il suo mento appoggiarsi sulla mia testa.

-"a che stavi pensando?"
-"quando?" domandai.
-"prima che io arrivassi, quando eri qua da sola"
-"ah... al fatto che.... diciamo..." provai a parlare ma diventai tutta rossa in volto e lui mi guardò incuriosito, sollevando il suo mento per alzarmi il viso.
-"Principessa?"
-"mi piaci" quasi sussurrai, non so nemmeno perché sviai quasi lo sguardo. Lo vidi sorridere e lo vidi stringermi un po' di più, sentendo le sue braccia avvolgermi.
-"mi piaci anche tu" sussurrò e poi si lasciò cullare dal venticello fresco che staccava il caldo afoso del sole.

**

Il giorno successivo, in fretta e furia, sistemai le mie cose e corso velocemente per arrivare al giusto in caserma.
-"fai piano che ti ammazzi solo a scendere le scale" ridacchiò Charles, consegnandomi le ultime cose tra le mani. Aveva passato una nottata molto più tranquilla della precedente, dormendo filato e senza svegliarsi per vomitare o per il dolore, ed io passai metà delle ore notturne ad accarezzargli lentamente i capelli mori spettinati dal cuscino e dal cappuccio che teneva sulla testa.
-"sono in ritardo" risposto borbottando facendogli la linguaccia e lui mi consegnò le chiavi di una Maserati.
-"usa questa"

-"sei impazzito?" chiesi strabiliata e confusa.
-"nono non posso" mormorai subito dopo scuotendo la testa più volte.
-"non sei mica in ritardo? Prendi la macchina e corri"
Mi fece un sorrisetto fasullo ed io miei il broncio per qualche secondo prima di prendere in mano le chiavi della sua auto, dandogli ragione.
-"stai attenta" mi disse accarezzandomi la pelle del braccio, sfiorandomi le dita con le sue.
Poi si avvicinò, stampandomi un dolcissimo bacio sulle labbra.
-"quando torni mi troverai a casa tua con quei dolci al pistacchio che ti piacciono molto"
-"smettila di tentarmi e di viziarmi" commentai scuotendo la testa, per poi prendere il suo viso dolcemente tra le mani e stampargli ancora un bacio.

Poi presi la decisione di allontanarmi, e lo salutai con un po' di malinconia, pronta per arrivare in caserma il prima possibile.

**
-5.

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