Capitolo 13 Parte 2

Rimasero abbracciati per un po' e quando si staccarono Eleanor aveva il mascara colato sulle guance.

«Ora sappiamo con certezza che il mascara non è waterproof.» Disse Jefferson sorridendole. «Sarà meglio che vai a sistemarti. Sarà qui a momenti.»

Eleanor gli diede un veloce bacio e corse nel suo appartamento. Entrando sentì il cellulare squillare e leggendo il nome sul display si paralizzò. Il cuore iniziò di nuovo a battere a mille e la sua testa si riempì di domande. Quello stato di confusione assoluta era così nuovo per lei che le sembrava irreale. Fece due lunghi respiri profondi prima di rispondere. Sperò vivamente che lui non la stesse chiamando per darle buca.

«Pronto?» Rispose cercando di apparire tranquilla e per niente preoccupata.

«Ciao, scusa se ti sto chiamando, ma sono giù da quindici minuti e non hai risposto ai messaggi. Hai cambiato idea?» Anche attraverso il telefono, Eleanor, riuscì a capire quanto Benjamin fosse nervoso.

«Non ho cambiato idea!» Eleanor affermò con voce ferma e sicura. «Mi stavo finendo di preparare e non ho sentito i messaggi.» Sentì Benjamin tirare un sospiro di sollievo e le venne spontaneo sorridere. «Due minuti e scendo.»

E puntuale, due minuti dopo, camminava verso di lui. Pensò di essere vestita troppo elegante quando lo vide. Indossava dei jeans neri ed una maglietta bianca. Aveva legato i capelli in una piccola coda dietro la nuca e la guardava sorridendo.

Eleanor a quello sguardo si sentì avvampare. Sperò di non avere il viso tinto di rosso e si avvicinò con molta calma. Lo sguardo di lui era meravigliato e allo stesso tempo felice. I suoi occhi celesti passarono su ogni centimetro del suo corpo come se volesse memorizzare ogni dettaglio. Quando finalmente si soffermò sul viso di lei si morse il labbro inferiore ed alzò un sopracciglio. Benjamin non aveva mai visto niente di più bello.

Negli ultimi anni non era uscito mai per un appuntamento vero e proprio. Quelli con Anya non contavano. Le altre ragazze solitamente le incontrava nei pub ed erano sempre così svestite da non stuzzicare la sua fantasia e il suo interesse. Ci andava a letto e il giorno dopo arrivederci e grazie.

Mentre la guardava avanzare verso di sé si sentiva sempre più impacciato ed agitato. Non sapeva come si potesse svolgere un primo appuntamento, un primo appuntamento con Eleanor. Sperava vivamente che lei si sarebbe aperta. Che non avesse issato su il suo solito muro, che avrebbero potuto parlare come le normali coppie.

«Ciao.» Disse lei avvicinandosi a dargli un bacio sulla guancia. Benjamin si accorse che la sua voce era quasi dolce, forse imbarazzata.

«Sei bellissima.» Era tutto quello che lui riuscì a dire.

Si guardarono negli occhi con un luccichio particolare che né Eleanor e né Benjamin sapevano di cosa si trattasse.

Entrarono in auto e per tutto il tragitto rimasero in silenzio. Eleanor cercava di rilassarsi cambiando di frequente stazione radio alla ricerca di una canzone che potesse placare il suo stomaco in subbuglio. In quell'istante capì il detto "ho le farfalle nello stomaco". Avrebbe voluto che se ne andassero in modo da poter tornare ad essere la solita Eleanor, ma quelle, imperterrite, continuarono a svolazzare.

La tensione era così forte che avrebbe potuto vederla anche un cieco. Benjamin stringeva il volante tra le mani un po' sudaticce, sedeva in maniera così rigida che quando parcheggiò sentì i muscoli indolenziti. I suoi occhi erano divisi tra la strada e le gambe scoperte di lei. Avrebbe voluto poggiarvi una mano e carezzare dal ginocchio in su. Era sicuro che la sua pelle fosse morbida e liscia.

Entrarono nel locale ed una cameriera li scortò ad un tavolino con un divanetto per due. Erano uno accanto all'altra ed era impossibile non sfiorarsi.

Le ginocchia di lei puntavano verso di lui un chiaro segno di quanto lei volesse essere lì. Eleanor sapeva benissimo che puntare i piedi in una direzione diversa avrebbe significato dimostrare disinteresse. Sperò che Benjamin prestasse attenzione a quel dettaglio così innocuo, ma tanto significativo. In effetti, lui si accorse che lei era completamente rivolta dalla sua parte, ma non pensò a cosa potesse significare.

«Era da tanto che non venivo in questo posto.» Disse lui per smorzare la tensione. Si guardava attorno alla ricerca della pace interiore come se vedere le altre persone avrebbe potuto calmare l'agitazione di quel momento. Si era ripromesso di non avere aspettative su quell'uscita, ma aveva mentito a se stesso. Voleva davvero che funzionasse.

Tornò a guardare Eleanor ed era pronto a dire qualcosa sull'atmosfera del locale, ma lei parlò per prima.

«Non dici niente su quello che è successo oggi?» Chiese lei incerta. Aveva bisogno di rilassarsi ed essere se stessa, ma le risultava davvero difficile. Aveva deciso che gli avrebbe dato una possibilità come le aveva suggerito suo fratello, ma per farlo doveva essere certa che tra lui ed Anya non ci fosse nulla.

«No. Cosa è successo?»

Eleanor gli raccontò brevemente della scenata di Anya e lo guardò più seria che mai. Non tralasciò la propria arroganza e disse esattamente come si era svolto quell'incontro. «Prima di andare avanti con... questa cosa – disse indicando prima se stessa e poi lui – ho bisogno di sapere come stanno realmente le cose tra voi due.» Era riuscita a parlare in maniera tranquilla, ma dentro di sé era un miscuglio di emozioni. Emozioni che in 26 anni non aveva mai provato ed adesso si erano presentate tutte insieme.

Benjamin si irrigidì nuovamente. Serrò la mascella pronto ad un possibile scontro. Non voleva rispondere come uno zerbino, non voleva essere asservito come tutti i ragazzi con cui lei era solita uscire. Quindi, la guardò dritto negli occhi e le disse: «Non c'è nulla tra me e Anya, non c'è mai stato e mai ci sarà. L'ho già detto a lei e ora lo ripeto anche a te.» La sua voce era così dura che Eleanor capì di averlo fatto arrabbiare. «Non voglio più tornare sull'argomento né con te e né con lei.» Prese il suo cocktail dal tavolino e bevve un lungo sorso. Di sicuro l'agitazione di prima era sparita lasciando posto alla rabbia. Era stanco di quella situazione con Anya ed era stanco di Eleanor che continuava a tenerlo a chilometri di distanza da sé.

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