Capitolo 29
Seth
Passò l'intera notte a camminare avanti e indietro in camera sua. Di dormire neppure a pagarlo.
Si trovava nella merda assoluta.
Era accaduto quello che piú temeva. Non era riuscito a tenere Margherita al sicuro e alla fine aveva scoperto il suo segreto.
Non sapeva se rallegrarsene o meno. Tenerla lontano da sé non era stata un'idea brillante e l'aveva quasi condotto sull'orlo della follia. Ma ora che la verità era venuta a galla poteva essere finalmente se stesso con lei, il Mezzo Demone e il ragazzo che l'amava. Perché l'amava si, un sentimento nuovo per lui che di amore aveva solo letto nei libri e che era certo che quelli come lui non fossero in grado di provare. E oltre tutto era arci convinto che lei fosse la ragazza nel sogno. La sera prima ci aveva pensato e quella notte nel suo camminare avanti e indietro come una belva in gabbia ne aveva avuto la conferma. Doveva solo parlarne con lei, era sicuro che anche la ragazza si ricordasse dei sogni come lui.
Certo sarebbe stato tutto perfetto, avrebbe messo le cose a posto...se non fosse che la qualche ora prima aveva percepito una Paura tremenda da parte Margherita nei suoi confronti.
Non poteva darle torto. Ai suoi occhi doveva apparire come un pessimo scherzo della natura, un'abominazione partorita da chi sa che mente contorta e terribile.
Sarebbe stata dura farle capire che non aveva alcuna intenzione di farle del male e che se l'aveva trattata di merda per tutta la settimana era solo per tenerla al sicuro.
Solo che qualche ora prima era letteralmente scappata da lui senza che potesse spiegarle come stavano realmente le cose.
Sapeva che aveva bisogno di tempo per metabolizzare gli eventi, cosí si convinse che la cosa migliore era aspettare che fosse lei a fare la prima mossa e venirlo a cercare quand'era pronta a conoscere la verità.
"Sempre che voglia avere ancora a che fare con te" gli sussurró la parte di sé che la pensava in modo pessimistico su tutta la faccenda, ma che cacció via.
No, lei sarebbe tornata, ne era certo. Anche lui se si fosse trovato di fronte a una cosa simile avrebbe fatto prima dietro front, ma poi sarebbe tornato sui suoi passi cercando di scoprire qualcosa di piú.
E poi da brava amante del paranormal, una cosa del genere le doveva fare veramente gola...oppure no?
"Basta pensarci. Non é continuando a rigirarci attorno che Margherita comparirà in questa stanza desiderosa di rivelazioni. L'unica cosa da fare adesso é aspettare".
Si gettò sul letto. La sveglia segnava le cinque del mattino. Aveva rimurginato per quattro ore buone, senza essere arrivato quasi a capo di niente.
"Vedremo domani cosa succederà". E chiuse gli occhi.
Erano da poco passate le sette del mattino quando sentí il rumore delle sirene riecheggiare in lontananza. Aprí di scatto gli occhi, subito padrone di sé. Avvertiva il cuore pompare a mille all'ora nel petto.
«Va tutto bene. Sono certo che non sono diretti qui»si disse trasé e sé cercando di convincere se stesso.
Ma ironia della sorte queste si spensero sotto casa sua.
«Merda!»imprecó tra i denti, e affacciandosi dalla finestra, dopo aver tirato su lentamente le tapparelle, senza farsi vedere.
Si piazzò davanti al vetro e seguí ogni movimento dei carabinieri che scesero dalla volante con attenzione, e li vide entrare nel palazzo di Margherita.
Sentí l'adrenalina scorrergli nelle vene. Sperava di non averla messa nei guai per colpa sua.
Merda! Era certo che onesta com'era avrebbe di certo rivelato che dietro all'omicidio di quello stronzo di Nicolas c'era lui. Ma se anche l'avesse rivelato, lei sarebbe finita nei guai per non aver avvisato in tempo le autorità rischiando pure di essere sottoposta a processo per concorso di colpa.
Per l'agitazione sentí le ali premere contro la maglietta desiderose di fuoriuscire cosí come le corna, ma si affrettó a trattenersi. Sarebbe intervenuto solo in caso di pericolo. Non c'era il caso di trasformarsi di nuovo e rischiare di farsi percepire dai suoi simili o peggio, dai pennuti. Non era del tutto sicuro che l'ossidiana che il padre gli aveva dato prima del suo trasloco sulla Terra lo mascherasse completamente ai suoi nemici nella sua vera forma. Per questo si era imposto di trasformarsi solo in estremo pericolo. Ma se ce ne fosse stato il bisogno era pronto a usare di nuovo i suoi poteri demoniaci per salvare se stesso e Margherita.
Percepí la Paura di Margherita e questo gli fece perdere il controllo. Le ali trovarono la via verso la luce e si inarcarono dietro le sue spalle, e lo stesso fecero le corna e gli artigli. Si allontanò velocemente dalla finestra e chiuse le tende per timore che qualcuno lo vedesse in quella condizione.
"Merda. Devo controllarmi. Questa non é la stessa paura che hai percepito quando era alla mercé di quello stronzo. Non corre alcun rischio" cercò di calmarsi, affondando gli artigli nei palmi delle mani da cui fuoriuscirono rivoli di sangue.
Dovette aspettare un po' prima d calmarsi e perdere la sua forma demoniaca.
Ritornò alla sua postazione dalla fnestra e rimase in attesa. I livelli di Paura della ragazza rimasero per fortuna stabili. Ma ancora non sapeva cosa accidenti stava accadendo nella casa di fronte. Piú passavano i minuti piú si sentiva impazzire.
Ma contro ogni sua aspettativa vide uscire i due carabinieri dal palazzo della ragazza e salire in macchina senza dare alcun segno d'intenzione di salire fino al suo appartamento, e si allontanarono in direzione centro.
Seth li osservó perplesso. Non capiva.
Come poteva essere che Margherita non aveva rivelato nulla?
Margherita
Alla vista dei carabinieri nell'ingresso di casa sua aveva sentito il cuore andare a mille. Sapeva che era suo dovere rivelare ogni cosa che era successa quella sera, ma quello significava mettere nei guai Seth.
Era disposta a metterlo nei casini, proprio lui che aveva quasi rischiato la vita per salvarla?
Su invito dei carabinieri si sedette sul divano tremante.
Uno dei due con un paio di occhiali rotondi le sorrise cordiale.
«Non si deve preoccupare signorina, le dobbiamo fare solo qualche domanda per poter lavorare meglio sul caso in esame».
Margherita annuí lentamente.
«Cosa volete sapere da mia figlia agenti?»domandó Katherine ansiosa.
Il secondo che portava le basette portó la sua attenzione sulla donna.
«Ci é stato riferito da alcuni testimoni, che non le sto a dire in questo momento, che Nicolas si trovava alla stessa festa a cui ha partecipato vostra figlia. E il cadavere del ragazzo é stato ritrovato in un hotel poco distante dal locale».
«State insinuando che sia stata mia figlia a ucciderlo?»insorse Katherine.
«Si calmi signora. Non pensavamo a nulla di tutto ció. Ipotiziamo solo che la ragazza possa sapere qualcosa in piú per rintracciare il vero assassino».
Il cuore di Marghe fece una capriola. Lei sapeva esattamente il volto dell'assassino. Sarebbe tato cosí facile pronunciare quel nome e cognome, eppure qualcosa la bloccava. Seth, per quanto si fosse comportato da schifo con lei, non meritava nulla di tutto quello. Lui aveva agito solo di conseguenza alla situazione. Nicolas stava per colpirlo, aveva visto di sfuggita il cutter nella sua mano prima che Seth lo pugnalasse. Credeva di esserselo immaginato ma era quella la verità. Non era stata altro che legittima difesa, ma se anche avesse raccontato la verità Seth sarebbe passato comunque dalla parte del torto.
Per questo, malgrado andasse contro tutti i suoi principi di onestà decise di mentire. O almeno ci avrebbe provato, dato che non era granché brava a farlo. Ma doveva farcela, o Seth sarebbe stato arrestato.
«Cosa vorreste sapere agenti?»domandó con voce tremante.
«Hai incontrato Bonarotti ieri sera alla festa?»le domandó Occhiali Rotondi.
«Si, ma solo di sfuggita».
L'altro annotó la sua risposta su un taccuino, facendole salire l'ansia che riuscí a scacciare via solo in parte. Doveva stare attenta a quello che rispondeva da quel momento in poi.
«Dove di preciso?»
«Nel parcheggio fuori dal locale».
«E come ti é sembrato?»
Marghe fece spallucce.«Ubriaco».
«Ti sembrava che avesse fatto uso di stupefacenti?»
«Non credo. Sembrava solo ubriaco fradicio».
«Gli hai parlato?»
«Si, gli ho chiesto se andava tutto bene e se avesse bisogno di qualcosa».
Mentre parlava le tornó in mente Nicolas e le sue brame di lussuria, accantonando poi il pensiero. La voglia di raccontare che razza di persona era Nic era veramente forte, ma se l'avesse fatto avrebbe poi dovuto parlare di Seth. No, era meglio stare in quella direzione.
«E lui cosa ti ha risposto?»
Bé, metterlo un po' in cattiva luce non sarebbe stato poi cosí traumatico.
«Mi ha detto di farmi gli affari miei e si é allontanato».
«In che direzione?»
«Verso il lato opposto dell'entrata del locale».
Marghe si stupí della naturalezza con cui stava mentendo spudoratamente, ma si concentrò a non distrarsi proprio in quel momento che stava filando tutto liscio come l'olio.
Le chiesero altre informazioni riguardanti il locale, la festa, i presenti e possibili testimoni che avrebbero potuto aiutarli con ulteriori dettagli. In quel caso mentire non serviva dato che nessuno di loro poteva raccontare la verità.
«In che rapporti eri con il ragazzo?»si intromise il carabiniere con le basette.
«Agente, mia figlia vi ha detto tutto quello che vi serviva su ieri notte. Perché continuare con le domande?»
«Piú sappiamo, meglio é signora»ribatté Occhiali Rotondi per nulla irritato dal nervosismo della donna, riportando poi la sua attenzione su Margherita che deglutí.
«Bé...diciamo che a volte abbiamo avuto qualche battibecco...»
"E qualche scenata di gelosia montata dal suo ego grosso come una casa, e ah si, il mio rapimento con lo scopo ultimo di serviziarmi" si disse nella sua mente, ma quel pensiero lo tenne per sé.
«Quindi a parte qualche episodio vi tolleravate?»
Marghe soppesó le parole prima di rispondere.
«Si, piú o meno».
Meno si esponeva meglio era per lei e Seth.
Il carabiniere con le basette chiuse il taccuino e lo ripose in una delle tasche della divisa.
«Bene, credo che per il momento sia tutto. Se ti dovessero ritornare in mente altri particolari che potrebbero tornare utili alle indagini, non esitare a contattarci»disse Occhiali Rotondi.
Margherita annuí pentamente, sentendo tutta la tensione affievolirsi di colpo.
Katherine li accompagnó alla porta e la chiuse con stanchezza. Si passó una mano tra i capelli biondo platino prima di tornare in soggiorno dalla figlia.
«Mi spiace che tu sia stata sottoposta a un interrogatorio».
«Mamma, non preoccuparti. Non é colpa tua».
La donna parve non sentire le sue parole e si sedette a peso morto dalla parte opposta del divano.
«Oh...Povero Nicolas, povero ragazzo. Carlo sarà sicuramente distrutto per la morte del figlio»mormoró piú a se stessa che altro.
Marghe fissó la madre con delusione. Si era veramsnte illusa che potesse per un attimo accantonare Carlo. Ma figuriamoci!
Si alzó dal divano attirando cosí l'attenzione di Katherine.
«Mamma, io...non mi sento tanto bene»mormorò, cercando di attirare l'attenzione della donna «»
Per sua fortuna la madre alzò lo sguardo su di lei e si fece subito preoccupata alla vista della figlia leggermente pallida.
«In effetti non hai una bella cera piccola mia. Forse è meglio che tu stia a letto. Magari stasera starai meglio».
Margherita annuì. Si sentiva davvero uno straccio, colpa dello stress della sera prima.«Magari mi prendo un'Aspirina».
Katherine le sorrise tristemente e acconsentì.
Dopo qualche minuto la donna si alzó e andó a prepararsi per il lavoro. Salutó la figlia con un bacio sulla fronte, facendosi promettere che se c'erano problemi di chiamarla.
E quando si chiuse dietro la porta di casa, Marghe si fiondó in camera sua, e si lasció scappare un sospiro sollevato. Mentire l'aveva prorpio sfiaccata.
Si gettó sul letto respirando a pieni polmoni. Ora aveva una decisione importante da prendere.
Era davvero intenzionata a tornare da Seth e farsi rivelare la verità o no?
Una parte di lei, la maggioritaria, non vedeva assolutamente l'ora di buttarsi a capofitto in quella che le sembrava un'avventura. Insomma, non era da tutti i giorni imbattersi in una creatura sovrannaturale no?
Ma la parte razionale di sé, una parte infinitesimale, la lasciava con il dubbio. Poteva davvero fidarsi?
Scacció quasi subito quel pensiero. Ormai pensava di essere andata oltre, no? Seth le aveva dimostrato di tenere a lei, a modo suo.
Ma adesso, come doveva comportarsi?
Voltó lo sguardo e scorse la felpa di Seth che aveva poggiato sullo schienale della sedia qualche ora prima. Si alzó lentamenlentamente letto e l'afferró, stringendola forte. Subito l'odore di felce, il suo profumo le invase le narici. In quel momento si sentiva come quelle ragazze che dormivano con la maglia del proprio fidanzato sotto il cuscino e robe varie. Ma quello sarebbe stato il suo piccolo segreto.
Si risedette sul letto sempre abbracciandosi la felpa. Lei voleva, desiderava ardentemente conoscere la verità. Era intrinseca nella sua natura voler venire a capo di tutta quella faccenda.
E con Seth? Sarebbe tornato tutto alla normalità? E per normalità doveva intendere lui che la trattava come se fosse l'anticristo o il Seth di cui si era innamorata?
A quella domanda non si seppe dare una risposta.
Passó l'intera mattina a scervellarsi alla ricerca di una soluzione ai suoi dilemmi.
Inspiró profondamente.
Si contorse la mani visibilmente nervosa, ancora combattuta tra due linee di pensiero che le perforavano la testa. Da una parte la sua razionalità che l'intimava di lasciar perdere tutto, dall'altra invece la curiositá irrefrenabile scaturita fin dalla sera prima quando Seth si era trasformato in un perfetto protagonista da genere paranormal.
Chiuse gli occhi e ripensó a quello che era successo quella mattina. L'aveva protetto da un destino terribile, la prigione, e adesso aveva tutti i diritti si sapere la veritá.
Andare o non andare?
Spaeva che se avesse scelto di saperne di piú di tutta quella faccenda nulla sarebbe stato come prima. E le faceva paura. Paura dell'ignoto. Paura di ciò che le sarebbe potuto capitare in futuro.
No! Accantonò in un angolo della sua mente tutte le sue paure.
"Sapró gestire al meglio questa situazione"si convinse con determinazione.
Prese coraggio. Si vestì in fretta e furia, per paura di cambiare idea all'ultimo secondo, optando per una maglia semplice nera e un paio di jeans. Recuperò la felpa di Seth, il cellulare e le chiavi, e uscí di casa. Per fortuna la strada da percorrere era veramente corta, dato che il ragazzo abitava nel palazzo di fronte.
Non appena giunse in prossimità del citofono aggrottó le sopraciglia.
Due interni riportavano il cognome Grigori ma sicuramente in due piani diversi. A logica l'appartamento di Seth, essendo al terzo piano e aveva constatato la sera prima ognuno di essi aveva quattro appartamenti,doveva essere senz'altro quello con il numero maggiore.
Tanto tentare non costava nulla.
Premette sul tastino e rimase in attesa.
Angolino dell'autrice:
Ma salveee simpatici wattpadiani :)
Dunque,Marghe si è finalmente convinta ad andare da Seth in cerca di spiegazioni...le troverà? :)
Questo è in capitolo un po' di transizione e mi scuso se non è stato all'altezza delle vostre aspettative ^^"
Ringrazio tutti voi che seguite la storia :-*
A presto,
FreDrachen
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