Capitolo 7
POV MARCELLO
Ero un po' felice e un po' preoccupato di andare a scuola.
E se ci fossero stati i bulli che mi prendevano in giro?
"Stai tranquillo, io sono abituata."
Alice diede voce ai miei pensieri.
"Sinceramente non so però per cosa ti potrebbero prendere in giro... per i ricci?"
Scoppiammo a ridere.
Ci stavamo incamminando verso la scuola mentre, arrivando nel cortile scolastico, dei bambini dicono a Alice:
"Ehi, bassina, come va?"
"Guardate bassini, se ve ne andate fate felici noi e non rompete le scatole al mondo. Grazie!"
Dissi di tutta risposta.
I bambini, scioccati dalla mia risposta, se ne andarono via girandosi per guardarmi ogni due secondi.
"Ahahahaha, lì hai resi tristi quei due! Grazie comunque!"
"A questo servono gli amici!"
"Siamo amici?"
"Perché.. non lo siamo?"
"No, no era solo che.. nessuno ha mai voluto fare amicizia con me, sai?"
"Com'è possibile?"
E lì scoppiammo a ridere, non so il perché.
Suonò la campanella e Alice mi accompagnò in classe.
Mi presentai alla mia nuova classe.
Nel mentre vedevo i bambini che prima infastidivano Alice guardarmi e iniziare a ridere tra di loro.
Non ci feci molto caso e continuai la mia presentazione.
"Hai fratelli o sorelle, Marcello?"
Mi chiese la maestra.
Ricordandomi di Marco, abbassai lo sguardo.
Mi mancava troppo, eravamo lontani non come dei veri fratelli.
"..Sì.."
"Bello! Come si chiama?" Chiese di nuovo.
"Marco"
"Quanti anni ha?"
"Sei, come me."
Continuò a farmi domande su mio fratello.
Volevo chiederle di smetterla, ma non me la sentivo in quel momento.
Arrivò alla domanda che mi abbatté il cuore:
"Ma perché lui non è qui con noi? E' ammalato?"
Rimasi in silenzio.
Alice mi guardava.
Tutti mi guardavano.
Quei tipi ridevano.
"Ho finito la mia presentazione maestra, posso sedermi?"
"Ah, va bene Marcello, siediti pure vicino ad Alice."
Mentre passavo tra le file di banchi, uno dei bambini con la ridarella mi bloccò con il braccio.
"Che hai? Un fratello immaginario?"
E cominciarono a ridere.
Non riuscivo a liberarmi, ma lui dopo poco mollò la presa.
Mi sedetti e incrociai le braccia sul banco, e appoggiai la testa su di esse.
Avevo gli occhi gonfi di lacrime, che non volevo far scendere per dimostrarmi debole davanti a quei tipi.
Alice mi guardò e mi chiese:
"Marcy, tutto bene?... E' per la domanda?"
Quasi sussurrando le dissi:
"...Mi manca..."
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