16.
settembre 2025
Non mi ero mai interessata della stampa e di tutto quello che vi era dietro fino a quel momento.
Ovviamente, come potei ben immaginare, il fattorino della pizza parlò nel suo negozio, la voce nel principato si diffuse alla velocità della luce ed in pochissimo tempo riuscirono ad arrivare alla mia identità. Uscivano articoli tutti i giorni dalle page dedicate a Charles, dai giornali sportivi online ed io venivo ovviamente targata ovunque.
Il mio misero profilo Instagram con pochissime fotografie era esploso direttamente, tra gente che mi seguiva e che commentava continuamente con domande; il mio telefono continuava a suonare e decisi di mettere il silenzioso e girarlo a schermo verso il basso.
Rimasi con la testa affondata nel cuscino per tutta la mattinata, a tentare di fissare il soffitto e a seguire le linee che lo delimitavano. Era bastata una sola settimana in modo da far scoppiare il putiferio ed io avevo passato la settimana da sola ad evitare tutte le persone al di fuori della caserma e spostandomi con una macchina diversa.
Quel giorno era il mio giorno libero alla caserma e mi presi tutto il tempo necessario per svegliarmi e per sistemarmi: avrei voluto volentieri dormire molto di più rispetto alle ore che il mio cervello si era oramai impostato ma riuscì comunque a trovare un modo per perdere del tempo fino alla sveglia di Charles. Era tornato ieri sera, sul tardi, ed era veramente stanco; inizialmente era da solo nella sua casa, ma appena appoggiato i piedi sul suo pavimento prese il cellulare e mi chiamò.
Inutile dire che passammo la notte a dormire insieme, stanchi entrambi per la faticosa giornata.
In poche parole feci scorrere il tempo durante la notte ad osservarlo dormire come un angioletto accanto al mio corpo ed effettivamente passò molto tempo prima della mia decisione di alzarsi e preparare della colazione.
Presi il telefono in mano e tra una sfilza di messaggi lunghissimi da parte di Cristina e le continue notifiche dei social, la solita email con la solita frase continuava ad arrivarmi.
Email: Il tuo amore per Charles deve finire
Sbuffai rumorosamente allontanando il telefono da me e incrociai le braccia; presi dei respiri profondi e tentai di svolgere un ragionamento logico: chi mai potrebbe continuare a ripetere queste cose?
Può essere Benjamin? Che ancora non accetta questa cosa? Oppure la ex ragazza di Charles?
Ho sentito che ha risposto a determinate domande dicendo che io non ero una bella persona perché le avevo rubato il fidanzato.
Sicuramente non sono stata un angelo visto che l'ho baciato di mia spontanea volontà più volte mentre ancora stavano insieme ma non ho deciso io di innamorarmi di lui, è capitato e basta. Non ho nemmeno imposto a Charles di stare con me... nonostante gli ripetessi quando lei fosse tossica accanto a lui. Non mi ritengo "ladra" secondo il significato attribuito da lei. Certo, la situazione non è stata delle migliori ed io sono stata un po' stronza.
Mi alzai allontanando i pensieri negativi e cominciai a preparare la colazione per il ragazzo che dormiva beatamente tra quelle lenzuola scure e decisamente molto profumate; tentai di sopprimere senza nessun risultato il suono del microonde e involontariamente mi sporcai tutta la maglia con il latte rovesciato dal cartone.
-"oh porca miseria" esclamai forse ad alta voce, senza rendermene conto.
Dietro di me sentì dei passi e poi delle braccia stringere il mio corpo e la mia maglia bagnata; le labbra del monegasco si appoggiarono sotto il mio orecchio e diedero un bacino umido prima di pronunciare un buongiorno sussurrato con voce roca e impastata dal sonno.
-"Bonjour coucu" lo salutai e lui mugolò come risposta.
-"scusa per averti svegliato, non volevo fare troppo rumore"
-"non mi hai svegliato tu petite, è stato il telefono"
-"bugiardo" commentai ridacchiando scuotendo leggermente la testa e chiudendo quello che rimaneva nel cartone del latte.
-"hai ragione" disse divertito mostrando una fossetta e poi mi lasciò andare, asciugandosi le mani umide.
-"posso farmi perdonare"
-"è come?"
-"ti ho preparato la colazione" esclamai ovvia con un sorriso sulle labbra e la sua testa si chinò davanti alla mia solo per stamparmi un bacio.
-"più tardi devo andare all'automobile club per... cose strane"
-"okay, forse io faccio un salto a casa" risposi muovendo la testa affermativamente, prendendo la mia tazza tra le mani e sedendomi accanto a lui. Versai dentro di essa i cereali al cioccolato e poi lo guardai, con un cucchiaio in mano.
-"devo farti una fotografia" rise lui prendendo il mio cellulare e cercando la fotocamera.
Io non feci nemmeno in tempo a contro ribattere che il suono del click si fece spazio nel salotto ed io mi coprì la faccia.
-"comunque perché vai a casa?"
-"faccio un salto, sistemo Nuji, gli do da mangiare, pulisco la sua gabbietta, vado a recuperare il suo nuovo amico Cloud e poi lo porto a casa"
-"un nuovo gatto?" Esclamò lui ridacchiando ed io annuì come una bimba.
-"sì, la veterinaria mi ha detto che non riescono a stare da soli e se lo sono diventano tristi, quindi ne compro un secondo per compagnia."
-"perché Cloud?"
-"perché.." diedi un morso ai cereali e mi fermai nel parlare. "Perché è tutto bianco ed è pelosetto, così piccino mi ricorda un batuffolo e quindi..."
-"è quindi nuage è ciò che gli si addice meglio"
-"esattamente" ridacchiai lasciando il cucchiaio dentro la tazza solo per incrociare le gambe.
-"poi torni?"
Io mi voltai il viso verso di lui facendo sciogliere la coda leggera in cui erano tenuti insieme i miei capelli e piegai leggermente la testa.
-"devo guardare il mio calendario, se ho il turno alla mattina presto credo... credo di no, solo per questioni di comodità"
-"magari vengo io da te"
Io sorrisi spontaneamente e mi allungai per appoggiare la testa sulla sua spalla, e lui spostò il viso per darmi un bacio tra i capelli.
-"mi diverte dormire con un gatto tra i piedi" rise lui ed io gli andai dietro a ruota, ripensando alla prima volta in cui Nuji si era infilato nel letto.
Uscimmo in contemporanea dalla sua abitazione ed io salì sulla mia auto per tornare a casa e svolgere tutto il programma che sistemai nella mia testa.
Quando mi sedetti al posto del guidatore osservai un foglio attaccato ai tergicristalli della mia auto e sbuffai, decisamente contrariata da quello che pensava il mio cervello.
Aprì la portiera e riuscì a prenderlo, per poi risedermi al mio posto.
Era una multa.
Una multa in un posto in cui non c'era bisogno di metterla visto che avevo pagato il parcheggio per tutto il tempo; sbuffai sonoramente ancora una volta lanciando il foglietto sull'altro sedile e osservai nelle altre auto, sporgendo un poco la testa.
Nessun altro aveva la multa.
Che diamine?! Una multa perché la mia 500c non piace alla polizia?
-"ciao Cris" decisi di chiamare subito Cristina, perché dovevo sfogarmi su questa cosa, ero talmente tanto nervosa che non stavo più nella pelle. Sarei stata capace di sradicare il volante fuori dalla sua postazione.
-"buongiorno raggio di sole, che succede?" domandò assonnata ed io alzai gli occhi al cielo.
-"mi hanno dato una multa ingiustificata. C'è scritto che non ho pagato il tempo necessario, ma invece l'ho fatto e con un bigliettino in bellissima vista sul cruscotto, e soprattutto nessuna delle altre auto ha la multa."
-"oh no davvero? Che pezzi di merda"
-"e poi alla faccia, una multa talmente tanto salata da far paura. Non me la merito nemmeno"
-"non riesci ad andare nella caserma e mostrare la fotografia dell'orario e della multa? Magari capiscono che si tratta di un errore"
-"proverò... per cosa, tanto hanno il coltello dalla parte del manico"
-"tu prova a vedere che cosa ti dicono, se pretendono di avere ragione... lascia stare"
-"mh, certo... ringraziamo il cielo che ho messo da parte qualcosa del mio stipendio. In realtà dovevo usarli per altro ma mi tocca pagare una multa immeritata... vabbè, vado a prendermi il gatto"
-"un altro?! Guarda che non sei una gattara single, hai un bel manzo accanto a te"
-"smettila Cris" scoppiai a ridere guidando per uscire fuori dal traffico del principato.
-"è vero! Non puoi mentirmi, non puoi affermare il contrario"
-"non ho comprato un altro gatto per fare la gattara single Cris, è solo per far compagnia a Nuji..."
-"ah quindi non è per te"
-"certo che è per me! Ma io la mia compagnia ce l'ho"
-"aaah ecco vedi!" Esclamò divertita.
-"Ho visto la stampa" aggiunse subito dopo.
-"come tutti..." borbottai passando la frontiera per entrare nella mia cittadina ed anche qua era un tutto osservarmi senza una fine.
-"dovrai abituarti, stai con un pilota della Ferrari e amato da tutti"
-"mi abituerò... basta che la smettano di fissarmi" la sentì ridere ed io parcheggiai la mia auto.
-"non smetteranno di fissarti Vic, la nipote della signora più ricca della Costa Azzurra, con dei genitori ricchi sfondati provenienti dal Belgio, che ha una relazione con il pilota monegasco... no, non possono non guardarti... e poi sei una gran figa"
-"oh mio Dio..."
-"ssh dai, lo sai che ho ragione"
-"ti lascio dormire Cris" mormorai pensando a quelle parole e parcheggiai la mia auto nel mio posto.
Scesi dall'auto dopo che la riccia mi salutò sbadigliando ed io entrai in casa; accarezzai il mio bel gattino peloso, gli diedi da mangiare e cominciai a giocarci come una bambina di 5 anni.
Andai a guardare il calendario ed il turno, come potevo ben immaginare, era addirittura di notte.
Passò un certo tempo prima di accorgermi che nella mia cassetta della posta vi era una lettera penzolante di fuori: me ne ero accorta solo tornata a casa nuovamente con Cloud tra le braccia. La sfilai fuori e la appoggiai sul bancone, con la scusa di leggerla più avanti. Ero troppo impegnata in quel momento. Sistemai la piccola stanza per entrambi i gatti e poi riuscì a farmi una doccia in tempo prima dell'arrivo di Charles, a quale avevo mandato un messaggio in modo da fare un salto da me prima che cominciassi il mio turno.
-"ciao splendore"
-"ciao Charlie" sorrisi aprendo la porta e lasciandolo passare.
-"ho sentito della multa" mi comunicò subito sedendosi sul mio divano e in un batter d'occhio Nuji aveva compiuto un balzo sulle sue ginocchia.
Adorava la presenza di Charles ed adorava farsi coccolare da lui.
-"come hai fatto?"
-"mio fratello passava di lì stamattina e ha visto che un poliziotto metteva la multa, mi ha chiamato per dirmelo visto che stava sotto casa mia e.. niente"
-"ah.." mugolai tenendo la testa bassa, pensando ancora a quella multa.
-"domani vieni con me e chiariamo questa storia, è la prossima volta ti faccio mettere la macchina nel mio garage... scusami per non averlo fatto subito... mi sento un cretino"
-"no macchè! Mica è colpa tua, tu non c'entri niente, non renderti colpevole! Domani andrò a chiedere spiegazioni" dissi subito,rispondendo dietro le sue parole come un fiume in piena.
-"e se non le danno?"
-"la pagherò..."
-"te la pago io"
-"no!" Esclamai facendo quasi spaventare il gatto e Charles scoppiò a ridere.
-"povero micio" mormorò prendendo il musetto di Nuji e lasciandoci tanti bacini sopra.
Lui fece le fusa ed io misi il broncio.
-"con me non le fa mai" brontolai.
-"lo sai che ha una cotta per me" sorrise divertito facendomi l'occhiolino ed io mi voltai dall'altra parte.
-"hanno tutti una cotta per te" quasi sussurrai mettendo le mani sulle mie gambe e lo vidi muoversi con uno scatto repentino, scivolando sulla pelle del divano per finire davanti a me.
-"sì, ma io ho una cotta per te" ridacchiò facendo sfiorare la punta del naso con la mia e senza pensarci due volte gli stampai un bacio.
-"ti va della pizza?" Mi chiese subito dopo.
-"a metà, non la mangio tutta"
-"va bene, una in due" annuì muovendo la testa e si alzò per chiamare il fattorino. Non fece il suo nome, dettò il mio senza molti giri di parole e poi chiuse la telefonata.
Finalmente, Cloud ebbe la degnazione di svegliarsi e presentarsi con due occhioni azzurri in salotto, rimanendo un poco più in disparte prima di sistemarsi sui miei piedi.
-"è lei la piccina?" domandò con affare molto dolce e si sistemò dietro di me appoggiando il mento sulla mia testa.
-"che patatina" commentò ancora continuando e mi venne da ridere, visto che tirava continuamente il pelo della mia ciabatta e ci giocava da sola.
Nuji non si staccava da Charles.
-"vuole giocare, prendi il batuffolo di lana e usalo con lei"
-"oh perfetto! Sai, non sono un tipo di gatti ma questi li adoro da morire"
-"li adori perché ti amano... o almeno, Nuji ti ama"
-"li adoro perché li hai tu" ridacchiò ed io mi girai verso di lui.
-"ti prego non queste frasi"
Lui mise il broncio per qualche secondo ed io poi mi trovai indaffarata a guardarli mentre Cloud gironzolava senza fine.
Saltò sulla seggiola del pianoforte e cominciò a camminarci sopra, schiacciando con le zampette i tasti.
-"beh, ha composto qualcosa meglio di te Charles" scherzai ridendo e la sua faccia fu tutto un programma.
-"cosa cosa cosa" domandò lasciando il batuffolo a Nuji per venire verso di me e mettersi sopra, facendomi distendere sul divano.
Lo guardai negli occhi con un sorriso furbo.
-"hai capito Charlie" ripetei e lui cominciò a farmi il solletico per ripicca.
Provai a muovermi ma continuai a ridere senza sosta, visto che ero veramente molto sensibile allo sfiorare delle dita sulla mia pelle.
Lui smise solo quando suonò il campanello ed io tenevo le lacrime agli occhi dalle risate.
-"ora sostieni quello che hai detto prima?"
-"no amore, sei più bravo tu" risposi prendendo i soldi dal portafoglio e riuscì a pagare la pizza.
Lui si alzò per prendere dell'acqua e mi seguì come il mio gatto, annusando l'odore che proveniva dal cartone fumante.
-"da dove hai ordinato?"
-"pizzeria italiana fuori Monaco, la fanno con la mozzarella di bufala, squisito" disse mentre aprì il cartone e prese il coltello per dividerla a metà.
Lo lasciai fare e prima fece un taglio in verticale, poi riuscì a dividere due fette ed una me la consegnò tra le mani.
-"pizza contro pizza?"
-"cosa..." non feci nemmeno in tempo a parlare che lui prese il mio braccio, fece scontrare le due pizze e poi gli diede un morso. Feci la stessa cosa anche io e successivamente mi diede un bacio.
-"strano metodo per baciarmi" commentai tenendo la fronte aggrottata e masticando piacevolmente quella pizza.
Era veramente favolosa.
Quando riuscimmo a terminare, lui decise di vedere il film ed io, che non avevo per niente sonno, gli diedi corda e cominciò a guardare un film di azione, alla quale seguiva la trilogia.
-"I mercenari Charles?"
-"sì! Mitico" si distese sul divano ed io feci la stessa cosa.
Era vero che fuori tirava in aria caldissima , così lui si levò la maglia, rimanendo con i pantaloncini. Staccai l'attenzione dal film solo per osservare il suo petto, le linee che lo definivano... osservai quanto fosse tonico e quanto la sua pelle sembrasse liscia. Feci vagare gli occhi ovunque, dalle spalle che qualche volta si contraevano, le clavicole evidenti, i pettorali con un accenno minimo di peluria e il busto asciutto, che terminava con la linea dei pantaloncini sistemata poco sotto il suo ombelico.
Così per tutto il primo film.
Il secondo film era più intenso, riusciva ad attirare di più il mio cervello dai pettorali di Charles.
Victoria concentrati, smettila di fissarlo.
-"tutto bene?" Sorrise furbo mostrando una fossetta.
-"sì... si" mormorai distratta, facendo scorrere gli occhi dai suoi, alla sua bocca ed al suo petto, di nuovo.
Lui cominciò ad avvicinarsi, e come una scintilla nell'aria carica di ossigeno, diede fuoco a tutto l'ambiente esterno.
Mi baciò, mi baciò con trasporto arrivando a poggiare le mani sui miei fianchi, tirandomi più vicino al suo corpo.
In pochi istanti mi ritrovai a cavalcioni sulle sue gambe, mentre le mie mani erano intente a massaggiare quei capelli profumati e le mie labbra baciavano di continuo le sue maledettamente morbide e ipnotizzanti.
Le sue mani finirono tra la mia gonna, trovando un buon compromesso per alzarla ed io lo lasciai fare, solo per compiere il suo desiderio. Lasciai i suoi capelli per accarezzare il petto con i polpastrelli e mordicchiai il suo labbro inferiore.
Lui mugolò in tutta risposta con uno strano gemito ed alzò la mia gonna, solo per farci stare meglio le sue mani. Lo sentì giocare con l'elastico del mio intimo e poi fece risalire le mani per sfilarmi lentamente la maglia. Alzai le braccia per aiutarlo e poi tornai sulle sue labbra.
Fu un attimo prima che, con un colpo di reni, si alzò dal mio divano spostandosi e appena trovò un appoggio più comodo, mi fece sedere sopra.
Ero sicura che non avrei mai più visto il mio bancone da cucina nello stesso modo.
Allargai le gambe solo per farci stare meglio il suo bacino e al contatto della sua erezione sulla mia gamba mi lasciai scappare un gemito di soddisfazione e piacere.
Spostò le mani dietro la mia schiena per sganciare il mio reggiseno di colore nero - molto semplice - e lo fece scivolare giù. Riprese a baciarmi ed io strinsi le sue braccia attorno al collo, sentendolo più vicino.
Lui gemette sfiorando i bacini mentre io ansimai, continuando a baciarlo.
Fu proprio in quel momento che l'elettricità presente tra di noi si spense. La causa? Il mio cerca persone che segnalava l'arrivo del mio nuovo turno.
-"non dirmi che devi andare" mugolò molto contrario appena io mi separai dalle sue labbra e quando individuai la fonte del suono annuì con la testa.
-"mi dispiace Charlie" sussurrai guardandolo negli occhi ed accarezzando la sua guancia.
Gli stampai ancora un bacio prima di scendere da quel ripiano.
-"sei in ufficio?"
-"sì amore" risposi rivestendomi e cambiando la gonna con dei pantaloni della tuta.
-"ti scrivo se vado a casa"
-"va bene" annuì; lui mi accompagnò alla porta e mi baciò di nuovo.
Un tempismo quasi perfetto direi.
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-9.
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