Decisioni (Pov Jacob)


Jacob

Questa volta Seth aveva proprio esagerato. Quella storia del "lo sai quanto sono affezionato ai vampiri" doveva proprio finire. In particolare se quello a cui era più legato era Lui. Era a questo che pensavo mentre allacciavo ai bambini le cinture dei seggiolini nell'auto e mi avviavo verso casa. Di solito lo facevo a piedi, ma stavolta c'erano anche loro.
Rabbrividivo all'idea di quello che Bella avrebbe potuto dire quando fosse venuta da me. Avrei preferito essere presente anche io alla discussione tra lei e Seth. Ero io il padre di Sarah, non quel non-morto gelido e marmoreo. Ma Seth mi aveva escluso. Beh, non proprio, io non avevo insistito poi molto perché rimandasse il confronto. Qualsiasi cosa stessero facendo sarebbe andato a disturbare lei e la sanguisuga. E non potevo esserne più egoisticamente felice.
Arrivati a casa, presi in braccio i bambini e mi avviai verso la porta. Fu Rachel ad aprirmi. Le stampai un bacio sulla guancia.
«Come mai da queste parti?» le chiesi.
«Sono tornata oggi pomeriggio. Stamattina Paul mi ha chiamata dicendo che aveva urgenza che tornassi, che non riusciva a stare così tanto tempo - appena due settimane, se non ricordavo male - senza di me, e... quando sono arrivata qui... mi ha chiesto di sposarlo...» mi disse, abbassando gli occhi e mostrandomi un anellino d'oro bianco. Niente a che vedere con quello che Cullen aveva regalato a Bella, ma non per questo meno significativo.
Paul, ventun anni, tre appena più di me, chiedeva a Rachel, il suo imprinting, di sposarlo. Proprio quel giorno. Ma cosa avevano tutti?
«Se mi lasci mettere a letto Sarah ed Ethan ti faccio le congratulazione in modo adeguato» dissi, ero sinceramente felice per lei e Paul. Chissà che non diventasse meno rompipalle. Non appena aprii la porta, mi accorsi che c'era qualcosa che non andava. C'era meno spazio del solito. Poi notai le due culle in fondo al letto.
«Ho chiesto a papà dove teneva le nostre culle» disse mia sorella prevenendo la mia domanda.
«Come...»
«Come sapevo che avresti portato i bambini qui?» mi interruppe.
«Già...»
«Esistono i telefoni! - mi rimproverò scherzosamente - ha chiamato Bella quando sei partito da casa Cullen, e ha chiamato Paul per dirmi che avevi finalmente portato i bambini alla riserva» concluse il discorso, ma sentivo che c'era qualcosa che voleva chiedermi. In realtà pensavo di sapere di cosa si trattava.
«C'è qualcos'altro?» le chiesi, mentre lasciavo i bambini nei lettini.
Aspettò che fossimo nuovamente fuori dalla stanza prima di parlarmi.
«Jake... è vero che Seth... che Seth ha avuto l'imprinting con Sarah?» disse.
Annuii.
« Come pensi che possa separarli? » mi chiese, chiaramente lasciando sottointeso il soggetto.
Bella.
Per la quale nutriva un'avversione enorme, da quando si era presa il mio cuore facendolo in mille pezzettini e triturando ognuno di essi in mille modi diversi.
«Cosa ti fa credere che cercherà di farlo?»
Mi guardò storto.
«Jake, quella ragazza ha preso il tuo cuore e l'ha spezzato. Ha avuto due figli da te e li ha portati ad Hanover. Ha cercato di allontanarti da casa tua, dal tuo essere te stesso, dal ruolo che ti spettava di diritto. Come puoi anche solo lontanamente immaginare che non lo farà?»
«Ho fiducia nelle persone»
«No, Jake. E' che quando si tratta di lei sei cieco. Non vuoi vedere quanto si stia comportando da egoista, e non riesci a vedere i suoi difetti. Lei vuole il vampiro, vuole i suoi figli, che per la cronaca sono anche i tuoi, Jake, vuole la laurea a Dartmouth, e vuole te come amico. Perché non dovrebbe volere Seth lontano dalla bambina?» mi chiese, rovesciandomi addosso tutte le mie paure in maniera brutale.
«Se hai finito vado a dormire, domani sarà una lunga giornata» le dissi tagliente.
Lei non demorse. Una volta che era partita era difficile fermarla la mia sorellona.
«Sei uno struzzo, Jake. Devi affrontarli i tuoi problemi, altrimenti non ne uscirai mai!»
«Hai ragione - dissi, buttandomi stancamente sul divano - sono uno struzzo, ma non voglio rinunciare a lei!»
«Jake, per andare avanti tu devi rinunciare a lei. Non puoi continuare a vivere in questo modo. Ti sta uccidendo e non se ne rende neanche conto»
«Mi ha dato due figli»
«Sì, e se ne è fregata quando si è trattato di scegliere tra te e Cullen. Jake, hai diciotto anni e...»
«E tutta la vita davanti? E' questo che vuoi dire, Rachel? Beh, io non la voglio una vita senza di lei» sibilai tra i denti, guardandola quasi con odio.
«Allora combatti. Combatti per lei se è veramente lei che vuoi. Ma la sua scelta l'ha già fatta più e più volte. Perché ti devi fare ancora del male? »
«Non lo so, è più forte di me. Io la amo, e so che anche lei da qualche parte del suo cuore mi ama»
«Jake, quello che lei prova per te si può chiamare in tanti modi. Affetto, stima, amicizia, attrazione, ma certamente non amore»
«Ma noi...»
«Non puoi continuare a pensare a quell'unica notte per tutta la tua vita. Soprattutto se lei è già passata oltre»
«Lo sposerà...» sospirai.
Avevo bisogno di confidarmi con qualcuno. E mia sorella era sempre stata la persona adatta. Quando c'era, visto che da Seattle non poteva starmi così vicina. Era difficile parlare di certe cose per telefono. E quando non c'era, Emily faceva bene le sue veci.
«Lo sposerà - ripetei - Seth lo sapeva da quasi un anno e non mi ha detto nulla. Lei non mi ha detto nulla. L'ho scoperto per caso oggi pomeriggio. E stasera lui le ha rinnovato la promessa di sposarla, e lei ha accettato di nuovo. L'ho persa. Anzi, non l'ho mai avuta» parlavo più per me stesso che per lei, e lo facevo tra le lacrime.
«Jake, fratellino...» si sedette a fianco a me sul divano e mi fece sdraiare sulle sue gambe, come quando ero piccolo. Iniziò ad accarezzarmi i capelli, che scendevano davanti agli occhi. Quella sensazione, di avere qualcuno che mi proteggeva nonostante fossi ormai grande, mi tranquillizzò fino a farmi addormentare.

Mi fa male tutto! Fu il primo pensiero di quella mattina. Aprii gli occhi e vidi il soffitto del soggiorno. Quindi avevo dormito sul divano. Ecco spiegato perché mi faceva male tutto. Ma... se io avevo dormito sul divano e Rachel era l'ultimo ricordo che avevo...
«L'ho aiutata io a spostarti» mi rispose una voce dalla poltrona.
«S-Seth?» chiesi.
«Chi altri?» mi rispose in una risata.
«Come mai eri qui?» e come mai sei ancora qui?
«Ero venuto a farti un riassunto dello scontro con Bella» mi disse. Aveva una voce triste. Rachel aveva ragione. Stava provando a tenerli lontani. Mi sollevai a sedere. La testa mi girava, peggio di una trottola.
«Meglio che mangi qualcosa Jake, è un discorso lungo» mi disse Seth. Ero conciato così male? Ma che avevo fatto poi? Non avevo bevuto che una birra la sera prima. Poi sentii il mio stomaco brontolare.
«Se non hai mangiato niente quando sei tornato a casa, sono esattamente dodici ore che non mangi!»
«Dodici ore? Ma che ore sono?» chiesi
«Le undici!»
«Cazzo Seth, non potevi svegliarmi prima? E i bambini? Bella mi uccide se...»
«Allora vediamo... Non potevo svegliarti prima perché mi avresti ucciso,e ci tengo alla mia vita, i bambini sono con Rachel, che ha dato loro da mangiare verso le otto ed ora sta facendo loro il bagnetto. E dovresti moderare il linguaggio quando ci sono loro in casa» mi spiegò ridendo.
Ok, avevo avuto una reazione esagerata, ma neanche tanto. Me li lascia per una notte e li faccio morire di fame. Non era esattamente un buon modo per convincerla che sarebbero stati bene tanto con me quanto con lei.
«Vieni con me e parla mentre mangio, abbiamo poco tempo. Bella sarà qui tra poco più di mezz'ora»
«Bene, e quando se ne andrà?» chiese, quasi con disprezzo. Strano, l'aveva sempre adorata.
«Stasera la accompagnerò io dai Cullen, per la festa. In macchina ho trovato il suo vestito con un biglietto di Alice»
«Cioè?»
«Assicurati che lo indossi»
Scoppiò a ridere. Lieto di essere il pagliaccio della situazione. Ma in effetti era quello che volevo fare. Dopo la chiacchierata con mia sorella mi sentivo stranamente bene. Ero sereno. Come non ero da mesi, anzi da anni. Dal giorno in cui mi ero innamorato di Bella. Avevo capito che il mio amore era destinato a non essere corrisposto, perciò non intendevo più mettermi in mezzo tra lei e il vampiro. Ma non avevo intenzione di dargliela vinta anche sul punto dell'imprinting di Seth. Era quanto di meglio avrei mai potuto sperare per mia figlia. E non volevo che soffrisse anche lui per colpa di Bella.
«Seth, cos'è successo ieri sera?»
«In poche parole il peggio del peggio - mi rispose - Bella ha avuto una crisi isterica alla notizia, Edward si è schierato dalla mia parte e lei si è arrabbiata, tanto per usare un eufemismo, anche con lui. Quando si è ripresa mi ha fatto capire che fin quando i bambini staranno con lei sarà molto difficile che io possa vivere il mio imprinting con Sarah.» era sempre molto delicato nel descrivere le situazioni. Io avrei condito il discorso con una serie di parolacce. E sì, molte di quelle erano offese verso Bella. Stavo diventando un nuovo me. O stavo ritornando quello vecchio, quello meno piagnucolone, quello più simpatico e più deciso.
«Seth, che ore sono?» chiesi mentre trangugiavo un litro di latte e metà della torta di mele che mia sorella aveva fatto quella mattina.
«Le undici e un quarto» mi rispose lui.
«Prendi Sarah ed Ethan e vai a fare un giretto, portali alla spiaggia magari, c'è il sole oggi - a un suo sbuffo lo ripresi - Sì, anche Ethan. O prendi tutto il pacchetto oppure nessuno dei due. Cosa preferisci?»
«Se la metti così me li prendo tutti e due. Ma Bella non si arrabbierà?»
«Sono tanto figli suoi quanto miei. Non può fare sempre il bello e il cattivo tempo. E io mi fido di te. E' ora che io e lei facciamo un discorsetto» risposi. Rachel arrivò proprio in quel momento.
«Eccoci qui, puliti e profumati» disse.
Sarebbe stata una mamma perfetta, quando fosse arrivato...
«Ehi dimmi un po' - dissi mentre passava i bambini a me e a Seth - non sarà mica che sei incinta?» Lei arrossì, poi cercò di colpirmi. Naturalmente schivai. Non volevo che si facesse male, chi l'avrebbe sentito Paul se la sua futura sposina si fosse ferita nel tentativo?
«Ma queste idee ti vengono all'improvviso o sprechi pure tempo a pensarci?»
«No, mi vengono all'improvviso. E' che quando ti ho vista con i bambini ho pensato che sarai un ottima mamma, e poi mi è venuta in mente la proposta di matrimonio e ho fatto due più due e...»
«E ti è uscito cinque. Io e Paul ci sposiamo perché ci amiamo. E volevo chiederti di farmi da testimone, ma se la pensi così lo chiedo a Sam e Emily!»
«Che immagino saranno i testimoni di Paul - risposi - Comunque accetto». La baciai sulla fronte, poi mi avvicinai al suo orecchio.
«Congratulazioni sorellina, sono veramente felice per voi!» mi strinse a sé. Beh, piccola com'era, ci provò. Nel frattempo Seth era caduto in una specie di trans, era in un mondo tutto suo insieme a Sarah. Era ora che se ne andasse di casa però, se non voleva essere trovato con i bambini. Mettere Bella di fronte al fatto compiuto e cercare di farle capire che era la cosa migliore per loro era una cosa, fargliela accettare mentre avveniva, un'altra.
«Seth... Seeeeeth» lo richiamai. Smise di giocare con mia figlia. Gli mollai anche Ethan.
«Il passeggino è nel portabagagli della Rapide. Prendilo, poi lascia le chiavi sul davanzale»
«Signorsì, signore» disse. I bambini risero. Non c'era niente da dire. Era veramente la migliore delle tate. E non soltanto con Sarah.
«Smetti di fare il cretino e muoviti. Bella e Charlie saranno qui tra meno di cinque minuti!»
«Volo!» disse, e sparì per davvero.
«Sono contenta che tu abbia reagito. Eri veramente in uno stato pietoso ieri notte» mi disse Rachel avvicinandosi.
«Merito tuo sorellina, come al solito» le dissi abbracciandola.
«Jake... Jake... Jacob Black, così mi soffochi - mi disse ridendo - Hai intenzione di combattere con Bella per i bambini?»
«No, ho intenzione di combattere contro Bella perché a Seth non infligga la stessa punizione che sta infliggendo a me. Lui non ha colpe»
«A quanto pare il giovane Clearwater ha avuto l'imprinting. Si può sapere con chi?» chiese mio padre sbucando dal nulla.
«Papà, prima o poi ci verrà un infarto, se continui così!» urlò mia sorella. Era bello essere a conoscenza degli stessi segreti. Voleva dire niente segreti. Avevo maledetto il giorno in cui Paul aveva avuto l'imprinting proprio con Rachel. Ora mi ritrovavo a benedirlo. Era tutto come ai vecchi tempi. Come quando vampiri e licantropi erano solo una vecchia leggenda del nostro popolo.
«Papà, Seth ha avuto l'imprinting con tua nipote» rispose mia sorella al mio posto.
«Non posso dire di essere sorpreso. Era ovvio che qualcuno avrebbe avuto l'imprinting con la figlia del capobranco»
«E' quello che ho detto io a Seth. L'unica a non pensarla così sembra essere Bella» dissi.
«Cos'è successo?» chiese lui.
«Vorrebbe impedire a Seth di vedere Sarah»
«E tu non vuoi fare nulla?»
«Seth è un membro del mio branco, e voglio tutelarlo. E poi voglio tutelare anche mia figlia»
«Anche se Bella non è d'accordo?» mi chiese mia sorella.
«Soprattutto se Bella non è d'accordo. Le farò capire che a nostra figlia non poteva capitare nulla di più meraviglioso, che Seth non è un pericolo per la bambina, e se necessario la farò parlare anche con Quil»
«E così facendo agirai da capobranco. Ma le tue azioni da padre e da uomo innamorato?»
«Per quelle da padre c'è tempo. Almeno... vent'anni ad occhio e croce! Per quelle da uomo innamorato... niente più pazzie. Bella è la donna che amo, e per questo voglio che sia felice. Se quello che vuole è stare con il vampiro, per me va bene. Ma i bambini non abiteranno con lui»
«E come intendi impedirglielo?»
«Se il vampiro va con lei a Hanover allora i bambini rimarranno qui. E se vuole che i bambini vadano con lei allora sarà il vampiro a rimanere qui. E' l'unica condizione che porrò. Non voglio che crescano considerando Bella ed Edward la loro famiglia. Non voglio che chiamino quello papà. Non voglio che mi dimentichino» conclusi in un sussurro.
«Sai che non è possibile, Jake! Come farebbero a dimenticare il loro papà-lupo!» cercò di rincuorarmi mia sorella.
«Hai pensato a come giustificare questa tua presa di posizione a Bella?» mi chiese invece il mio infinitamente più pratico genitore.
«Non voglio che il gene reagisca ai vampiri troppo presto»
«E pensi che basti?»
«Non lo so, ma spero che sia ragionevole»
Poi mi voltai verso la finestra. Sentivo il rumore della macchina di Charlie sul sentiero.
Erano arrivati.

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