10
"Andiamo Storm, é tutto bello e Moonville è fantastica ma non ce la faccio più". Faccio segno a Storm di sedersi su di me e lui mi salta in grembo. Inizio a muovere le mani sulle ruote, devo assolutamente allontanarmi dalla festa. Sto bene e la festa è bellissima, Moonville mi dimostra sempre il suo amore e il suo calore, tutti sono qui per me e anche Scott è venuto ed è stato con me tutta la sera, abbiamo parlato molto e anche Lydia si è avvicinato a lui. Secondo me madre e figlio hanno bisogno di un po' di tempo per loro, non si parlavano e vedevano da anni e devono imparare a conoscersi, a riscoprirsi e perché no magari anche a volersi bene come un tempo.
"Secondo te è scortese essere scappati?. Non penso noteranno la nostra assenza Stormy, ti prometto che staremo via solo un po'". Storm lecca la mia mano che gli accarezza il musino e già mi sento meglio. La musica e il casino si sentono in lontananza e io riprendo a manovrare la sedia inoltrandomi sempre più verso le vallate. Far camminare queste ruote è davvero complicato, ho fatto progressi ma ancora non riesco del tutto a controllarle, le mani spesso mi scivolano e mi incastro sempre in qualcosa, come adesso che non riesco a proseguire perché c'è una radice che sporge dal terreno e non mi permette di andare avanti.
"Che cavolo!. Sedia di merda e ruote deboli!!. Non si va ne avanti e ne indietro!!". Storm abbaia sulle mie gambe e si alza poggiandomi le zampe sul petto.
"Non ti arrabbiare Storm, non ce l'ho con te ma con questa sedia!!. Dovrò comprarne un'altra più robusta che non si incastra continuamente dappertutto!!". Gli accarezzo il pelo e questo basta a tranquillizzarlo e farlo accoccolare di nuovo al mio grembo.
"Prima o poi riuscirò a vincere la mia battaglia con questa sedia Storm, vedrai". Un rumore di passi mi distrae dal mio sproloquio esasperante e mi si para davanti il fratello di zio Drew, quel tipo irritante a cui non piace Storm.
"Mi hai seguito?"
"Non è forse troppo pretenzioso da parte tua, ragazzino?. Hai tutta la cittadina ai tuoi piedi e di conseguenza pensi che tutto il mondo ti voglia?".
"Sei così irritante!!. Perché non te ne vai?!. Questa è la mia vallata!. É la vallata della mia famiglia!!"
"La tua famiglia é proprietaria delle vallate del Montana?. Ma guarda, non vedo nessuna targa qui". Mi prende in giro con il suo sorrisetto da stronzo che non fa altro che irritarmi di più.
"La mia famiglia vive qui da generazioni e siamo gli abitanti più rispettati e amati di Moonville!!. Tu invece non sei nessuno qui e dovresti tornare da dove sei venuto!". Cerco di muovere la mia malefica sedia ma non ottengo risultati, resto sempre bloccato con le ruote sulla radice.
"Sei davvero odioso e antipatico!". Si avvicina a me mettendo le mani sui braccioli della sedia
"Che cavolo fai!. Allontanati"
"Dovresti stare zitto e ringraziarmi perché ti sto aiutando". Spinge la sedia e in un attimo supero la radice che bloccava il mio passaggio. Ed io adesso dovrei anche ringraziarlo?. Non ci penso nemmeno!.
"Ce l'avrei fatta anche da solo!. Non serve ringraziarti e adesso posso anche andarmene visto che tu non hai intenzione di farlo". Provo ad andarmene ma come al solito le mani scivolano dalle ruote e non riesco a muovere la sedia.
"Aspetta Ad, ti aiuto io"
"Non ho bisogno del tuo aiuto perché hai pena di me!!". Sono così frustato, così amareggiato e deluso da me stesso. Pensavo di riuscire a farcela, di incominciare questa mia nuova vita con forza e coraggio invece sono solo un invalido che non riesce a fare le cose di prima, non ho nemmeno più il controllo delle mie mani che mi abbandonano ogni volta che provo a spingere le ruote. Per la rabbia che provo in questo momento inizio a piangere e mi sento ancora più stupido, soprattutto perché davanti a me c'è questo arrogante di Brody e non voglio fargli pena.
"Non mi fai pena, invece di stuzzicarti con parole pungenti dovevo chiederti come stavi visto che sei uscito dall'ospedale solo oggi, scusa". Si avvicina appoggiandomi una mano sulla spalla, dovrei mandarlo via ma adesso ho solo bisogno di piangere e di smettere di far finta che tutto si sistemerà.
"Da quando sono tornato dall'ospedale tutta Moonville si preoccupa per me, tutti non fanno altro che chiedermi come sto, come mi sento e mi dicono che sono forte e posso superare tutto. Tu sei l'unica persona che mi ha trattato normalmente e non hai cambiato atteggiamento solo perché sono invalido, quindi non scusarti, è bello sapere che alcune cose non cambiano". Riesco a calmarmi pian piano lasciando delle carezze circolari sul pelo di Storm, accarezzarlo mi tranquillizza visibilmente.
"Cioè fammi capire, tu sei contento perché noi due non ci sopportiamo e ci prendiamo a parole?. Non è una cosa bella!"
Mi scappa una risata e annuisco guardandolo.
"Tutto sta cambiando, devo avere dei punti fermi no?"
"Quindi io sarei il tuo punto fermo?. Sono parole forti, ragazzino!". Mi prende in giro ed io alzo gli occhi al cielo, con un gestaccio lo mando a quel paese, lui ride e mi lascia un buffetto sulla guancia.
"Non montarti la testa, Brody". Mentre parliamo mi squilla il cellulare che ho nella tasca del giubbotto, lo prendo e sul display leggo il nome di James, probabilmente mi sta chiamando perché si sono accorti della mia assenza, non gli rispondo e rimetto il cellulare in tasca.
"Forse è meglio andare, mi sta chiamando James e probabilmente si saranno accorti della mia assenza"
"Come vanno le cose con lui?. Ho sentito i discorsi di mio fratello con Evan, so che non andate molto d'accordo".
"Diciamo che dovrebbe recuperare anni di mancanze ma io non so se sono pronto. Non saprò mai se si è riavvicinato a me perché davvero ha capito il suo sbaglio o solo perché sono finito su questa sedia". Senza dirmi nulla prende a spingere la mia sedia mentre continuiamo a parlare e io dovrei urlare e mandarlo via ma non lo faccio, è stata una giornata pesante per me e non ho la forza di fare altro.
"Credo che tutti si meritino una seconda occasione e io ne so qualcosa, James ha sbagliato tanto con te e penso che se solo potesse tornare indietro si comporterebbe sicuramente in modo diverso, ma purtroppo non si può e questo lui lo sa. Se non vuoi perdonarlo subito non farlo, magari parlate ogni tanto, senti cosa vuole dirti e forse con il tempo ricostruirete un rapporto"
"Io voglio vivere al ranch con i nonni e non ho intenzione di tornare a casa"
"Ed è giusto che tu adesso faccia ciò che ti fa stare bene, devi stare il più tranquillo possibile per poter concentrare tutte le tue energie sulla tua guarigione"
"Sono un invalido B, non potrò mai guarire, non cammineró più".
"Devi guarire le ferite della mente e solo così potrai trovare la forza di andare avanti, ci vuole tempo per abituarsi a questa nuova condizione e vedrai che pian piano ci riuscirai"
"Pensavo già di riuscire a manovrare questa sedia, ma come hai visto non ci riesco"
"Sei uscito dall'ospedale solo oggi Ad, ci vuole più tempo". Parlando parlando arriviamo in paese e la festa sembra quasi finita, é notte fonda ormai e tra le poche persone rimaste non vedo nessuno della mia famiglia. Forse hanno capito che avevo bisogno di spazio e tempo per stare da solo.
"Vuoi tornare al ranch?"
"Si, ma non preoccuparti vado da solo".
"Non ci penso nemmeno, ci ho preso gusto a farti da guidatore". Così iniziamo ad incamminarci verso il ranch con lui che continua a spingere la mia sedia
"Hey!. Sai che non è una bella cosa da dire?". Ride lui e alla fine rido anche io. Tutte le nostre chiacchiere mi hanno fatto star bene e l'atmosfera leggera che si respira fra di noi mi fa sentire normale.
"Non ho detto niente di sconveniente, ragazzino!".
"La smetti di chiamarmi ragazzino?. Ho 19 anni!"
"Per me sei davvero un ragazzino, io ne ho 35".
"Perché in tutti questi anni zio Drew non ci ha mai detto di avere un fratello?. Perché non vi siete mai visti?". Non posso vedere la sua espressione ma sono sicuro che non è più scherzosa e leggera come poco fa.
"Io e Drew non siamo mai andati d'accordo, lui è andato via di casa tanti anni fa e non ha più voluto sapere nulla di me. Mi ha sempre incolpato per la morte dei nostri genitori"
"Lui e zio Jake sono sposati, hanno dei figli. Com'è possibile che tu non sei mai venuto a trovarli?"
"Non sapevo nemmeno che fosse sposato e avesse dei figli. Sono venuto da lui a Moonville qualche settimana fa per chiedergli aiuto, non sapevo dove andare, non avevo un lavoro, non avevo un posto dove stare e lui nonostante gli anni passati e l'odio nei miei confronti ha deciso di aiutarmi. Ha parlato con i tuoi zii e mi hanno offerto un lavoro alla bakery e per il momento dormo a casa di Drew e Jake, ho conosciuto anche i miei nipoti e sono davvero splendidi, mi sono perso tante cose per le mie scelte sbagliate e anche io proprio come tuo padre James voglio recuperare e ho bisogno di una seconda occasione, quella che mio fratello sta provando a darmi". Non sapevo tutte queste cose e non so neanche perché zio Drew incolpa Brody per la morte dei loro genitori. Probabilmente c'è qualcosa in più che non mi sta dicendo, ma sono comunque grato per le cose che mi ha raccontato. Anche lui aveva e ha bisogno di una seconda occasione e zio Drew non ha esitato ad aiutarlo.
"Moonville accoglie tutti e ho visto che hanno accolto bene anche te, ti troverai bene qui"
"Non sono uno che mette radici in un luogo, penso che andrò via da Moonville presto, appena riuscirò a mettere qualche soldo da parte". Arriviamo davanti al ranch e subito mi sento a casa, il cancello è aperto e non faccio fatica a spingerlo con le mani.
"Grazie perché mi hai accompagnato, grazie anche per le parole che mi hai detto e per ciò che mi hai raccontato della tua vita. Tutto sommato non è poi così male parlare con te". Mi sorride e aspetta che entri definitivamente oltre il cancello.
"Sono stato bene anche io ragazzino, quando hai bisogno di qualcuno che ti spinga la sedia chiamami". Se fossi una persona permalosa dovrei offendermi ma in realtà questa sua battuta mi fa ridere.
"Sei un cafone!. Non si dicono queste cose!".
"Ti ho offeso?. Ti chiedo scusa signor Miller!". Rido ancora e mi aiuta a chiudere il cancello rimanendo al di fuori del ranch.
"Cretino!. Buonanotte!"
"Buonanotte ragazzino!".
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