Capitolo 59 parte 1

2/06/2015

Era una giornata splendida quel giorno della Festa dell Repubblica, così bella che sarebbe stato un peccato passarla rintanati come topi a casa. Difatti non era affatto uggiosa come era stata quella prima, che aveva impigrito Marghe e convinta a passare quasi l'intera giornata a leggere e a portare avanti il suo romanzo che grazie all'ispirazione causata da Seth stava scrivendo a ritmo incontrollabile, sopratutto per via del fatto che il protagonista maschile era la copia sputata del suo fantastico ragazzo.

Ma fu Seth a convincerla a bon cedere alla pogrizia(che poi scrivere e leggere non era affatto da pigri!) ed ebbe la splendida idea di scendere fino a Corso Italia, una delle principali arterie di Genova che si sviluppava lungo un percorso di 2.2 kilometri circa, interamente affacciato sul mare, nel quartiere residenziale di Albaro, uno dei più ricchi e rinomati della città. Quel lungomare  apparentemente infinito, collegava il quartiere della Foce con il borgo marinario di Boccadasse, piccolo eppure davvero pittoresco e invidiato dal resto d'Italia. Sul lato a monte si affacciavano il famoso forte San Giuliano ed eleganti condomini e palazzine in stile art déco, mentre sul lato a mare, oltre alla storica abbazia di San Giuliano, si trovavano solo stabilimenti balneari, e la mitica vista verso il mare aperto e sullo sfondo, il promontorio di Portofino, l'altro gioiello della costa tigullina, nel levante della Liguria.

Era un po' lontanino da casa loro ma non così impossibile da raggiungere, sopratutto se muniti della moto di Seth che lasciò parcheggiata in Piazzale Kennedy alla Foce. Da qualche anno il corso era stato aggiustato e abbellito e reso perfetto per una passeggiata o per una pedalata. Ma dato che Marghe non era capace ad andare in bici per via del suo scarso equilibrio sul mezzo, optarono per la prima opzione. Mano nella mano si godettero i raggi caldi del Sole, e la reciproca compagnia.
Più di una volta Marghe aveva intravisto qualche ragazza fissare un po' troppo Seth. E come dar loro torto! Con quella canottiera nera sopra un paio di jeans strappatti sul ginocchio neri e sneakers nere, ben diverse agli anfibi a cui era abituata e perfettamente incompatibili con il caldo quasi estivo di quella giornata, e gli occhiali da sole con le lenti a specchio sembrava un divo. Ovvio che la gente quasi cascasse ai suoi piedi. Quando sapeva che Seth non la vedeva fulminava con lo sguardo chi si permetteva di osservarlo più del dovuto.

Peccato che il ragazzo fosse ben consapevole di quello che stava accadendo attorno.

«Meg sai che se continui così la razza umana rischierà di estinguersi?»domandò con un sorrisetto divertito, ridacchiando poi quando la ragazza arrossì.

«Non so a cosa ti stia riferendo. Mi sto semplicemente godendo la tua compagnia».

«Non stai solo facendo questo Meg. Avrai fulminato si e no una ventina di ragazze. E non siamo neanche arrivati a metà Corso Italia. Se le occhiate avessero il potere di uccidere e avessi osservato tutti quelli che mi hanno guardato a quest'ora non ci sarebbe quasi nessuno attorno a noi».

«Forse ti sembrerà sciocco ma mi urta quando ti osservano troppo».

«Sei gelosa?»la punzecchiò lui sorridendo pigramente.

Se era gelosa? Eccerto che lo era!

«Forse»si limitò lei fulminando l'ennesima tizia, stavolta una bionda ossigenata sicuramente rifatta visto che una taglia del genere di reggiseno non poteva averla una comune mortale.

Seth non perse il sorrisetto. «Mhm mhm. Comunque lasciati dire che a me di tutte le ragazze che ci sono attorno me ne interessa solo una, ed è quella che mi sta distruggendo la mano».

Era vero. Stava stringendo un po' troppo la mano di Seth e quando la liberò si accorse di aver lasciato dei piccoli segni a mezzaluna.

«Accidenti! Devo essermi lasciata prendere la mano un po' troppo»si scusò lei.

«Non ti biasimo Meg. So di essere profondamente irresistibile»la punzecchiò lui beccandosi una gomitata al fianco.

«Ora non ti montare troppo la testa».

«Come posso fare altrimenti? Sembra che stai mettendo in chiaro e tondo che sono solo e soltanto tuo».

«Non sei un mio oggetto ma si, figurativamente lo sei...credo».

«Meg devi essere sicura ti questo. Ti appartengo e ti apparterrò sempre, anima e corpo».

Quando vide fuoriuscire una lacrima solitaria da uno degli occhi della ragazza Seth allungò un dito per asciugargliela.

«Meg, non piangere».

«Cosa ci posso fare se mi dici queste cose così dannatamente dolci e  sono troppo sensibile?»

Seth le sorrise dolcemente.«La mia dolce e sensibile preferita»confermò.«Chissà se la reazione davanti a un film romantico è simile a questa»scherzò poi con un sorrisetto divertito.

«Peggio. Affogheresti nelle mie lacrime»specificò lei asciugandosi gli occhi con il dorso della mano. Per fortuna non si truccava mai e per questo non doveva preoccuparsi di trasformarsi in un panda dalle occhiaie.

«Grazie per avermelo detto. Se mai ti inviterò a casa a vederne uno mi procurerò un salvagente».

«Sei troppo apocalittico».

«Veramente sono previdente»la corresse lui.

«Seh seh. Comunque non ti facevo da film romantici».

«Io vedo praticamente di tutto se hanno una bella trama. Anche se devo dire che quelli d'amore li guardo per il gusto di infierire contro i personaggi quando sono troppo ottusi e non ammettono i loro sentimenti».

Stavolta fu il turno di Marghe a punzecchiarlo. «Sai questa cosa mi ricorda una certa cosa. Somiglia tanto a quello che è successo a noi».

Seth si portò una mano al cuore fingendosi ferito.«Touchè. E io che speravo di passarla liscia».

«Mi dispiace davvero di averti punto sull'orgoglio».

Seth assunse una finta espressione tragica da far invidia anche al miglior attore.«Le tue parole mi feriscono come una lama che mi penetra nel petto...»

«Capisco che tra qualche giorno abbiamo il saggio finale di Romeo e Giulietta ma non credi di esagerare con questo tono melodrammatico?»lo prese in giro lei punzecchiandogli il fianco con l'indice.

«Non si esagera mai Meg quando si tratta di prepararsi psicologicamente alla tua morte».

«Ma è figurativa. Mica morirai sul serio».

«Si ma la gente deve rimanere a bocca aperta quando accadrà»rettificò lui con orgoglio.

Marghe si strinse il labbro e il ragazzo se ne accorse subito.«Sei preoccupata?»

«Chi? Io? Perchè dovrei esserlo?»

«Bè sai dovremo recitare di fronte a tutti i ragazzi della nostra scuola, nonchè tutti i genitori, parenti vari...»

«Tu si che sai rassicurare la gente»boffonchiò leie Seth rise.

«Non ti devi preoccupare Meg. Andrà tutto bene. Devi solo cercare di estraniarti da tutti e concentrarti sulla tua parte. Ci sarò al tuo fianco».

«Ma ti rendi conto che sei troppo dolce? E tutta questa dolcezza mi sta facendo venir una gran fame».

«Ti faccio venire fame? È una cosa positiva?»

«Non lo so»ammise lei. «Ma è colpa tua che sei troppo dolce».

«Il legame tra la mia "dolcezza" e il cibo proprio non la capisco».

«Infatti non c'è. È solo il mio bisogno primario che vuole essere colmato».

«Ma hai appena detto...»

«Si lo so, ma a volte parlo a vanvera e senza un filo logico»si scusò Marghe arrossendo.

Seth ridacchió. «Sarà perchè hai un calo di zuccheri. Che ne dici se alla prossima gelateria ci prendiamo un bel gelatone?»

Marghe annuì e felice all'idea di godersi quel cibo squisito e uno dei suoi prediletti in assoluto, quasi trascinò il povero Seth, inducendolo a camminare a passo veloce. La sola idea di gustarsi una coppetta traboccante di nocciola, il suo gusto preferito, le fece raggiungere livelli di piacere indiscutibilmente massimi.

Fu mentre scorse in lontananza una gelateria che una tizia, sicuramente una di quelle che aveva fulminato prima dato che quei capelli ossigenati e le curve rifatte non le erano del tutto nuove, cascò apposta addosso a Seth, facendo finta di inciampare.

«Mi scusi»blatterò lei mentre passò fugacemente la mano lungo il petto e all'addome del ragazzo, saggiandone la tonicità dei pettorali d'acciaio e ben definiti, cosa che fece saltare i nervi a Marghe. Già che c'era poteva bellamente toccarlo ovunque, tanto non c'era la sua ragazza pronta a saltarle al collo, no eh!

«Che ne diresti se andassimo a prendere un bel gelato? Offro io ovviamente»cinquettò lei filtrando spudoratamente, e Seth sgranò gli occhi pricipalmente perchè preso alla sprovvista. Ma prima che potesse rispondere Marghe si affrettò a ribattere con tono così gelido che a confronto l'Antartide era bollente:«Per la verità è con me».

La tizia la squadrò da capo a piedi e Marghe colse una leggera sfumatura di scherno.

«Che dolce. Sei in giro con la tua sorellina»disse in direzione di Seth ignorando una Marghe in proncito a sdradicare una panchina per tirargliela in testa.

Sorellina a chi?

«Veramente sono la sua ragazza».

«La sua ragazza? Sei seria? Ma se dimostri dodici anni! Anzi sembri una bambola con la faccia da tonta».

«E tu una Barbie senza cervello. Non so chi delle due sia messa meglio».

«Senti bambolina non per essere impertinente ma non pensi di essere inferiore a lui? Insomma guardati».

«Non ho bisogno di osservarmi per sapere di essere migliore di te»ribattè lei con determinazione. Forse la vicinanza di Seth giovava molto alla sua autostima.

E da lì in poi cominciarono a insultarsi.

«Sei solo un'illusa».

«E tu una rifatta».

«Sembri una balena spiaggiata».

«E tu uno stuzzicadenti strafatto di silicone».

«Quanti posti occupi sul bus?»

«Meg perchè non...»provò a intromettersi ma entrambe le ragazze lo ignorarono.

«E te cosa nei sai di bus? Non pensavo facessero salire le sgualdrine».

Seth alzò gli occhi al cielo. Sembrava che la sua ragazza stesse estraniando tutta la tensione accumulata per colpa di quella sconosciuta.

«Almeno qualcuno me l'ha data bambina. Sono certa che tu sia vergine»

Marghe divenne di tutti i colori, e Seth decise quindi di intervenire in modo più evidente e calcato.

Ma non fece in tempo che Margherita lo anticipò nuovamente.

«Ma vattene a parla' coi taxi*».

Prese Seth per mano e si allontanarono a grandi passi.

Ma appena passato lo stupore iniziale il ragazzo scoppiò in una risata di gusto. «Vattene a parla' coi taxi? L'hai detto sul serio? È troppo forte».

Marghe fece spallucce.«Era solo un modo elegante per mandarla a quel paese»puntualizzò.

«Ma da dove è nata quest'espressione?»

«Bè è tutta colpa di Dani che una volta mi ha raccontato che a una sua amica d'infanzia che però non abita più qui con cui è rimasto in contatto, ha avuto per un breve periodo di tempo, fortunatamente per lei, una supplente d'inglese che ad una interrogazione le fatto tradurre una frase che non mi ricordo con l'esattezza ma in cui centravano taxi e taxista. In pratica doveva dire quando aveva chiamato il tassista e lei ha chiesto se era maschio o femmina per poter mettere he o she. E lei sai cos'ha risposto? It. Cioè 'sta qua pensava che si dovesse parlare al taxi e non al taxista. E da qui ha cominciato a usare questa particolare imprecazione che adotto raramente pure io».

«Davvero pittoresca non c'è che dire»rispose lui prima di entrare nella gelateria.

Entrambi scelsero e si fecero preparare i loro rispettivi gelati che decisero di gustare continuando a camminare.

«Ti ha dato fastidio?»domandò a bruciapelo Marghe e Seth la fissò perplesso.

«Che cosa?»

«Il fatto che abbia risposto a tono a quella tizia».

«Nah, ho assistito a cose ben peggiori»rispose con noncuranza.

Marghe si morse il labbro.«Si ma quello che trovo strano è che in vita mia non ho mai reagito in questo modo. Ho sempre incassato a testa bassa gli insulti che ricevevo, senza replicare».

«Forse dentro di te hai sentito il bisogno di dire basta. Hai deciso di non farti più mettere i piedi addosso»dichiarò il ragazzo.

«Dici per quello?»domandò Marghe per nulla convinta. C'era qualcosa che le sfuggiva. Mai si era comportata in qiel modo, e quella determinazione l'aveva incendiata come il fuoco sicuramente per la vicinanza di Seth, che era stato in grado di far emergere quel nuovo lato di sè.

«Assolutamente. Sono sempre stato un sostenitore della teoria: "mai far arrabbiare la gente buona"».

Si. Forse era per quello. Senza ombra di dubbio, non poteva essere altrimenti.

«Scusami se a volte sono paranoica».

«Non ti devi preoccupare di questo Meg. Devi solo essere semplicemente te stessa, sempre, in ogni momento della tua vita»dichiarò Seth e a quelle parole la ragazza sorrise per poi riportare la sua concentrazione al gelato rimasto che si era quasi del tutto liquiefatto, trasformandosi in latte alle nocciole.

Fu quando ebbe finito il tanto adorato dolce che avvertì una vibrazione a livello della tasca dove teneva il suo cellulare.

Lo tirò guori e con estremo disagio constatò di aver lasciato internet e che per quello la batteria era colata a picco, quasi in prossimità dello zero.

~ ~ ~ ~
-Corso Italia


-Borgo di Boccadasse

Angolino dell'autrice dispersa ma resuscitata:

Buonsalve 🙈😙
Si lo so sono in ritardo enorme 😱🙈 e dato che il cap stava venendo abbastanza lungo ho preferito dividerlo in due e salvo imprevisti arriverà presto 😍
Anche perchè poi nella seconda metà si parla di cose impo e quindi volevo dar loro il giusto spazio 😍

Spero vi sia piaciuta questa parte :3
E ringrazio tutti voi che continuate  a seguire questa storia 😍 nin mqnca molto e per il finale sono davvero elettizzata eppure un po' triste 😅(la mia coerenza non ha eguali vero?🙈)

A presto 😉
FreDrachen

Ps: oggi sarebbe anche il compleanno di Seth 😍😍

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