9. The Start of Something New
AVVISO: QUESTO è il vero e proprio capitolo che preannuncia il gran cazzo che me ne frega.
Ok, dicevo, prima che mi prendessero il telefono sulla mano sul braccio sul piede sul sole ciaone icsdi persone falze pulizzzia kontatti.
Non finirò mai questo capitolo....
Dicevo, Porca merda, no dio ciambellina
Che poi non cancella quindi è scemo lui.
...PORCO DUO.
Quindi, questo è il mirabolante capitolo che introdurrà la vera e propria storia.
Come se fosse un atto a se.
Quindi okay, diciamo che ...
Ha inizio il secondo Atto.
Inizio secondo Atto:
The Start of Something New
Il buio più totale, ogni percezione è ridotta al minimo, riesco a sentire quel che serve, e in modo ovattato.
Voci, preoccupate, rumore di rotelle che colpiscono le piccole crepature tra un mattone e l'altro del pavimento.
Ho un mal di testa assurdo e sento come se mi fossero passati sopra una ventina di cavalli.
"Sbrigativi il battito rallenta sempre di più! Di questo passo lo perderemo!"
Non mi ricordo nulla.
L'unica cosa che so per certo è che mi trovavo a scuola per prendere parte ad un progetto pomeridiano e poi... Poi niente.
"In sala rianimazioni! Adesso!"
Sento il lettino fare un piccolo sobblazo e quasi prendo controllo del mio corpo, perché finalmente riesco a percepire di essere io quello che stanno trasportando in sala rianimazioni.
Ma non è l'unica cosa che sento.
Sfioro qualcosa col dito.
Una...mano.
Inerme anche essa.
Improvvisamente una una scossa mi invade l'intero corpo facendomi aprire gli occhi di scatto, e ritrarre la mano come se avessi toccato un pentolino bollente.
Prendo improvvisamente aria, riempiendo i polmoni come mai, come se fossi affogato e non avessi piu aria nel corpo.
È questione di istanti, tutto e tutti si fermano.
"Si è ... Ripreso... " dice qualcuno alle mie spalle.
Una voce femminile suppongo.
La luce presente nel corridoio mi acceca, facendomi sbattere appena le palpebre.
"Ma... Era entrato in..."
Subito stoppano il medico che stava cercando di dire qualcosa.
"Già... Ma a quanto pare... Ora è vivo e vegeto..."
Mi sento in ansia, stressato.
Sento come se tutte le persone mi stessero osservando, anche se non posso vederle sento i loro sguardi bruciare ogni centimetro della mia pelle.
Dato che la mia vista è ancora appannata, cerco qualcosa intorno a me.
Non so cosa e non so perché ma ho bisogno di sentirmi sicuro in qualche modo.
Ho bisogno di sentire qualcosa per non impazzire completamente.
Inizio a testare con la mano intorno a me, agitato, col respiro che inizia a farsi pesante e ad accelerare insieme al mio battito.
I medici ricominciano a parlare freneticamente, muovendosi verso di me, prendendomi per le spalle.
Non so cosa fanno ma sento pizzicare la pelle del braccio, e l'ultima cosa che riesco a percepire ancora una volta, è la mano di qualcuno che mi afferra e che mi fa sentire più tranquillo.
Una mano che accarezza il dorso della mia, leggermente, facendomi addormentare.
-
"Non lo so Liam, qualsiasi cosa sia successa, lui era quasi morto."
Una voce che avrei riconosciuto ovunque, si fa spazio nelle mie orecchie, facendomi irrigidire nonostante io sia un pezzo di legno già dal momento in cui i miei sensi hanno ricominciato a lavorare.
Cerco di fare qualcosa, muovermi, dire qualcosa, alzarmi appena dal lettino dove sono steso, ma tutto quello che faccio si tramuta in dei fievoli lamenti che escono dalla mia bocca.
Apro appena gli occhi, per la terza volta in, penso, poche ore, e due sagome non molto distinte appaiono della mia visuale.
Anche se posso intuire benissimo chi sono.
Tutto intorno a me è chiaro, come se fossi morto e finito in paradiso.
"S-sono..morto..?" Riesco a far uscire due parole anche se molto tirate e deboli.
"C'eri molto vicino ma a quanto pare no."
Patrick si avvicina al mio lettino prendendomi la mano, stringendola.
"Prova a stringere la mano Louis."
Sospiro, avvolgendo le mie dita intorno alla mano di Patrick, cercando di stringere il più possibile.
"Mettici tutta la forza che hai, non aver paura di farmi male."
Sospiro annuendo piano, per poi stringere ancora una volta la mano con tutta la forza che riesco ad accumulare.
Quasi come se una seconda mano si fosse poggiata sulla mia, riesco a stringere quanto dovuto.
Vedo Patrick sorridere, anche se ancora un po' sfocato.
"Perfetto."
Dopo avermi lasciato la mano, Patrick prende quella che sembra una penna, e con l'altra mano si avvicina al mio viso, per potermi mantenere la palpebra superiore.
Accende quella che sembrava essere una penna, rivelatasi una torcia, per poi puntarmela verso l'occhio.
"Segui con l'occhio la torcia."
Faccio quello che dice, finché dopo qualche secondo e altri piccoli esami che mi fa, si mette di nuovo in ortostasi incrociando le braccia, sospirando, col viso currociato.
"Allora dottor Dempsey? Come sta?"
La voce di Liam mi fa sussultare, quasi mi sono dimenticato della sua presenza.
"Liam evita di prendermi per il culo, per quanto io possa essere un tuo amico, sono pur sempre il tuo professore."
Patrick tossisce appena per poi ricomporsi.
"Comunque, la cosa più strana è che è sano come un pesce. Apparte un po' di affaticamento, sembra come se si fosse appena svegliato da una lunga dormita."
Prende una cartella attaccata ai piedi del letto, leggendola, sfogliando alcune pagine.
"Gli esami sono tutti perfetti, veramente non capisco."
Mi alzo appena, mettendomi seduto, sentendomi molto più leggero, come se avessi ripreso di colpo tutte le mie forze, come se niente fosse successo.
Il problema è...
"Cosa è successo?"
Sia Liam che Patrick si girano verso di me, contemporaneamente, facendomi sgranare gli occhi inquietato.
"Veramente non ricordi nulla?"
La voce di Patrick sembra incrinarsi come se avessi detto la cazzata del secolo.
Liam sospira, dicendo, prima di uscire, "vado ad avvisare Niall e Matth" con voce tra lo stanco e il frastornato.
Patrick dal canto suo prende una sedia e si mette vicino al lettino, per poi poggiarsi con i gomiti vicino al mio busto, e prendere la mia mano.
"Louis, non ricordi proprio niente?"
Il suo tono di voce si fa notevolmente più preoccupato, quasi mi stesse per diagnosticare la malattia del secolo.
"Io... non troppo almeno..."
"Cosa ricordi?"
"Ricordo che...stamattina Liam mi ha dato la lista e ... Boh, dovevo chiedergli qualcosa e niente... Il vuoto."
Improvvisamente arrossisco leggermente quando ricordo che a Liam dovevo chiedere proprio di lui.
Di Patrick.
E del perché si trova a scuola nostra.
"Ti ho portato io qui.
Ti ho trovato io, ti stavo vedendo incontro per parlare della festa di stasera, e tu eri disteso davanti la porta del tuo alloggio, con solo felpa e boxer addosso."
Arrossisco improvvisamente.
"Mi.. hai visto in boxer e felpa?"
Patrick sbuffa per poi mettersi una mano sul viso.
"Louis, è partita una denuncia per tentato omicidio, vicino la tua porta c'erano graffi ed hanno trovato del sangue. Sei stato aggredito, Louis, e quando hanno chiamato la polizia i medici li hanno mandati via perché ti davano per morto, MORTO! E tu ti preoccupi del fatto che ti ho trovato in boxer?"
Patrick parla ,probabilmente scaricando la tensione che ha accumulato, ad alta voce, alzando la voce ad ogni pausa.
Sembra arrabbiato, frustrato, preoccupato e molte altre cose.
Io cosa provo invece?
Penso si provare un profondo senso di sconforto, innanzitutto.
Sono confuso, e ho paura.
Paura di quello che sta succedendo, e del fatto che stia accadendo tutto troppo in fretta.
Cioè, in meno di... Poche ore? Mi sono svegliato, mi hanno aggredito, sono morto, o quasi, e finito in ospedale.
Che cazzo sta succedendo? Non riesco a capire niente.
Perché hanno tentato di ammazzarmi...e soprattutto...cosa è successo mentre mi portavano qui?
Perché ho dimenticato l'aggressione?
C'è altro che ho dimenticato?
"Louis mi senti? Cavolo stai calmo Louis, rilassati!" Mi dice Patrick preoccupato come mai.
Solo ora mi sono reso conto che sto stringendo il ferro al lato del letto così forte che le nocche mi si sono fatte bianche e il sangue è iniziato ad uscire dal buco sul mio braccio fatto per la flebo.
Un mal di testa assurdo, e un liquido rosso che cola sul mio labbro.
Sbatto un paio di volte le palpebre, per poi mettere il dito sotto il naso che brucia maledettamente, imbrattandolo di quel liquido rosso e denso.
Mi mordo il labbro sentendo gli occhi farsi lucidi.
Li chiudo improvvisamente sentendo come se stessi per scoppiare a piangere per colpa di una crisi isterica.
"No, no, no, non di nuovo Louis, ti prego."
Patrick si alza improvvisamente abbracciandomi, mettendo la testa nell'incavo del mio collo.
Piango silenziosamente, respirando pensatemente, nascondendo il viso nel camice di Pat.
"Ti prego Louis calmati, non voglio che accada di nuovo, non voglio che tu stia di nuovo male come allora..."
La sua voce preoccupata quasi mi fa tornare in quel periodo... Il periodo probabilmente più brutto di tutta la mia vita.
-
Patrick, sospira, accarezzando i capelli di Louis che si è appena addormentato tra le sue braccia, pensando che lo avrebbe salvato, di nuovo, e che avrebbe trovato il pezzo di merda che lo ha ridotto in quello stato.
Che poi...quale stato?
*Quello WhatsApp, badu tss*
Probabilmente l'aggressione non ha recato nessun danno, Louis è sano, vivo e vegeto.
Ed è questo la parte che ha sconvolto Patrick, e soprattutto gli altri medici.
Arrivato in ospedale con meno probabilità di sopravvivenza di un malato terminale di cancro in metastasi, ed ora è steso su un lettino a riposare, senza nessun danno apparente.
"Allora? Ci hai messo tanto...che è successo?"
Liam, seguito da Niall e Matthew, intercetta Patrick appena esce dalla camera di Louis.
Patrick sospira a sua volta portandosi una mano sul naso.
"Ho paura che siamo ricominciati gli attacchi di qualche anno fa..."
-
"Ogni volta che viene sottoposto a troppo stress il suo organismo entra come in autodistruzione."
Una voce maschile e roca mi sveglia dal mio sonno, inaspettatamente in una maniera non troppo brusca.
Giusto il tempo di pochi secondi, per prendere controllo del mio corpo, che apro gli occhi.
Sono attaccato ancora alla flebo.
Ho pensato per un momento che dopo quel piccolo attacco Pat mi avesse lasciato libero da qualsiasi cosa, e invece...
"Mi stai ignorando?"
Di nuovo quella voce.
Mi giro per tutta la stanza, ma non vedo nessuno.
Sgrano gli occhi.
È un brutto scherzo che mi stanno facendo le medicine?
Magari è un effetto collaterale, tipo allucinazioni o cose del genere.
O forse sto ancora dormendo.
Mi sento tuzzare la fronte da un dito, e immediatamente il mio sguardo saetta verso la sedia alla mia destra.
Quasi non faccio un salto dal lettino quando vedo un ragazzo, con dei lunghi e morbidi ricci, e degli occhi verdi e luminosi, seduto sulla sedia.
"Oh...c-ciao." dico piano.
"Ciao Louis... Come ti senti?"
Il ragazzo ha indosso una maglietta nera della Jack Daniel's e degli Skinny neri strappati sulle ginocchia.
Quando si porta le gambe sotto il sedere incrociandole per sembrare più alto, posso notare che non porta le scarpe.
"Umh, bene...grazie... Tu saresti?" Dico alzando un sopracciglio.
"Chiamami .... Edward, per ora." Dice poi lui porgendomi la mano.
Rimango un po' di stucco per l'atteggiamento del ragazzo con un sorriso a trentadue denti.
Gli porgo la mano e quando me la stringe, posso notare che la sua è molto più grande.
Scommetto che in confronto a lui sarei sembrato un vero e proprio nano.
"Per ora..okay, Edward. E cosa ci fai qui?" Dico storcendo la testa guardandolo di sbiego.
"Umh, niente, facevo un giro, ed eccomi qua."
Alzo un sopracciglio.
Possibile che Patrick lo abbia fatto entrare senza nemmeno sapere chi è?
O forse lo sa e anche io, e probabilmente è un altro pezzo di memoria che ho perso, così, perché la vita fa schifo.
"Da quanto soffri di questo tipo di attacchi?"
Il riccio azzarda la domanda facendomi straniere.
"Come fai a sapere..."
"Il dottor Dempsey stava parlando di te pochi secondi fa, ho sentito per sbaglio te lo giuro, non stavo origliando." Dice poi mettendo su un labbruccio così tenero che quasi mi viene voglia di strapazzarlo come un peluche.
Wait, cosa?
Che cazzo.... Le medicine di Pat fanno un brutto effetto.
"Posso sapere il vero motivo del perché sei qui?" Chiedo io, sicuro del fatto che ci fossero dei secondi fini.
Insomma, chi si interessa di una persona a caso, in una stanza a caso, di un ospedale a caso?
Insomma, vuole solo socializzare?
Possibile, e il che significa probabilmente che si trova anche lui in quell'ospedale, magari per una visita o che so io, è ricoverato anche lui.
Edward apre la bocca per rispondermi, quando all'improvviso la porta della camera sbatte.
Apro gli occhi di scatto, serrando i pugni sotto al cuscino per lo spavento.
Sbatto un paio di volte le palpebre disorientato.
Stavo sognando?
Patrick si presenta con un borsone e dei vestiti puliti.
Mi si avvicina, aiutandomi a girare il busto e alzarmi appena dal lettino.
"Su Louis, ti porto a casa."
Lo guardo un po' confuso, per poi, con l'aiuto di Pat, uscire le gambe da sotto al lenzuolo, per portarle al lato del lettino.
"Ma... Intendi dire al college?"
"No Louis, vieni a stare da me."
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top