Se fosse poeta...
"Chi è spezzato dentro non si nasconde dai propri mostri. Chi è spezzato dentro si lascia divorare"
"Ti ho trovato fra le stelle" Francesca Zappia.
Mi capita qualche volta di dover affrontare giornate tanto difficili da dovermi ripetere nella testa:
"E' solo una brutta giornata, non è una brutta vita"
Chissà perché in quei momenti dimentico che la vita è formata da molto altro oltre quel singolo istante. Forse accade perchè qando stai male, anche un attimo, per quanto breve, sembra comunque non avere più una fine.
Il dolore rallenta il tempo, lo rende insopportabile.
Durante queste giornate solitamente do il peggio di me e lo faccio veramente bene, mi lascio andare totalmente, poi apro gli occhi e mi chiedo:
- Ma cosa sto facendo?-
A quel punto è troppo tardi, ho già ripreso a vivere.
Se fosse poeta, questa la chiamerebbe giornata di piombo, poiché il peso del cielo oggi grava sulle sue spalle, cerca di schiacciarlo e lui, inerme, soccombe, rantolando sempre di più ogni minutoche passa.
Se fosse uno scrittore sarebbe in grado di descrivere attraverso l'arte delle parole tutta quella melma appiccicosa che si è attaccata alla sua anima, sporcandola e lasciando grandi macchie nere dove prima c'era la sua essenza, la rende così irriconoscibile, terribilmente brutta.
Cerca di toglierla con le unghie, graffia con forza la superficie della pelle, ma la sporcizia che si è accumulata negli anni è situata in profondità, dove è impossibile pulirla. E' stanco di sentirsi così sporco senza aver mai nemmeno camminato vicino al fango, è stanco di percepire questo fitto strato di schifo che lo copre e lo nasconde, quando invece vorrebbe soltanto tornare a farsi toccare il cuore da chi gli vuole bene davvero.
Non basta arrabbiarsi, accanirsi e protestare per liberarsi da tale condizione, poiché essa è dettata da un unico profondo e sfiancante senso di tristezza.
Tutto ciò che può fare è controllare che la terra sia ancora sotto i suoi piedi e assicurarsi che il mondo non gli vomiti addosso tutto ciò che non è riuscito a digerire di questa umanità bestiale.
Immagina di accendere una sigaretta, che però non possiede, poichè ha smesso di fumare. La gente sostiene che faccia male e lui ci crede, del resto ha sempre creduto fortemente a tutto ciò che gli è stato raccontato.
Asprira lentamente il fumo, o meglio, immagina di farlo, lo ingoglia proprio come ha fatto con tutte le bugie che si è bevuto per anni. Il fumo gli brucia la gola, finge di tossire e sputarne un po' nell'aria umida tra un colpo di tosse e l'altro.
Immagina di girare più volte quella stessa sigaretta tra le dita della mano destra e poi di bruciarsi un po' il palmo nel tentativo di spegnerla. La lascia cadere per terra, la calpesta e ne accende un'altra.
E' in questo modo che egli immagina di trascorrere tale giornata. Qualcuno tempo fa ha scritto online che il fumo uccide, dopo aver letto, ha riflettuto qualche minuto e ha deciso di smettere, di provarci almeno.
Voleva vivere, prima.
O forse è meglio dire che preferiva lasciarsi morire in altri modi differenti dalla dipendenza da nicotina.
Modi apparentemente più salutari forse, ma comunque mortali.
Finge di finire un pacchetto e ricorda tutto ciò che gli ha rubato un alito di vita fino a quella maledetta giornata, lasciandogli un profondo vuoto nel petto che non riesce a colmare nemmeno con il fumo di una canna.
Si stende sul pavimento, fiacco e annoiato, adesso gli è venuta davvero voglia di fumare. Immagina di avere ancora un pacchetto in tasca, di prenderlo e girarlo tra le mani per ammazzare il tempo e la noia.
Alla fine non resiste più, cede alla tentazione, afferra il pacchetto che da mesi stava sigillato sulla scrivania, lo apre e inizia a fumare, per davvero questa volta.
Che ne sa la gente di quanto diventa piccola questa stanza quando si riempie di grigio fumo, del colore rosso dei suoi occhi dopo qualche ora passata ad aspirare e respirare nuvole nere, la sensazione confortante che si diffonde nel corpo e nella mente annebbiata.
Arriva la sera ed egli ha finito il suo pacchetto, ne vorrebbe un altro, ma si trattiene, non ne va fiero, erano mesi che nonstringeva una sigaretta tra le dita, adesso invece non ricorda più che odore abbia l'aria pulita.
Se fosse un poeta trasformerebbe in dolce poesia la sua intima predisposizione all'autosabotaggio.
Peccato però che è solo un uomo e le giornate come questa, le giornate di piombo, lui le chiama volgarmente giornate di merda.
E' proprio durante queste giornate infatti che egli conferisce al fumo la libertà di ucciderlo se proprio desidera, così da privare questa occasione d'oro a tutto ciò che invece aveva promesso di fargli bene.
Il fumo è sempre stato sincero con lui, ha detto la verità fin dal primo momento, ha ammesso senza tanti giri di parole che il suo unico obbiettivo era quello di ucciderlo un giorno. Questo gli ricorda tristemente tutto ciò che ha provato ad ucciderlo per anni di nascosto e senza avere mai il coraggio di ammetterlo.
Se fosse uno scrittore, direbbe che è come essere immersi nel petrolio fino al collo.
Se fosse poeta, almeno sarebbe qualcuno, ma è solo un uomo e per molti è sempre stato solo qualcosa.
La sua è una vita fatta di giorni di piombo, una vita che pesa e che, infame, non ammette di volerlo morto prima ancora delle sigarette.
Immagina di fare un cerchio con il fumo, è quasi perfetto, è tutto ciò che di bello oggi sa fare.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top