13.

fine agosto 2025

Io e Charles non palammo per circa un mese dopo quel quel bacio. Lui era arrivato quella mattina presto perché doveva partire per ed io dovetti rimanere da sola per tutto il tempo. Era strano perché non mi aveva chiamato, non mi aveva scritto ed ogni volta che io provavo a fare qualcosa lui non mi rispondeva mai. La mia testa era piena di pensieri che non riuscivano a darsi una risposta. Dovetti ricominciare a camminare senza la sua presenza al fondo delle mie parallele messe di sostegno, non potevo fargli vedere i miei progressi nel camminare da sola. Ero confusa, c'era stato sempre fino a quel giorno in cui mi baciò di nuovo in ospedale...

Non era nemmeno presente il giorno della mia dimissione dall'ospedale e non nascosi di esserci rimasta male, anche perché appena rimesso piede nella mia house boat i miei occhi ne risentirono e purtroppo versai qualche lacrima. Mi muovevo per casa con una stampella sola di appoggio mentre piano piano riprendevo la mia mobilità singola, ma per fortuna la casa non era vuota; Jay mi aveva comprato un gatto.

Mi ha anche raccontato come: era andato allo zoo con Robert nel suo giorno libero e al termine della loro visita come i bambini alle scuole elementari, si erano ritrovati in un negozio che vendeva animali - tutto questo perché Robert voleva una tartaruga - e si è convinto a prendere un gattino per me. Non nego il fatto che sia un animale dolcissimo e meraviglioso, ma non sono abituata ad avere animali in casa e dunque per me è un'esperienza tutta nuova. L'ho chiamato Nuji, un nome completamente a caso ed ispirato a dei gelati. I miei amici mi avevano aiutato tutti a risistemare casa mia, dato che nessuno ci entrava dentro da un po' di tempo e Cristina - che nello stesso tempo si era presa una breve vacanza arretrata dal suo lavoro - aveva deciso di rimanere in casa con me. Mi aiutava in tutto ed io le ero eternamente grata.

Mentre eravamo indaffarate a mangiare un piatto di pasta al pomodoro, io decisi di dirle tutto.
-"Cris... senti devo dirti una cosa" sentenziai lasciando la forchetta nel piatto e pulendomi le mani nel tovagliolo, che poi portai la bocca per togliere la salsa dagli angoli.
-"dimmi, ti ascolto volentieri"
Cominciai la mia tiritera raccontandogli del primo bacio, della reazione di entrambi e di tutto quello che era accaduto all'ospedale. Ovviamente inclusi la parte in cui lui non si faceva sentire da due settimane piene e vidi il suo viso tramutare.
-"è con Ambra, per quello non si fa sentire" mi disse di soppiatto ed il mio umore tramutò in un secondo. Eccolo lo scontro con la realtà.
-"ah" sussurrai lasciando fuori un flebile verso, rendendomi conto che quella ragazza era ancora presente nella sua vita.
-"di punto in bianco ha deciso di venire con lui e purtroppo lui non ha potuto porre molta resistenza, ci sta ancora insieme... e per tutto il resto... potrei averlo già saputo" ridacchiò sarcastica d io aggrottai la fronte, un attimo prima di spalancare gli occhi.
-"in che senso?"
-"perché vi ho visto qualche volta e lui mi raccontava cose mentre eravamo in aereo. Io gli chiedevo come stavi e lui mi parlava con una quantità tale di tenerezza e dolcezza negli occhi da farmi sciogliere. Cioè non sapevo ci fossero stati dei baci, ma avevo capito che qualcosa sotto... per lo meno da parte sua c'era. E poi beh... con questo ho unito i pezzi"
-"dolcezza... se sta con quella ragazza.."
-"mh, non sono così convinta che tutto sia liscio. Ti ripeto, lei non è mai venuta, non si è mai interessata"
-"magari ha cambiato idea" mormorai facendo girare la forchetta senza un senso.

La pasta era terminata, rimaneva solo la salsa ed io cercavo di guardare il lato positivo dalla sua parte al posto che vederlo dal mio, nonostante provassi a non accettare il fatto di essere caduta in una dolce quanto tortuosa trappola.

-"nah, lei non cambia mai idea."
-"quindi pensi... sappia qualcosa?"
-"ha certamente capito che sta perdendo terreno, Charles non l'ha calcolata per la maggior parte del tempo e quindi vuole far vedere al mondo come tra loro due la relazione sia stabile e duratura. Può darsi che stia pensando a qualcosa, giusto per farsi vedere tramite la tv e dire "io sono la sua ragazza e tu no", una cosa di questo tipo"
-"beh effettivamente ha ragione" commentai e lei scosse prontamente la testa, facendo scivolare fuori i capelli dalla coda che si era fatta con un elastico.
-"nono, è un comportamento da teste di cazzo questo. E inoltre, gli sta talmente tanto attaccata che non gli dà il tempo di prendere il telefono in mano e può vedere quello che scrive, a chi scrive. Credo che lui non lo faccia per questa ragione, vuole solamente proteggerti"
La ascoltai senza più ribattere ed alzai le spalle, convinta a metà della sua versione.

Era comunque fidanzato.

La sera, quando Cristina decide di uscire per vedersi con la sua nuova fiamma -che di nome faceva Albert - e quando mi diede un bigliettino con scritto il suo numero come se già non l'avessi sul cellulare per le emergenze, mi sdraiai finalmente sul mio letto e Nuji si sistemò sopra la mia pancia.. e come una cretina cominciai a parlare con il gatto.
-"tu che pensi eh? Non mi chiama perché c'è Ambra? O non mi chiama perché vuole passare del tempo con la sua ragazza? Come giusto che sia.."
-"gli piacerò almeno un pochino? Lui mi piace, certo, sembro una mela cotta che cade quando parlo di lui. Mi piace tanto, ma sarà la stessa cosa?"
-"te lo devo far conoscere, appena... appena può lo chiamo... magari.., quando torna... o forse devo aspettare lui?"
Lo guardai e lui miagolò di conseguenza appena alzai la mano dalla sua piccola testa. Continuai a fargli le coccole e fissai il soffitto per un po' di tempo.
-"che faccio?" Sospirai e il gatto miagolò ancora.
-"mh, forse lo chiamo io... dopotutto sono io che lo invito.."
-"e se magari mi risponde lei? Cosa devo fare? Fingermi una che lavora nei call center? No dai... mi chiamerà lui"
-"sì mi chiamerà lui... sai Nuji, mi piace tanto Charles... mi piace veramente tanto... è... è un ragazzo bellissimo, dolce, simpatico, tenero... oh"

Stavo parlando veramente ad un gatto dei problemi della mia vita e di come quel ragazzo abbia scombussolato le mie idee e la mia vita in così poco tempo.
Forse era meglio andare a dormire.

Mi addormentai subito appena mi sistemai sotto le mie coperte ma riuscì a fare sogni tranquilli pochissime ore prima che il mio pc cominciò a suonare con un sacco di notifiche. Guardai l'orologio e dato che era piena notte non ci feci caso, lasciai tutto così, avevo un sonno terribile.
La mattina dopo sarò in grado di guardare.
Nuji si era sistemato tra i miei piedi e dovevo fare molta attenzione nel muovermi, prima di dargli un calcio e spaventarlo a vita. Il suo pelo mi faceva un sacco di solletico.

*

La mattina successiva Cristina non era ancora tornata ed io decisi di farmi una buona colazione. Prima mi sistemai i capelli con una treccia molto disordinata e poi mi sistemai in cucina, sempre con l'aiuto della mia fedele stampella. Preparai da mangiare a Nuji e gli lasciai la ciotola accanto al muro, e poi mi sistemai con una bella ciotola di latte e cereali sul bancone della cucina.
Andai a prendere il computer per osservare un po' quello che era accaduto la notte precedente ma non feci in tempo ad aprirlo che mi arrivò subito una chiamata di Charles. Corrugai la fronte molto confusa ma decisi di rispondere, nonostante il mio aspetto poco decente.
Diciamo che mi aveva vista in situazioni peggiori.

Ero pronta a salutarlo quando la telecamera mi mostrò due altri volti a me sconosciuti e quasi sobbalzai.
-"funziona? Ehi ci vedi?" Chiese curioso quello sulla sinistra, un tipo ricciolino, ed io, decisamente confusa, annuì solamente pronunciando un flebile si.
-"oh okay scusa Victoria! Ci devi scusare se ti abbiamo spaventata, ovviamente non ci conosci e sei sul punto di spegnere la chiamata ma non farlo per favore" sorrise divertito ed io piegai leggermente la testa, interessata a voler sapere come quella storia sarebbe finita.
-"io sono Daniel e lui è Alex, siamo amici di Charles e abbiamo voluto tirarlo fuori da questo casino con quella fastidiosa vipera definita anche "la sua ragazza" ..." spiegarono insieme ed io li salutai, ridacchiando.
-"ciao Daniel e ciao Alex" sorrisi; mi ricordavo le loro facce.
-"siete piloti anche voi giusto?"
-"esattamente" annuì Daniel con un sorriso sul volto, mentre muoveva la testa.
Mi era sempre sembrato una persona molto divertente da fuori e da quel poco che riuscivo a vedere, ed il suo sorriso era così contagioso da farti sentire a tuo agio e di buon umore.
-"lo abbiamo coperto, ora arriva il tuo principino" commentò Alex ridacchiando.
Charles mi aveva raccontato qualcosa sul suo periodo dei kart e uno dei tanti piloti con cui aveva svolto il suo percorso era proprio lui.
-"non è il mio principino.." mormorai, tentando di rimanere sempre con i piedi per terra e soprattutto sulla realtà.
Sì sentì bussare alla porta e Alex si alzò velocemente per andare ad aprire. Era Charles.
Rimasi per un attimo a guardarlo, imbambolata, perché era di una bellezza inimmaginabile.
-"adesso noi facciamo così. Andiamo nell'altra stanza, voi due rimanete da soli e la chiave di questa stanza l'ho solo io. Lui mi manderà un messaggio al termine e nessuno verrà a disturbarvi" parlò a bassa voce Daniel, che si alzò da dove stava e insieme ad Alex uscì da quella stanza, chiudendola a chiave.

Eravamo solo io e lui.

-"ciao bellissima" sussurrò lui prendendo il pc alzandosi e sdraiandosi successivamente sul letto matrimoniale.
-"ciao principino" tentennai un po' prima di trovare un nomignolo ma poi decisi di chiamarlo così.
Perché in fin dei conti lui era il mio principino, anche se ad Alex lo avevo negato.
Lui mi guardò ed io arrossì, abbassando gli occhi con un piccolo sorriso timido.
-"vorrei... per prima cosa chiederti scusa per.. per essere sparito. Mi stava appiccicata, attaccata al mio braccio ogni secondo e non avrei potuto scriverti. O meglio, avrei potuto farlo ma lei sicuramente ti avrebbe presa e... e non voglio che lo faccia. Sono due settimane che sto pensando di lasciarla ma non volevo farlo nei weekend di gara, appena torno credo di farlo. Anche alla... alla tua uscita dall'ospedale"
-"non nego di esserci rimasta... un po' male nel non vederti ma quando avevo tutti i tasselli sotto gli occhi ho... ho capito, e volevo vederti... aspettavo solo quello" dissi capendo il suo discorso.
-"scusa piccina"
-"è tutto okay, apprezzo il fatto che tu me l'abbia detto" accennai un sorriso e spostai alla mia sinistra la tazza oramai vuota.
-"sei un po' sporca sulla bocca" ridacchiò lui ed io tastai con gli occhi sbarrati.
-"qui?"
-"no"
-"di qua?"
-"sì" rise ed io arrossì di nuovo, pulendomi con il tovagliolo.
-"non arrossire, sei bellissima"
-"Chaaaarles" canzonai ridacchiando coprendomi il viso.
Mi imbarazzavo così tanto da voler nascondermi.
-"non imbarazzarti, davvero"

Il tempo passò così velocemente che io non me ne accorsi; feci conosce Nuji a Charles, visto che si era appisolata all'interno della tazza sporca -che poi dovetti lavare insieme al gatto - e lui mi raccontò del weekend. Partiva in terza posizione ma non ne era molto contento, avrebbe voluto fare di più.
-"sono convinta che andrà bene!" Esclamai contenta, dopo essermi spostata sul dondolo esterno della mia abitazione.
Mi era mancata molto la mia casetta.
-"la guarderai?"
-"certamente! Domani non ho nulla da perdere, ti guarderò molto volentieri" sorrisi con molto piacere.
-"grazie, sei magnifica"
-"nah"
-"sì, per lo meno tu accetti di vedermi e... e ti interessa"
-"Charles basta, esci da quella storia per favore. Lo dico per te, per te stesso, per la tua vita. Sono le minime attenzioni da dare in una relazione e... lei non le ha per te... scusa il francesismo"
-"lo so... lo so, so quello che dovrò fare... per fortuna ci sei tu"
Sorrisi felice ed allungai la mano solo per appoggiarla sullo schermo, dove ci era il suo viso.
-"guardami ti prego"
-"ti guarderò e farò tutto il tifo per te" sorrisi felice guardandolo negli occhi e poi lui li chiuse, immaginandomi la scena.

Andò esattamente così: quella mattina mi sistemai in orario per guardare la gara di Charles dal divano e tifare ovviamente per lui, accanto a Cristina che si era degnata di tornare a casa.
Mi sentì male circa un centinaio di volte per tutta la durata della gara e mi emozionai quando la vinse tagliando il traguardo per primo.
Sorrisi felice, forse con un sentimento dentro di me molto più grande di quello che pensassi e portai le mani al viso, con gli occhi lucidi.
Aspettai tutta la trafila del podio per osservarlo salire sul gradino più alto, mentre si divertita come un bimbo al parco giochi.
Prese il trofeo, lo alzò al cielo, fece una V con le dita della mano destra, se le portò alle labbra baciandole e poi baciò il trofeo, nella mia patria, in Belgio.

-"è per te" mormorò sbalordita Cristina, mentre io rimanevo immobile, con la felpa cadente su una spalla e delle lacrime che uscivano dai miei occhi.

Era un pazzo.

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