#196
Manuel scorre velocemente le schermate sul telefono fino all'applicazione del meteo che è tempestata da piccole nuvole grigie e fulmini arancioni disegnati sopra.
"Tutta la settimana da allerta meteo. Toccherà usá la macchina Simó, non voglio che te metti sulla moto con questo tempo."
Simone è sul vicino, sembra un batuffolo, arrotolato per com'è tra le coperte e con i ricci scombinatissimi.
Lo ascolta con aria piuttosto distratta e "Mh...va bene.", accenna solamente.
"Che hai , amò? Sei pallido. Ti senti bene?"
"Si, tutto bene , sento un po' freddo e...al solito, mi fa male."
Con lo sguardo indica il proprio braccio, seppur in questo istante si trovi ben nascosto sotto le coperte. non è la prima volta che gli fa male quando c'è un brusco cambio di temperatura, anzi. È una storia che va avanti da anni ormai.
Ma non riesce mai ad abituarsi, gli prende i punti esatti nei quali inizia e finisce la cicatrice che gli è rimasta dopo l'operazione ed è sempre così forte e duraturo che non riesce mai ad abituarsi.
Manuel recupera un'altra coperta dalla poltrona accanto, porgengogliela e "tieni, mettine un'altra."
Butta due cuscini sul pavimento per sedercisi sopra e lascia che le braccia di Simone lo avvolgano da dietro, intorno al collo.
Ora il segno della cicatrice è ad un millimetro dalle sue labbra e quasi si ritrova ad osservarla con rancore, visto il dolore che porta al più piccolo.
"Ti fa male sempre sugli stessi punti?"
"Mhmh"
Vi posiziona sopra le labbra, lasciando una piccola scia di baci, calmi e costanti, come un velo. "Ora passa, passa tutto"
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