6th Song - All Is Hell That Ends Well
Silenzio. Greve. Imperturbabile.
La creatura giaceva ai piedi del suo sposo e dell'angelo del fuoco. Una nuvola piegata sotto un peso inesistente. Tra le mani, il suo cuore di carne.
Una nuova parola. Un marchio indelebile nella mente dei due. Morte.
Luxifer si chinò su Arkanghelos. - No... Non può essere...
Il suo urlo mise fine a quella tacita tristezza.
Urlo di rabbia o di disperazione: a Gabriel non era dato saperlo. Ma non se ne curava. Il dolore era troppo grande per pensare.
- Perché?! Perché l'hai fatto?! Non te lo perdonerò mai! Ti odio! Ti odio, inutile creatura!
- È del tutto inutile che ti disperi. Sono ancora qui.
Luxifer sgranò gli occhi. - Cosa?
Una vivida fiamma si accese tra le dita inerti di Arkanghelos. - Il Sigillo Primordiale è stato infranto. Non potrai più avere il controllo sulla mia mente.
Due occhi color della luce spalancati, poco distanti dal suo sguardo. L'angelo rabbrividì di terrore.
- E finalmente vedrai Chi è come Dio.
Un calore improvviso ghermì il suo petto. Anelli di fuoco stretti intorno al suo animo. Sentiva le energie venire risucchiate via. La vista si offuscò. I suoni si ovattarono.
Ancor prima che succedesse, sapeva che era finita. Aveva perso contro l'Onnipotente.
Arkanghelos ritirò le mani. Di quello che era stato il suo cuore, soltanto un mucchio di cenere tra spire di fiamme.
Le fiamme del suo dolore. Alimentate in seno al vero Male.
Le fiamme dell'Inferno.
Guardò Luxifer in volto. Un'ultima volta. Occhi vitrei, offuscati dalla spossatezza. Invano cercò una fievole ombra di rimorso. Un estremo barlume di lucidità.
Il suo amore non era che un dolce ricordo.
Un istante appena. Le labbra eteree di Arkanghelos, posate delicatamente su quelle di lui. Intangibili. Inconsistenti. Ma ancora calde. Afrodisiache.
- Addio.
Non ebbe esitazioni. Scaraventò il fuoco tra le nuvole, aprendo una voragine ai piedi di Luxifer.
Un'improvvisa sensazione di vuoto gli fece capire cosa fosse appena accaduto.
Esiliato. Esiliato dal Cielo. Per sempre.
Il vento lo scuoteva con veemenza, trascinandolo verso il basso.
Verso l'ignoto. L'oscurità.
Sorrise. Una nuova consapevolezza gli diede la forza di non abbattersi. Di lasciarsi andare senza timore. Arkanghelos e Gabriel gli avevano evitato il tormento della spada. E con esso la morte.
Sotto di lui, nel cuore delle tenebre, il fulgore delle fiamme. Fiamme che Arkanghelos aveva lanciato laggiù per scelta. Misero residuo del suo antico potere.
Sopra di lui, una sola, piccola lacrima. Destinata a rimanere anonima.
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