Capitolo 10

18/04/15

Margherita
Terra

Fu il cinguettare allegro di un merlo a destarla dal suo sonno.
Marghe si rigiró nel letto stropicciandosi gli occhi. Era sabato per sua fortuna. Gettó uno sguardo alla sveglia. Erano le 10:10.

Alle 10:30 sarebbe arrivato Daniele per le ripetizioni di chimica organica, e di certo non voleva farsi trovare ancora a letto e in pigiama.

Si costrinse ad alzarsi, pur sentendosi ancora particolarmante stanca. La sera prima si era addormanetata tardi, per via di quello che era successo con sua madre. Dopo che la donna aveva lasciato la casa, Marghe si era chiusa in camera e aveva pianto veramente tanto. Si era calmata un po' dopo qualche ora, e solo in quel momento aveva deciso di prepararsi qualcosa da mangiare, pur avendo lo stomaco chiuso. Aveva passato il resto della serata in religioso silenzio, e per ripicca aveva lasciato i piatti sporchi da lavare, cosa che non faceva mai. E infine era tornata a letto, e aveva fissato intensamente il soffitto, come se celasse le risposte alle sue mute domande. Aveva sentito verso mezzanotte sua madre che rientrava. Non aveva voglia di parlarle cosí si era finta addormentata quando il volto della donna aveva fatto capolino dalla porta per vedere cosa stava facendo.

Con il cervello non ancora connesso, si diresse in cucina a prepararsi la colazione. Alaska, che dormiva in una morbida cuccia a fianco al suo letto, dal lato opposto alla scrivania, le trotterelló dietro, desiderosa anche lei di fare colazione. Meccanicamente riempí la ciotola di croccantini e la poggió a terra accanto al tavolo, e mise il latte a scaldare sul fuoco in un pentolino. Nel lavandino c'erano ancora i piatti da lavare della sera prima. Se pensava che li avesse lavati, bé si sbagliava di grosso.

A volte pensava che per sua madre non esistesse. Chissà, forse si stava pentendo di non averla fatta trasferire a Milano con suo padre. Non avevano mai affrontato l'argomento, e sebbene fosse incavolata con la madre, non l'avrebbe di certo fatto in quel caso.

Quando il latte fu abbastanza caldo lo versó nella sua tazza, decorata con un delizioso disegno raffigurante il suo segno zodiacale, lo Scorpione. A lei piaceva l'astrologia e tutto ciò che era collegato con l'oroscopo che seguiva quasi con divertimento. Trovava davvero buffe certe caratteristiche del suo segno nel suo carattere. Anche se, aveva però in un libro, non era il segno che si "mostrava" agli altri, ma bensì l'ascendente. Per curiosità lo aveva calcolato, e come risultato aveva ottenuto il Cancro, il segno "coccolone" dello zodiaco. Bé, si sentiva più coccolona che doppio giochista come lo Scorpione. Anche una delle sue ex migliori amiche era uno Scorpione come lei, e di certo non avevano lo stesso carattere. Lì il segno doveva essere davvero piú forte dell'ascendente.

Persa in questi pensieri sciocchi eppure piacevoli, aveva terminato il suo latte e il cornetto, e per chiudere in bellezza si preparò una calda fumante tazza di caffè.

Fu mentre si sedeva al tavolo per gustare meglio la bevanda rovente, che sentì il ciabattare in corridoio.

Sua madre doveva essersi alzata.

Marghe entrò per un attimo nel panico.

Ormai era tardi sgattaiolare in un'altra stanza, e sapeva che era inevitabile. Non sarebbe riuscita ad evitare sua madre tutto il weekend. Per cui assunse un'espressione neutra, concentrandosi sulla sua tazza di caffè.

Katherine entrò poco dopo, avvolta nella sua vestaglia di raso blu, regalo del suo perfettissimo amante.

Marghe cercò di reprimere un moto di disgusto al ripensare a quell'uomo all'apparenza cordiale e gentile, ma sotto sotto letale come un serpente.

«Buongiorno tesoro»la salutó la madre ancora asonnata e stropicciandosi gli occhi.

Marghe rispose con una sorta di mugugno. Con che coraggio si comportava normalmente dopo quello che era successo?

Se credeva che sarebbe passata sopra a quello che era capitato la sera prima, si sbagliava di grosso. Non era intenzionata a cedere.

«Dormito bene? Sembri strana»domandó preoccupata alla figlia.

«Tu che dici?»replicó fredda la ragazza.

Sulla fronte di Katherine apparvero delle piccole rughe quando assunse un'espressione angosciata.

«Oh...»rispose intuendo tutto. Abbassó il capo.«Non era mia intenzione ferirti Marghe. Tu sei ciò di più prezioso ho al mondo»disse con tristezza. Non voleva vedere la figlia così ferita e arrabbiata.

«Sai mamma, non si direbbe proprio, visto come mi accantoni sempre in un angolo per soddisfare ogni richiesta di Carlo».

«Hai ragione. Ti chiedo perdono per questo Fiorellino».

Fece per andare ad abbracciala, quando la ragazza si alzó dalla sedia e si allontanò da lei.

«Perché ogni volta che litighiamo per Carlo finisce sempre che tu mi chiedi perdono, e poi ci ricaschi nuovamente? Ho diciassette anni mamma, non sono piú una bambina per cui bastano parole dolci per far pace»esplose.

Gli occhi di Katherine si fecero lucidi, e Marghe temette di essersi spinta oltre. Era così esasperata che non aveva fatto granché caso alle parole che le scappavano di bocca.

Fu il citofono a salvarla da quel l'imbarazzante situazione.

Doveva essere Daniele.

Senza dire una parola uscí dalla cucina e raggiunse il citofono accanto alla porta.

«Si?»disse al ricevitore.

«Ciao Marghe, sono io, Dani».

«Ti apro subito».

Gli aprí il portone e si sbrigó a cambiarsi, optando per una maglia grigia e un paio di leggins. Non appena sentí il campanello era pronta ad accogliere l'amico.

Nel frattempo sua madre si era eclissata in camera sua.

Ma in quel momento non le importava.

Aprí la porta a Daniele con un sorriso che sperava, uscisse sincero.

«Ciao Dani. Sei puntualissimo»lo salutò.

Il ragazzo di tutta risposta le fece l'occhiolino.

«Lo sai che il mio secondo nome é puntualità»scherzó.

Marghe trattenne le risate e lo fece accomodare.

«Va bene se ci mettiamo in soggiorno? Camera mia è in uno stato pietoso»si scusò Marghe.

«Nessun problema Marghe. Basta che poi non ci venga voglia di vedere un film,anziché studiare».

Succedeva a volte che dopo le ripetizioni che le dava Dani, guardassero un film insieme.

«Come se ti dispiacesse»replicó Marghe con un sorriso.

Dani fece per risponderle, quando entrambi udirono la porta della stanza della madre di Margherita aprirsi per poi richiudersi con un cigolio.

Katherine apparve in soggiorno, vestita di tutto punto.

«Buongiorno signora Parodi»la salutó gentilmente Daniele, a cui la donna rispose con un cenno del capo. Margherita invece rimase in silenzio, certa che se avesse aperto bocca avrebbero litigato.

«Esco. Non so a che ora torno a casa»dichiaró fredda.

Marghe non capiva. Era sabato, e sua madre non lavorava.

Poi capì.

«Ti vedi con Lui, non é vero?»domandó cercando di reprimere la rabbia.

«Si, mi vedo con Carlo. Almeno sono sicura di stare con qualcuno che apprezza la mia presenza».

Dette quelle parole velenose che colpirono Marghe piú violentemente  di cento coltelli, giró i tacchi e lasció la stanza.

Margherita non si trattenne e si alzó dal divano andandole dietro.

«Sei tu che non vuoi stare con me e non il contrario, e lo sai benissimo! Perché accidenti fai sempre ricadere la colpa su di me?»

Katherine non rispose e recuperò le chiavi e la borsa. E per finire lasció l'appartamento senza dare alla figlia alcuna risposta.

Quando la porta si chiuse con uno scatto Marghe sentí salire le lacrime.

Giró i tacchi e corse verso la sua camera, ma venne intercettata da Daniele che la strinse a sé. Fu in quell'istante che la ragazza si lasciò andare in in pianto liberatorio.

«Shhh. Non piangere Marghe. Non piangere...»le ripeté a mo' di cantilena, nel tentativo di calmarsi.

Lei si aggrappò con tutte le sue forze a quell'abbraccio, temendo di poter crollare da un momento all'altro.

Non seppero quanto tempo rimasero cosí. Margherita avvolta dalle braccia esili eppure forti di Daniele, e quest'ultimo con la testa poggiata contro i riccioli ribelli della ragazza.

Fu Margherita a sciogliere per prima l'abbraccio.

«Ora sto meglio»mormoró, nascondendo il viso con i capelli aperti a sipario.

Daniele allungó la mano e le accarezzó una guancia.

Lei non si sottrasse a quel tocco, che le suscitava una sorta di pace e benessere nell'animo.

«Cos'é successo stavolta?»

Marghe tiró su con il naso, e raccontó tutto. Daniele per tutto il tempo rimase in silenzio e con un'espressione indecifrabile sul viso.

«Mi dispiace»fu tutto quello che disse.

Marghe fece spallucce.«Dovrei essermici abituata ad essere accantonata a questo modo dalle altre persone. Ma mia madre...da mia madre non me lo sarei mai aspettata. Mi dice sempre che la sua prerogativa è la mia felicità, ma non lo dimostra affatto»disse amaramente.

«Tua madre ti vuole bene, e lo sai. Solo che non vuole ammettere di sbagliare. Ha fatto uno sbaglio ieri, ma non per quesro devi mettere una croce su tutto. Devi dimostrarle che sei meglio. Che le vuoi bene e sei disposta a perdonare».

A Margherita non gli era mai apparso cosí eroico e saggio come in quel momento.

«Come fai?»domandó commossa.

Il ragazzo la fissó dubbioso.«A far cosa?»

«A sapere cosa dire in ogni occasione».

Daniele sorrise.«Cerco di trovare sempre il modo di tirare su il morale e a trovare una soluzione per risolvere i problemi».

Margherita si fece seria.«Se tu volessi liberarmi di tutti i miei problemi dovresti procurarti una bacchetta magica per riuscirci».

L'amico ridacchió.«Dovrei andare quindi da Olivander*?»

Marghe si aprí in un lento sorriso.

«Scegline una derivante dal cuore di drago».

«Non posso sceglierla io lo sai. É la bacchetta che sceglie il padrone, non il contrario»ribatté Daniele.«Un'amante del fantasy come te non mi piú cadere su queste cose»aggiunse strizzandole l'occhio.

Marghe assunse un'espressione colpevole.«Hai ragione». Si portó le mani davanti agli occhi.«Che figura che ho fatto»mormoró a mezza voce.

Daniele le spostó delicatamente le mani.«Su, su non pensarci adesso. Abbiamo chimica organica da fare, non ti ricordi?»

Marghe assunse un'espressione spaventata. «Ma era proprio necessario ricordarmelo?»

«Sono venuto apposta no?»

Alla ragazza sfuggí un gemito.«E io che speravo che te ne dimenticassi».

Daniele scoppió a ridere.«Dovresti vedere la tua faccia Marghe. É impagabile».

Lei di tutta risposta gli diede un buffeto amichevole sul braccio.«Bene, ora che ti sei depresso e divertito un po', tira fuori i tuoi quaderni. Vado a prendere il mio in camera».

Daniele la fissó sospettoso.«Ti arrendi cosí presto?»

Marghe alzó le spalle.«Come hai giustamente fatto notare, non ti ho fatto venire qui senza motivo. E poi prima cominciamo, prima finiamo no?»

Il ragazzo sorrise.«Logica ferrea. Dove studiamo?»

Margherita indicò con il mento il divano.«Non fregarti il posto dal bracciolo» gli ricordò.

«Non ci penso neanche a fregarti il posto. Ci tengo ancora alla mia vita»rispose strizzandole l'occhio, prima di tirare fuori dalla cartella i suoi quaderni degli appunti.

Marghe si affrettó a recuperare il quaderno che stava poggiato sulla scrivania, e tornó in soggiorno. Trovò Daniele in mezzo a quaderni aperti e fogli sparsi comparsi di esercizi vari.

«Mi sto giá sentendo male a vedere tutti quegli esercizi lo sai?»si lamentó la ragazza.

«Su su Marghe, non farne un dramma. Non mi sono di certo divertito pure io a svegliarmi alle sei del mattino per cercarli, se non avessi ritenuto che fossero indispensabili».

Margherita rimase a bocca aperta.«Come come? Ti sei svegliato alle sei del mattino per cercarli?»

Daniele fece spallucce.«Si bé, se devo fare una cosa la voglio fare bene».

Era una risposta molto evasiva, ma il cuore di Marghe si riscaldó comunque. L'aveva fatto per lei, e questo la emozionó a tal punto che lasció cadere i suoi quaderni, che ancora reggeva in mano, sul tavolino e l'abbracció di slancio.

«Grazie Dani. Lo sai che sei il migliore vero?»

Lui appoggió la fronte sulla sua.

«Sono il tuo migliore amico Marghe. Voglio solo il meglio per te».

Rimasero abbracciati per qualche minuto. Il primo a staccarsi fu Daniele.

«Forza! Prima iniziamo prima finiamo la tortura».

Marghe si sciolse malvolentieri dall'abbraccio.

Dannata chimica organica, sempre a rovinare tutto!

Entrambi aprirono i loro quaderni.

«Allora? Cosa non capisci?»

«Se ti dicessi da dove siamo arrivati insieme due settimane fa, come la prenderesti?»

Daniele scoppió a ridere.«No dico sul serio Marghe. Dai non é possibile che da qui a dove siamo arivati non hai capito le reazioni. Insomma, se capisci il meccanismo ti dovrebbero venire tutte».

«Per la verità sono serissima Dani»replicó Marghe.

Daniele di tutta rispsota si battè una mano sulla tempia.«Sono rovinato»si lamentò scherzosamente.

Margherita gli diede una leggera gomitata.«Suvvia, non é la fine del mondo».

«Dipende dai punti di vista. Comunque...»disse prendendo i suoi appunti.«Quelli che non capisci sono le reazioni degli acidi carbossilici e i suoi derivati giusto?»

Marghe annui.

«Mmm...pensavo una argomento piú ostico».

«Disse il genio della chimica»lo prese in giro Margherita.

«Lo sai che se continuiamo a scherzare non finiremo mai?»

«Per l'amor del cielo, abbi pietà! Cominciamo».

Si sedettero l'uno accanto all'altro con i gomiti che si sfioravano.

Daniele prese un foglio bianco tra quelli che aveva portato e disegnó a molecola di un acido carbossilico. E da li  partí con il presentare le varie reazioni, cercando di spiegarle in modo tale che Margherita afferrasse il concetto.

E avvenne il miracolo! Dopo tre ore Margherita riusciva a padroneggiare l'indomato argomento di chimica organica. E il merito era del suo geniale amico.

«Lo sai che ti dovrebbero canonizzare? Tu compi miracoli Dani!»esultó la ragazza dopo che riuscí a eseguire un esercizio che le aveva proposto l'amico.

L'abbracció di slancio e affondó il viso contro il suo collo. Sapeva di menta.

Daniele ridacchió.«Per la verità Marghe é tutto merito della tua intelligenza. Io ti ho solo spiegato i concetti base, ma il lavoro grosso l'hai fatto tu».

Marghe si staccò e lo fissò con riconoscenza.

«Grazie Dani».

L'amico le fece l'occhiolino. «Sempre al tuo servizio, Fiorellino».

Al sentire quel soprannome Marghe fece una smorfia.

«Ti prego non ti ci mettere pure tu con questro odioso soprannome. Mi bastano già mia madre ed Emma»brontoló Marghe.

L'amico ridacchió.

«Dovresti vedere la tua faccia Marghe, é esilarante». E si permise un risolino.

«Ma prego,continua pure a infierire Dani. Sul serio, non preoccuparti di ferire i miei sentimenti»boffonchió la ragazza ma con un leggero sorriso.

«Non mi permetterei mai di infierire cosí tanto...Fiorellino». E le sorrise accondiscendente.

Marghe gli tirò addosso un cuscino di quelli che si trovavano sul divano.

«Sei cattivo Dani. E per punizione niente pranzo»replicó lei con un sorriso perfido.

Dani inclinó la testa sorpreso.«Avevi intenzione di prepararmi il pranzo? Sei troppo dolce Marghe».

«Prima si, adesso non piú perchè mi hai chiamato Fiorellino».

«Ok, ti giuro che non ti chiameró piú cosí. Ma adesso andiamo a prepararci qualcosa da metterci sotto i denti? Sto morendo di fame». E il suo stomaco per enfatizzare le sue parole emise un rombante brontolio.

Marghe scoppió a ridere.«Va bene andiamo. Non voglio averti sulla coscienza».

Si alzarono dal divano spostando le scartoffie che avevano poggiate su e attorno a loro, e si diressero in cucina.

«Allora Dani, cosa vorresti da mangiare?»

«Qualsiasi cosa che si prepari in pochi minuti».

«Dani sei tremendo»ribatté Marghe divertita. Aprí il frigo e notó una confezione di prosciutto cotto.

«Panino con il prosciutto ti andrebbe bene?»

Poi peró si morse il labbro.«Peró accidenti! Mi sono dimenticata che non c'é il pane».

«Vado a comprarlo io. Tanto é qui di fronte».

«Ma Dani,non é necessario, posso andarci io...»

«Nessun problema Marghe. Faccio veloce».

Uscí ralidamente dalla stanza e altrettanto velocemente si infiló le sneaker che si era tolto appena arrivato e scese i gradini a due a due.

Marghe si limitó a stare accanto alla porta in attesa del ritorno dell'amico a braccia conserte. Si sentiva inutile a essere lí quando, da brava padrona di casa, doveva averci pensato lei a comprarlo. Eppure Daniele non gliene aveva fatto una colpa, anzi. Cercava in tutti i modi di non farla sentire una frana totale. Ed era ler questo che era il suo migliore di cui si fidava ciecamente, piú di se stessa.

Il ragazzo tornó pochi minuti dopo (per fortuna aveva avuto il buonsenso di lasciare aperto il portone)con in mano un sacchetto di carta di quelli antiunto contenenti quattro libretti malcotti ancora caldi.

«Non avevano altro»si scusó Dani.

«No, non preoccuparti. Questi vanno benissimo»lo rassicuró Marghe, chiudendo la porta di casa e portando i panini in cucina.

Dopo qualche minuto due panini a testa farciti di prosciutto li stavano pazientemente aspettando in attesa di essere divorati.

Li finirono a tempo record, e altrettanto velocemente si ripiazzarono sul divano.

Radunadono tutti i fogli che sistemarono sul tavolino, si avvolsero in un plaid multicolore, dato che quella giornata era un po' freddina, come quando erano bambini.

«Vorresti vedere un film?»propose Dani.

Marghe annuí.

«Cosa vorresti vedere?»

Daniele ridacchió.«Di certo non un film d'azione. Non vorrei che rimanessi traumatizzata»scherzó.

«Non é vero che sono una persona impressionabile»ribatté Margherita risentita.

«Ah davvero? Non é che poi va a finire come la prima volta che abbiamo visto Hunger Games qualche anno fa vero?»

La ragazza sbuffó.«Eddai, avevamo solo otto anni quando l'abbiamo visto. Saró maturata in questi anni?»

Dani ridacchió.«Devo risponderti?»

La ragazza gli scoccó un'occhiata omicida.«Se avessi un cuscino a portata di mano te lo tirerei sedutastante».

«Meno male che si tratta solo di un cuscino e non qualcosa di piú pesante».

«Attento che potrei cambiare idea»lo minacciò lei.

Dani alzò le mani in segno di resa.

«Va bene, va bene. Hai vinto. Cosa vorresti vedere?»

«"Alexander" puó andare?»

Dani inclinó la testa di lato.«Sicura? Non é che vorresti vedere un film meno traumatico? Sei sicura di poterlo sopportare?»

Margherita di tutta risposta recuperò il cuscino.

«Attento Dani che sono armata».

L'amico si arrese.

«Va bene, hai vinto. Ma non dire che non ti avevo avvertito».

Dani tiró fuori il suo portatile dallo zaino e lo posizionó sul tavolino. Infine andó su Youtube per cercare il film.

Era una pellicola abbastanza recente, datata il 2004 che narrava la vita di Alessandro Magno.

Dopo che cliccò sul play, si posizionò accanto all'amica come facevano ormai da anni.

Per la prima parte del film non ci furono problemi. Entrambi erano con lo sguardo fisso sullo schermo, e non davano segni di preoccuazione.

Almeno fino all'inizio delle battaglie di conquista, un susseguirsi di sangue e morte.

«Oh cavolo»gemette Margherita nascondendo gli occhi alla vista dello spettacolo raccapricciante.

Daniele sospiró.«Sei stata tu a scegliere questo film Marghe. Te l'avevo detto che sarebbe finita cosí».

«Ti prego toglilo»lo scongiuró la ragazza terrorizzata.

L'amico fu veloce ad eseguire la sua richiesta e tolse del tutto il film. Infine si voltò preoccupato verso la ragazza, che era impallidita.

«Marghe? Tutto bene?»

Lei si tolse le mani da davanti il viso e lo fissó con occhi dalle pupille dilatate.

«Credevo di poterlo sopportare»mormoró.

Daniela l'attiró a sé e la steinse tra le braccia.

«É normale la tua reazione Marghe. Non tuttti rimangono impassibili davanti a un film cosí...realistico». Fece una smorfia.«Se posso dirlo, anche a me quel pezzo faceva senso».

Marghe sospiró, e alzó lo sguardo su di lui.

«Non dirlo tanto per farmi star meglio Dani. So che non ti impressioneresti mai di fronte a scene simili. E non parlo solo di questo film, ma in generale».

«Ma é la veritá»ribatté con il broncio il ragazzo.

E quando vide la perplessità sul volto dell'amica aggiunse:«Credi che non abbia paura anch'io qualche volta? Sarò anche un Ninja, come mi definisci tu, ma non per questo non sono immune alla paura». Prese fiato.«Sai come si dice:"La paura é un'amica pericolosa:devi imparare a controllarla, ad ascoltare quello che ti dice. Se ci riesci, ti aiuterà a fare bene il tuo dovere. Se lasci che sia lei a dominati, ti porterà nella fossa"»recitó.

Marghe si illuminò nel riconoscere quella citazione.

«Ido nelle Cronache del Mondo Emerso, primo libro?»

Dani le fece l'occhiolino.«Sagge parole quelle pronunciate dallo gnomo, eh?»

«Ma Dani, é un fantasy! Mica dobbiamo combattere guerre e cose varie».

«La vita è tutta una lotta. Solo raggiungere i propri obiettivi é un'impresa da eroi».

«E questo cosa c'entra con il fatto che sono una fifona?»ribatté Marghe scura in volto.

«Voglio dire che non si puó essere sempre coraggiosi tutta la vita, e che é normale avere paura ogni tanto».

Marghe fece una smorfia.

«Allora devo prorpio avere qualcosa che non va Dani se ho paura di qualsiasi cosa».

«Tipo?»

La ragazza lo fissó perplessa. «Tipo cosa?»

«Dimmi le tue paure, escludendo il film».

Marghe alzó le braccia al cielo.«Tutto Dani. Ho paura dei ragni e insetti in generale, dei serpenti, degli aghi e delle punture, delle immagini che ci sono sul libro di anatomia umana, pensa te. Ma soprattutto di fare la cosa sbagliata e ferire le persone a cui voglio bene».

Daniele sospiró.«Marghe nessuno é perfetto. Tutti abbiamo fobie diverse, e il fatto che ti preoccupi degli altri ti rende una persona veramente speciale».

Lei lo fissò come si fa con gli eroi. Perché era questo per lei Daniele, fin da quando si erano conosciuti da bambini.

«Uffa! Vorrei avere questa tua capacità di dire la cosa giusta al momento giusto»sospiró lei.

Dani le sorrise.

«Chissà in futuro ti sveleró il mio trucco».

Rimasero in silenzio, incapaci improvvisamente di proferire parola.

«E adesso?»

Marghe gettó un'occhiata all'orologio a pendolo appeso contro la parete. Sua madre aveva gusto vintage e di certo non poteva mancare il pendolo da film horror, quello che segna l'arrivo della mezzanotte.

Horror. Brrr. Aveva i brividi solo a pensarci.

Segnava le 7:03.

«Mi sa che devi tornare a casa»disse all'amico.

Daniele annui.

«Già, forse si»annuí lui, cominciando a mettere a posto gli appunti che aveva portato. La ragazza andò ad aiutarlo e sempre in silenzio li collocarono nello zaino. A volte Marghe si chiedeva se al posto del fondo avesse un buco nero, tanta era la capienza e il quantitativo di roba che ci si poteva mettere dentro.

A operazione finita, Daniele si passó la mani tra i capelli.

«Grazie per l'aiuto Marghe».

La ragazza rispose con un cenno del capo e l'accompagnó alla porta.

«Grazie per la giornata passata insieme Dani, e per le ripetizioni».

Daniele sorrise.

«Quando vuoi Marghe».

E prima di andarsene le diede un bacio sulla guancia.

«Ci vediamo Lunedí a scuola»la saluto prima di scendere le scale.

Marghe rimase imbambolata di fronte alla porta, e si sfioró la guancia dove le calde labbra dell'amico si erano poggiate con la delicatezza di una farfalla. Non l'aveva mai fatto proma d'ora, e quel gesto le scaldó il cuore.

Chiuse la porta con un sorriso stupido sul viso e tornò in soggiorno, dove si buttò pesantemente sul divano, persa in mille pensieri.

Cosa voleva dure quel gesto?

Per Dani era stata una cosa impulsiva del momento o sotto c'era qualcosa di piú grosso?

Era cosí assolta che neppure si accorse del ritorno a casa della madre, finchè non la vide comparire nel vano della porta.

Subito ricordó il consiglio che Daniele le aveva dato quella mattina prima di mettersi sotto con l'organica.

«Ciao mamma»sussurró.

«Ciao Margherita»la salutó la madre con un sorriso triste.

La ragazza prese fiato.

«C'é una cosa che devo dirti»disse all'unisono con la madre.

Entrambe si fissarono negli occhi.

«Dimmi Marghe»esclamó la donna.

«Mi...mi dispiace per le brutte cose che ti ho detto stamattina. Non le meritavi»si scusò la ragazza.

«No, la colpa é stata mia che non ti ho presa in considerazione come dovevo». Le rivolse un sorriso di scuse.«Vuoi perdonarmi?»

Marghe si alzó dal divano ed entrambe si cinsero in un forte abbraccio.

Madre e figlia si erano ritrovate.

*per chi non conosce Harry Potter, e un "fabbricante" di bacchette nella saga XD

Angolino dell'autrice:

Eccomi qui finalmente con un nuovo capitolo(16 pagine di word...sono sclerata a scriverlo ^^")
Dirvi che mi ha fatto penare come un dannato è a dir poco XD
Nel prossimo capitolo torniamo a Seth,e finalmente ci sará la Svolta nella storia :)
Ringrazio chi continua a seguire questa storia :D
Mi rendete troppo feliz *-*
Commenti di ogni tipo sono sempre ben accetti :D

FreDrachen

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