Photographs
"Faceva caldo. Il sole sembrava splendere così tanto da poter spaccare le pietre: il vento caldo non migliorava la situazione.
Hailey stava sudando copiosamente, ma non solo a causa delle temperature elevate. Era agitata. Con una mano torturava la tracolla della borsetta, con l'altra cercava il cellulare.
Calum non le aveva mandato alcun messaggio. Fece un sospiro. Aveva davvero senso restare lì? Lo stava aspettando da quaranta minuti, era evidente che le avesse dato buca.
Prese uno specchietto dalla borsa e diede un'occhiata. Riusciva a capire il motivo per cui non si era presentato: il suo riflesso mostrava una ragazza che non aveva nulla di speciale. Nulla per cui valesse la pena di sopportare tutto quel caldo.
Lo rimise a posto: non aveva senso continuare a infliggere colpi alla sua autostima.
Un autobus si fermò a pochi metri da lei. Non vide nemmeno le persone che scendevano, era più concentrata sulle pagine del suo libro.
Perché non se n'era ancora andata?
Qualcuno le toccò una spalla. Alzò lo sguardo, sperando di trovare davanti a sé il ragazzo che stava aspettando.
"Calum?"
"No, sono tuo padre. Comunque davvero, scusami per il ritardo. Il pullman su cui ho viaggiato ha dovuto fare una deviazione a causa di alcuni lavori in corso."
Lo guardò. Sembrava sincero, quindi decise di non prendersela.
Gli rivolse un sorriso luminoso, poi gli afferrò una mano. "Andiamo, Mr. Puntualità!"
Il locale era chiuso. La causa? Una rapina avvenuta un'oretta prima.
"Va bene lo stesso se ci prendiamo un gelato e ci sediamo lì?" le chiese indicando una panchina all'ombra.
"Certo che io e te siamo fortunatissimi, eh? Comunque sì, il gelato va più che bene. Ma pago io!"
Un'ora passò velocemente e tutto sembrava andare più o meno per il meglio. L'unico inconveniente verificatosi aveva causato una grande macchia rosa sulla maglietta verde di Hailey, ma non si era arrabbiata. Quel povero bambino ci aveva rimesso il suo gelato.
Anche la conversazione procedeva per il meglio, visto che avevano scoperto di avere in comune la passione per la musica.
"Lo hai sentito anche tu?" lo interruppe.
"Cosa?"
Non fu necessario spiegare, visto che furono colti da una pioggia forte quanto imprevista e che era accompagnata da tuoni e fulmini. Le afferrò una mano, poi si incamminarono.
Impiegarono solo un paio di minuti a raggiungere un bar in cui rifugiarsi, ma quando entrarono erano fradici.
I capelli castani della ragazza avevano assunto un aspetto disordinato e i suoi tentativi di sistemarli non portarono ad alcun miglioramento. Dopo un paio di imprecazioni rivolte alla sua chioma scoppiò in una risata, alla quale si unì Calum. "Comunque" le disse " non sono molto peggio di prima."
"Ma grazie, sei proprio un tesoro." gli mandò un bacio volante, non nascondendo tutto il suo sarcasmo. "Comunque... ho mandato un messaggio a mia madre, tra una decina di minuti verrà a prendermi... Mi dispiace di dover tornarmene a casa così presto"
"Non ti preoccupare, tanto con questo temporale avremmo potuto fare pochissime cose."
Il silenzio, in certi casi, è imbarazzante. Soprattutto quando le persone coinvolte vorrebbero dire qualcosa...
"Mia madre è qui." Poi, con la voce che tremava leggermente e un evidente nervosismo continuò: "Senti, ti andrebbe di avere un altro appuntamento la prossima settimana?"
Aveva acconsentito, per fortuna. Altrimenti si sarebbe sotterrata per l'imbarazzo.
Mentre saliva in macchina prese il cellulare e iniziò a scrivergli un messaggio.
Comunque, Mr. Puntualità, la prossima volta dovremo controllare le previsioni. E accertarci che i posti in cui vogliamo andare siano aperti. E magari anche stare più attenti ai bambini.
Comunque, Calum, mi sono divertita oggi e spero che anche tu l'abbia fatto. Ci vediamo a scuola!"
Questo era il testo (in realtà c'erano altre frasi, ma erano illeggibili a causa della cioccolata che Calum ci aveva accidentalmente versato sopra) che accompagnava una foto che lui non aveva mai visto. Riconosceva perfettamente il ragazzo seduto sulla panchina: sì trattava di lui. Non aveva idea, invece, di chi fosse la ragazza al suo fianco. Ipotizzò che si trattasse di Hailey, visto che la sua maglietta era macchiata di rosa. Era davvero carina: i suoi capelli castani sembravano sofficissimi. Pur non essendo la sua ragazza ideale, aveva un certo fascino.
Il pomeriggio seguente Calum trovò un'altra foto. Infastidito (ma anche incuriosito), iniziò a osservarla.
Non riusciva a capirne il senso. La foto era mossa e raffigurava alcuni alberi. Non sapeva dire se appartenessero a qualche parco o a qualche bosco.
Decise quindi di aprire la busta che aveva trovato sulla scrivania, sperando di trovare qualche indizio.
"Non siamo certi che rivelarti la nostra identità sia la scelta migliore, ma non vogliamo farti preoccupare.
Noi siamo Calum e Hailey dieci anni dopo rispetto al tuo presente. Sappiamo che non ci crederai, ma la calligrafia parla chiaro,no?"
Alcune righe erano state lasciate in bianco. Calum si prese un attimo per riflettere, visto che era parecchio confuso.
Quella calligrafia era la sua, ne era certo. Ma non riusciva a capire il motivo per cui gli fossero arrivate quelle foto. Che senso aveva? E poi, era davvero possibile?
Scrollò le spalle, come per allontanare tutti quei dubbi. Afferrò il foglio e riprese la lettura. La calligrafia, però, era diversa.
"Calum stava passeggiando in un parco. Portava un cane al guinzaglio, ma non era il suo. Si trattava di un favore che stava facendo ad un suo amico, ma la cosa non gli pesava. I cani gli piacevano e aveva un debole per quella cucciolotta dal pelo lungo e riccio. In più Mimì era dolcissima e obbediente.
Per il nostro eroico protagonista si prospettava un pomeriggio tranquillo.
E invece no.
A volte ci si chiede: "Quando incontrerò la mia anima gemella? E dove?"
Beh, Calum la trovò su un albero. La splendida Hailey (N.d.C. sei modesta come sempre, Hailey) stava aspettando che suo fratello se ne andasse. Non aveva alcuna voglia di parlare con lui, non dopo che aveva calpestato la sua action figure preferita (e più costosa).
Il fratello se ne andò, ma al suo posto la giovane trovò un altro scocciatore. "Hai intenzione di scendere?" le chiese un ragazzo.
"Non scenderò mai più. Seguirò l'esempio di Cosimo Piovasco di Rondò!"
"Che?"
"Non conosci "Il barone rampante"?"
"Non l'ho mai sentito. Comunque scendi, potresti farti male. Non ho alcuna voglia di essere accusato di omissione di soccorso per te..."
"Non possono accusarti se scappi via abbastanza veloce."
Gli sfuggì una risata.
"Senti, non potresti scendere e basta? Non so cosa ti abbia fatto Erik, ma perché non provi a parlargli?"
Hailey lo fissò con sospetto.
"Come fai a conoscere mio fratello?" chiese, incrociando le braccia al petto.
"Aspetta... Sei la sorella di Erik? Quella che quando ci siamo noi si chiude in camera e non esce nemmeno per sbaglio?"
"Sei un genio, davvero. Te l'ho appena detto. Comunque sì, sono io" Schioccò la lingua contro il palato, poi scoppiò in una risata.
"Allora... Vuoi scendere?"
"Se mi dai il permesso di giocare con il tuo cane, sì. Altrimenti... no"
"Non è il mio cane. Però va bene. Ora scendi!"
Con un salto piuttosto agile atterrò a pochi passi da lui. "Non avevi motivo di preoccuparti, ma grazie per averlo fatto."
Si chinò per accarezzare il cucciolo. "Qual è il suo nome?"
"Mimì. Ti piace?"
Annuì. Quanto era carina!
Rimasero lì per alcuni minuti. Lei si stava divertendo parecchio e sembrava più rilassata rispetto a prima. Sua madre, però, la aspettava a casa: doveva andare.
"Senti... Visto che so che dopo verrai a trovare mio fratello, ti va di andare a casa mia insieme?"
Calum si stupí del tono quasi gentile della ragazza.
"Devo farti da baby-sitter?" le chiese, sarcastico.
"Ma come siamo simpatici! Comunque non sei obbligato, stavo solo cercando di comportarmi come una persona normale..."
Era arrossita. "Come al solito... Devo aver detto qualcosa di fuori luogo. Perché è così difficile parlare con gli altri?"
"Va bene, andiamo. Va bene se prima restituisco Mimì al mio amico?"
Annuì. Si incamminarono in silenzio, non avendo nulla da dire.
Dopo nemmeno cinque minuti erano arrivati, ma la ragazza non se la sentiva di entrare. Si sedette quindi su una panchina, aspettando che il non-cinese (come a volte lo chiamava scherzosamente suo fratello) tornasse.
Sarebbe andato tutto bene se non fosse arrivata una grandissima rompiscatole. Hailey non le aveva mai parlato insieme, ma la conosceva piuttosto bene, visto che l'hobby di Cherry era ridere di lei. Ridere dei suoi vestiti, dei suoi gusti, dei suoi hobby...
"Adesso sei pure una stalker? Non ti bastava l'essere deficiente?"
"Che grandissima... "
Ma non rispose. Non ne aveva motivo.
"Sei anche diventata muta?" continuò.
Hailey sbuffò.
"Non è che sei innamorata di me, Cherry? Sei così fissata con me, devo per forza piacerti!"
La smorfia disgustata della biondina fu una soddisfazione.
"Sei lesbica?"
"No, ti sto solo dando un motivo per pensarlo. Ora vai, prima che io inizi a ricambiare i tuoi sentimenti" le disse, facendole l'occhiolino.
Calum, che da quando era tornato era rimasto in silenzio, iniziò a ridere.
"È sempre così simpatica?" le chiese.
"No, di solito lo è molto di più" rispose.
Il loro discorso finì lì. I due ricominciarono a camminare e si diressero verso casa sua, ma una volta arrivati i due si separarono.
Finì così il loro primo incontro. Ma ora, Calum, immagino che tu voglia sapere di come ci siamo innamorati. Mi sbaglio?
Beh, sarà per un'altra volta!
N.d.C Come avrai notato, questa volta ha scritto quella fulminata di Hailey."
A Calum, in quel momento, sorgeva spontanea una sola domanda. Qual era lo scopo di quei due? Perché gli facevano ricevere quelle foto?
Quando tornò a casa da scuola il giorno seguente, Calum si precipitò verso la scrivania. Non trovò nessuna foto.
C'era però una busta.
Calum decide di aprirla subito, strappandola.
"Abbiamo pensato a lungo prima di scriverti questo messaggio. Non sapevamo se fosse giusto raccontarti dell'inizio della nostra storia.
Alla fine abbiamo deciso di non farlo. Non vogliamo forzare gli eventi e affrettare il processo, quindi ci è sembrato giusto fare così.
Ti sarai chiesto il motivo per cui hai ricevuto quelle foto.
Devi sapere che ci sono infiniti futuri e che tutti dipendono dalle tue scelte (anche quelle più piccole). Nella maggior parte dei futuri tu non hai una relazione con Hailey. Ti rifugi nel lavoro, nell'alcool, nelle relazioni superficiali...
Ci sembravano abitudini infelici, per questo abbiamo voluto darti un motivo valido per scegliere il nostro futuro. Volevamo che tu dessi a te stesso la possibilità di avere una buona relazione.
Detto questo... Buona fortuna!"
Da quel momento in poi Calum non ricevette più messaggi dal futuro. Non ne aveva bisogno. Stava vivendo una vita decisamente appagante. Era diventato il bassista di una band e stava avendo parecchio successo. E da alcuni mesi stava frequentando una ragazza. Hailey.
Angolo autrice
Questo racconto è nato da una richiesta. È stata una sfida e non sono sicura del risultato.
Spero che possiate apprezzarlo ♥️
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