Capitolo 21

Seth

Tornó a casa piú incazzato che mai con se stesso. Non sapeva come dare sfogo alla sua frustazione. Le mani gli formicolavano e aveva una voglia matta di spaccare qualcosa. Non era mai stato di per sé violento, a parte con i Dannati. Era una sensazione nuova avercela a quel modo con se stessi.

Hugo scelse proprio quel momento per comparire dal soggiorno.

«Ah, a quanto vedo il principino é tornato dalla sua passeggiata. Cos'hai provato a fare il cascamorto con quell'umana?»

Seth arrivó al culmine della sopportazione.

Gli si avvicinó minacciosamente e gli sferró un gancio potentissimo alla mascella. Avvertí un dolore acuto all'altezza delle nocche, ma non gli diede peso, mentre sentí chiaramnete il crack delle ossa spezzate della mascella di Hugo che indietreggió mugolando di dolore.

«Ma che cazzo di problemi hai?»gli domandó con astio il Dannato.

Seth si limitó a fissarlo con rabbia contenuta prima di andarsene in camera sua sbattendo la porta.

Il problema era lui!

Piú decideva di starla alla larga piú le si avvicinava. E poi notava come lo fissava.

Perché accidenti continuava a illuderla?

Sferró un pugno contro il muro. Pezzi di intonaco gli caddero ai piedi.

Ma piú che lei gli facevano paura le emozioni che provava in sua presenza. E sapeva fin troppo bene di cosa si trattava. Ne aveva letto parecchio sui libri, eppure quelli come lui non sapevano cosa fosse fino in fondo.

I Mezzi Demoni non erano capaci ad amare veramente. L'unico rapporto che potevano avere era solo quello fisico e mai emotivo. E allora come spiegare la strana leggerezza che provava in sua presenza,o lo sfarfallio allo stomaco?Oppurela gioia nel vederla sorridente e serena. Tante piccole cose di lei che gli mandavano il cervellocompletamente in tilt.

Non era abituato a simili sentimenti che lo facevano quasi sentire fuori posto. Si impose che doveva trovare una soluzione, prima che fosse troppo tardi per entrambi.

Fu proprio in quel momento che gli arrivò una notifica di Skype. Con uno sbuffo si collegò, trovandosi di fronte il volto di Nathan.

«Felice di constatare che sei ancora vivo» lo salutò Nat con un sorriso.

L'istinto di scollegarsi era forte, ma si trattenne.

«Io invece speravo di non rivederti più, caro fratello».

«Ti gira la luna storta oggi?»

«Senti Nathan, non ho voglia di dialogare con te. Per cui se hai delle novità sparale subito e sparisci».

Nathan sospirò esasperato. «Nessuna novità Seth. Volevo solo constatare la tua incolumità».

«Bene, ora che sei soddisfatto, addio».

Fece per scollegarsi, ma rimase con un dito sospeso in aria. Gli era venuta un'idea.

«Nat, conosci un modo per farti odiare a vita da una persona?»

Nat aggrottò le sopraciglia dubbioso.

«E a cosa ti serve?»

Seth sbuffò.«Cazzi miei. Allora, consigli?»

«Si tratta di una ragazza?»

«Si. Voglio solo levarmela dai piedi»mentì.

Il fratello ci pensò su. «Magari facendoti vedere invaghito di un'altra potrebbe funzionare».

Si, era un'ottima idea.

«Grazie Nat. Ciao».

E senza dare il tempo al fratello di ribattere uscì da Skype e si collegò a Facebook, alla ricerca di una possibile candidata. I suoi amici sul social erano aumentati nell'arco della settimana per cui poteva vantare una vasta gamma di possibili candidate.

Quando scorse una notifica di Emma seppe cosa doveva fare.

Lo avrebbe odiato certo ed era quello che sperava di ottenere. Voleva che prosasse nessun altro sentimento che non fosse astio o disprezzo nei suoi confronti.

Ma era necessario.

Per il bene di entrambi.

Margherita

Rincasó dopo una quindicina di minuti da quando Seth se n'era andato, il tempo per permettere ad Alaska quello che doveva fare.

Entrata in casa tiró un sospiro di sollievo.

Con la sua enorme imbranatagine nel relazionarsi con gli altri aveva fatto arrabbiare Seth, e non sapeva affatto come il suo comportamento avrebbe influito sul loro rapporto civile di conoscenza.

Sarebbe tornato scorbutico e intrattabile o ci avrebbe messo una pietra sopra e fatto finta che non fosse successo niente?

Tutta quella faccenda le stava facendo venire una tremenda emicrania.

Non appena la sentí entrare il volto di sua madre fece capolino dalla cucina.

«Ciao Fiorellino. Com'é andata la passeggiata?»

«Si, si bene»liquidó il discorso Margherita. Non aveva granché voglia di parlare con nessuno in quel momento.

Sua madre si accorse subito dal tono della sua voce che qualcosa non quadrava.

«Sei sicura che sia tutto a posto?»

Margherita abbozzó un sorriso.

«Si mamma fidati. É tutto ok».

«Sicura? Non é che c'entra quel ragazzo con cui ti ho vista in piazzetta?»

Il volto di Margherita a quell'affermazione si fece di tutti i colori.

«Mi hai spiata?»domandó con troppa foga.

Katherine arrossí.«Ero in poggiolo a stendere. Non era difficile vedervi. Ma a proposito, chi é?»domandó poi curiosa.

«Il mio nuovo compagno di classe»mugugnó controvoglia.

«Simpatico?»

«Direi molto lunatico».

«E ti piace?»

Margherita la fissó con gli occhi sgranati.«Mamma! Sono domande da fare queste?»

«Fiorellino,non é mica la fine del mondo. É normale alla tua età se provi qualche sentimento piú profondo verso qualcuno».

Eh? E come erano arrivate a parlare di quell'argomento.

«Senti ma', lascia stare ok?»

Fece per uscire dalla cucina quando si ritrovó di fronte Clara con in mano la sua trousse di trucchi.

«Grazie Kat per avermi imprestato il mascara. Il mio purtroppo é finito». E solo in quel momento notó Margherita, a cui regaló un sorriso di scherno.

«Bé, ciao Margherita».

Marghe si giró verso la madre piú stupita che mai.

«Ma', che ci fa qua Clara?»

«Oh, ma non ci sono solo io»annunció Clara con un cenno di noncuranza con la mano.«Di là ci sono anche Nic e papà».

Margherita represse un sonoro sbuffo. Si andava di male in peggio.

«Bene, io vado a studiare. Cercate tutti di fare il minor casino possibile. Grazie».

Salutó lapidariamente tutti e si fiondó in camera sua. Si era svegliata per una volta con il piede giusto ed ecco che la giornata peggiorava rapidamente.

Non erano già che le prime ore del pomeriggio che già non vedeva l'ora che la giornata finisse.

Non appena mise piede dentro la stanza non si accorse subito della presenza comodamente seduta sul letto.

Solo quando chiuse la porta dietro di sé e si giró, lo scorse.

Nicholas la stava fissando intensamente, le mani congiunte poggiate sulle cosce.

«Nic, cosa ci fai in camera mia?»

Lui fece un gesto di noncuranza con la mano.«Ti stavo aspettando, non mi pare ovvio?»

Margherita cercò di soppesare le parole da pronunciare per evitare di insultarlo pesantemente.

«Non abbiamo nulla da dirci».

Nicholas inclinó la testa di lato.

«Sicura? E che mi dici delragazzo con cui sei stata fino a poco fa?»

Margherita sgranó gli occhi a quella domanda.Cos'era, prima sua madre e ora Nicholas a farle l'interrogatorio di quarto grado?

«E a te che importa?»

«Come si chiama?»domandó invece lui ignorando bellamente la sua domanda.

«Solo se mi dici a cosa ti interessa».

Nicholas sogghignó.«Semplice no? Devo intimarlo a starti lontano».

Margherita lo fissó truce.«E con che presunzione vorresti fare una cosa simile?»

«Non ti pare logico?»

Si alzó leggiadramente e le si avvicinò pericolosamente. D'istinto Magherita retrocesse fino a toccare il muro con la schiena. Lui la imprigionó fra le sue braccia.

«Tu sei mia, chiaro? E di certo non voglio che nessuno ti ronzi attorno».

«Io non sono tua. Sei solo uno stupido se la pensi cosí».

Nicholas avvicinó sempre di più il viso al suo.

«La mia é una constatazione di come stanno i fatti. Tu non hai alcuna voce in capitolo. Quando dico che una donna é mia, lo é e basta».

Prima che Marghe riuscisse a ribattere, le labbra si Nicolas si poggiarono sulle sue, bramose di passione. La ragazza cercó di sottrarsi, ma la presa di Nic era ferrea.

Le salirono le lacrime agli occhi, eppure trovò la forza di tirargli un pugno allo stomaco per liberarsi. Nicholas si ritrasse con un mugolio di dolore e indietreggiò.

«Ma che cazzo di problemi hai?»le soffió contro.

«Che problema hai tu invece»ribatté Margherita con una smorfia schifata.

«Come hai osato rifiutarmi?»

Fece per avvicinarsi, ma le parole che la ragazza pronunció subito dopo lo inchiodarono al suo posto.

«Prova ad avvicinarti e giuro che urlo cosí forte che verranno sia mia madre che tuo padre, e vedranno che razza di depravato sei»lo minacciò Marghe.

«Non ne hai il coraggio»ribatté per nulla convinto.

«Scommettiamo?»

Fece per urlare quando Nic si fece avanti e le tappó la bocca con la mano. Istintivamente Margherita gliela morse costringendolo a ritrarla.

«Maledetta»le soffió contro.«Non credere che finisca qui»sibiló poi sconfitto prima di uscire dalla stanza.

Margherita prontamente si chiuse a chiave dentro e sospiró.

Non poteva andare avanti cosí. Piú di una volta era tentata a rivelare tutto a sua madre, ma non pensava affatto che avrebbe creduto alle sue parole, almeno senza prove.

Ancora un po' sconbussolata si sedette alla scrivania e cominció a studiare. Si tolse prima i compiti scritti e poi passó alle materie orali.

Ma la mente era altrove, a qualche ora prima passata in compagnia di Seth. Si era sentita cosí calma e protetta al suo fianco come non le era mai capitato in tutta la sua vita. Era sicura che lui non si sarebbe mai comportato come Nicholas, poco ma sicuro.

Carattere difficile a parte quel ragazzo in neanche una settimana le aveva aperto le porte a sentimenti mai provati e che la facevano stare bene. Molto bene.

Un sorriso quasi ebete, simile a quelli che leggeva nei libri, si fece strada sul suo viso, mentre afferrava il cellulare per scrivere un messaggio ad Alyssa. Alle altre ne avrebbe parlato il giorno dopo a scuola.

"Aly, io credo...di essermi innamorata".


Angolino dell'autrice:

Stavolta non vi ho fatto aspettare secoli e secoli il capitolo :3
Cosa ne pensate?
Secondo voi stavolta Seth fa sul serio oppure no?
E quanti/e di voi vorrebbero strozzare Nicholas come la sottoscritta? XD
Ringrazio tutti voi che leggete la storia :3
Bacioni!
FreDrachen

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