13 - Emma


Chiudo la porta alle mie spalle e mi lascio andare, scivolo fino a ritrovarmi per terra, fisso un punto indefinito davanti a me, che cosa ho fatto? Mi prendo la testa fra le mani e lascio andare tutte le emozioni che ho cercato di trattenere davanti a Thomas. Le immagini passano veloci nella mia mente, i suoi occhi, il suo sorriso, il suono della sua risata... non riesco a respirare, sento qualcosa che mi opprime il petto, gli occhi si riempiono di lacrime non riesco a battere le palpebre, ma le lacrime cominciano a scendere lo stesso.
"Emma..." Asia corre vicino a me e un secondo dopo mi ritrovo la sua faccia davanti, sa bene cosa ho fatto, forse la modalità è stata un po' diversa dalle altre volte, ma il risultato è sempre lo stesso.
"Perchè?" mi chiede accarezzandomi, scuoto la testa, scusa Asia non riesco a parlare, penso, mi sento completamente svuotata, per l'ennesima volta.
"Non proteggi te stessa allontanando lui, se così fosse non staresti così adesso. Non puoi ridurti così per evitare che qualcosa accada, tanto alla fine se deve accadere, accade comunque, se devi innamorarti di lui, ti innamorerai anche se smetti di vederlo. Non sono tutti come Cail, non permettergli di distruggerti ancora." So che ha ragione, vorrei riuscire a seguire i suoi consigli e vivermi quello che viene, ma non ne sono proprio capace. Mi alzo e mi avvio in camera, mi stendo sul letto e prendo il telefono, apro la galleria e compare la foto che io e Thomas ci siamo fatti qualche giorno fa al mare, sento una stretta allo stomaco... sembra passata un'eternità, stavolta ho fatto un casino prima del previsto, il problema è che con lui è stato tutto troppo veloce, troppo travolgente, ci si può innamorare di qualcuno che non conosci davvero? La testa razionalizza e mi ripete che è una fase momentanea, che passerà, ma il cuore no. Lui continua a ripetermi che sono una stupida, riesco a sentire quanto è pesante ed è tutta colpa mia, non lo lascio mai sfogare, non lo ascolto mai, solo che questa volta è diverso, sento che sta per cedere, vuole dire la sua a tutti i costi. Mi rilasso e cerco di calmarmi, faccio un respiro profondo e decido di ascoltarlo, nel silenzio della mia camera l'unica cosa a cui riesco a pensare è Thomas. Lo stomaco è d'accordo, mentre guardo il viso del ragazzo che mi ha travolto sul display del mio telefono, lo osservo ridere e il mio cuore accelera, sembra proprio che questa volta abbia deciso e non voglia sentire ragioni.

Dei tonfi in lontananza mi svegliano, cerco di mettere a fuoco la stanza, non vedo niente, mi siedo sul letto e ascolto meglio: provengono dalla porta d'entrata, qualcuno bussa? Guardo l'ora, sono le due e trenta del mattino. Esco in corridoio e guardo verso la porta di Asia, è chiusa e ovviamente non ha sentito niente con il suo sonno pesante, i rumori si fanno più forti, vado in soggiorno, accedo la luce e guardo dallo spioncino: Thomas! Apro la porta e la prima cosa che mi assale è un odore tremendo di alcool, lo guardo e quello che vedo mi spaventa, ha gli occhi cerchiati di nero e sembrano iniettati di sangue, lo sento dire "Eccola qua, ti stavo proprio cercando!" ha la bocca impastata e trascina le parole.
"Thomas che succede?" bisbiglio sperando che nessuno ci senta, lui comincia a ridere di cuore e continua "Che succede? Che succede Emma? Era quello che volevo chiederti io!" alza la voce mentre ride, lo prendo per un braccio e lo trascino in casa, non mi sembra il caso di svegliare tutto il palazzo. Una volta dentro lo lascio andare e lui barcolla prima di ritrovare l'equilibrio, da una botta al tavolino e le sedie si spostano facendo rumore, lui mi guarda e ride più forte a quel punto vedo Asia uscire dalla sua stanza con un'espressione preoccupata e assonnata, quando vede Thomas si immobilizza, il primo a parlare è lui "Oh bene, fortuna che sei arrivata, ti dispiacerebbe chiedere alla tua amica che cosa succede?" dice indicandomi.
"Sei ubriaco?!" gli chiede Asia.
"Solo un po', ma non è questo il problema. Il problema è la tua amica, prima mi fa gli occhioni che dicono fidati e poi mi da un bel calcio al culo piazzato lasciandomi come uno stronzo dopo che le ho raccontato cose che non avrei mai detto a nessuno..." a quella frase sento una stretta allo stomaco, Asia guarda prima lui e poi me "Sarà meglio che vi lasci soli, qualsiasi cosa chiamami." mi dice, annuisco e lei sparisce in camera sua.
"Thomas..." faccio per dire, ma lui mi guarda serissimo e si avvicina, si ferma a pochi centimetri da me, è così vicino che riesco a sentire la puzza di alcool proprio dentro il mio naso, poi dice "Ho capito che hai dei problemi seri, ma io ero qua e ero disposto a mettermi in gioco per te, volevo solo starti vicino e aiutarti se necessario, ma tu lo sai che hai fatto? Mi hai sbattuto la porta in faccia senza che io ti abbia fatto niente." le parole le ha biascicate, ma il concetto mi è arrivato chiarissimo. Non so davvero cosa dire, lui riprende a parlare senza lasciarmi il tempo di rispondere "Che cosa ti hanno fatto Emma? A me puoi dirlo." è ubriaco da far schifo, non ho il coraggio di dirglielo quando è lucido, figuriamoci adesso.
"Non posso, non ci riesco Thomas." mi guarda serio, poi improvvisamente ricomincia a ridere "Cazzo ci avrei scommesso che mi avresti risposto così. La vuoi sapere una cosa? Stasera ho deciso che anche se mi hai detto di lasciarti in pace, non lo farò. Tu pensi che io non possa capirti, ma ti sbagli di grosso! Non hai idea di chi ero io prima di arrivare qua." Torna serio, questi sbalzi di umore mi stanno dando sui nervi.
"No hai ragione, non lo so perché non me lo hai detto!" dico alla fine.
"E' questo il problema? Cambierebbe qualcosa se te lo dicessi? Mi daresti la possibilità di starti vicino? Io penso che scapperesti e basta, sei scappata oggi senza saperlo... figuriamoci!"
"Non sono scappata per chi sei tu Thomas! Non c'entra il tuo modo di essere ma il mio!" improvvisamente sembra lucido e fa un passo indietro.
"Quindi non scapperesti se ti dicessi che ero un tossicodipendente? Non scapperesti se ti dicessi che so che odore hanno le celle di una prigione? Rimarresti sapendo che mi hanno arrestato per possesso di alcool e stupefacenti?" lo fisso serissima, immagino sia a questo che si riferiva con "strada sbagliata"quella volta al mare, eppure non mi importa davvero, provo solo rabbia per come si sia ridotto per colpa di un padre assente e di una madre che non è degna neanche di essere definita tale.
"Non mi importa chi sei stato, tutti facciamo degli errori nella vita." vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime, non ce la faccio più, fanculo tutto, mi avvicino e lo abbraccio! Lui si lascia andare sulla mia spalla come se non stesse aspettando che questo, mette il naso nei miei capelli e lo sento dire "Mi hai spaventato stasera!" trattengo il respiro e rimango immobile, lui continua "Per favore non scappare, ti prometto che proverò in tutti i modi a starti vicino, ho bisogno di te." Vorrei riuscire a dirgli che anche io ho bisogno di lui, ma non nel modo in cui lui ha bisogno di me, vorrei chiedergli se riuscirà mai a provare per me quello che io sto cominciando a provare per lui, vorrei dirgli che lo aspetterò perché qualche ora prima, il mio cuore ha deciso che è proprio lui ciò che vuole, e invece tutto quello che gli rispondo è "Ok Thomas..."
Lo sento rilassarsi tra le mie braccia, prima che si addormenti o svenga in questa posizione per il troppo alcool, gli dico "Non puoi tornare a casa in queste condizioni, ti presto il mio letto per stanotte." senza dire una parola mi segue in camera, si lascia andare sul letto, mi giro per chiudere la porta e sento il suo respiro farsi pesante, lo guardo... si è addormentato.
Mi siedo sul letto vicino a lui, nessuno ha mai fatto per me quello che lui ha fatto stasera, nessuno ha mai cercato di capirmi, non mi hanno mai fatto promesse per potermi rimanere vicino, ma soprattutto nessuno ha mai detto di avere bisogno di me. Mi hanno sempre lasciato andare pensando che fossi pazza, lui invece è qua, ubriaco perso ma qua con me. Mi sdraio accanto a lui e mi avvicino per poggiare la testa sul suo petto, dorme così profondamente che non si accorgerà di niente. Respiro il suo profumo e mi rilasso. Poco dopo, sposta il braccio, me lo fa passare dietro le spalle e mi tira più vicino, per un attimo penso che sia sveglio, ma quando lo sento russare capisco che non si è accorto di niente. Rimaniamo così, e poco prima di addormentarmi penso che sono fregata... si, fregata sotto ogni punto di vista.

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