Capitolo 25

3/05/15

Margherita

Odiava nel modo piú assoluto le feste. Troppa gente con cui socializzare. Lei che era un tipo solitario di natura di certo si sentiva completamente estranea a questo tipo di evento.

E come se non bastasse Lucia aveva organizzato il tutto in un night club. Giusto per chiudere in bellezza.

Addossata a una delle colonne portanti del locale, Margherita si guardava attorno spaesata non sapendo come comportarsi. La musica assordante le rimbombava nelle orecchie che già urlavano pietà. Era certa che appena tornata a casa si sarebbe presa una bella compressa effervescente di acido acetil salicilico, su questo non ci pioveva.

Lucia le si avvicinó proprio in quel momento, avvolta nel suo tubino nero lungo fino al ginocchio e con i suoi tacchi preferiti.

«Ti stai divertendo Marghe?»urló per sovrastare la musica.

«Eh?»domandó Margherita, non avendo captato un accidenti.

Per fortuna la musica finí in quell'istante e Lucia approfittó di quella momentanea pausa.

«Dicevo, ti stai divertendo?»

«Se stare in un angolo a fare tapezzeria lo consideri divertirsi, allora si».

Lucia alzó gli occhi al cielo.

«Sei sempre la solita»la riprese, ma con un sorriso divertito stampato sul volto. Infine squadró i suoi vestiti con occhio critico.

«Ma non avevi altro da metterti?»le domandó poi con un a punta di rimprovero nella voce.

Marghe abbassó lo sguardo versoi vestiti che indossava, cioé una camicetta nera sopra un paio di jeans e le sue adorate sneaker.

«Perché? Cos'hanno che non va?»

«Non potevi metterti un vestito?»

«Lo sai che io e i vestiti siamo incompatibili».

Lucia alzó per l'ennesima volta gli occhi al cielo.

«Ci rinuncio. Ma adesso dai, vieni in pista a ballare».

«Ma lo sai che sono negata»si lamentò Margherita.

«E chi vuoi che lo noti? Tanto la maggior parte delle persone presenti non sa neanche da dove cominciare».

«Ma no sul serio Lu non preoccuparti. Mi piace molto di piú starmene qui in tranquillitá, per quanto possa con questa musica assordante».

«Non accetto un no come risposta Marghe. Dai andiamo».

La prese per mano e la condusse in mezzo alla pista incurante delle lamentele dell'amica. Alla fine si fermò e si voltó verso Marghe.

«Bene, adesso te ne stai qui, ti scateni e non pensi ad altro, chiaro?»

Margherita annuí intimorita.

Lucia sorrise soddisfatta e andò ad accogliere altri amici appena arrivati.

Partirono le note di "Waiting For Love" di Avicii. Margherita cominció a ondeggiare, sentendosi una completa idiota. Quelli intorno a lei peró non erano per fortuna tanto piú bravi. Uno soprattutto agitava le braccia in aria, sicuramente completamente andato.

Ma piú cercava di adeguarsi al ritmo della musica piú si sentiva a disagio. Non era per niente fatta a stare tra le gente. Quelle come lei preferivano stare marginali, a fissare come uno spettatore esterno le vite degli altri, e non prendervi parte attivamente, se non con i suoi amici.

«Esatto Marghe, cosí ti voglio». La voce di Lucia la fece voltare di lato.

«Cosí come?»

L'amica le sorrise.«Qui a divertirti»le rispse.

Marghe fece per ribattere che non si stava affatto divertendo ma che era stata costretta da lei e che si stava semplicemente lasciando guidare dalla massa, quando sentí che qualcuno dietro di lei la stava fissando intensamente.

Voltó la testa e incroció i Suoi occhi.

Seth

Ancora non sapeva come Emma fosse riuscita a trascinarlo a quella festa. Conosceva di vista la festeggiata. In fondo erano in classe insieme, ma quello che lo preoccupava di piú era che poteva incrociare Margherita ed era verto che il suo autocontrollo non avrebbe retto ancora per molto.

Seduto al bancone si era fatto servire un cocktail analcolico, dato che detestava l'alcool. Emma era seduta sullo sgabello al suo fianco e continuava a parlare da quando erano lí. Peccato che la maggior parte dei discorsi venivano coperti dalla musica.

Distrattamente faceva finta di seguire i discorsi della ragazza, finché non la vide. Stava in mezzo la pista, e aveva tutta l'aria di sentirsi fuori luogo. Si fermó a contemplarla, senza temere di risultare un perfetto maniaco.

Un colpetto sul braccio da parte di Emma lo fece ridestare.

«Ma mi stai ascoltando o no?»gli domandó corrucciata, per poi seguire il suo sguardo verso Margherita.

«Anziché ascoltarmi fissavi quella sfigata?»domandó con voce stridula.

«Mi spiace deluderti ma quella che fu hai definito stupida é molto più intelligente di te»ribatté cercando di mantenere la calma.

Emma si alzò furente. «Sai una cosa? Fanculo Seth».

E si allontanó come una furia da lui che rimase impassibile alle parole della ragazza.

Bevve l'ultimo sorso del suo drink e quando ebbe finito si alzó dallo sgabello e si mosse nella sua direzione. Per tutto il tragitto che lo separava da lei, la ragazza non si era smossa di un millimetro e lo fissava incerta se darsela a gambe o fronteggiarlo.

Era giunto il momento di chiudere la partita.

Le si fermó ad un soffio di distanza, con un'espressione seria dipinta sul viso.

«Vieni fuori. Dobbiamo parlare».

«Non abbiamo nulla da dirci»ribatté lei cercando di mantenere un'espressione impassibile, ma si vedeva lontano un miglio che stava cercando di trattenersi.

Seth allungó una mano e strinse la sua delicatamente ma con presa decisa, facendo capitolare cosí la ragazza.

«Uff. E va bene».

La guidò tra le gente fino all'uscita. Nessuno li fermó né fece domande su dove stessero andando.

Sempre con il braccio stretto nella morsa della mano calda di Seth, Margherita si lasció guidare attraverso il parcheggio appena fuori dal locale, e si fermarono non appena raggiunsero un piccolo spiazzetto semi nascosto lontano da orecchie indiscrete.

Solo quando giunsero a destinazione il ragazzo si decise a mollare la presa. Mosse qualche passo per allontanarsi un poco da lei e strinse le mani a pugno. Ora era arrivata la parte peggiore, quella che avrebbe incrinato per sempre ogni qualsiasi rapporto civile tra loro. Eppure quella era la sua scelta, e non aveva alcun senso rimandare o tentennare.

"Mi dispiace"pensó con dolore.

Poi fece un sospiro e cercó di assumere un'espressione fredda e distaccata.

«Devi smetterla»le disse all'improvviso, voltandosi per guardarla negli occhi.

Marghe lo fissó dubbiosa.

«A far cosa?»

«A venirmi dietro. Tra me e te non potrà mai esserci nulla. Credevo di avertelo già fatto capire no?»

La ragazza trattenne a stento le lacrime.

«Con che presunzione dici questo? Tu neanche mi piaci».

"Bugiarda" le sussurró una vocina interiore nella sua testa, la Margherita che aveva perso la testa per quel ragazzo, irraggiungibile da una come lei che non aveva nulla di speciale.

Seth le sorrise beffardo.

«Io invece sono arci convinto che tu stia mentendo su questo».

«Invece no».

Seth si fece nuovamente serio.«Sinceramente non me ne frega un cazzo se ti piaccio o meno. Devi starmi lontana, intesi?»

La vide combattere con le lacrime che volevano sfogarsi, eppure riusciva a mantenere il suo autocontrollo.

Ma si impose di mantenere un atteggiamento freddo e distaccato.

Era meglio per entrambi.

Margherita lo fissó risentita.

«Sai che ti dico Seth? Non voglio piú avere niente e che fare con te!»gli urló furente.

Seth incroció le braccia al petto e assunse un'espressione canzonaria.

«Oh, finalmente una cosa su cui andiamo d'accordo da quando abbiamo iniziato questa discussione Meg».

Si bloccó non appena pronunció quel nome. Sorpreso notó che gli occhi di Margherita si accesero oltre che di stupore anche di consapevolezza, come se non le fosse del tutto nuovo che qualcuno la chiamasse in quel modo.

«Non chiamarmi piú cosí»mormoró Margherita in un sussurro.«Solo mio padre e una persona a me cara possono farlo»aggiunse con gli occhi lucidi.

E per mantenere la facciata da bravo stronzo che aveva scelto di vestire, decise di infierire ancora un po'.

«Chi é che ti chiama cosí? Il tuo fidanzato immaginario?»la derise, cercando di mascherare il tremito della voce. Pur sapendo che era troppo anche per lui, la sua bocca era di tutt'altro avviso.

Con un tuffo al cuore vide scendere lungo il suo bellissimo viso una grossa lacrima lucente alla luce dei lampioni che freddi e impassibili si godevano la scena.

«Ti odio Seth! Va all'Inferno per quel che mi riguarda»gli urló contro con un coraggio che mai si sarebbe aspettato da una come lei. L'aveva sottovaluta, e chissà quante altre cose non sapeva di lei. E che mai avrebbe saputo.

«Ah, se solo potessi»boffonchió a mezza voce il ragazzo.

Margherita retrocesse di qualche passo.

«Tu sei pazzo»mormoró, questa volta con le lacrime che le rigavano le guance.

E pronunciate quelle parole si diresse verso il parcheggio.

Solo quando la ragazza si fu allontanata Seth decise di urlare al cielo tutta la sua rabbia e disperazione.

La sua anima era andata completamente in frantumi. Non c'era redenzione per quello che aveva fatto.

Aveva superato il limite che si era imposto di non voler oltrepassare.

E a quel punto anche l'ultimo brandello di sé che lo rendeva piú umano degli altri era andato in mille pezzi come la sua anima.

Ora cosa lo distingueva dagli altri Mezzi Demoni come lui?








Angolino dell'autrice:

Saaalveee a tutti/e ^^

Si questo cap non è di per sè così eccitante sorry ^^"

Il prossimo sarà "un'introduzione", diciamo, al capitolo 27 in cui ci sarà la vera e propria azione *-* se viene come me lo sto immaginando credetemi sarà una vera bomba! :3

Ringrazio tutti voi che seguite la storia *-* mi rendete estremamente feliz :D

Bacioniii :-*

FreDrachen

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top