#184
Rientra a casa stanco e sudato e per quanto il cervello suggerisca vivamente di compiere l'ultimo sforzo e fiondarsi sotto la doccia, il corpo si muove lento verso il divano, abbandonandovisi sopra.
"mio dio, sono distrutto", mormora, contraendo il volto in una smorfia mentre solleva le gambe una alla volte e poggia le caviglie sul bracciolo prossimo ai suoi piedi.
"Amore, stanco?"
"Da morire. Oggi mi ha fatto correre fino allo stremo."
"Quando è 'sta partita?"
"Tra una settimana."
"Mh. Non vedo che giocate 'sto cavolo de match o come lo chiamate. Torni a casa troppo a pezzi per ora."
"Dobbiamo giocarla ma soprattutto dobbiamo vincerla."
"Sono sicuro andrà bene..fammi spazio, dai"
"Amore, sono stanco. Ti prego puoi sederti sulla sedia?"
"E no che non posso. Aspè, va-" si china per afferrare le sue gambe e si dispiace nel causare una fitta di dolore al più piccolo, nel poggiarle sul pavimento, ma è necessario per creare sul divano lo spazio per sedersi.
Poi le riprende e, poggiate nuovamente le caviglie sul bracciolo, inizia a muovere la mano sui suoi polpacci, massaggiandoli con piccoli movimenti circolari.
"Così va meglio?"
"Un po'"
"Metti qualcosa in tv, per cena ho già ordinato delle pizze, ci guardiamo qualcosa e te faccio i massaggi, nel mentre che aspettiamo. Che dici?"
"Che ho davvero il fidanzato più bello e premuroso del mondo"
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