11.

luglio 2025

-"Forse tra una settimana posso cominciare la fisioterapia..." mormorai seduta con una gamba incrociata, mentre nell'altra avevo finalmente tolto il gesso e riuscivo solamente a tenere una calza apposita che favoriva la circolazione del sangue.
Stavo riprendendo molto bene e potevo ritenermi decisamente molto soddisfatta di questa cosa. Stavo lavorando duro e nello stesso tempo stavo soffrendo come un cane ma volevo uscire il prima possibile dall'ospedale.

Charles aveva terminato il gran premio di Inghilterra ed era partito per quello in Germania, quindi non abbiamo avuto molto tempo da passare insieme. Non si è presentato per settimane nella mia stanza d'ospedale ma non erano mai mancati alcuni suoi messaggi e alcune sue chiamate. Ci piaceva stare in video chiamata, la sera, prima di andare a dormire.
Era bello sentirsi dare la buonanotte.
Una volta mi ero addormentata durante una chiamata per via di una giornata pesantissima in ospedale e lui aveva deciso di tenerla accesa, sostenendo che io fossi un angioletto mentre dormivo.

In questo momento stavo degustando una torta portata dalla caserma - mi riempivano di dolci - mentre ero in chiamata con Charles e mentre stavo disegnando un suo ritratto senza che lui lo sapesse.
-"è una cosa buona no? Dai, torni a camminare!"
Alzai lo sguardo solo per osservarlo, mentre la sua testa era appoggiata al cuscino ed i capelli erano tanto spettinati; lo rendevano ancora più tenero di quanto già lo fosse.
-"beh sì sicuramente" dissi riportando la matita sul foglio di carta.
-"qualcosa ti turba?"
-"ho paura" mormorai tristemente calcando di più sul foglio per fare un'ombra nel disegno.
-"Vic guardami" disse lui improvvisamente serio ed io appoggiai la matita, mordicchiandomi il labbro.
-"guarda che se non ho i tuoi occhi su di me trovo una scusa per tornare da te"
-"mi tenti a non guardarti allora" ridacchiai scuotendo la testa e lui sorrise, con un accenno divertito.
-"dai Vic" rise ed io lasciai perdere il mio disegno per guardarlo. Mi vennero le lacrime agli occhi.
-"Charles ho paura... ho paura di non riuscire a farcela"
-"sai che non devi pensarla così?"
-"e se poi non riesco a camminare? Io... io non posso rimanere seduta a vita.. non fa per me Charlie"
-"ssh no, non devi pensarlo assolutamente... quando cominci?"
-"lunedì" tremai leggermente, mentre i miei occhi si inumidirono.
-"allora lunedì vengo da te e ti aiuto, sto con te sempre. Ogni giorno, quando potrò, ti darò una mano."
-"non..." mi misi a piangere come una bambina senza il gelato e dovetti utilizzare tutta la scatola dei fazzoletti prima di fermarmi.
-"tu... t-tu fai così tanto per me ed io non posso nemmeno ricambiarlo. M-mi sento continuamente in debito con te e.." singhiozzai più volte piangendo e lui si avvicinò di più allo schermo.

-"Victoria" sussurrò in maniera così dolce che io tentai subito di calmarmi.
-"devi capire che io lo faccio perché voglio aiutarti d perché lo meriti. Ti meriti tutto il bene del mondo ed hai bisogno di qualcuno che ti stia accanto. E quel qualcuno voglio essere io. Non lo faccio mal volentieri, non sono obbligato."
-"mh" mugolai passandomi il fazzoletto sotto gli occhi.
-"possiamo fare una cosa?"
-"d-dimmi" singhiozzai ancora guardandolo, mentre si era avvicinando così tanto da mettere in risalto gli occhi ed il naso.
-"abbraccio virtuale" sorrise come un bimbo e io non riuscì a trattenere una risata.
-"sei un pirla"
-"mi vuoi bene" sorrise gongolante ed allargò le braccia avvicinandosi il pc al petto.
Feci la stessa cosa avvolgendo le braccia attorno al pc e potrei giurare che se sarebbe passata una qualsiasi persona nel corridoio avrebbe chiamato psichiatria.
-"ti voglio tanto bene Charlie" ridacchiai guardandolo e lui si avvicinò di nuovo per dare un bacio alla telecamera.

-" non sono capace di essere dolce quanto te" commentai scuotendo leggermente la testa.
Ed un po' mi dispiaceva.
-"non serve, mi basta vedere come mi guardi"
-"e come ti guardo?"
-"curiosa, sorridente, sembri felice e mi rende felice a mia volta"
-"quasi quasi hai ragione"
-"quasi? Io ho ragione ovviamente"
-"non tirartela troppo" Risi prendendo di nuovo la matita e terminando finalmente il mio disegno.
-"che stai disegnando? Ti vedo molto concentrata" Chiese lui curioso muovendo la testa a destra e sinistra per tentare di osservare il disegno.
-"te" risposi guardandolo con dolcezza immonda.

Stavo dicendo la verità.

-"me?" Sì bloccò per un attimo, confuso.
-"sì, tu" Risi a crepapelle guardando la sua faccia talmente tanto confusa da non riuscire a capire.

Passavo dal piangere al ridere come una pazza in circa tre secondi solo per colpa di Charles.
Tutto questo è incredibilmente irreparabile.

Alzai il blocco di fogli per mostrargli il ritratto che avevo appena terminato su di lui, di una sua fotografia che mi aveva mandato.
-"com'è?" domandai facendo sbucare gli occhi da sopra il foglio per guardarlo.
Lui rimase per un attimo a bocca aperta.
-"lo... lo voglio assolutamente. È fantastico!" Commentò trovando poche parole, mentre risultava incredulo.
-"davvero?"
-"s-si.. si! È stupendo! Grazie petite, è bellissimo" sorrise e abbassai il foglio per osservarlo sorridendo allegra.
Era forse una delle poche volte che con una persona riuscivo a sentirmi così.
-"appena arrivi te lo consegno"
-"ci conto, ci faccio un quadro e lo appendo il salotto" mi guardò facendomi un occhiolino.
-"esagerato"
-"te lo giuro" si mise la mano sul petto davanti al cuore ed io scossi la testa, portandomi la mano sul viso.
Mi aveva strappato da quel sentimento di solitudine e di buio che c'era dentro e fuori di me con una tale forza e con una tale facilità da farmi dubitare di me stessa e della forza che io avevo. Da un giorno all'altro io riuscivo a sentirmi più libera.

Terminai la chiamata con Charles molto più tardi del solito; la maggior parte delle volte arrivavamo verso mezzanotte mentre quella sera addirittura fino alle due inoltrate. Mi ero completamente dimenticata, però, di Anne che quella settimana cominciava il turno all'una di notte ed ero molto sicura di subirmi una ramanzina da lì a pochi minuti, visto che era già impiantata alla porta come un generale.
-"ora giuro che chiudo gli occhi" commentai poco convinta spegnendo il pc e sistemandolo accanto a me.
-"Victoria.." disse e chiuse la porta, avvicinandosi e sedendosi sul lettino.
-"davvero, ora dormo"
-"guardami un attimo" disse prendendomi la mano ed io mi voltai per guardarla.
Ringraziai il fatto di non avere la bombola di ossigeno e di essere capace di respirare per i fatti miei.
-"dimmi.." mormorai a bassa voce.
-"ti piace tanto vero?" chiese ed io abbassai gli occhi verso la sua mano, che teneva la mia.
-"io..." cercai di sistemare il cervello per fare mente locale e tentare di mentire con frasi del tipo "no, siamo solo amici" , "nono non mi piace" , "mi fa ridere, ci stiamo conoscendo ma no" ed invece, più lei mi guardava più il provare a dire una bugia era sempre più difficile.
-"io... i-io credo di sì" sospirai, ritornando alla tristezza che mi avvolgeva precedentemente.
Solo il monegasco era in grado di farmela dimenticare.
-"credo proprio di sì perché è l'unica persona che mi fa stare bene, che mi allontana dalle cattiverie e dai brutti pensieri... è dolce, è simpatico, è tremendamente bellissimo, è un angelo ed è veramente tanto premuroso. Mi... m-mi fa sapere che lui c'è sempre anche con un piccolissimo gesto ed io sono felice, solo felicissima" buttai fuori quasi tutto d'un fiato, senza nemmeno rendermi conto di quello che dicevo.
Non era il mio cervello quello che stava parlando ma bensì stavo seguendo quello che mi urlava il cuore.
-"sei cotta tesoro mio"
-"tanto cotta?" Chiesi azzardata assottigliando gli occhi e piegando un poco la testa di lato; la guardai ridere divertita.
-"tantissimo"
-"ma sai cosa? Sono estremamente convinta che anche lui provi per te le stesse cose che tu mi hai appena detto. Vi ho visti insieme, quando vi guardate possedete una chimica che solo in pochi hanno, vi osservate e vi perdete nello stesso tempo. Sareste bellissimi insieme, lo dico con tutto il mio cuore"
-"in realtà lo siete di già, insieme siete veramente una coppia stupenda ma alla luce del sole sareste ancora più spettacolari. Fareste invidia a molti" aggiunse subito dopo portandosi una mano sotto il mento ed io ridacchiai divertita da quello che diceva.
Se non fosse per Ambra forse le cose sarebbero molto più facili.
-"sei rossa, imbarazzata. Che bello l'amore dei giovani" esclamò battendo le mani e guardando il cielo, mentre io mi nascosi sotto le coperte ridacchiando.
-"fai buoi sogni, buonanotte anche se è tardi" sorrise poi apprensiva alzandosi dal letto e lasciarmi lo spazio per muovermi meglio.

Strinsi il cuscino secondario molto forte al petto, chiudendo gli occhi e lasciandomi cullare dalle parole che Anne aveva rivolto a me, pensando magari che un futuro insieme a Charles avrei potuto averlo.
Fu la prima notte che io riuscì a dormire tranquilla, serena e rilassata.

**

29 luglio 2025

Ero riuscita a guardare la gara di Charles - che non andò nel migliore dei modi - grazie alla televisione che finalmente si erano decisi di comprare ed installare nella mia stanza e quindi è inutile dire che passai la serata con il monegasco a tentare di tranquillizzarlo e calmarlo.
Come da manuale e come mi aveva anche promesso, prese un volo immediato la mattina successiva al gran premio e appena fu cosciente e stabile di cervello corse da me e nella mia stanza.
-"oggi secondo grande giorno" esclamò tutto contento entrando con affare teatrale saltellando d con uno strano pallino rosso sul naso.
-"ehi Charlie!" esclamai contenta e lui si avvicinò di fretta per abbracciarmi; io ricambiai con una stretta fortissima.
-"e sono sicuro che sarai prontissima!" Disse ancora allegro e con un bellissimo sorriso sul volto, che era stato capace di farmi diventare di buon umore.
-"tu aiutami" mormorai appena mi sistemai da sola sulla carrozzina e lui annuì, rimanendomi accanto.
-"ora io voglio sapere come mai tu sei riuscito a convincerla mentre io no" incrociò le braccia insoddisfatta Anne, mettendo il broncio ed io ala fulminai divertita.

Raggiungemmo insieme la sala adatta per la fisioterapia ed il panico si impossessò letteralmente di me.
-"nono non sono pronta" esclamai perdendo tutta la mia fiducia in me stessa.
-"Vic!" Charles non perse molto tempo e si inginocchiò davanti a me, prendendomi le mani e guardandomi negli occhi.
-"sono qua, sono qua con te. Non dobbiamo fare tutto oggi, passo per passo. Se farai un passo avanti io ti seguirò in avanti e se farai un passo indietro io sarò qui per riportarti accanto a me. Pensiamo solo a rimanere in piedi oggi okay?"
Io riuscì solo ad annuire con la testa mentre lo guardavo e alcune lacrime di paura vennero tolte dalle mie guance grazie al pollice di Charles.
Prima di alzarsi da terra, mi diede un bacio a stampo davanti al fisioterapista e ad Anne, che mi guardò sconvolta.
Lei non sapeva ancora dei nostri baci che ci scambiavano come se fossimo dei clandestini che non dovevano farsi vedere.

Mi guardò subito dopo battendo le mani contenta ed io sorrisi verso di lei, facendole intendere che avremmo parlato sicuramente più tardi.

Tentai di alzarmi dalla sedia a rotelle per rimanere in equilibrio sui piedi e ovviamente lo persi. Le braccia possenti di Charles mi strinsero con reazione immediata ed io senza accorgermene appoggiai le mani sul suo petto, coperto da uno strato sottile di maglia.
-"è tutto okay"
Misi i piedi per terra osservandolo e tentai di rimanere ferma, bilanciando il peso in maniera corretta. Ovviamente, appena Charles lasciò la presa io quasi cominciai a cadere di nuovo ma mi prese ancora.
-"facciamo così, metti i piedi sui miei" ordinò ed io, stanca, obbedì solamente.
Appoggiò le mani sui miei fianchi e mi strinse a sé.
Cominciò a muoversi lentamente seguendo il ritmo di una dolce musica che proveniva dall'esterno ed io cominciai solo a farmi dondolare.

I progressi potevo vederli giorno per giorno e Charles era solitamente puntuale come un orologio svizzero. Quel giorno avrei fatto le parallele, utilizzandole come oggetto per sorreggere il mio corpo, ed il monegasco riuscì a convincermi come fare.
Lui si posizionava al termine della breve pista segnata dalle assi ed io dovevo sempre raggiungerlo per un abbraccio.
-"sei pronta!" esclamò per motivarmi
Io annuì poco convinta e, ripassando gli elementi essenziali del giorno prima, raggiunsi Charles e lo strinsi quasi aggrappandomi.
-"sei stata bravissima"
-"grazie" sussurrai a bassa voce e lui mi baciò per un breve lasso di tempo.

In sottofondo riuscì a sentire dei no urlati da Anne ma evidentemente nessuno a cui ella si riferiva le poteva dare ascolto.
Io rimasi stretta al suo corpo fino a quanto non sentì una voce alle mie spalle.
-"oh ti sei sistemata con un pilota?! Complimenti tesoro"

Alle mie orecchie arrivò questa frase ed il monegasco non riuscì a rispondere; bensì mi guardò mente i miei occhi erano sbarrati.
-"mamma?"

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