Broken

Fu un Bolide, a rompere il naso di Rose, quel sabato. Ma non fu questo il problema, certo che no. Si era rotta tante di quelle ossa che ormai era una stranezza quando non capitava!
No, no, decisamente non fu quello il problema.
Tutto girava intorno al fatto che quel bolide era stato Malfoy, a tirarlo dritto sul naso di Rose. E questo, cari miei, decisamente era un problema.
Non lo sarebbe stato, se Malfoy - "Continuerò a rifiutarmi per sempre di chiamarlo Scorpius, ti dico", diceva Rose a chiunque gli chiedesse perché ancora lo chiamava con il suo cognome - fosse stato un Battitore, ma ovvio che non lo era, no. Lui era il Cercatore di Serpeverde. Ovviamente.
E non era stato dolore fisico quello che Rose aveva provato, no. Non era stato nemmeno dolore, era stata solo una forte, burrascosa, fiammante, irritazione.
Perché avevano perso, i Grifondoro, adesso. E avevano perso per quel Bolide.
Rose c'era a tanto così dal Boccino, l'aveva praticamente fra le mani, e che aveva fatto quell'infimo Purosangue? Aveva preso la mazza di uno di quei cretini dei battitori - "Con un Accio, e cavolo, non si possono usare incantesimi durante la partita!" -, e aveva scagliato il Bolide all'avversaria, fracassandole gli stupidi capillari del naso, e mandandola dritta a terra. O in infermeria, dipende dai punti di vista. Per tutti quelli sugli spalti finì prima a terra, ma svenne durante la caduta, quindi dalla sua prospettiva - dato che si svegliò in infermeria - finì dritta nel letto d'ospedale più scomodo, odioso e snervante dell'intero mondo, Magico o Babbano che fosse.
I Serpeverde, per regola, non avrebbero dovuto vincere, invece la partita era andata avanti, e senza Rose era stato il biondino dal perenne sorrisetto stronzo, a conquistare Boccino, punti, vittoria, applausi e quel passo enorme in più verso la Coppa. Era stato lui. E con lui tutta la sua Casa verde-argento.
E, oddio quanta rabbia! Tutto quello che provava Rose era un misto di nausea e rabbia, mentre al suo capezzale da malata sfilava tutta la squadra, seguita dall'intero clan Weasley-Potter, e da un'altra buona decina di Grifondoro, solo nel primo pomeriggio. E continuò a schiumare rabbia fino alla sera, quando finalmente l'altro infimo Serpeverde si era deciso a farsi vedere.
E sì, Rose era arrabbiata anche con Albus, perché era un Serpeverde prima di tutto, e perché era arrivato solo in quel momento a trovarla, e chissà quanto aveva festeggiato a suon di Burrobirra e Whiskey Incendiario, prima di ricordarsi che sua cugina - che la sua migliore amica! - era in ospedale per colpa dell'altro tizio, lì, l'altro suo migliore amico.
Ma Rose esplose solo quando anche Albus si dileguò, con quel suo ghigno da Serpe che metteva sempre la rossa in guardia. E faceva bene a mettersi in guardia, lei, perché appena Albus varcò la porta, diretto fuori, Scorpius la varcò entrando.
E fu lì, che Rose esplose, come un petardo fermo ad un passo dallo scoppiare ormai per troppo tempo, e che fa un rumore terribilmente alto una volta esploso.
"TU!" gli gridò puntandogli rabbiosa il dito contro, mentre si sentiva già le guance in escandescenza - ed era certa che sta volta, la sua cotta, non c'entrasse per nulla, e che il fatto che avesse un naso grosso come quello di Babbo Natale completamente fasciato, non la facesse imbarazzare di certo, no -, "Come ti salta in mente di presentarti qui?, eh?!" si tolse le ingombranti coperte bianche di dosso e fece per alzarsi, ma il ragazzo che ormai l'aveva raggiunta la spinse con delicatezza di nuovo sul letto, e la coprì con la coperta.
A quel punto si sedette accanto a lei e sorrise - e uffa, quel sorriso sembrava così... carino. Niente a che vedere con quello che riservava agli altri, come faceva ad incazzarsi, adesso? -, "Non agitarti, Rossa" disse ancora ridacchiando, "Non farà bene al tuo povero nasino!" ed eccolo, il ghigno odioso. Che poi, tanto odioso nemmeno ci era, perché Rose lo vedeva bene che gli veniva da ridere e non riusciva a prenderla in giro seriamente.
Le diede un buffetto sulle bende, ridendo ancora, e poi sfuggì al pugno di Rose, che attraversò quindi a vuoto l'aria. La rossa sbuffò, e si costrinse a rimanere in silenzio - per protesta - e con il broncio; sempre per protesta e perché, dai, aveva una palla di neve al posto del naso! Aveva tutto il diritto di essere nervosa e quanto di più simile ci fosse ad una del secondo anno alla prima collisione in partita. Soprattutto se la partita, poi, l'avevano pure persa perché era continuata senza Cercatore e senza che facessero conto delle almeno tre regole infrante da un solo giocatore, praticamente nella stessa volta.
"Oh, ma dai! Non fare così Rosie!" stava dicendo Scoprius mentre Rose - non Rosie, cavolo, non Rosie! Solo Hermione la chiamava Rosie, spostandole i nervi, e Malfoy lo sapeva benissimo - pensava a quanto volesse prenderlo a pugni, o a calci, oppure magari a mandargli un Crucio fatto per bene... insomma, a fargli male. Molto.
Alzò il mento, impettita, continuando con il suo solitario gioco del silenzio. Lui sbuffò, di uno di quegli sbuffi divertiti che, se rivolti a te, ti fanno sempre perdere la pazienza, poi cercò di assumere un'espressione un minimo più seria (inutilmente, com'era ovvio) e continuò a parlare - perché evidentemente non voleva comprendere il chiaro messaggio di Rose, che diceva qualcosa di molto simile a "Sparisci, non voglio parlarti per i prossimi dieci anni", solamente infarcita di insulti al biondo e alla partita. O forse, più probabilmente, era solo stupido -, "Dai, Weasley! Sul serio, scusami. Volevo solo farti perdere per un attimo l'equilibro, non di certo romperti il naso!"
A quel punto anche Rose sbuffò, ma il suo sbuffo era di sconfitta, e tornò a posare anche la testa sul cuscino, dove il cespuglio di ricci rossi si spiaccicò a formare una specie di aureola, fastidiosa sul collo, dove i capelli incontavano la pelle.
"E va bene", disse alla fine dopo un momento di conflitto interiore sul parlare, come era ragionevole fare, o sullo stare testardamente zitta, come invece suggeriva l'orgoglio ereditato dal padre, "Supponiamo pure che tu non volessi colpirmi in maniera così sospettamente perfetta, Malfoy - cosa di cui decisamente dubito - hai comunque vinto barando."
Scorpius la guardò e sorrise di nuovo "Ehi, Rosie, io sono Serpeverde. Ci vivo barando."
La ragazza accettò con un sospiro sconfitto la realtà dei fatti, e il non avere alcun modo per cambiarla "Hai vinto", constatò quindi.
Lui annuì a darle ragione "Già. Ho vinto."
"Barando", aggiunse.
"Barando."
"E mi hai rotto il naso."
"E sì, ti ho rotto il naso", concordò di nuovo, senza smettere di sorridere in quel modo adorabile - 'No Rose, odioso, non adorabile!'
"E allora cosa cavolo ci fai qui, Malfoy? Perché non stai festeggiando con la tua Casa per la vittoria? Ah, e per avermi rotto il naso, ovviamente", sbottò alla fine, distogliendo lo sguardo dal ragazzo. Era già imbarazzante così, se fosse anche arrossita la benda bianca non avrebbe fatto altro che sottolinearlo ancora di più, insieme al lento sparire delle lentiggini sull'incarnato già pallido. Niente film mentali su Malfoy era una delle sue personali regole non scritte di sopravvivenza.
Finalmente il ragazzo sembrò riuscire a farsi sparire quel sorrisino, e sospirò teatrale "Ah, Rose... ma perché il senso di colpa è davvero una brutta bestia, da tenere a freno. E va bene, lo ammetto, non posso festeggiare se so che sei in ospedale col naso rotto per colpa mia. Se avessi voluto romperti il naso adesso starei festeggiando il doppio, ma, come ho già detto, il senso di colpa ha da ridire."
A quel punto un sorriso sfuggì alla ragazza, che adesso aveva la testa girata a guardare la tenda bianca vicino alla finestra. Ora fuori era buio, e solo uno spicchio di cielo stellato era visibile dal vetro, data l'altezza della torre in cui si trovava l'infermeria.
"Quindi sei qui per scusarti", ridacchiò. "È ironico."
"Non sono qui per scusarmi. Sono qui per farti compagnia, Weasley. Ma non montarti la testa. È solo il senso di colpa."
Ancora ridendo, la ragazza scosse la testa "Non ho bisogno della tua compagnia, Malfoy, e non mi sto montando la testa. Non ci ho mai nemmeno pensato", mormorò.
"Oh, sì che hai bisogno di compagnia. L'ospedale è noioso, ho avuto una dose abbastanza elevata di cadute da saperlo anch'io."
Aveva ragione, pensò Rose, anche lui era caduto parecchio, e Rose ne aveva sempre riso, dato che non era mai caduto a causa sua. Però se fosse successo, se adesso al posto suo su quel letto col naso enorme ci fosse stato lui... era certa che sarebbe stata lì. Solo per senso di colpa. E solo dopo aver festeggiato. Esattamente come lui, sì, ma ci sarebbe stata.
"Okay, forse un po' di compagnia serve, in ospedale, ma non montarti la testa. È solo perché così tu non possa festeggiare."
Fu il turno di Scorpius, di ridere. "Sappi che se dovessi addormentarti, potrei sempre andarmene a festeggiare quando voglio."
E Rose sorrise, perché lo sapeva che stava per addormentarsi - l'antidolorifico stava facendo effetto, ed ora iniziava già a sentire la testa pesante -, e piegò ancora un po' la testa di lato "Beh..." fece uno sbadiglio involontario, "Allora preparati a restare qui ad annoiarti tutta la notte. Non ho affatto sonno."
Non passarono cinque minuti, a che Rose chiuse gli occhi, alla fine.
Quando si svegliò, però, Scorpius era ancora lì, seduto male su di una sedia accanto al letto, chiaramente mezzo in dormiveglia. Aveva ancora la divisa di Quidditch addosso, il che significava che non ci era andato, a festeggiare.
Rose sorrise ed allungò il braccio, per scuotergli la spalla. Il biondo sobbalzò "Ma che... Rose!" biascicò con la voce impastata, ancora non abbastanza sveglio da riuscire a dire altro.
"Ti sei addormentato. Perché qui?" chiese, mentre lui già si alzava in piedi.
Lo vide ghignare, come il giorno prima "Cosa ti fa credere che abbia dormito qui? Posso sempre essere tornato solo poco fa."
Lei alzò lo sguardo al muro, dove l'orologio ticchettava, e disse "Non sapevo che alle otto del mattino delle domeniche in cui gli allenamenti sono per i Corvonero tu andassi in giro con la divisa da Quidditch, compresa di tutto."
Il biondo sorrise e si mise una mano dietro la nuca "Okay. Può darsi che tu mi abbia beccato, e può darsi che vederti dormire metta sonno. Prendila per buona come ipotesi, okay?"
"Bene."
Mentre Malfoy tornava a sedersi sul letto vicino a lei, Rose si accorse che il naso non le faceva più male. E non aveva nemmeno più la fasciatura come il giorno prima, ora rimaneva solo un cerotto bianco - evidentemente l'infermiera aveva tolto la fasciatura durante la notte, mentre lei non se n'era neppure accorta -. La magia, per i nasi rotti, era utile.
Scorpius le sfiorò il naso, ormai non più rotto "Sta guarendo in fretta, eh?"
La rossa si limitò ad annuire, cercando con tutte le forze che aveva di non arrossire.
"Beh, Rosie, credo proprio che il senso di colpa sia sfumato, adesso. E poi ho fame, è meglio che io vada" concluse lui dopo un po'.
Le diede un bacio leggero sulla fronte - e Rose arrossì -, poi uno sul naso - e Rose arrossì il doppio -, e alla fine, dopo aver sorriso di nuovo, la baciò sul serio, sulle labbra, e Rose ricambiò seppur rischiando un infarto.
Quando Scorpius alla fine si girò per andarsene, Rose lo sentì ancora dire "E non montarti la testa, è solo il senso di colpa."
E comunque rimase lì, con la testa premuta nel cuscino dell'infermeria, il naso rotto che non era più rotto, e le guancie rosse che non erano più rosse per la rabbia.

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