CAPITOLO 13

1

Inutile dirlo, una giornata che inizia così da schifo non può certo migliorare, quindi Haven si era subito arresa a trascorrere il giovedì peggiore della sua vita,
Effettivamente fu il giovedì peggiore della sua vita, ma almeno poté dirsi preparata.
Il professore di trigonometria aveva corretto le verifiche, così alla terza ora di quella splendida giornata si ritrovò un cinque rosso sotto al naso.
~ Non importa. Ho comunque la media del sei.~ sbuffò roteando gli occhi.
Con un colpo della mano allontanò il foglio e non si degnò più di guardarlo fino a quando l'insegnante non passò per i banchi a ritirarli.
Gwen, avendo visto il compito dell'amica non aprì bocca su quell'argomento, essendosi meritata l'ennesimo otto.
~ Sei la secchiona della classe, vero, Haven?~ fece la voce di Hardyn dal fondo dell'aula.
La ragazza, prima che potesse rispondere, fu interrotta dall'arrivo della professosrressa di italiano, che era anche la coordinatrice di classe, così nemmeno si girò.
~ Buongiorno ragazzi...~
~ Buongiorno signora Frey...~
Sedutasi, puntò lo sguardo attento sul nuovo arrivato, come avesse sempre saputo che era lì, e sorrise.
~ Signor Parks. Buongiorno.~
~ Salve...~
~ Avete già fatto le presentazioni?~
"Dite di sì, vi prego, dite di sì..."
~ No, professoressa. Solo l'appello.~ rispose prontamente il lecchino di turno, guadagnandosi una miriade di insulti e maledizioni sufficienti a farlo finire in una tomba appena si fosse alzato in piedi.
~ Allora e il caso di farle subito.~
Uno ad uno, gli studenti, voltati verso Hardyn, gli si presentarono.
Verso la fine, quando mancavano appena quattro studenti, Gwen ringhiò il proprio nome al sorrisetto impertinente del ragazzo mentre Haven, girata dall'altra parte, non disse nulla.
~ Signorina Allowey?~ la chiamò l'insegnante.
~ Ci conosciamo già, prof...~
~ Oh... Ottimo.~
~ Sa, signora Frey. È vero che ci conosciamo, ma temo di essermi dimenticato il suo nome.~
La ragazza strinse la mascella e serrò i pugni.
"Ignoralo. Fai finta che non esista..."
~ Lei è Haven. Haven Allowey.~
~ Ah... Beh, non mi dice niente. Comunque, se dovesse servirmi, proverò ad impararlo.~
~ No, guarda...~ intervenne la ragazza. ~ Non affaticare troppo il tuo povero cervellino.~
~ Signorina Allowey! Le sembra il modo di rivolgersi al suo compagno?~
~ Non è il mio compagno. È il mio fratellastro.~

2

Tre ore dopo Haven stava camminando verso casa il più velocemente possibile per battere Hardyn sul tempo e godersi un po' di benamata solitudine.
Si era amaramente pentita di aver detto a Heatan di non aspettarla all'uscita. Aveva pensato che una camminata le avrebbe senza dubbio fatto bene. Il ragazzo non le era parso troppo convinto ma non si era opposto, limitandosi ad annuire e a salutarla.
Era talmente stanca che le capitò di inciampare diverse volte visto che i piedi non sembravano volersi alzare da terra; nonostante quello, giunse a casa incolume. Almeno fisicamente.
La sua testa era un groviglio informe di pensieri confusi che martellavano dolorosamente contro la parete del cranio.
Ignorarli non poteva dirsi semplice, ma era necessario per il suo bene.
Non fece caso alle auto parcheggiate lungo la sua strada quando vi passò diretta verso casa, ma riflettendoci pensò che avrebbe dovuto farlo visto che, nel momento in cui aveva varcato la soglia, si era resa conto che lì dentro c'erano tutti i fratelli, dal primo all'ultimo tranne Hardyn, che probabilmente non era ancora arrivato.
Sembrava che il trasloco fosse iniziato.
C'era così tanta confusione che non mangiò nemmeno. Dopo aver molto sbrigativamente salutato tutti gli intrusi era scappata in camera sua dove si era liberata dello zaino e dell'uniforme.
Quanto invidiava Heatan! Lui, essendo già al quarto anno non doveva più indossarla mentre lei, che era al terzo, era ancora obbligata a farlo.
Con i suoi comodi pantaloni e la canottiera più larga dell'armadio si sentiva libera e tranquilla. Almeno di solito.
Quel giorno la sua silenziosa casa era piena di rumori e di gente, di borse e di valigie.
Wyll continuava a correre in giardino saltando sulle panchine, con i capelli biondi che luccicavano al sole e la bocca aperta in una risata senza fine;
Axel faceva avanti e indietro dalla porta trasportando dentro casa qualsiasi cosa gli capitasse sotto mano, mentre si chiedeva a mezza voce dove diavolo fossero finiti i gemelli;
Lock e Zane, infine, erano in cucina intenti a bere una dolcissima limonata, commentando su quanta roba potesse contenere il frigorifero.
L'unica che avesse diritto di scolarsi una limonata o di saltellare nel prato era invece chiusa in camera sua, nascosta da tutti e senza la minima intenzione di farsi vedere.
Ci sarebbe anche rimasta se solo sua madre, prevedendo la reazione della ragazza, non l'avesse chiamata ordinandole di aiutare i ragazzi a sistemare le cose e di fargli fare un giro dell'intera casa.
Ovviamente aveva provato a dissentire, tirando fuori addirittura un'assurda scusa riguardante degli importantissimi compiti da fare, ma la madre era stata irremovibile; doveva scendere e dare una mano.
Il più lentamente possibile e sbuffando ogni due passi, la ragazza scese le scale e giunse nel salone da dove si sentiva chiaramente una sfuriata di Axel.
~ Cosa accidenti state facendo? Vi degnate di darmi una mano?~
~ Vuoi un po' di limonata, Ax?~
~ Non voglio la limonata! Voglio finire con le valigie e tutto il resto!~
~ Vai allora, che hai da urlare con noi? Avevamo sete.~
~ Prima mi aiutate e poi bevete.~
~ Non rompere.~
Quello che seguì dopo fu un gran trambusto tra urla e proteste, che si spiegarono tutte quando Haven entrò in cucina e trovò il fratello maggiore con i colletti delle maglie dei gemelli stretti in mano e che tentava di trascinarli fuori dalla porta.
Stranamente si trovò parecchio divertita dalla situazione, così si poggiò allo stipite e stette per un po' a guardare la scena con le braccia conserte e un sorrisetto sulle labbra.
~ Lasciami la maglia, Ax! È anche nuova!~
~ Siete incredibili, dobbiamo finire entro le cinque e lo sapete!~
~ Mi vuoi mollare?!~
~ Da quando sei così irascibile?~
~ Già, non ci stai facendo una gran bella figura con la sorellina...~
Dopo l'ultima insinuazione il rosso si voltò di colpo accorgendosi finalmente di Haven, che era combattuta tra il ridacchiare e rabbuiarsi per esser stata chiamata "sorellina". Era troppo presto per quello. Lo sentiva quasi come un insulto, ma quei tre erano a dir poco comici.
~ Ciao Haven.~
~ Sì, ciao Haven!~ fecero il verso i due ragazzi.
~ Piantatela voi due.~
Axel lasciò i vestiti, così Lock e Zane si rialzarono, stirandosi le maglie, dalla posizione rannicchiata che avevano assunto.
~ Ehi, Haven. Vuoi un po' di limonata?~



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