Capitolo 14
La giornata di per sé non era andata male.
Non aveva trovato traffico, e certo aveva quasi messo sotto una ragazza che aveva scoperto dopo essere una sua compagna di classe,ma non l'aveva investita quindi era andato tutto liscio come l'olio.
Non appena entrato nell'edificio della sua nuova scuola subito una bidella l'aveva indirizzato in presidenza, dove aveva trovato una donna sulla cinquantina davvero cordiale che aveva messo a posto tutte le pratiche burocratiche e gli aveva compilato un foglio da mostrare alla professoressa o professore che avrebbe trovato nella sua futura aula. Che aveva trovato dopo un lungo giro a vuoto, malgrado la scuola non fosse immensa.
E non appena entrato l'aveva vista. Una ragazza all'apparenza comune, senza tratti che potessero distinguerla dagli altri.
All'apparenza infatti. Aveva una cascata di boccoli castani che incorniciavano un volto pingue addolcito da due occhi grandi castano scuro.
Di fronte a quello sguardo curioso e ammaliato seppe a prescindere che lei sarebbe stata la sua fine.
C'era qualcosa in lei che l'attirava peggio di una calamita. Mai nessuna ragazza aveva esercitato un simile potere su di lui, e la cosa lo inquietava non poco. Doveva assolutamente correre ai ripari.
Doveva fare in modo di metterla al sicuro dal mostro che era.
Durante tutta la durata delle lezioni aveva sentito il suo sguardo puntato contro la schiena. Si era ripromesso di non rivolgerle piú la parola, come aveva fatto erroneamente nella prima ricreazione, riuscendo a stento a trattenersi.
E in quei casi stringeva le mani sotto il banco, le unghie conficcate nella carne.
"Basta! Devi smetterla di pensare a lei. Cosí facendo non farai altro che metterla in pericolo" si rimproverava aspramente.
Eppure non smetteva di immaginare come poteva essere quando sorrideva.
Per colpa della sua lingua non aveva fatto altro che ferirla e farla incazzare come una iena.
"É giusto cosí" pensò amaramente.
Non appena suonò l'ultima campana schizzò fuori dalla classe, per paura di rivolgerle di nuovo la parola. Doveva starle lontano, non vi erano altre soluzioni.
E in altrettanta fretta inforcò la sua moto e partì a razzo verso casa. E non appena arrivò, parcheggiò la sua moto nel piccolo boxe procuratagli dal padre.
«Una moto del genere te la ruberebbero subito»gli aveva detto con una scrollata di spalle mentre gliel'accennava.
Se ci avessero solo provato a fregargli la sua Harley li avrebbe spediti nella Voragine a calci.
Ma...accidenti! Per un po' non avrebbe potuto scendere al'Inferno.
Bé, avrebbe ucciso il colpevole e delegato un suo fratello a torturarlo per lui. Ecco, cosí andava bene.
Percorse le rampe di scale del suo palazzo a due a due. Non vedeva l'ora di gettarsi sul letto, mettere i Muse a tutto spiano mentre leggeva un libro. Aveva in mente di passare un fruttuoso pomeriggio nel relax piú assoluto. Litigare con la ragazza gli aveva stancato troppo i neuroni.
Non appena entrò, notò subito la pulizia impeccabile di quel posto.
Sorrise. Hugo aveva fatto un ottimo lavoro. Forse aveva sentito che era entrato, perché proprio in quell'istante il Dannato uscì dalla sua stanza. Non appena lo vide sbuffò senza ritegno.
«Peccato. Speravo che qualcuno ti mettesse sotto, ma a quanto vedo continuerò ad essere cosí sfigato ad averti ancora in giro».
Seth strinse i denti.
«Lieto di esserti di fastidio Hugo. Lo sai che per me é una gioia torturarti l'anima».
passò un dito sopra il mobiletto piú vicino e strofinò i polpastrelli tra loro.«Noto con piacere che hai portato a termine il tuo compito adeguatamente».
Hugo sbuffò nuovamente.«Come se potessi potuto evitarlo. Per colpa dei tuoi sigilli non posso fare altro che questo»ribatté acido.
La manica della maglia che indossava si tirò su, scoprendo impressionanti arabeschi neri come la pece. Simboli demoniaci che gli impedivano di nuocere il Mezzo Demone e ubbidire ad ogni suo comando. In pratica una schiavitù nel vero senso della parola.
Seth gli scoccò un ghigno divertito.«Ci farai l'abitudine Hugo. E ora levati dai piedi. E non disturbarmi per alcuna ragione oggi pomeriggio, intesi?»
Hugo gli scoccò un'ultima occhiata risentita prima di ritirarsi nella sua camera.
Seth annuì soddisfatto e si diresse nella sua stanza, chiudendosi la porta dietro.
Si tolse subito la maglia che gettò sulla sedia davanti alla scrivania cosí come lo zaino,rimanendo a dorso nudo in camera.
Gli piaceva il fresco che gli accarezzava la pelle, una sensazione impensabile all'Inferno.
Accese il suo laptop rosso fiamma e con esso il dispositivo wifi. Oltre che leggere e ascoltare musica, aveva anche intenzione di cazzeggiare un po' al pc da bravo adolescente.
I compiti li avrebbe fatti piú tardi. Tanto erano cose che aveva già fatto l'anno prima.
Dato che aveva già compiuto i diciotto anni il 22 Dicembre, doveva già frequentare il quinto anno, ma davvero non se la sentiva di prepararsi alla maturità in quel momento. Tanto sperava di tornare all'inferno prima di tale evento, per cui aveva convinto il padre a fargli frequentare il quarto per non avere quell'enorme scocciatura.
Meglio sembrare ripetente che seccarsi con la maturità.
Fu mentre recuperava Obsidian dal suo posto nella libreria,che sentì il solito rumorino di una notifica di Skype.
Non sapeva chi potesse essere esattamente colui o colei che lo stava cercando, ma di sicuro era senz'altro un suo fratello o sorella.
Cliccò sull'icona dell'app, e si ritrovò di fronte il volto di Nathan.
«Ah, era ora! Ti stavo dando per disperso».
Seth represse uno sbuffo.
«Per la verità cercavo di rimandare il piú possibile il momento in cui avrei rivisto la tua brutta faccia».
«Ma come siamo permalosi oggi. Ti sei per caso alzato dalla parte sbagliata del letto? Oppure c'é qualcosa nell'aria lì sulla Terra che ti rende piú acido e intrattabile del normale?»
Seth alzò gli occhi al cielo.«Senti, mi hai contattato solo per farmi la predica da suocera oppure avevi un valido motivo?»
Nat si massaggiò le tempie.
«Mi ero già scordato del tuo sarcasmo pungente» protestò.
«Non era sarcasmo, ero serio»ribatté Seth.«Allora? Non mi hai ancora risposto. Tic,tac. Non voglio passare il pomeriggio ad aspettare che ti decida a parlare».
Nathan fece spallucce.
«Volevo solo dirti che ancora non si sono fatti passi avanti per quanto riguarda il tuo...attentato».
Seth fece spallucce. Se l'aspettava.
«Tanto non mi aspettavo una risoluzione cosí presto. Bene, se non hai altro da dirmi, ci vediamo».
E senza aspettare risposta si scollegò dall'app.
Con uno sbuffo si gettò sul letto. A volte davvero non sopportava nessuno dei suoi fratelli. In quei momenti desiderava essere una persona normale.
Si alzò dal letto e cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza. E fu in quel momento che la ragazza, Margherita, si riaffacciò nei suoi pensieri.
In fondo lei voleva solo attaccare bottone ed essere gentile nei suoi confronti.
Peccato che lui non era della stessa opinione. Ma d'altronde se doveva stare a contatto con gli umani doveva anche interagire con loro, e quella ragazzina ci aveva provato. Ma farla avvicinare troppo sarebbe stato davvero pericoloso per lei.
Ed ecco cosa avrebbe fatto.
Avrebbe cercato di ignorarla o al massimo si sarebbe limitato a punzecchiarla un po', in modo tale che prima o poi si arrendesse all'evidenza che tra loro non si sarebbe potuto instaurare alcun rapporto, se non di quasi normale convivenza. Bé, questo lo poteva fare.
Fu quando si affacciò alla finestra che la vide.
Di certo il destino voleva farsi beffe di lui. Doveva starle alla larga, e lei abitava nel palazzo di fronte.
Stava parlando al cellulare camminando avanti e indietro, a volte gesticolando, scena che trovò davvero buffa.
Che divenne ancora piú esilarante quando anche lei si avvicinò alla finestra.
Bastò poco perché lo vedesse e per la sorpresa le cadesse il telefono per terra.
- - -
Per tutta la durata della lezione Margherita aveva continuato a fissarlo, pensando sul serio di fondergli il cervello. Il ragazzo ogni tanto si girava e con un ghigno divertito le chiedeva se quello che vedeva lo trovava attraente.
Accidenti! Che ego che aveva quel ragazzo!
A denti stretti la ragazza lo intimava a girarsi e quello lo faceva ridacchiando.
Ancora però non capiva il motivo di tanto astio e rudezza per non dire dello scherno nei suoi confronti.
All'inizio era stata gentile, e lui subito a infierire e a prendersi gioco di lei.
Ebbene, nei giorni successivi avrebbe ripagato con la stessa moneta. Avrebbe risposto il suo sarcasmo pungente con sarcasmo, come era accaduto nella loro seconda parte di discussione.
La fine giornata fu accolta con un sospiro di sollievo da parte della ragazza.
Per fortuna Seth non le aveva piú rivolto la parola ed era uscito dalla classe a grandi falcate.
E meno male. Non aveva le forze di bisticciare con lui, come sarebbe accaduto di certo nei giorni a seguire.
Il viaggio verso casa fu tranquillo e solitario, e in altrettanta quiete entrò in casa sua.
Dopo un pasto veloce e prima di cominciare i compiti, si collegò ad internet e accese WhatsApp. Doveva assolutamente parlarne con qualcuno della faccenda di Seth, altrimenti sarebbe impazzita. E solo una persona avrebbe capito.
Alyssa :)
Online
(Messaggio da Margherita ad Alyssa)
Margherita:ciauu topina <3
Alyssa:ciaooo :D
Margherita:Come va? ;)
Alyssa:Potrebbe andare peggio
Margherita:Come mai???
Alyssa:Niente, le solite stupide che non sanno come passare il tempo.
Te?
Margherita: Mah! É venuto uno nuovo in classe nostra.
Alyssa:Davvero? *-* E com'é? Carino o uno sgorbio? XD
Margherita:Carino, si. Ma é un tale stronzo!
Alyssa:Marghe! Da quando dici le parolacce? Stai forse infrangendo la tua "politica"? XD
Margherita:Scusami, ma ci stava cosí bene in questo contesto ^^" anche perché lo é! Ha passato tutta la prima ricreazione a punzecchiarmi! Volevo tanto strozzarlo.
Alyssa:Accidenti! Mi dispiace D:
Margherita:E di che? Tanto spero che domani non mi rivolga la parola altrimenti lo insulto pesantemente!
Alyssa:Ahah fatti valere :)
Margherita:<3
Cooomunque non vedo assolutamente l'ora che arrivi il *Comics!!!! *-*
A che punto sei con il cosplay? :)
Alyssa:eh! Sono un po' indietro ^^" ho cominciato a fare gli accessori però XD
Margherita:Ahah non preoccuparti che c'é ancora tempo ;) pensa che io sono ancora piú indietro di te, dato che ho solo il corpetto D: XD
Alyssa:ehmmm...io ho fatto solo la cintura ^^" Ma si infatti :) tanto so che mi ridurró quasi all'ultimo minuto ^^" yee XD
Margherita:e per quella cosa che ti la lasciata male, non pensarci, ok? Quelle si sognerebbero di essere speciali come te topina :) sono solo delle stupide!
Alyssa:hai ragione :) grazie <3
Ora però vado che domani ho versione di latino O.O
Margherita:poveraaa te D:
Ci sentiamo dopo topina :)
Alyssa:<3
(Alyssa non é piú online)
Chiuse la chat di WhatsApp mordendosi il labbro. Quanto odiava Giulia, Matilda e Sara, le tre compagne della sua amica che le stavano rendendo la vita un inferno.
E le dispiaceva troppo ciò, dato che era una ragazza adorabile e non meritava di certo un simile trattamento.
Subito dopo aver poggiato il cellulare sulla scrivania ecco che ricominciò a suonare.
Marghe lesse il nome sullo schermo e notò che a chiamarla era Amira.
Lo afferrò e rispose alla chiamata.
«Pronto?»
«Margheee»la salutò la voce gioviale dell'amica.
«Se sei cosí pimpante dovrei dedurre che ti sei ripresa vero?»
«Oh si. Domani torno a scuola, non sei contenta?»
«Eccome se lo sono».
«Allooora. Novità? Cos'é successo di cosí avvincente in mia assenza?»
Marghe si morse il labbro.
«Nulla di eclatante...abbiamo solo un nuovo compagno di classe»minimizzò lei.
«Cosa?! Nulla di eclatante? Marghe! Un compagno nuovo, ti rendi conto? E com'é?»
«Carino, ma stronzo».
«Eh? Come puoi mettere nella stessa frase carino e stronzo?»domandó Amira con tono perplesso.
E Marghe con novizia di particolari le raccontò per filo e per segno cos'era successo la mattina.
E mentre parlava camminava per casa,gesticolando per enfatizzare le sue parole, pur sapendo che l'amica non poteva vederla. Per puro istinto si avvicinò alla finestra.
«Capisci Amira? É un arrogante, presuntuoso...»
Si bloccò a metà frase, shockata per quello che gli occhi avevano appena visto.
Dalla finestra dell'appartamento del palazzo di fronte scorse la figura di Seth,che la salutò con la mano, assumendo la faccia da bambino impertinente.
Fu per l'assoluta sorpresa che il telefono le cadde dalle mani, urtando violentemente il pavimento e seminando i suoi componenti da tutte le parti.
Ma Marghe inizialmente non se ne curò. La sua mente era concentrata a Seth e al sorriso divertito che aveva stampato in faccia.
Eh, no!
Non era possibile!
Di tutti gli appartamenti di Genova, proprio in quello di fronte doveva abitare?
Certo che la vita ce l'aveva morte con lei, ecco la verità.
Con un gemito si chinò a raccogliere i pezzi del povero cellulare, non riuscendo ancora a crederci che il ragazzo che l'aveva messa in imbarazzo solo qualche ora prima abitasse a qualche metro da lei.
*Si riferisce al Lucca Comics & Games del 2015 (che sarà "presente" nel terzo libro) :)
Angolino dell'autrice:
Scusate il mega ritardo D':
Ma tra esami intermedi e ispirazione che va e viene non sono riuscita ad aggiornare con una cadenza decente ^^"
Bé spero che il capitolo vi sia piaciuto :3
Mi sono prefissata al massimo questo giorno per pubblicare perché, come avrete notato nel capitolo,se Seth fosse "vero" oggi compirebbe gli anni *-*
E allora mi sono detta:"ritardo o meno devo pubblicarlo entro quel giorno". L'ho finito ieri sera tardi di scriverlo^^"
E insomma eccoci qua XD
Volevo inoltre dirvi che il personaggio di Alyssa, che sarà molto piú presente el terzo libro,l'avevo già menzionato nel terzo capitolo ma con un nome diverso...che mi é venuto in mente adesso di modificare in questo modo, per cui vi chiedo scusa per ció ^^"
E in ultimo(poi la smetto, lo giuro XD) vorrei ringraziare tutti voi che seguite e supportate la storia *-* non avete idea di come mi rendete felici XD
E niente...adesso mi dileguo ^^
Commenti e critiche costruttive sono sempre ben accette :)
A presto(speriamo),
FreDrachen
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