#123
Prova in tutti i modi ad ignorare la voce di Manuel che si ripete in loop nella sua mente.
É come se quelle parole - quelle cattiverie- avessero scavato sottopelle e si fossero istillate in lui così da ritornare a farsi sentire ogni volta che Manuel gli mostra l'esatto opposto di quello che è stato, quel giorno, in garage.
E allora ritornano vive le parole e con loro le emozioni.
Ritorna la paura, il dolore, la delusione e la voglia di sparire.
Sono queste le sensazioni provate, in quel momento, da Simone; mentre la spalla di Manuel sfiora la sua e il suo braccio poggia sulle sue spalle, come fossero due vecchi amici che non si vedono da un po'.
Attende che siano soli, per parlarne, una sera che fuori piove e tutto sembra scorrere più lento.
Raddrizza la schiena contro il materasso rialzato del letto e "Manuel. Scusami, ma-", dice, chiamando a sé tutto il coraggio possibile.
Manuel sembra scattare come avesse appena udito uno sparo.
Si avvicina ai piedi del letto, le mani sulla sbarra bianca. "che ti serve Simò? Dimmi"
"Tu le pensi davvero quelle cose?"
"Cosa?"
"Quelle che hai detto, qualche giorno fa"
"Quando?"
"Quando eravamo nel tuo garage, Manu. L'ultima volta prima di-" con un dito indica il suo stesso corpo "-questo."
Manuel impallidisce.
Sapeva perfettamente che sarebbe arrivato prima o poi il momento di affrontare quella discussione, solo non pensava proprio quella sera.
"Simò ero arrabbiato."
"Per cosa?"
"Per cosa Simò...per..che deve essere per forza un motivo?"
"Prova a dirmene almeno uno, uno solo. Uno solo per dirmi tutte quelle cose e poi ti lascio in pace"
Manuel sospira, controlla bene che le gambe di Simone siano in una porzione di letto tale da permettergli di sedersi su di un angolo dello stesso e si siede. Lo sguardo è basso e rivolto verso le proprie mani con le quali giocherella nervosamente.
"Ero arrabbiato perchè tu hai detto la verità." mormora.
"Che verità?"
"Che era stato.. bello, come hai detto tu.", mima le virgolette sulla parola bello, richiamando quella detta dal più piccolo.
"Lo è stato?"
"Si...solo che me fa paura. Me fa paura tutto, me fa paura l'idea che a saperti qua a poco m'ammazzavo, me fa paura che quello che è successo quella sera me sia piaciuto, me fa paura che me piaci tu."
"Ti piaccio..io?"
"Penso de sì. Insomma, non me sentirei così...triste, senza de te. E io non lo so cos'è 'sta cosa ma so che me spaventa."
"Spaventava anche me."
Lo sguardo di Manuel si solleva in quell'istante e si volta verso Simone.
"Puoi perdonarmi?"
Gli occhi suoi, come quelli di Simone, sono lucidi e pieni di lacrime.
"Sì. É tutto passato."
"Riiniziamo da zero?Te va?"
"Senza ferirci, 'sta volta."
"Senza ferirci."
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top