Capitolo 24

2/05/15

Seth

Era sdraiato sul letto e fissava il soffitto bianco come se celasse una soluzione ai suoi problemi e a riparare la sua anima frantumata.

Fino all'ora prima era stato da Emma, su insistenza snervante da parte della ragazza che aveva provato a persuaderlo in tutti i modi possibili. Con disgusto le rammentava troppo Charlotte.
Chissà, se si fossero conosciute si sarebbero sicuramente alleate per stressarlo.

Si meritava appieno una simile tortura.

Ma in quel momento la ragazza era un male minore facilmente gestibile.

Distrutto.

Era cosí che si sentiva da quando aveva messo in atto il suo piano.

La sua cazzata ecco qual era la verità. Una cazzata che gli aveva distrutto completamente l'anima, che stava inesorabilmente depennando la sua parte umana,il suo lato buono. Quella parte di sè che nessuno, a parte se stesso, la ragazza misteriosa e una piccola parte Margherita, conosceva.

Cosa lo differenziava in quel momento da tutti i dannati a cui dava la caccia e puniva? Anche lui stava facendo soffrire una persona, nel modo peggiore possibile.

Margherita aveva totalmente ragione. Aveva fatto in modo che si legasse a lui, aveva giocato involontariamente con i suoi sentimenti.

"Non é cosí e lo sai. Stai cercando di proteggerla dal mostro che sei. Pensa se dovesse finire nei casini per colpa tua, o peggio. Se tu stesso fossi la causa della sua rovina. Come riusciresti ad andare avanti? Come potresti continuare a guardarti allo specchio pensando che per colpa del tuo egoismo lei potrebbe rischiare la vita?" ribatté la parte razionale nella sua mente.

Ma questo non cancellava che si sentiva annientato e sporco.

Sentiva urgentemente il bisogno di parlare con qualcuno. Afferró il cellulare e aprí l'app di Whatsapp.

Con il dito scorse tutta la lista dei contatti, alla ricerca di qualcuno online.

Trovó Charlotte, ma l'eliminó a prescindere.
Diego invece era sempre stato cosí poco di parole che in quei rari casi in cui lo aveva avvertito per messaggio aveva sempre ricevuto risposte monosillabiche.
Infine l'occhio gli cadde su Nathan. Certo, non era tra le sue massime preferenze eppure era quello con cui aveva piú rapporti tra tutti i suoi fratelli e sorelle.

Per caso fortuito era anche lui online.

Nathan

(Online)

Seth: devo parlarti.

La risposta non si fece attendere molto.

Nathan: cosa? Cos'é successo? Ti hanno cercato di attaccare?

Seth soffocó una risata.

Seth: nulla di tutto questo. Devo chiederti solo una cosa.

Immaginó il fratello dall'altra parte dello schermo che alzava gli occhi al cielo.

Nathan: e di preciso di cosa si tratta di cosí tanto importante da farmi venire quasi un infarto?

Seth: ti preoccupi per me? Non é che mi ti stai addolcendo Nat?

Nathan: simpatico :P allora, la domanda che dovevi farmi?

Seth: noi Mezzi Demoni siamo in grado di amare?

Nathan: se per amore intendi quelle belle porcate che facciamo nella Landa della Lussuria eccome se esiste!

Seth: ti prego non scendere nei dettagli. E comunque non mi riferivo a quello. Intendevo quello...sentimentale.

Nathan ci mise qualche minuto a rispondere.

Nathan: certo che no. L'amore é per i deboli.

Nathan: come mai questa domanda?

Sulle prime Seth non sapeva che rispondere. Ora che sapeva come la pensava Nathan di certo sarebbe nata un'accesa discussione e di certo lui non aveva le forze per litigare.

Seth: nulla semplice curiosità, dato che attorno a me vedo diversi umani che affermano di provarlo, ecco.

Nathan: gli umani. Loro e le loro debolezze. Non so chi abbia inventato l'amore ma so per certo che li ha resi piú stolti. Meno male che noi non abbiamo ereditato la capacità di provare quella nauseante frivolezza.

Seth si morde il labbro così forte da farlo sanguinare.

Seth: grazie Nat. Era proprio quello che volevo sentirmi dire.

Mentiva.O quanto stava mentendo spudoratamente!

Nathan: quando vuoi. Ci sentiamo presto!

(Nathan é offline)

Con un sospiro Seth poggió il cellulare sul comodino e chiuse gli occhi.

Non ricordava di essersi appisolato. Fatto sta che si ritrovó avvolto nella nebbia. Sapeva chi ritrovarsi in quella situazione.

Infatti, scorse la ragazza a pochi passi da lui, di schiena. Forse lo stava cercando.

Le si avvicinò con passo felpato fermandosi a pochi centimetri dalla sua schiena.

«Meg»le sussurró dolcemente.

La ragazza sussultó ma non diede segno di volersi girare.

«Sei arrivato»gli rispose con voce rotta.

Subito Seth si fece preoccupato.

«Meg, é successo qualcosa?»

Lei di tutta risposta si passó una mano sulle guance. Stava piangendo. Seth cercò di reprimere un moto di rabbia. Se avesse scoperto chi fosse l'artefice di tale afflizione sarebbe andato di corsa a prenderlo a calci.

«Cosa ti é successo?»insistette.

«I maschi sono degli idioti»rispose lei diretta.

Seth si ritrovó a ridacchiare.

«Bé, ti ringrazio per il complimento».

La vide sussultare, resosi conto di ció che aveva detto.

«Hai ragione. Quasi tutti sono degli idioti. Adesso va meglio?»

Cercava di scherzare, e apprezzó molto il suo tentativo di alleggerire la questione.

Seth si ritrovó a ridacchiare.«Puó darsi».

«Mi abbracci? Ho bisogno di affetto in questo momento»gli mormoró lei.

I due si sedettero a terra, e il ragazzo si posizionó dietro di lei e la cinse in un abbraccio. La ragazza si lasció andare tra le sue braccia, in cerca di quel conforto di cui aveva bisogno e che Seth le poteva dare.

«Grazie»gli disse.

Lesse dell'emozione nella suavoce. Doveva proprio essere a pezzi se si lasciava andare cosí con uno come lui.

«Non ho fatto nulla di cosí eclatante».

«Forse si, ma grazie comunque».

Seth la strinse ancora un poco, stando peró ben attento a non stritolarla. Fantasia o meno avrebbe sentito eccome la sua mancanza.

«Adesso tocca a te dirmi cos'hai»disse all'improvviso.

Seth sussultó. Non sia aspettava quella domanda. Era sempre stato bravo a mascherare i suoi pensieri e sentimenti agli altri. Come aveva fatto ad accorgersi che qualcosa non quadrava?

"É frutto della tua immaginazione idiota! Logico che conosca cosa ti passi per la testa"si rimpovevó. Ma se davvero era cosí, come mai quella domanda? Non doveva essere già a conoscenza dei fatti?

«Cosa ti fa credere che abbia qualche problema?»domandó cauto.

«Mi hai inzuppato il retro della schiena di lacrime»gli fece notare lei pacatamente e piú tranquilla di prima.

Cosa?

Si passó una mano sulla guancia e quando la ritrasse se la trovó bagnata. Non era accorto di nulla.

«Scusa, ti ho bagnato la maglietta»balbettó in imbarazzo.

La ragazza fece spallucce. «Non ti devi preoccupare».

«Penserai che sono un idiota».

Lei inclinó la testa di lato. I suoi riccioli gli solleticarono il dorso delle mani e le braccia.

«Perché dovrei?»

«Piangere non é da uomini. Solo i deboli lo fanno. Mio padre me lo ripete spesso».

«Mostrare a volte la propria debolezza non é un difetto. Nessuno é perfetto, e tutti abbiamo bisogno di quel momento di vulnerabilità. Siamo esseri umani. La debolezza é intrinseca della nostra natura».

Seth sorrise tristemente. Se solo avesse saputo cos'era in verità. Quelli come lui non dovevano conoscere la debolezza altrimenti sarebbero stati sgominati e abbattuti da altri piú forti. Vigeva la legge del piú forte. Uccidere o essere uccisi. Questa era l'amara verità.

«Allora, vuoi dirmi cosa ti é successo?»

Di tutta risposta Seth nascose il viso tra i suoi capelli, che gli ricordavano troppo la ragione della sua angoscia.

«Sono una persona crudele. Ho fatto soffrire una persona che non lo meritava affatto»ammise.

Dirlo a voce alta allentó un poco il tormento.

La ragazza rimase in silenzio per un periodo che a lui parve un'eternità, anche se erano passati si e no una manciata di secondi. Temeva di aver suscitato in lei una sorta di disgusto per ció che aveva fatto. Inutile farle sapere tutto fin nei minimicissimi dettagli, tanto ció che aveva fatto era imperdonabile, e ciò lo rendeva una cattiva persona.

«Sono certa che riuscirai a farti perdonare».

Come faceva a vedere un lato buono in lui? Come poteva credere che potesse riscattare la sua anima?

Seth scosse la testa pur sapendo che lei non lo poteva vedere.

«Non c'é redenzione per quello che ho fatto Meg. Le ho distrutto l'anima. Io l'ho vista, la sua disperazione di averla illusa fino ad ora, e l'angoscia di essere stata presa in giro. Non si puó tornare indietro. Sono un mostro Meg, forse anche te dovresti temere che ti faccia soffrire».

Di tutta risposta la ragazza gli strinse la mano.

«Sono certa che non lo farai. Tu sei l'unico che mi capisce veramente. E per quanto riguarda ció che hai fatto, non é mai troppo tardi per fare la cosa giusta».

«Piú facile a dirsi che a farsi»replicó amaramente il ragazzo.

«Non lo saprai mai se non ci provi»replicó lei ostenando una calma che Seth le invidiava.

«Il fatto é che...non l'ho fatto per me, ma per lei. La voglio tenere al sicuro, e so per certo che se si fosse avvicinanta troppo a me non avrebbe fatto altro che soffrire. Ecco la verità».

«É questo che ti rende una persona migliore. Hai deciso di accantonare la tua felicità per vederla al sicuro e felice. Credimi, se fossi stato un mostro ti saresti comportato al contrario di come hai fatto. Non te ne sarebbe fregato nulla di lei e dei suoi sentimenti».

L'istinto di farla voltare e di baciarla era troppo forte, ma riuscí a trattenersi. Anche perché, dato che non riusciva a vederla in volto sarebbe stato un problema baciarla nel punto giusto.

«Ma come fai ad essere cosí saggia?»

La ragazza di tutta risposta fece spallucce.

«Non ho detto nulla di che».

«Ti sbagli. Mi hai dato un bricciolo di speranza di potermi ancora salvare. Grazie Meg».

Lei gli si avvicinó e poggió la testa contro il suo petto dove il cuore pompava a mille all'ora.

«Vorrei conoscerti. Sentirti veramente vicino. Dimmi almeno il tuo nome»disse all'improvviso lei.

Perché no? In fondo un nome non l'avrebbe indirizzata facilmente verso la sua identità. Sempre che fosse reale e che tutta quella situazione non fosse altro che una fantasia.

«D'accordo».

«Ti lasci convincere cosí facilmente?»ridacchió lei.

«Solo perché sei giú di corda e hai bisogno di essere tirata su di morale. E se questo ti tirerebbe un po' su, perché no? Tra l'altro hai girato intorno al tuo problema focalizzando tutto il discorso su di me».

«Te ne parleró giuro. Ma adesso dimmi chi sei, prima che tu cambi idea».

Seth ridacchió. «Ma come sei impaziente Meg. Nessuno ti ha detto che essere zen nella vita fa meglio alla salute?»

Lei gli diede un buffetto scherzoso contro il braccio.«Ma se neanche te sei zen»ribbatté divertita.

«Solo perché non lo sono non significa che non tenga che almeno tu lo sia»disse Seth pacatamente.

«Mi fa piacere che tu tenga a me "Ragazzo sconosciuto che tra qualche secondo non sarà piú tale"».

Le sopraciglia di Seth scattarono verso l'alto. «Wow, mi hai affibiato un nome cosí lungo? Per fortuna quello vero é molto piú corto. Pensa un po' se dovessi firmare conquello che mi hai affibiato».

La ragazza scoppió in una risata cristallina. Sarebbe stato delle ore a sentirla.

«Non ti basterebbe tutta la vita. Ma adesso smettila di rigirare intorno al discorso».

«D'accordo, d'accordo. Relax Meg. Se non ci diamo una calmata neppure nei sogni finiremo con il dipendere da ansiolitici a vita».

«Non ci tengo grazie».

Seth sorrise per poi ritornare serio.

«Prima di rivelarti il mio nome posso farti una doamnda?»

Lei sospiró come se rispondergli le costasse un consumo immane d'energia.«Tanto divagazione in piú o meno non cambia nulla giusto?»

Considerando quella domanda come un si sottinteso prese fiato.

«Te sei reale o solo frutto della mia fantasia? Rispondimi sinceramente».

Temeva da sempre di porle quella domanda, dato che ne temeva la risposta. Aveva paura di scoprire che era impazzito del tutto.

«Si. Esisto al di fuori di questi sogni. Ma lascia che anch'io ti ponga la stessa domanda. Sei reale? Avrei opportuntà di conoscerti un giorno?»

Seth trattenne il respiro. Dirle di si sarebbe stato come illuderla che potesse essere una persona degna di stare al suo fianco come meritava veramente visto il suo forte stato d'animo. Ma risponderle di no sarebbe stato mentirle spudoratamente, cosa non tanto giusta nei suoi confronti.

«Si. Potresti incontrarmi anche in giro per la strada se avessi questa fortuna»rispose poi.

Se non fosse stato ció che era, avrebbe cercato fin dall'inizio di scoprire chi fosse veramente. Ma la sua natura non poteva cambiarla, e per questo meglio le stava piú lontano meglio era. Altrimenti sarebbe andata a finire come con Margherita.

Margherita.

Ripensare a lei fu come un pugnale calato sul cuore.

«Davvero?»domandó lei con voce rotta dall'emozione.

Si era davvero cosi tanto affezionata a lui?

Le accarezzó delicatamente la schiena.

«Si. E sono pronto a dirti il mio nome che tanto brami». Prese fiato e per un attimo si chiese se avesse fatto la scelta giusta. Un pensiero che sfioró per un attimo la mente che venne scacciato immediatamente senza tante cerimonie.

«Il mio nome é S...»

Non ebbe il tempo di finire la frase che i contorni attorno a lui sfumarono, e sentí chiaramente che la sua mente veniva richiamata alla realtà.

Aprí gli occhi di scatto nella sua stanza.

La suoneria del suo cellulare suonava all'impazzata e rieccheggiava spietata in tutta la camera. Con un gesto secco veramente scazzato rifiutó la chiamata che scoprí con enorme rottura di scatole che si trattava di un operatore che voleva proporgli chissà che offerta telefonica.

Cazzo! Cazzo! Cazzo!

Per colpa sua aveva interrotto il sogno! Proprio quando si era deciso a rivelare una parte di sé alla ragazza misteriosa che non era frutto della sua fantasia ma era vera, reale.

Chiuse gli occhi cercando di riportare a galla un qualcosa che gli permettesse di partire per cercarla. Certo che scovarla era come cercare un ago in un pagliaio se non peggio.

E poi c'era Margherita. Anche per lei provava qualcosa, un sentimento che in qualche modo era simile a quello che sentiva nei confronto della ragazza misteriosa.

E quello che le aveva fatto lo fece ripiombare nell'angoscia, pensando che ció che aveva fatto alla sua compagna di classe poteva anche farlo alla misteriosa ragazza.

Ma non doveva demordere. Anche se la ragazza misteriosa sembrava più favorevole al suo riavvicinarsi a Margherita, non poteva assolutamente farlo.

Anche se questo significava convivere con un eterno rimorso.

Margherita

Aprí gli occhi e incontró il bianco del soffitto della sua camera. Stava sognando il ragazzo, l'unico al mondo che veramente la capiva. Anche lui con i suoi demoni contro cui combattere. Si sentiva cosí tanto vicina a lui che le era venuto naturale aiutarlo a cercare una soluzione al suo problema che lo affliggeva enormemente.

A inizio pomeriggio si era stesa sul letto che cercava di sgombrare la mente ascoltando la musica piú disparata. E ovviamente il suo adorato MP4 che metteva automaticamente le musiche una di fila all'altra, le giocó un tiro mancino riproducendo canzoni veramente angoscianti che rappresentavano al meglio la situazione. "La distanza di un amore" di Alex Baroni, "Sono solo parole" e "Per tutta la vita" di Noemi, "Pieces of a dream" di Anastacia. Con un gesto secco spense il lettore e nascose il viso contro il cuscino, nella testa un turbine di pensieri con un unico protagonista indiscusso. Seth.

Perché continuare a pensare a lui quando le aveva fatto capire in chiaro e tondo che non la voleva?

Ma nulla.

La sua mente correva sempre e solo a lui.

Poi senza rendersene conto si era appisolata e si era ritrovata con Lui. Aveva scoperto che era reale e non una sua fantasia creata per sopperire la mancanza del vero amore nella sua vita. E ne avrebbe pure scoperto il nome se non fosse stato per la suoneria del suo cellulare che l'aveva strappata dal sonno.

Con un gesto secco rifiutó la chiamata a e si giró dall'altra parte avvolgendosi a bozzolo tra le coperte. Non voleva sentire nessuno. E magari con un po' di fortuna si sarebbe riassopita e avrebbe rincontrato il ragazzo misterioso.

Ma chiunque la stesse cercando non aveva intenzione di demordere perché cominció a tartassarla di messaggi su Whatsapp.

Con uno sbuffo recuperó il cellulare e aprí l'app, notando che il suo mittente eraLucia.

Lucia: Ehi! Rispondimi dai!

Lucia: Marghe!!!!

Lucia: Perché mi butti giú???

Lucia: Eddaaai cosa ti costa far scorrere il ditino sulla cornetta verde e rispondermi? Daiii ti devo dire una cosa!

E poi:

Lucia: Uff. E va bene hai vinto. Ti scrivo quello che ti devo dire. Ma lo sai che prima o poi dovrai imparare a parlare al telefono.

Marghe alzó gli occhi al cielo. Aveva quel piccolo difetto di odiare parlare al telefono con tutti, tranne che con suo padre, dato che era l'unico modo per sentirlo.

Margherita: certo. Quando gli asini voleranno.

Lucia: ahhh ma allora le tue ditina funzionano.

Marghertita: si si ok. Cosa volevi dirmi?

Lucia: sei ancora con l'umore a terra?

Margherita: secondo te?

Lucia: ok, ok era una domanda retorica. Volevo la tua conferma per domani per la mia festa di compleanno.

Marghe sospiró. Con il morale che si ritrovava non se la sentiva di certo di andare a una festa. Ma in fondo Lucia era una delle sue migliori amiche, non se la sentiva di farle questo per colpa di un egoista come Seth.

Margherita: si...si ci vengo.

Lucia: davvero? O.o

Margherita: si...ma cos'é quella faccia? Se non vuoi...

Lucia: ma certo che ti voglio! In fondo é il mio diciottesimo. Solo che sinceramente non mi aspettavo una tua risposta positiva.

Margherita: credo di aver bisogno di distrarmi un po' e di staccare la spina.

Lucia: va bene :D ti passo a prendere io con Antonio verso le sette. Va bene?

Antonio era l'attuale fidanzato di Lucia, quello che stava durando di piú. Era al primo anno di università di Scienze biologiche, e quindi era l'unico tra loro che poteva avere la patente dato che loro erano ancora minorenni.

Margherita: si, va bene. A domani.

Lucia: siii! Ci divertiremo un mondo.

(Lucia non é piú online)

Margherita con un sospiro poggió il telefono sul comodino.

Era una festa, una semplice festa in cui il suo unico obiettivo era staccate per un attimo il cervello e godersi la vita.

Ma allora perché sentiva una strana apprensione sulle sue membra?

Angolino dell'autrice:

Salve simpatici wattpadiani :3

Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento ^^

Si è un capitolo di transizione, e posso dirvi che nei prossimi accadrà qualcosa di sconvolgente :D soprattutto come anticipato nei cap 26 e 27 *-*

Ringrazio infinitamente tutti voi che seguite la storia ^^

Mi fa davvero piacere condividerla con voi.

*Seth esce dalla storia*:più che storia intendi delirio mentale :p

Autrice: Che ci fai qui Seth? Fila subito nella storia

*Seth intimidito dall'autrice ritorna dentro*

Bene, ora che il mio protagonista è tornato al suo posto vi saluto :-*

FreDrachen

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