4 - Thomas

Chiudo la chiamata e sto ancora sorridendo, avevo proprio bisogno di sentire Amy, ultimamente tra i miei corsi e i suoi orari di lavoro non riusciamo a sentirci spesso. E' incredibile come solo con cinque minuti di conversazione riesca a cambiare il mio umore.
Sono dovuto uscire in giardino per poter parlare e mentre sto per posare il telefono in tasca sento la porta che si apre, mi giro, e illuminata dalle luci della festa vedo la ragazza dai grandi occhi verdi. Non so perchè, ma invece di tornarmene dentro mi fermo per guardarla, ha l'aria infastidita e da quando è uscita è già il terzo sospiro che le vedo fare. Faccio due passi avanti e il rumore delle mie scarpe sull'erba la fanno voltare, mi vede e rimane li a fissarmi, come se fosse impietrita. Continuo ad avvicinarmi e per rompere il silenzio provo a dire "non ti piacciono le feste?".
Non risponde, mi guarda soltanto, mi fissa con un'intensità che non avevo mai visto negli occhi di qualcuno. Le vedo nascere un sorriso timido sulle labbra "non c'entra la festa, queste scarpe mi stanno uccidendo, quindi in questo momento tutto quello che vorrei fare è togliermele e mettermi a letto" mi dice alla fine.
"Bene allora! Togliti le scarpe e cominciamo a camminare, la mia macchina è parcheggiata qua dietro" mi guarda in silenzio per un secondo e subito dopo scoppia a ridere. Il suono della sua risata è contagioso e senza nessun motivo apparente mi ritrovo a ridere con lei, con una mano si asciuga una lacrima "Se volevi farmi ridere per non pensare al dolore delle scarpe complimenti, ci sei riuscito!"
"Ero serissimo, anche se devo ammettere che essere riuscito a farti ridere dopo aver visto la faccia con cui sei uscita poco fa, mi da una certa soddisfazione"
Sorridendo mi risponde "Faresti una cosa del genere per una perfetta sconosciuta?"
"Le scarpe devi toglierle tu, io dovrei solo riportarti a casa" sorrido anche io.
"Ti ringrazio, ma davvero non vorrei proprio disturbarti." sembra in imbarazzo.
"Non mi dai nessun disturbo, davvero. Accetti il mio passaggio?" si morde l'interno del labbro, la vedo che è tentata.
"D'accordo! Solo che devo avvisare i miei amici, mi dai un minuto?"
"Certo ci vediamo all'entrata tra dieci minuti."
Mi fa un sorriso e torna dentro. Rimango un attimo la ad analizzare quello che ho appena fatto, ma soprattutto perchè l'ho fatto? Non sono un menefreghista, ma non sono nemmeno il cavaliere dall'armatura scintillante pronto a salvare le povere ragazze in difficoltà, forse non avevo poi tanta voglia di venire a questa festa fin dal principio e ho trovato solo una buona scusa per andarmene senza che Andrew mi obblighi a restare. Ma chi voglio prendere in giro? Non ho minimamente pensato a Andrew, neanche per un attimo. La realtà è che c'è qualcosa in quella ragazza che mi da sicurezza, ma allo stesso tempo lei stessa sembra non averne neanche una, starle vicino mi da un senso di tranquillità che non provavo da quando ero a casa e potevo avere Amy vicino tutti i giorni.
Lascio andare i pensieri e torno dentro, trovo il mio amico con facilità, sta ballando con la sua nuova conquista, lo tiro per un braccio e mi guarda contrariato.
"Sto andando via"
"Come? Siamo appena arrivati"
"Lo so, accompagno un'amica a casa"
"Un'amica?" mi guarda con la fronte corrugata.
"Si, un' amica, non la conosci" la sua faccia ha un enorme punto interrogativo, decido di non dargli troppe spiegazioni per non fare aspettare Emma e anche perchè non saprei proprio cosa dirgli
"Ci vediamo a casa!"
"Sei consapevole del fatto che Caroline ancora non è arrivata e quando lo farà e non ti troverà uscirà fuori di testa?! E sarò io a dovermela sorbire"
"E' questo che fanno gli amici" mi allontano sorridendo lasciandolo a fissarmi con la bocca aperta.
Vado verso l'entrata e vedo Emma intenta a parlare con una ragazza, decido di avvicinarmi e la sua amica si ammutolisce, lei le da un colpetto al braccio e si gira verso me "Possiamo andare" dico sentendomi un tantino in imbarazzo, consapevole di aver interrotto qualcosa.
"Ok, allora ci vediamo a casa più tardi"
La sua amica mi fissa " Quando tornerò a casa vorrei trovarla tutta intera ad aspettarmi, quindi vedi di stare attento" Non ha l'aria di essere una battuta quindi per sdrammatizzare un po le faccio l'occhiolino "Non preoccuparti, sono un guidatore provetto"
Emma si avvia verso la porta, faccio un cenno di saluto alla sua amica e la seguo, appena varchiamo la soglia le dico " Aspetta un attimo, c'è qualcosa che devi fare, te ne sei dimenticata!? togli subito quelle scarpe, altrimenti risolviamo solo metà del tuo problema" incrocia le braccia e mi sorride "Mi stai per caso sfidando Thomas? Pensi davvero che non abbia il coraggio di camminare a piedi nudi davanti a tutti fino alla tua macchina?"
Alzo il sopracciglio " A me sembra che tu le abbia ancora ai piedi!"
Mi passa la borsetta si china e in un lampo torna a guardarmi negli occhi con le scarpe tra le mani.
"Direi che ora possiamo andare".







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