#32


Rientra a casa sudato e stanco. 

Da quando lavora in quel ristorante non ha avuto mai un giorno di pausa. 

 Non esiste giorno di chiusura, i tavoli sono sempre stracolmi e gli tocca coprire praticamente tutta la sala, saettando qui e lì con piatti stracolmi di pietanze bollenti tenuti in equilibrio sulle braccia e la testa piena di chiacchiere e di quel fastidiosissimo campanello che suona ogni secondi richiamandolo in cucina per ritirare i piatti da consegnare ai tavoli. 

Non ha mai un istante per sedersi e le gambe ne risentono terribilmente. 

Sono stanche, piene di piccoli lividi dovuti agli spigoli della cucina e a quello sportello che precede l'ingresso alla sala e che sbatte sempre contro stinchi e polpacci. 

Le caviglie sono gonfie e affaticate, i piedi sembrano pesare dieci chili in più, li trascina a fatica fino al divano su cui si lascia ricadere a peso morto. 

"Distrutto anche stasera eh?" 

La voce di Manuel lo raggiunge dalla cucina. 

"Si." 

 "Amore, te stanchi troppo in quel ristorante. Torni a casa che stai a pezzi e te pagano pure na miseria. Ma ne vale la pena?!" 

Simone vorrebbe non sentire volare una mosca, quei discorsi di Manuel, tra l'altro li conosce quasi a memoria.

"Come le paghiamo le bollette se non lavoriamo?"

 "Lo so amó, c'hai ragione... però magari vedo io se m'assumono da qualche parte" 

"vabe....Vieni a darmi un bacio? Ti avverto che sono sudato però " 

 Manuel si avvicina subito, se ne frega sia sudato. 

Gli stampa un bacio sulle labbra e si mette a sedere accanto a lui."dai, metti le gambe sopra 'e mie. Te faccio un messaggio..." 

Simone non se lo fa ripetere due volte, stende le gambe sopra le sue "grazie amore, sarei perso senza di te "

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