CAPITOLO 25:
La prima parte del piano si rivelò estremamente semplice per Haven. Aveva scritto a Gwen subito dopo aver finito gli esercizi di matematica con Axel e la sua risposta entusiasta era arrivata neanche un minuto dopo: non vedeva l'ora.
Anche se l'avrebbe vista a scuola il giorno dopo Haven sapeva quanto la sua migliore amica amasse il preavviso, quindi aveva preferito scriverle il prima possibile.
Sapeva che lei avrebbe accettato; dopotutto Gwen aveva una buona media e nessuna materia insufficiente, quindi in quelle settimane costellate di interrogazioni per sollevare i voti ed evitare di rimandare la maggior parte degli studenti passava le ore disegnando o sonnecchiando sul banco.
Il vero problema consisteva nella recita che avrebbe dovuto fare il giorno dopo. Conosceva Gwen e sapeva che tendeva sempre a chiudersi un po' con gli sconosciuti, anche se dopo tutto quello che le aveva raccontato tanto sconosciuti non erano, però temeva di non riuscire a farla parlare.
Il problema non erano i gemelli, né Axel e tanto meno Wyll, ma Hardyn. Non aveva idea di come quel deficiente avrebbe reagito a trovare Gwen in casa. Poteva rovinare tutto.
"E chi se ne frega" pensò Haven cominciando a preparare lo zaino per il giorno dopo. "Porterò Gwen a casa e avrò fatto la mia parte. Se lui poi combina un casino peggio per lui."
Aveva proposto alla sua migliore amica di mangiare fuori, in un posto dove mangiare la pizza era come mordere il paradiso, per poi passare il pomeriggio a casa a rilassarsi.
Facendo così avrebbe dato il tempo ai fratelli di tornare a casa, mangiare e prepararsi per la bomba-Gwen che sarebbe esplosa appena l'iniziale insicurezza fosse stata superata.
Una parte di lei era contenta di portare lì la sua migliore amica; le sembrava come un modo per dire "Visto? C'è qualcuno non legato a me da legami di pseudo-parentela che mi vuole bene". Insomma era un'ulteriore prova che lei non era poi così mostruosa.
Prese dei soldi extra per pagare il pranzo del giorno dopo e chiuse lo zaino. Quando notò di avere ancora parecchio tempo libero tirò fuori i suoi appunti di storia e, leggendoli, sedette sul letto.
Il primo problema si presentò alla mattina, quando Haven uscì di casa pronta a salire sulla moto con Heaten per andare a scuola.
Axel era uscito insieme a lei anche quel giorno, ma questa volta non l'aveva aspettata troppo palesemente. Stava migliorando.
Il danno era stato fatto quando Axel le aveva ricordato quello che l'attendeva dopo il pranzo con Gwen.
Lei lo aveva rassicurato ed era salita sulla moto salutandolo. A quel punto Heatan aveva voluto sapere di cosa stesse parlando il ragazzo e lei era stata costretta a raccontarglielo. La sua reazione non le era piaciuta molto.
Aveva iniziato a dirle che era un'idea terribile, che avrebbe finito col mettere Gwen in mezzo a quel giochetto senza che lo sapesse e che, tanto, non avrebbe funzionato.
~ Perché?~
~ Perché le hai già detto che è un idiota. Gwen non è una da idioti.~
~ Lo so che non è una da idioti, ma dimentichi che ho promesso.~
~ E allora? Tu hai fatto una promessa e lei deve fidanzarsi con un cretino?~
~ Che cazzo, non ho detto questo!~ strillò lei. ~ Ho promesso che li avrei fatti incontrare. Basta. Stop. Nient'altro.~
~ Quindi che succederà? Scambieranno due parole e poi?~
~ Poi spero nulla. Ma almeno non sembrerò una che non mantiene le promesse...~
~ Tanto vale infrangerle se servono a fare felice uno come Hardyn.~ borbottò Heatan.
Haven tentennò. ~ Axel dice che non è così orribile in realtà.~
~ Già, be', perché non è lui ad aver fatto la figura del drogato.~
Heatan sapeva che tirando fuori quella storia l'avrebbe fatta imbestialire, e infatti la vide stringere i denti.
~ Non ho detto che gli credo...~ disse piatta.
~ Il tuo tono sembrava dire questo.~ replicò.
Si sentiva messa all'angolo da Heatan. Nemmeno lei era sicura che Hardyn fosse un'idiota irrecuperabile, ma non era certo in quel momento che intendeva affrontare la questione.
~ Basta.~ sbuffò. ~ Aiutami con storia.~
Heatan alzò un sopracciglio. ~ Sei interrogata?~
~ No.~ rispose prendendo gli appunti fuori dallo zaino.
~ ...Vuoi offrirti?~
Haven esitò. ~...forse. Non sono sicura.~
~ È già una bella novità.~ commentò lui prendendo i fogli che lei gli porgeva.
~ Sai,~ continuò, ~ mi sembra che ultimamente ti stia impegnando più di quanto tu abbia mai fatto.~
Lei gli sorrise con aria complice. ~ Magari è così.~
~ Ti aiutano loro?~
~ Sì, un po'.~ confessò. Scopri che non sentiva l'imbarazzo che aveva immaginato.
Ad uno sconosciuto sarebbe anche potuto sembrare mortalmente offeso, ma Haven sapeva bene che fingeva.
Sapeva qual era l'espressione di quando se la prendeva e non l'avrebbe mai scordata; l'ultima volta che l'aveva vista era stato in occasione di una furiosa litigata causata dal fatto che aveva visto il film che lui attendeva da mesi con Gwen invece che con lui. Non avevano parlato per giorni ed era stato uno dei periodi più brutti che avessero mai passato.
~ Lo sai che hai a malapena la sufficienza, dai...~
~ Falso.~ Ridacchiò lui. ~ Completamente falso.~
~ Allora.~ fece poi. ~ Vediamo un po' storia.~
Quando Haven uscì dalla scuola, al termine delle lezioni, aveva un enorme sorriso sulla faccia.
~ Haven?~ la chiamò Gwen spuntando da dietro di lei. ~ Puoi assumere un'espressione più normale? Sei inquietante.~
Incredibile ma vero, la ragazza riuscì ad estendere ancora di più il suo sorriso senza squarciarsi le guance.
~ Non riesco ancora a crederci...~ gongolò con lo sguardo sognante perso davanti a sé.
~ Io non riesco a credere che tu ti sia offerta.~ replicò Gwen prendendola sottobraccio. Forse riteneva che l'amica fosse un po' troppo persa per camminare autonomamente.
~ Tua madre sarà felicissima.~
Haven sorrise. ~ Lo spero proprio. Un 7+ cavolo!~
Superarono Trisha e il suo gruppo di amiche; chiaramente qualcosa non andava, perché la ragazza aveva la fronte aggrottata e il viso pomodoro.
~ Allora è vero che ha preso 3...~ commentò Haven.
Gwen annuì, seria.
~ Non fare finta di essere dispiaciuta.~
~ Un 3 in questo periodo non è uno scherzo.~ replicò.
~ Ma va'.~ fece lei. ~ Non posso dire che mi pianga il cuore però.~
~ Che crudeltà.~
~ Se preferisci passare il pomeriggio a consolarla invece che mangiare la pizza con me e venire a casa mia...~
Gwen le diede una spallata. ~ Non dire cazzate.~
Nell'uscire si imbatterono in John, che le salutò con un sorriso.
Da quando si era fidanzato aspettava sempre che la sua ragazza uscisse per fare un tratto di strada assieme. Una cosa molto carina, non fosse che più di una volta avevano visto la ragazza in questione attardarsi in classe a parlare con i suoi compagni mentre sapeva bene che lui l'aspettava fuori. Nessuna delle due aveva apprezzato quella vista, ma non intendevano ancora parlarne con lui.
Mentre uscivano dalla scuola entrambe stavano già rivolgendo i pensieri alla deliziosa pizza che le attendeva, e il loro umore si risollevò di colpo.
Purtroppo, però, appena ricevette la propria pizza Haven commise l'errore di controllare l'orario, realizzando che ormai mancava poco al momento in cui sarebbero entrate in casa per passare il pomeriggio con i ragazzi.
Una parte di lei era terrorizzata da quello che l'aspettava, mentre un'altra l'accusava di essere una persona rivoltante per quello che stava per fare alla sua migliore amica.
Inutile dire che non si godette molto il delizioso pranzo, ma si sforzò per non far insospettire Gwen. Se le fosse sorto il dubbio che qualcosa non andava nel verso giusto nella vita di Haven avrebbe fatto crollare il cielo per scoprire di cosa si trattava. E lì sì che sarebbe successo il finimondo.
Mentre si avviavano verso casa Haven sentiva gravare su di sé ogni passo che facevano; camminava accanto a Gwen che, allegra come al solito dopo una bella pizza, le descriveva nei dettagli un video che aveva visto su sette modi diversi per applicare il mascara, e cercava di mostrarsi tranquilla e interessata nonostante non lo sarebbe stata nemmeno normalmente.
Quando finalmente arrivarono, Haven finse di non riuscire a trovare le chiavi nello zaino.
"Andrà tutto benissimo." si diceva mentre spostava i quaderni. "Durerà solo per oggi pomeriggio e non accadrà mai più."
Infine, trattenendo un sospiro rassegnato, estrasse le chiavi e si diresse verso la porta.
Mentre infilava la chiave nella toppa lanciò una breve occhiata a Gwen, che stava controllando il cellulare, ed espresse una preghiera silenziosa.
Aprì la porta con decisione, come se si stesse strappando via un cerotto, e venne travolta da una gran confusione del tutto inaspettata.
Le due ragazze, guardandosi confuse, entrarono con calma e vennero quasi immediatamente raggiunte da Axel.
Nell'istante in Haven stabilì un contatto visivo con lui capì che c'era qualcosa che non andava, e la morsa della preoccupazione le attanagliò lo stomaco, facendola pentire di aver scelto la pizza con il salame piccante.
~ Ciao Gwen!~ recitò Axel come se l'avesse già provato diverse volte davanti allo specchio.
Lei ricambiò il saluto con uno dei suoi sorrisi dolci, ma Axel era troppo impegnato a comunicare con lo sguardo ad Haven che c'erano problemi.
~ Resta un secondo qui, Gwen.~ fece Haven partendo verso la cucina con Axel a pochi centimetri di distanza.
Lei fece per seguirli. ~ Ma perché?~
Haven vide Lock e Zane venire in suo soccorso.
~ Ragazzi, andate a salutare Gwen!~ disse loro, cercando di esprimere al meglio possibile che in realtà dovevano trattenerla.
Una volta in cucina donò tutta la sua attenzione a Axel.
~ Che c'è?~ bisbigliò.
~ Hardyn non è da solo.~ fece lui.
La mandibola della ragazza crollò. ~ Eh? Chi ha portato?~
~ Un suo amico.~
~ Uno solo?~
Forse se ce n'era uno solo non era tutto perduto.
~ Sì uno.~
~ Dove sono?~
~ Nella sua camera.~
~ E non ha chiesto niente del perché siete tutti qui?~
~ No, non sa niente.~
Haven sospirò di sollievo.
~ Haven? Posso venire?~ fece la voce di Gwen, pericolosamente vicina.
In preda al panico, la ragazza arraffò un pacco di biscotti. ~ Certo vieni!~
Quando la sua migliore amica entrò in cucina, Haven le mostrò i biscotti. ~ Guarda! Ho preso i tuoi preferiti!~
Molto confusa ma per niente insospettita, Gwen prese il pacco e sorrise. ~ Grazie. Magari ce li mangiamo più tardi.~
~ Certo buona idea.~ replicò Haven riponendoli dove li aveva presi.
~ I gemelli li hai conosciuti no?~
Lei fece spallucce, imbarazzata. ~ Direi di sì...me li hai praticamente lanciati addosso.~
~ Ero ansiosa di farteli conoscere.~
~ E manca ancora Wyll.~ fece Zane, spuntando dietro Gwen.
~ Oh sì! Vero!~ esclamò Haven. ~ Lo vado a chiamare.~ disse, e scattò a correre verso le scale.
~ Fate pure amicizia intanto!~
Prese a salire le scale due a due, pensando a dove poteva essere il più giovane dei fratelli.
Appurato che nella sua stanza non c'era, salì fino all'ultimo piano e lo trovò nella palestra che cercava di palleggiare su un solo piede con la palla da calcio.
Appena la vide scalciò via il pallone e le corse incontro con uno strillo, aggrappandosi alle sue gambe come un koala al suo albero.
~ C'è anche la tua amica?~ le chiese saltellando sul posto.
Haven lo prese per mano, accompagnandolo verso la porta. ~ È proprio giù con gli altri. Facciamo a gara?~
Gli occhi di Wyll si spalancarono e un sorriso furbetto si fece strada sul suo viso.
~ Vinco io!~ strillò, e partì a correre verso l'ingresso.
Per quanto la facesse sentire male ingannare Wyll, Haven finse di seguirlo per poi deviare, senza che se ne accorgesse, verso la stanza di Hardyn.
Spalancò la porta senza bussare, e i due si voltarono di scatto, dimenticando qualsiasi cosa stessero guardando sul computer. Con orrore Haven realizzò che l'amico di Hardyn era Caleb, e per un istante fu tentata di tagliare la corda.
Hardyn spalancò le braccia. ~ Ehi!~ protestò.
~ Ma salve!~ fece invece l'altro, sdravaccandosi sulla sedia con quella che, forse, doveva essere un'espressione affascinante.
Haven lo ignorò del tutto.
~ Hardyn vieni giù.~
~ Perché?~
~ Ho detto di scendere.~ ribadì la ragazza. ~ C'è una persona.~
E senza attendere l'ennesima protesta del fratello, si avviò di corsa verso l'ingresso dove Wyll gongolava tutto contento di averla battuta.
Finse di avere il fiatone mentre spettinava i capelli del fratellino, e osservò che la sua amica sembrava del tutto a suo agio in mezzo ai ragazzi.
Gwen la raggiunse poco dopo, chiedendo quale fosse il programma del pomeriggio.
~ Qualsiasi cosa tu voglia fare.~ le rispose. Sapeva cosa avrebbe proposto, ovvero la stessa cosa che proponeva sempre.
~ Tetto!~ fece l'altra. ~ C'è anche un gran bel sole!~
~ E tetto sia. Vi unite a noi?~ domandò rivolgendosi ai ragazzi.
Per tutta risposta i gemelli si levarono le rispettive maglie, e con un grido di battaglia si lanciarono su per le scale schivando Hardyn di pochi centimetri.
~ Chi è che c'è?~ sbottò quello.
Haven stava per rispondere, ma i suoi occhi individuarono Gwen, e tutto il resto di lui si congelò lì dov'era.
Il silenzio venne rotto da Caleb che si fece avanti presentandosi. Lui e Gwen si strinsero le mani, e la ragazza lanciò ad Haven uno sguardo esauriente: "È lui?"
"Non ora." le risposero gli occhi di Haven, che si stava in piccola parte pentendo di averle raccontato del loro incontro.
Poiché Hardyn era chiaramente nel panico ed Haven non intendeva minimamente strapparlo da quella situazione imbarazzante, fu Axel ad intervenire, presentandogli Gwen e continuando con un "ora porta le chiappe sul tetto".
Fortunatamente il ragazzo non era rincretinito abbastanza da restarsene immobile, così, incitato da Caleb che non aveva, a detta sua, mai visto il tetto, si avviò su per le scale insieme agli altri, borbottando silenziosamente.
Dietro alla sua schiena Axel e Haven si scambiarono un'occhiata silenziosa interrotta dall'intromissione di Gwen che, piazzatasi tra la migliore amica e il fratellastro, iniziò a bisbigliare commenti su quanto Hardyn sembrasse idiota e quanto Caleb sembrasse carino.
Haven era troppo sconvolta da quell'affermazione per provare a difendere il fratellastro.
~ Hai detto "carino"?~ esclamò, quasi troppo sbigottita per ricordarsi di tenere la voce bassa.
~ Ma sì, dai... Sembra anche gentile. E poi non mi avevi detto che aveva quell'aspetto.~
~ Quale?~
~ E' il tuo tipo! Non negarlo!~
Haven le diede uno schiaffo sulla spalla. ~ No che non lo è!~
Gwen finse un'espressione sconvolta. ~ Che bugiarda!~
~ La vuoi piatare?!~
Per quando avevano finito di bisticciare erano ormai arrivati tutti sul tetto della casa; Lock e Zane si stavano già sistemando sulle sdraio, mentre Axel li imtava e si toglieva la maglietta arancione spento che portava spesso in casa e che, secondo Haven, faceva un contrasto orrendo con i suoi capelli.
Wyll, invece, aveva già iniziato a lamentarsi perchè non avevano ancora usato la piscina.
~ Ehi perchè non mi hai detto che avevi una figata così in casa?~ chiese Caleb rivolgendosi a Hardyn.
Lui fece spallucce. ~ Perchè non è mia.~
~ Non ricominciare, brontolone.~ fece la voce di Zane, bello comodo sdraiato al sole. ~ E' anche nostra. Vero Haven?~
La ragazza vide con la coda dell'occhio la testa di Gwen scattare nella sua direzione. Era chiaramente curiosa di quello che avrebbe risposto.
La risposta più impulsiva che le venne fu "Col cacchio", ma sapeva che non sarebbe stata certo la più felice. Decise dunque di essere più accomodante, e di optare per qualcosa sullo scherzoso. ~ Certo, se mi pagate sdraio e ombrelloni!~
Al sentire quella frase Axel scoppiò a ridere, imitato dai gemelli. ~ Va bene, basta che ci fai sapere il prezzo ad ora.~
~ Appenderò un cartello fuori dalla porta, Axel, contento?~
Il ragazzo le fece l'occhiolino e Haven si accorse di essere già più tranquilla e sollevata. Forse non sarebbe stato così disastroso, ma sapeva bene che era ancora tutto da vedere. Per qualche motivo la sua preoccupazione sembrava essere senza fine.
Cercò la sua amica con lo sguardo, e la trovò nell'angolo opposto del tetto insieme a Wyll, che le mostrava tutti i suoi giochi da piscina che non vedeva l'ora di usare. Fortunatamente Gwen aveva pazienza e, soprattutto, aveva appena mangiato una pizza quindi era accomodante e disponibile più che mai.
Osservò compiaciuta la scena che le si presentava davanti: Zane e Lock sulle sdraio a petto nudo con le braccia raccolte dietro la testa, simili a due copie identiche della stessa immagine; Axel che cercava di aprire uno degli ombrelloni senza mostrare che non aveva idea di come si facesse; Wyll che intontiva Gwen con la sua collezione di palle da spiaggia dei supereroi e Hardyn imbronciato come al solito che scriveva mesaggi al telefono estraniandosi da tutto ciò che lo circondava mentre il suo amico osservava il panorama dal parapetto.
Gli occhi di Haven tornarono sul suo fratello sfavorito: forse se si fosse sforzata un po' sarebbe riuscita ad ottenere da lui qualcosa di diverso da occhiatacce e brontolii.
Sospirò, priva dellla minima volontà di andargli a parlare ma spronata dal suo cervello e dalla felbile vocina della sua coscienza, e si incamminò verso di lui.
~ Mi dai una mano a portare su qualcosa da bere?~ buttò lì come se tra loro non ci fossero mai stati problemi.
Lui alzò la testa dal cellulare, stupito quanto lei dalla sua richiesta. ~ Cosa?~
~ Mi puoi dare una mano a portare su qualcosa da bere?~ ripetè. ~ Per favore?~
Nonostante tra loro non ci fosse lo stesso legame intuitivo che si era creato tra lei ed Axel cercò lo stesso di fargli capire che non era solo un aiuto che voleva, bensì una conversazione in privato.
Quando ormai stava per perdere le speranze e trascinarlo in casa per un orecchio Hardyn fece un cenno, ripose il telefono nella tasca posteriore dei pantaloni e si avviò con lei.
"Adesso arriva il difficile." pensò la ragazza.
Non parlò finchè non ebbe messo due piani di distanza tra loro due e gli altri, per assicurarsi la massima privacy. Il silenzio insolito che li circondava creava un'ambientazione quasi surreale, con la luce del sole che filtrava dalle finestre mostrando i piccoli grumi di polvere che svolazzavano in controluce, e l'eco dei loro passi sulle scale che scandiva il passare dei secondi.
In un certo senso desiderava che fosse lui a iniziare il discorso, ma allo stesso tempo voleva essere lei a dirigere la conversazione che, chiaramente, doveva essere incentrata su Gwen.
~ Allora...~ iniziò.
~ Mmh?~
~ Ho portato Gwen. Starà qui tutto il pomeriggio.~
~ Ho notato.~
~ Pensi di parlarle?~
Probabilmente sembravano due deficienti a parlare senza guardarsi, ma una conversazione così lunga tra loro era un fatto talmente unico da imbarazzarli enormemente.
Ci fu una lunga pausa prima della risposta di Hardyn, che giunse con un tono piatto e disinteressato. ~ Non lo so.~
~ Non lo sai?~ ripetè lei.
Hardyn fece spallucce. ~ Mmh... No, non lo so.~
Ormai Haven non era più in grado di trattenere il suo stupore. ~ Come sarebbe? La volevi incontrare a tutti i costi fino a poco fa.~
~ Io non ho mai detto "A tutti i costi".~
~ L'hai lasciato intendere.~
Lui scosse la testa. ~ Assolutamente no.~
~ Vuoi davvero dirmi che dopo che l'ho portata qui tu non le rivolgerai nemmeno la parola?!~
~ È la tua migliore amica, non penso sia stata questa gran tortura.~
Ormai erano giunti in fondo alle scale; si allontanarono di qualche passo e Haven glisi mise davanti, troppo agitata per pensare all'imbarazzo.
~ Ma io l'ho fatta venire per te!~ esclamò. Non serviva che si preoccupasse di non farsi sentire.
~ L'hai fatto perchè probabilmente te l'ha chiesto Axel.~
All'improvviso Haven si ritrovò sulla difensiva; incrociò le braccia sul petto e mise su l'espressione più vuota che riusciva a riprodurre. ~ Anche se fosse? È qui come volevi.~
~ Io non ho mai detto che la volevo qui!~
~ E come pensavi di parlarle, allora, col piccione viaggiatore?!~
Hardyn tacque. Il suo sguardo faceva arrabbiare Haven più delle sue parole insensate, perchè la guardava come se fosse una matta in preda ai peggiori vaneggiamenti.
~ Non ero sicuro di volerle parlare.~
~ Hardyn! Ma se era il nostro patto!~
~ Lo so che era il nostro patto, è che...~
~ Cosa?~ lo incalzò.
~ Sono abbastanza sicuro che tu non le abbia parlato bene di me.~
disse. ~ Sarebbe uno spreco di tempo.~
Com'era prevedibile, Haven sentì una fitta al cuore e questa volta non bastò il ricordo del suo schrzetto a farla rinsavire.
Fu costretta ad abbassare lo sguardo. ~ Non puoi dire di non avermene dato motivo...~ tentò di giustificarsi.
~ E' vero anche questo.~ ammise Hardyn, con grande sorpresa della ragazza che inevitabilmente finì col sentirsi ancora più in colpa.
~ Posso provare a rimediare.~ suggerì, con le guance che si arrossavano.
Hardyn fece una risata sprezzante. ~ Ah sì? E cosa le diresti?~
~ Non lo so... Qualcosa.~
Lui annuì con un sorriso ironico. ~ Sembra davvero convincente.~
~ Senti non so cosa le direi, ma sarei in grado di inventarmi qualcosa.~ assicurò. ~ Se vuoi.~
Poichè Hardyn taceva, decise di insistere. ~ Insomma al massimo dice di no, nient'altro. Non è una stronza.~
~ Se avessi saputo prima che era la tua migliore amica non ci avrei nemmeno pensato.~
~ Ma è una ragazza come le altre.~
~ Non per te.~
Quelle tre parole la colpirono come tre pugni separati dritti nello stomaco; era vero che non sarebbe mai potuto esistere qualcun'altro come Gwen sull'intero pianeta per lei, e per questo probabilmente era stata fin troppo protettiva. Pensandoci con oggettività Hardyn non era pericoloso come se l'era figurato quando aveva deciso che avrebbe fatto l'impossibile per tenerlo lontano da Gwen, l'unica cosa che la sua amica rischiava era il cuore spezzato. In fondo era questo che Haven temeva, perchè Hardyn sarebbe anche potuto piacerle se solo avesse lasciato che si facesse un'opinione genuina su di lui, non influenzata da tutto quello che le aveva detto. Invece aveva deciso di prendere il controllo sulla vita sia della sua migliore amica che del suo fratellastro, il tutto per evitare la minuscola evenienza che lei se ne innamorasse perdutamente e lui la ferisse. Gwen non era una bambina, poteva prendersi la responsabilità di frequentare chi voleva e di affrontarne poi le conseguenze. In qualsiasi caso, lei le sarebbe sempre stata vicina.
~ E' vero. Ma questo non mi dà il diritto di decidere della sua vita.~ disse, più a se stessa che a lui.
Hardyn sospirò, inquieto, e nascose le mani nelle tasche. Nonostante fosse più alto di lei aveva un'aspetto ristretto e vulnerabile che la fece sentire ancora peggio.
~ Troverò il modo di rimediare.~ promise. ~ Okay? Così le puoi parlare.~
~ Che le dirai?~
~ La verità. Che mi sono intromessa.~
~ Litigherete?~
Haven alzò le spalle. ~ Non penso. Vedremo.~
Hardyn annuì, stavolta seriamente. ~ Mi va bene. però...~
~ Cosa?~
~ Non dovremmo almeno fingere di non odiarci?~
Lei lo guardò, cercando di capire se scherzasse o dicesse sul serio. ~ Imagino di sì. Senza farlo capire troppo.~ mormorò.
~ Certo, intendevo questo.~
~ Bene.~ fece lei. ~ Allora è deciso.~
Gli fece un cenno e si mosse verso le scale, ma Hardyn la chiamò. ~ Non dovevi prendere delle bibite?~
Per tutta risposta Haven si tirò uno schiaffo sulla fronte. "Bella figura" pensò, e borbottò un "sì" invertendo in fretta la rotta e andando in cucina.
Quando ne uscì con quattro bottiglie e un sacchetto con dei bicchieri di plastica tra i denti Hardyn era ancora davanti alle scale. Senza che lei -per ovvie ragioni- dicesse niente il ragazzo prese i bicchieri e due delle quattro bottiglie, avviandosi per primo su per le scale.
Ammutolita, Haven lo seguì.
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