IX- Il Professore Di Chimica
Dopo aver cenato, a tavola abbiamo detto sì e no due tre parole, Theo mi dà la buonanotte e sale in camera sua. Finisco di rassettare le ultime cose in cucina, e vado a dormire anch'io, quest'oggi è stata veramente una giornata all'insegna della tristezza, però per fortuna la forza di affrontare e reagire non ci manca ne a me e ne a mio fratello. Quando apro gli occhi è già mattina, non vedo spuntare il sole, guardo la sveglia notando che sono le 6:45 , penso " se ancora a quest'ora non c'è il sole vuol dire che la giornata è uggiosa, e che se già non piove pioverà". Non sveglio Theo tanto a scuola non deve andare. Mi accingo ad entrare in bagno, fare una doccia, e vestirmi per farmi trovare pronta quando Elodie arriverà. Dopo essermi preparata sento il suono del clacson dell'auto di Elodie, esco e salgo sulla sua macchina, dopo esserci salutate lei mi chiede.
« Theo sa che sei uscita ? »
« Non ho voluto svegliarlo, gli ho lasciato un biglietto in cucina dove gli spiego perché sono uscita stamattina»
Ci dirigiamo verso scuola di mio fratello, aspettiamo le 8:00 e dopo che i ragazzi sono entrati e anche i professori fare il loro ingresso, penso " tra quelli che sono passati ci sarà sicuramente il professore che cerco." Quando entro alcuni ragazzi sono ancora intenti ad entrare nelle loro classi, lo stesso i professori. Il corridoio è ancora gremito di studenti e docenti. Mi avvicino ad uno di loro e chiedo, se mi possono indicare il professor Monroe. Un ragazzo di colore con gli occhiali dalle lenti spesse, e con l'apparecchio ai denti mi indica un uomo sui trent'anni, vestito con una giacca marrone di renna, e una felpa con il cappuccio beige che fuori esce dalla giacca, pantaloni marrone scuro non troppo larghi, scarpe da tennis bianche, e con un viso da "figlio di puttana". Ringrazio il ragazzo e mi avvicino a questo affascinante professore.
« Scusi, lei è Gadreel Monroe? Docente di chimica? »
« Si sono io chi vuole saperlo?»
« Mi chiamo Iris Crossing, sono la sorella di Theodore Crossing»
L'uomo squadra me e la mia amica da capo a piedi, da quando ci siamo avvicinate per parlare con lui. Mi invita a seguirlo nel suo studio. Una volta entrate, i miei occhi si posano immediatamente sulle pergamene di diploma e laurea incorniciate appese alla parete, nel mezzo di essa una colonna portante che divide le due grandi finestre, in quel momento aperte per il gran caldo, che anche se siamo nel mese di ottobre fa ancora caldo che sembra essere in piena estate. In mezzo alla stanza una scrivania con ripiano in vetro satinato verde acqua e il bordo in legno massello. La poltrona sulla quale è seduto il professore è in pelle marrone testa di moro, e le poltroncine dove ci accomodiamo io e Elodie uguali. Senza perdermi in chiacchere arrivo subito al dunque.
« Ho saputo che ha sospeso mio fratello da scuola per una settimana, ne posso sapere il motivo? »
« Certamente» risponde il docente.
« Suo fratello cara signorina, ha pestato un suo compagno di botte, e lo ha fatto proprio con uno che porta gli occhiali da vista. »
« Theo mi ha detto di aver visto che li aveva appena tolti, per questo lo ha colpito »
« Purtroppo cara signorina io non ero presente, quindi mi baso solo su alcune testimonianze »
« Ma possono dire il falso !»
« Si... ma chi può dimostrarlo?»
« Io conosco mio fratello e so che non sta mentendo»
« Mi dispiace signorina ma io ho dovuto per forza punire anche lui, altrimenti avrebbero detto che facevo favoritismi punendo solo l'altro. Mi creda sono veramente dispiaciuto per ciò che state attraversando , e specialmente per Theo deve essere un vero incubo»
« Lo è per entrambi caro professore»
« Certo mi scusi me ne rendo conto »
Interviene Elodie.
« Ma lei non poteva chiudere un occhio sapendo appunto che il ragazzo sta passando un brutto momento ?»
« Avrei tanto voluto agire così, ma avrei anche creato delle critiche e maldicenze da parte di colleghi e studenti »
« Va bene visto che le cose stanno così. Quindi la punizione è per altri sei giorni ?»
« Si giovedì può tornare a scuola, e spero per tutti che non si verifichino più cose del genere. »
Saluto stringendogli la mano, lui si alza e ci accompagna alla porta, Elodie esce per prima e io sto per fare lo stesso quando lui mi appoggia una mano sulla spalla e mi chiede.
« Signorina Iris potrei invitarla una di queste sere a cena ? »
« Non esco la sera , mi dispiace buona giornata »
Gli volto le spalle e infilo la via per uscire dall'istituto, seguita da Elodie, che mi continua a chiedere sottovoce.
« Ma che voleva che ti ha detto ? »
Io senza rispondere continuo a camminare fino ad arrivare alla sua macchina, quando entriamo lei lato guida io lato passeggero, continua a fare la stessa domanda prima di mettere in moto. Io guardando avanti con le braccia conserte, dopo aver allacciato la cintura le dico con fermezza.
« Partiamo? Ce ne andiamo?!»
Lei capisce dal mio tono di voce che sono furiosa, e in questi casi sa bene che è meglio non insistere. Mette in moto e mi accompagna a casa, non entra perché è quasi ora di pranzo, la guardo e le chiedo.
« Ti va di rimanere a pranzo?»
« Lo vuoi veramente? Perché poco fa sembrava volessi ammazzare anche me »
« Ma no scema dai entra ! »
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top